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Marco Mengoni - Mengoni Live 2016
Ronnie
Utente PLATINO

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15 marzo, 2016 - 10:33
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GuSpe ha detto
Complimenti per il calendario, due tour da 19 date in un anno sono belli corposi.

Per quanto riguarda la Michielin, non l'ho mai visto ospitare nessuno sul palco, se non cose sporadiche al Re Matto Tour millemila anni fa (ricordo Britti o Tullio de Piscopo ma piccole incursioni strumentali e niente più) ma mai annunciate prima.

Non credo gradisca la cosa e sinceramente mi va benissimo così. Almeno è certo che chi va va per lui laugh

Anch'io sono favorevole a questa cosa, odio i concerti con mille ospiti invitati solo per vendere qualche biglietto in più. Se sono inviti sinceri, voluti dall'artista, e per una o due canzoni ci stanno, ma di più no.

carpediem86
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42
16 marzo, 2016 - 18:31
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Corriere della Sera di ieri...

Ma sta cosa del brano in omaggio? Image Enlarger

Krishoes
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43
16 marzo, 2016 - 18:45
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Al Melkweg di Amsterdam!!! excitedUna location che Marco già conosce, ci fece l'Eurovision in Concert tre anni fa clapE lo ricorderà bene, visto il fattaccio dell'aereo in panne deadbanana2

Damiano
Utente PLATINO

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18 marzo, 2016 - 7:59
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Appena comprato i biglietti per il 6 dicembre a Francoforte.. bellissimo che verra' anche all'estero

Hype a mille excited

instagram: damianorac

carpediem86
Utente 2xP

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45
22 aprile, 2016 - 17:06
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Intervista su Tv Sorrisi e Canzoni http://www.sorrisi.com/musica/.....tour-2016/

Fervono i preparativi per il nuovo tour di Marco Mengoni: dal 28 aprile a Torino (dopo la data zero del 26) si esibirà dal vivo in un lungo calendario di concerti fino a estate inoltrata, poi riprenderà a esibirsi da novembre fino alla fine dell'anno. Noi di Sorrisi vogliamo saperne di più. Lo contattiamo durante le prove, in una delle sue poche pause. «Pronto, Marco?». Aspetto una risposta ma lo sento canticchiare. «Marco?», insisto, ma continua a cantare. Ad un certo punto scoppia a ridere...

Ma allora ci sei?
«Sì, ci sono! (ride, ndr) Sono qui tra un furgone e una macchina poco fuori dal palazzetto di Montichiari. Non ci fermiamo mai».

Come va con l'ansia?
«Non ho avuto nemmeno il tempo di averne, per ora. Stiamo cambiando gli ultimi dettagli che in realtà ho già modificato altre 100 volte. È che sono un Capricorno perfezionista. Spesso si dice: "squadra che vince non si cambia", nel mio caso è meglio dire "squadra che mi sopporta"...».

Cosa c'è di nuovo rispetto al tour dello scorso anno?
«È già passato un anno? A me ne sembrano passati dieci. Ho la responsabilità, ma anche la fortuna, di avere un pubblico che non si accontenta. Per questo spero di sorprendervi, di alzare l'asticella».

Quindi non sarà una semplice ripresa del precedente ciclo di concerti?
«No, no. Sono convinto che questo debba essere il "vero" tour del progetto cominciato più di un anno fa, dove c'è tutto quello che ci deve essere. Non voglio rovinarvi la sorpresa ma vi dico due cose: si potrà interagire di nuovo con la mia app, torna "Guerriero" più forte che mai e su quella poltrona con la quale rimanevo sospeso in aria nel 2015... ecco, lì sopra ci stavo comodo».

Ci puoi dire qualcosa sulla scaletta?
«Sicuramente darò molto spazio al nuovo album "Le cose che non ho" e per la prima volta mi trovo in seria difficoltà con la selezione delle canzoni perché i brani di repertorio iniziano a diventare tanti».

Con gli ultimi due album hai ottenuto sei dischi di platino. Ora ti senti di dire «Marco, ce l'hai fatta»?
«Se provo a dire questa frase mi incespico o balbetto... perché non si può dire. Sto abbracciando il momento positivo, mi auguro di poter fare ancora surf sulla cresta di quest'onda, ma non devo pensare mai di avercela fatta. Anzi: "Marco, lavora!"».

Poche settimane fa eri ospite di «Laura & Paola». Tu e la Cortellesi ci avete emozionato con un bel monologo sul bullismo.
«E io pure, non riuscivo quasi a cantare. Mi ha chiamato un amico, uno di quelli che non sento spesso e che pensa quasi solo al calcetto, è un po' burbero. Mi ha detto che ha pianto tanto. Io ho fatto pochi duetti in questi anni e quello con Paola è stato davvero speciale. Durante le prove del monologo ero combattuto: sentivo la necessità di provare quelle emozioni, ma volevo anche non esaurirle prima di andare in onda».

Alcuni giorni fa all'Isola dei Famosi, un amico del concorrente Jonas Berami, Bosco Cobos, in studio ha fatto il tuo nome...
«Me l'hanno detto! Credo di aver capito sia un mio fan. È vero che ha detto "Tre cose sono importanti nel mondo: l'amore, la luce e Marco Mengoni?"»

Confermo.
«Lo ringrazio, su di me però gli darei anche il consiglio di provare a guardarsi intorno, cercare altro (ride, ndr)».

A breve arriverà l'annuncio del nuovo singolo e quindi di un terzo videoclip da «Le cose che non ho», il quale chiuderà la storia cominciata con «Ti ho voluto bene veramente».
«Esatto. Quando vedrete il video, che stiamo registrando in questi giorni, capirete bene tutta la storia e l'ordine in cui vanno visti. Sarà bellissimo. Anche se io di questa storia avrei fatto 10 capitoli e cinque spin-off, ma è giusto che si concluda ora. Presto capirete».

Ti lascio alle tue prove...
«Prima di salutarti, posso farti ascoltare una cosa?»

Sento una porta che si apre e vengo invaso da un muro di suono proveniente dal palazzetto. Marco la richiude.

«Che ne dici?»
Ho l'impressione che ci divertiremo.
«È una promessa: sarete circondati d'amore, di luce...e di Marco Mengoni».

lmaolmaolmao

Articolo di Paolo Ferrari su Sette, inserto de La Stampa di Torino

Giù il cappello per Mengoni

''Marco è un vincente. L'escalation del suo successo è impressionante, così come la sua capacità di mettere tutti d'accordo. Dal pubblico nazionalpopolare alle nuove leve dei network, dalla critica agli autori più raffinati, tutti apprezzano le qualità vocali e il senso della misura di questo ragazzo cresciuto in provincia di Viterbo per maturare a Roma e infine approdare a Milano, snodo essenziale per il business dello spettacolo. Ritornelli a presa rapida, incisioni in spagnolo per il mercato latino, grande appeal televisivo, versatilità pop, radici mai celate nella vocalità della black music. A sdoganarlo sul fronte dei buongustai della canzone d'autore ha provveduto un'elegante serie di interpretazioni inanellate nei soli sette anni di visibilità popolare. Non era semplice, reggere certi confronti. Eppure Marco è uscito non solo illeso, ma decisamente rafforzato, dall'impatto con «Meri Luis» e «Tu non mi basti mai» di Lucio Dalla, «Ciao, amore ciao» di Luigi Tenco, «Destra - sinistra» di Giorgio Gaber, «Io che amo solo te» di Sergio Endrigo. Lui dice di ispirarsi a David Bowie, Michael Jackson e Renato Zero, Dalla lo paragonò a Prince, Mina stravede per lui''.

 

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carpediem86
Utente 2xP

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27 aprile, 2016 - 0:32
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Non voglio spoilerare nulla della data zero, ma dico solo che ha uno staging da superstar assoluta. Spettacolare. sorpreso

seua84
Utente 4xP

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27 aprile, 2016 - 0:37
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carpediem86 ha detto
Non voglio spoilerare nulla della data zero, ma dico solo che ha uno staging da superstar assoluta. Spettacolare. sorpreso

io vado domenica a Bologna, hype a mille!

Krishoes
Utente 9xP

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27 aprile, 2016 - 1:49
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Dalla pagina Instagram della Zed Liveexcitedexcitedexcited

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dede_91
Utente DIAMANTE

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27 aprile, 2016 - 8:05
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C'è un'altra foto in cui lui vola per aria. Ciao Tiziano.

excited

 

Voglio la scaletta che devo imparare le canzoni. Ehm...

GuSpe
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27 aprile, 2016 - 15:21
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Non c'ero ma mi hanno postato video e spoilerato cose che non riportoexcitedexcitedexcited

Ha fatto un ulteriore passo avanti. Secondo me ha trovato la misura giusta fra 'grandioso' (a livello di show) pur rimanendo emozionante.

Per dire, è uno spettacolo che funzionerebbe perfettamente anche in uno stadio, come concezione. (anche se è presto per lui, parlo solo a livello di spettacolo)

GuSpe
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27 aprile, 2016 - 15:24
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carpediem86 ha detto
Non voglio spoilerare nulla della data zero, ma dico solo che ha uno staging da superstar assoluta. Spettacolare. sorpreso

io devo aspettare Verona deadbanana2deadbanana2

carpediem86
Utente 2xP

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27 aprile, 2016 - 16:00
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GuSpe ha detto
Non c'ero ma mi hanno postato video e spoilerato cose che non riportoexcitedexcitedexcited

Ha fatto un ulteriore passo avanti. Secondo me ha trovato la misura giusta fra 'grandioso' (a livello di show) pur rimanendo emozionante.
Per dire, è uno spettacolo che funzionerebbe perfettamente anche in uno stadio, come concezione. (anche se è presto per lui, parlo solo a livello di spettacolo)

L'impressione infatti è che sia comunque un test per testare lui in prospettiva. Che la Live Nation ci credesse era chiaro già l'anno scorso...ma a sto giro "a buttar soldi  proprio"(cit. mio migliore amico)lolnel senso che a livello tecnlogico, grafico e di idee c'è la sensazione di trovarsi di fronte ad un tour di Ferro o Jovanotti per impianto e investimenti.

ouro
via da qui
Utente DIAMANTE

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27 aprile, 2016 - 16:09
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e però un salto a Londra lo poteva fare, pure con una cosa ovviamente più modesta deluso

GuSpe
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27 aprile, 2016 - 16:20
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carpediem86 ha detto

GuSpe ha detto
Non c'ero ma mi hanno postato video e spoilerato cose che non riportoexcitedexcitedexcited

Ha fatto un ulteriore passo avanti. Secondo me ha trovato la misura giusta fra 'grandioso' (a livello di show) pur rimanendo emozionante.
Per dire, è uno spettacolo che funzionerebbe perfettamente anche in uno stadio, come concezione. (anche se è presto per lui, parlo solo a livello di spettacolo)

L'impressione infatti è che sia comunque un test per testare lui in prospettiva. Che la Live Nation ci credesse era chiaro già l'anno scorso...ma a sto giro "a buttar soldi  proprio"(cit. mio migliore amico)lolnel senso che a livello tecnlogico, grafico e di idee c'è la sensazione di trovarsi di fronte ad un tour di Ferro o Jovanotti per impianto e investimenti.

Sono stata ai concerti di entrambi e concordo laugh

oh i soldi che tornano più o meno quelli di un (piccolo) tour negli stadi sono, non vorrei esser venale eh lol

carpediem86
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29 aprile, 2016 - 16:21
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Live 'triathlon' per Mengoni: prende il volo da Torino il tour dei sold out

Eclettico, in continuo movimento, dal grande palco dove inizia il concerto tra gli applausi sulle note di 'Ti ho voluto bene veramente', alla poltrona sospesa in aria, all'interno di una stanza virtuale, su cui in un crescendo di emozione canta 'Esseri umani' dopo aver declinato, in un monologo, parole come coraggio, credere, famiglia, diritti. Dal volo sulla platea con 'Pronto a correre' per posarsi sul palco sdoppiato, al centro del parterre, così vicino ai fans da "poterli guardare quasi negli occhi", alla pioggia di coriandoli e luce che accompagna 'L'essenziale', fino al rullo di tamburi che rende 'Guerriero' tutto il Pala Alpitour, per l'occasione sold out. Marco Mengoni ha debuttato così ieri sera a Torino con il nuovo tour, '#Mengonilive2016' (prodotto da Live Nation) secondo 'leg' di un tour cominciato lo scorso anno, "un concerto triathlon" come lui stesso lo ha definito, una "maratona contro il tempo in cui non cade mai la tensione" e che dopo l'esordio torinese farà altre 15 tappe, 13 già da tutto esaurito, da Padova a Bologna, da Firenze a Genova, da Milano a Roma, a Verona, passando per Perugia, Acireale, Eboli e Livorno, prima di quattro presenze in prestigiosi festival estivi (Locarno, Saint Tropez, Barolo e Lucca) per proseguire con la terza conclusiva parte autunnale in 19 nuove date tra Italia ed Europa.

 

"Ho preso i pezzi che sentivo più giusti per questo tour", spiega Mengoni mentre illustra la scaletta dei 24 brani eseguiti con un coinvolgimento sempre maggiore del pubblico che dagli applausi iniziali si lascia andare in una ovazione continua quando Mengoni diventa protagonista di uno degli effetti più coinvolgenti dello show: sospeso nel vuoto, raggiunge il centro della platea dove esegue 'Ad occhi chiusi', 'Solo', 'Mai e per sempre' fino a 'In un giorno qualunque' che suggella il momento più empatico, prima di tornare sul palco principale con 'Tonight', cui segue la parte più funky dello spettacolo con 'I got the fear' e 'Freedom' di Pharrel Williams, che il cantautore dedica alla libertà di tutte le donne "libertà che forse avete aspettato fin troppo", dice, e per la cui esecuzione Mengoni affida il ruolo di primo piano a Yvonne Park e Barbara Comi, le due voci femminili per la prima volta con lui sul palco.

"Rispetto al tour di un anno fa ho acquistato sicurezza, so di essere cresciuto e maturato" sottolinea il cantautore che poi ammette "ho scelto Torino per il debutto perché è il palcoscenico che mi fa più paura. Ogni volta che entro qui, questo palazzetto mi sembra più grande e imponente e quindi ho voluto cominciare da un posto in cui ogni volta che ci torni è sempre diverso, rimani senza parole", sottolinea e poi ripete davanti al pubblico. "L'emozione più grande? Quella che si prova ad essere sospeso e guardare dall'alto tutte quelle persone che cinque mesi fa o magari stamattina hanno deciso di comprare il biglietto del concerto e per conquistare i primi posti magari sono state in coda dall'alba". Il momento più divertente, invece, spiega Mengoni "la seconda parte del concerto quella in cui mi lascio un po' più andare".

Mengoni, dunque, soddisfatto? "Non sarò mai soddisfatto di niente, mi guardo allo specchio e sono sempre insoddisfatto e quindi mi dico che devo fare di più ma questa - confida - è anche la mia forza perché quando non avrò più niente da dire o da fare, bacioni a tutti e arrivederci". Per intanto, in attesa dell'uscita del nuovo video, 'Solo due satelliti', in uscita oggi, che chiude la trilogia che comprende 'Ti ho voluto bene veramente' e 'Parole in circolo', "un'esperienza che anche se è stata un po' follia mi ha divertito e quindi ripeterò", qualcuno azzarda: "Oggi i palazzetti, ma a quando gli stadi?". "Non c'è fretta, sono giovane possiamo aspettare un po", risponde. "L'obiettivo è al 2020?", incalza qualcun altro. Mengoni ride: "per quella data mi sarò già ritirato", scherza, si alza e torna dietro le quinte dove è atteso per gli ultimi preparativi prima del concerto in cui ancora una volta il pubblico sarà protagonista attraverso la app Marco Mengoni che sarà parte integrante dello spettacolo in 'Dove si vola' e nella speciale coreografia di 'Mai e per sempre'.

GuSpe
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29 aprile, 2016 - 16:28
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Mengoni Live 2016: il concerto della libertà

Abbiamo visto la prima data del nuovo tour, nella data del 28 aprile a Torino

 
 

La ripresa di un concerto è un momento strano per chi scrive di musica, perché di solito è in coda a qualcosa di già visto e che non apporta novità. Di solito manca quel filo di emozione che si scorge in un ritorno atteso. Eppure la carriera di Marco Mengoni in questo periodo sembra correre due volte più veloce di qualsiasi altro artista italiano.

Noi da tempo ci siamo messi le scarpe da ginnastica e ci teniamo svegli e tonici per stargli dietro. Lui vola, noi ci stiamo attrezzando. Abbiamo partecipato il 28 aprile alla prima data del nuovo tour di Marco Mengoni (il Mengoni Live 2016) e sono tornato a casa con delle impressioni inaspettate.

Il concerto prende tutto il buono del Mengoni Live 2015 e lo rielabora in una chiave nuova, più esplosiva. Sembra quasi vada a completare quello che abbiamo visto lo scorso anno. Un po' come quando fai la maratona filmica della tua saga preferita per vedere poi il gran finale.

È il tour giusto da vedere per comprendere appieno il progetto dei suoi ultimi due album "Parole in circolo" e "Le cose che non ho", aggiungendo elementi spiazzanti e inattesi. Il primo è la presenza deldoppio palco, un modo per raggiungere il pubblico al centro e al fondo del palazzetto e trovare un contatto ancora più diretto con la gente evitando la ormai consueta passerella.

Marco Mengoni lo deve fare strano, sempre.

L'altro elemento è nella scaletta. In più momenti, soprattutto nel cuore centrale del concerto, si lascia andare a una serie di suoi brani in inglese che chiusi con un omaggio a Pharrell Williams con "Freedom". Se prima di questo concerto aveva raccontato a Sorrisi di avere delle serie difficoltà a mettere in piedi una scaletta avendo oggi un repertorio importante, in più momenti del concerto mette da parte il brano più atteso o l'arrangiamento da sala d'incisione e porta sul palco altro. È come se volesse ricordarci che le nuove canzoni di Marco non sono la ragione unica per cui siamo lì, ma il pretesto per qualcosa di più grande.

In particolare con la cover "Freedom" ho colto una volontà (un po' teatrale) di raccontare qualcosa di complesso. "Freedom" è un brano di colori, di luci, un brano programmato per scalare le classifiche mondiali a colpi di positività. Lui è riuscito a dare un significato più profondo alla canzone, un bel po' più dark, con quelle luci che illuminano le parte destra e poi quella sinistra del suo volto, rendendo la festa uno spunto di riflessione.

Guardando il concerto mi sono reso conto che Marco Mengoni celebrava su quel palco al 100% il valore della libertà collettiva e personale, non solo in quella canzone. Ha raccontato la libertà che pensiamo di avere anche quando invece siamo in catene, quella dell'essere vincenti anche dalla parte dei buoni ("Esseri umani"), quella della propria affermazione ("Parole in circolo").

Quella libertà celebrata è il premio vinto dopo anni in cui in molti pensavano fosse solo un tipo strano che miagola invece di cantare. Oggi è il suo momento e per questo si butta tra la folla (non solo metaforicamente) con sempre meno timidezza e con delle sicurezze che fino a oggi non ha mai avuto così chiare di fronte a sé.

Per questo ha lasciato al pubblico tanto spazio per cantare e partecipare usando l'app, per questo in più occasioni ha voluto dare alla band (e alle due coriste) la possibilità di essere protagonisti dello show. Non è più il momento di seminare, non è il più momento di annaffiare: è il momento di raccogliere i frutti abbracciando il suo pubblico in uno modo meno concentrato sul "da farsi", ma più empatico e diretto, più regista che protagonista del film. Non cercando l'esecuzione perfetta, ma il "grazie" perfetto.

Tra i momenti più belli del concerto, l'accoglienza perfetta di "Ti ho voluto bene veramente", l'intensità interpretativa di "Nemmeno un grammo" e "Ricorderai l'amore", la profondità con cui ha proposto il nuovo singolo "Solo due satelliti", e la chiusura che parte come una festa con "Io ti aspetto" che diventa epica con "Guerriero", proposta in un modo davvero spettacolare. Sembrava abbastanza, quando poi a fine concerto si è ripresentato sul palco portando a luci accese con il suo omaggio a Prince con "Kiss". Non c'è persona che non si sia alzata in piedi e non abbia ballato coinvolta: la struttura del palazzetto tremava.

Ha fatto una gara di triathlon (Oltre due ore di spettacolo e 25 canzoni) e una volta arrivato al traguardo, ha fatto pure il salto in alto. Niente da fare, è stato un grande spettacolo. Anzi, è stato un grande spettacolo "collettivo", forte come mai prima d'ora.

GuSpe
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29 aprile, 2016 - 16:30
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ONASTAGE

Marco Mengoni, a Torino non un semplice concerto ma un’esperienza a 360°

 
 
Foto-concerto-marco-mengoni-torino-28-aprile-2016Image Enlarger
di Silvia Marchetti
Foto di Francesco Prandoni

Pala Alpitour, Torino, 28 aprile 2016. Non un semplice concerto ma una vera e propria esperienza sensoriale. Ieri sera Marco Mengoni ha davvero superato se stesso, regalando un live da sogno, ricco di ottima musica, di immagini suggestive e di momenti di profonda riflessione. Insomma, molta carne sul fuoco ma anche tanta, tantissima qualità in questa prima tappa del tour #MengoniLive2016.

In un Pala Alpitour gremito e addobbato a festa, l’artista 27enne non si è risparmiato un secondo e ha ballato, suonato e cantato per oltre due ore di grande spettacolo. Non uno, ma ben due i palchi allestiti per l’occasione (uno di forma sferica, l’altro di forma cilindrica posto al centro del parterre). Oltre 140 i metri quadrati di schermo distribuiti su cubi giganti ultratecnologici e dinamici, una pioggia infinita di effetti speciali che ha investito completamente il palasport, luci laser colorate, grafiche tridimensionali, app per interagire con il pubblico, per una produzione di livello internazionale che ha stupito le migliaia di persone presenti.

Marco Mengoni è un guerriero che sa battersi per amore della musica e della vita. Lo confermano i testi delle canzoni, poesie capaci di lanciare messaggi di speranza e di iniettare energia positiva a chi li ascolta; lo dice lo sguardo infuocato con cui osserva ciò che lo circonda e la voce straordinaria con la quale racconta questo mondo ferito e sofferente, bisognoso di buoni sentimenti e di sorrisi. Marco ieri sera è stato undispensatore di ottimismo e adrenalina, portando a Torino un concerto studiato nei minimi dettagli, mai noioso né banale. Che fosse bravo, ma bravo davvero, ce ne eravamo accorti da tempo, già dalle sue prime performance a X Factor nel 2009 e, ancor più, a Sanremo 2013. Oggi, però, ritroviamo un Mengoni più consapevole delle proprie scelte, in continua evoluzione. Abbiamo di fronte un giovane artista coraggioso, che sa osare dal vivo, dalle idee chiare e che punta dritto al successo anche fuori dai confini nazionali. Non a caso le scenografie mozzafiato e gli arrangiamenti di tutti i brani in scaletta in questo ultimo tour sono perlopiù opera sua: un segno tangibile che l’artista non si tira indietro, ama sporcarsi le mani ed essere sempre più protagonista delle proprie decisioni e della propria carriera. Marco ci mette testa e cuore, Marco cammina con umiltà ma anche con grinta e coerenza nel mondo delle sette note. La dimensione live è sempre più la sua vera casa, il palcoscenico è la tela ideale sulla quale riversare la sua incontenibile creatività e umanità.

La scaletta del #Mengonilive2016 non presenta grossi stravolgimenti rispetto a quella del precedente tour (conclusosi meno di un anno fa) ma gli arrangiamenti sono tutta un’altra cosa. Le canzoni proposte ieri a Torino sono estrapolate principalmente dagli ultimi tre album di Mengoni, in particolare da Parole in circolo e Le cose che non ho, entrambi multiplatino. A rompere il ghiaccio, infatti, è stato Ti ho voluto bene veramente, singolo che ha lanciato l’ultimo progetto in studio e che Marco ha cantato all’interno di un cubo gigante posto sul palco principale. Emozionante la nuova versione di Non me ne accorgo(una delle perle di #Prontoacorrere, disco del 2013), qui più potente e raffinata, impreziosita dal suono di strumenti a fiato e dal ritmo incalzante delle tastiere. DopoNemmeno un grammo (molto tribale con tanto di duetto con le bravissime coriste), eccoResti indifferente (le cui note e parole sono state accompagnate da splendide immagini in bianco e nero). Ancora due pezzi da novanta: Parole in circolo, tra luci verde acqua e movimenti di bacino sul palco, ed Esseri umani, preceduto da un video in cui lo stesso cantautore recita un monologo sui valori della famiglia e sull’importanza del rispetto e dell’amore in tutte le sue sfumature. Marco ha cantato questo brano seduto su una poltrona sospesa a diversi metri di altezza (come era accaduto nel precedente tour) mostrando, questa volta, maggiore sicurezza.

Dopo l’incantevole Ricorderai l’amore, momento amarcord con Dove si vola, primissimo successo di Mengoni, partorito a X Factor. Ancora ricordi con Pronto a correre, sul quale si è sviluppato uno degli effetti speciali più coinvolgenti dell’intero show: lo schermo gigante si è infatti scomposto, mentre due frammenti-satelliti hanno raggiunto Marco sospeso nel vuoto sopra al pubblico, fino a raggiungere il secondo palco al centro del parterre (“mi sento come James Bond”, ha dichiarato l’artista, ridendo). È stato questo, forse, il momento più intimo e sentito del concerto, con l’artista vicinissimo ai suoi fan, tra sguardi complici e mani strette al cuore. Colonna sonora di questi minuti di forti emozioni, Ad occhi chiusi, incorniciata da laser puntati un po’ ovunque, Solo, magicamente stravolta grazie al nuovo arrangiamento, Mai e per sempre e In un giorno qualunque, sempre empatica.

Il super concerto di Torino è proseguito poi con Tonight, con uno special quadro visivo optical, e con il funky travolgente di I Got The Fear e di Freedom, cover della hit di Pharrel Williams, che il palazzetto ha cantato a squarciagola. Dopo Solo due satelliti, nuovo singolo scritto da Giuliano Sangiorgi, in uscita oggi, è arrivato L’Essenziale, brano con il quale Mengoni ha trionfato a Sanremo nel 2013 e che ha dato una svolta alla sua carriera. Tra l’eterea La Valle dei Re (regalo di Cesare Cremonini), Non passerai (in versione piano-voce con le coriste), lo show di Mengoni ha ceduto il passo alla dance e al divertimento, grazie a un triplete di brani tutti da ballare: Una parola, La nostra estate e Io ti aspetto, un’esplosione di colori, ritmo ed energia.

Il gran finale è tutto per Guerriero: intro da brividi, Marco travestito da vero guerriero a dettare il ritmo mentre i monitor alle sue spalle prendevano vita, infuocati. E proprio quando il pubblico in parterre e sugli spalti si apprestava a guadagnare l’uscita, con la pancia piena di bei ricordi, ecco ripresentarsi sul palco il Mengoni che non ti aspetti (o forse sì): non pienamente sazio, Marco ha deliziato tutti con il suo personalissimo omaggio a Prince. È Kiss la canzone scelta per salutare l’artista scomparso e congedare le migliaia di fan, la ciliegina sulla torta che ha concluso nel migliori dei modi una serata pressoché perfetta sotto molti punti di vista – a comunciare da quello umano.

GuSpe
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29 aprile, 2016 - 16:32
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RTL

Marco Mengoni: live spettacolare, energico e maturo

E' partito da Torino il nuovo tour del cantante che stupisce con effetti speciali e a sorpresa omaggia Prince

Si diverte e fa divertire per due ore e dieci circa di concerto. Marco Mengoni riparte con#MengoniLive2016 da Torino mettendo a segno già tredici palazzetti su quindici sold out. Uno show caratterizzato da una corposa ed eccezionale band con tromba, trombone e fiati a cui si aggiungono due straordinarie Barbara Comi e Yvonne Park. Queste ultime due sono fondamentali in diversi momenti del live perché sottolineano - quasi a sorpresa - la vena black di Marco Mengoni. Una scaletta ricca di 24 canzoni - molte delle quali riarrangiate - si apre con "Ti ho voluto bene veramente" e si chiude con "Guerriero". Dopo l'ultima canzone con luci accese Mengoni è uscito per l'ultimo saluto e l'omaggio a Prince con"Kiss". "Inizialmente questo spettacolo era nato per essere intimo - ci ha spiegato Marco dietro le quinte - ma poi ho voluto impreziosirlo con una band forte, un muro di schermi che si scompone e una pedana al centro del palazzetto perché voglio vedere negli occhi chi ha comprato il biglietto ed è venuto lì per me". E' lo spettacolo più maturo del cantante che si mostra pronto per affrontare le platee europee perché dal 12 novembre ci saranno altri 19 appuntamenti in Italia e per la prima volta calcherà i palchi europei da Parigi a Vienna.
 
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Il cuore dello spettacolo è segnato da #prontoacorrere in cui lo schermo gigante (enorme e spettacolare) alle spalle di Mengoni si scompone in due frammenti che rimangono sospesi in mezzo al pubblico, assieme al cantante che nel frattempo vola verso il palchetto principale. Ed è lì che si consuma il rapporto fisico tra artista e fan con brani come "Ad occhi chiusi", "Solo", "Mai per sempre" e la straordinaria "In un giorno qualunque". Notevole la cover di "Freedom" di Pharrell in cui all'improvviso il cantante fa da corista alle sue... coriste bravissime. Insomma è lo spettacolo più maturo in sette anni di carriera, per sua stessa ammissione Mengoni non si sente pronto per gli stadi, passo dopo passo e con umiltà riuscirà a mettere a segno anche quelli.

"Questo è più che altro il concerto della band di Marco Mengoni - spiega Marco - Soprattutto perché insieme raccogliamo grandi soddisfazioni per i nuovi arrangiamenti anche dei miei ultimi due album. Ad esempio il nuovo singolo Solo due satelliti l'abbiamo un po' stravolto e secondo me è venuto molto bene".

Dunque soddisfatto del risultato?
Chi mi conosce molto bene sa che non mi accontento mai e ogni volta che ascolto un disco finito dico sempre che avrei potuto farlo meglio. Per questo o voluto rivoluzionare dal punto di vista musicale un po' di canzoni di questa scaletta.

Il bilancio ad oggi qual è?
Sento comunque di essere cresciuto, maturato sempre con in testa prospettive verso il futuro. Ad sempio ho lavorato a questo nuovo spettacolo mentre ero ancora in tour qualche mese fa.

Perché ripartire da Torino?

Perché il Pala Alpitour mi ha sempre fatto paura però quest'anno grazie alla scenografia divisa in due mi sembra più a portata di mano (ride, ndr).

Ci sarà un omaggio a Prince?
Già in passato ho omaggiato sia Prince che David Bowie, due mostri sacri della musica e che per me hanno rappresentato molto, sono cresciuto ascoltando la loro musica e ho anche cercato di emularli. Comunque per ora non ho previsto alcun tributo (e poi proprio a Torino e al termine del concerto ha cantato Prince, ndr).

"Esseri Umani" tocca argomenti importanti e con Paola Cortellesi avete anche affrontato in tv il tema del bullismo...
In questi sette anni ho conosciuto diversi miei fan che mi hanno raccontato le loro problematiche dovute alle parole violente che spesso creano conseguenze gravi come l'anoressia o la bulimia. Ricordo una ragazza che venne da me dicendo che non si amava. Le ho fatto vedere uno specchio e le ho detto 'questa sei tu, unica con tutti i pregi e difetti, sarai sempre speciale e te stessa'. Da allora un po' la sua vita è cambiata, si è sposata ha avuto un bambino ed è felice. Ogni volta che vado nella sua città ci vediamo e raccontiamo. Sono felice per lei.

GuSpe
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29 aprile, 2016 - 16:43
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foto di Prandoni su Rockol, le metto in spoiler o no che dite?

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Sushi
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29 aprile, 2016 - 16:50
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A me lui e soprattutto le sue canzoni non fanno impazzire ma la scenografia del tour è bellissima! Da popstar *_*

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