Il cantante sui suoi compagni d’avventura: ”Lory Del Santo era una gatta. Il principe Fulco Ruffo di Calabria quello con cui avevo più affinità”.
Sull’isola ”ho rischiato la vita”. Al Bano Carrisi continua a raccontare la sua esperienza sull”Isola dei famosi’ nella secoda parte del memoriale pubblicato sul settimanale ‘Chi’, in edicola domani. Prima, però, riserva qualche parola sulla sua difficile situazione familiare. ”Nessuno deve pensare – dice – che io non voglia bene a Jasmine e a Albano Jr., che faccia delle disparita’ tra i miei figli, che voglia abbandonare i piccoli. Non e’ cosi’. Provero’ solo a trovare la soluzione perche’ nessuno, in particolare loro, debba soffrire”. Il popolare cantante ripercorre i momenti piu’ importanti vissuti durante le cinque settimane trascorse sulla spiaggia del reality show di Raidue: ”Ho rischiato la vita. Diciamolo chiaramente. La prima settimana in quella terribile caverna meno male che avevo messo subito una croce. E’ stato un vero miracolo. Quando sono scivolato dall’alto nella fenditura mentre portavo i rami, il corpo e’ caduto sulla legna leggera di schiena e la testa e’ andata vicinissima alla roccia aguzza. E’ stato un miracolo, mi creda”. Al Bano non lesina nella sua intervista i giudizi sui compagni d’avventura e dell’ex tronista Daniele Interrante dice: ”simpatico, ma si gestisce male. Si lamentava troppo”. Della sua lite con Enzo Paolo Turchi racconta: ”lui e’ stato un uomo-trappola del tutto inaspettato. Ricordo benissimo quello che ci siamo detti. Non credo che ci si possa traumatizzare perche’ una persona ne ricorda un’altra. Mi sembra un discorso astruso”. Al Bano dispensa giudizi anche su Lory Del Santo: ”Lei e’ una gatta. Arriva, porta e sparisce. Ha la battuta sempre a doppio senso. E’ fatta cosi”’. E Elena Santarelli ? ”Ha esagerato. I nani di cervello mi fanno paura. Il cervello va innaffiato tutti i giorni. Non ha avuto rispetto”. Arianna David, poi, Albano la definisce ”pigra”. Il suo ‘naufrago’ preferito confessa ancora Al Bano a Chi, e’ stato il principe Fulco Ruffo di Calabria: ”Avevamo una certa affinita’. Gli altri erano piu’ che altro interessanti da studiare. Non volevo un contatto profondo con queste persone”.
