[img align=right]http://www.iturism.ro/agentii/poze_pachete/88809_1_FINALA%20EUROVISION%20DUSSELDORF%202011%2002.jpg[/img] La consueta musichetta dell’eurovisione ci introduce alla prima semifinale (rigorosamente in streaming, visto che l’Italia deve trasmettere solo la seconda) dell’Eurovision Song Contest. I tre conduttori tedeschi, in un perfetto inglese (ma pure francese, tedesco e quant’altro, insomma speriamo di non doverne mai organizzare uno o ci tocca scegliere tra la Carlucci ed Ela Weber) salutano il vasto pubblico e anche la nostra nazione, al rientro in gara dopo 14 anni. Il televoto verrà aperto alla prima esibizione, ma voteranno anche le giurie: la somma dei due voti darà la classifica finale. Dieci nazioni vanno in finale, 9 tornano a casa. Gaffe del conduttore tedesco, che sostiene che “tele votare è così facile che pure una donna potrebbe farlo”, ma la sua collega replica che “il meccanismo è talmente facile che pure un uomo potrebbe capirlo”. Vengono mostrati i codici di televoto e le linee vengono ufficialmente aperte con la formula “Europa, comincia a votare ora”. Tutto molto suggestivo, soprattutto nel mare di bandiere tra il pubblico. Comincia la [b]Polonia[/b], con un filmato su un amore “inseguito” sui binari del metrò. La canzone, invece, si chiama [i]Jestem[/i]. La cantante è abbastanza calante (modo carino per dire che non ha azzeccato una nota), la coreografia con i 4 ballerini sul palco si lascia guardare, senza essere esattamente un video di Lady Gaga. L’urlo finale suona un po’ di disperazione. La [b]Norvegia[/b] ci mostra, giustamente, le sue vette innevate, prima di stupirci con la scelta di una canzone che di nordico ha poco o nulla. [i]Haba haba[/i] ha un ritmo africano che ammicca spudoratamente alla Waka Waka. La danza avrebbe tutte le potenzialità per diventare un simpatico tormentone.
Tocca all’[b]Albania[/b], con l’intensa [i]Feel the passion[/i] che aveva conquistato i nostri utenti fin dal primo ascolto. La cantante (già definita una via di mezzo tra Pink e Brigitte Nielsen, ma stasera coi capelli viola) è molto carica. Al contrario delle due che l’hanno preceduta, però, Aurela Grace è anche intonata. Ottima canzone, ottima esibizione, l’Albania è qui per fare sul serio. La cantante dell’[b]Armenia[/b], Emmy, ha perso il padre pochi giorni fa e oggi gli dedica la sua performance. [i]Boom boom[/i] (ma soprattutto chaka chaka) è una perla di trash che cerca con la forza di entrare in testa al telespettatore (ma rischia di stufare dopo pochi ascolti). In una manifestazione in cui il voto immediato è tutto, però, potrebbe stupire. Debole, localmente, la cantante. La [b]Turchia[/b], seconda l’anno scorso, propone oggi [i]Live it up[/i]. Rock azzardato quello dei turchi, il cui cantante fatica a rimanere intonato. Alle sue spalle una contorsionista arriva a toccarsi la punta del naso con le gambe, ma la cosa non abbellisce certo la canzone. La canzone della [b]Serbia[/b] si chiama [i]Caroban[/i] ed è una sorta di miscuglio di mille altre canzoni. La cantante è abbastanza sguaiata, ma alla fine della canzone si mostra esaltata oltre ogni forma. Di sicuro l’energia non le manca. La [b]Russia[/b], vincitrice nel 2008, mette in scena [i]Get you[/i] di Alexej Vorobjov. Vestito e pettinato come Fonzie in una qualsiasi puntata di Friends, il suo produttore è lo stesso di Lady Gaga. E si sente, visto che per buona parte della canzone sembra di assistere a una cover di Bad Romance. Il cantante russo fa saltare il pubblico, salta lui stesso, chiedendo a gran voce partecipazione e applausi, chiudendo con un inchino. Si passa alla [b]Svizzera[/b], con la bellissima voce di Anna Rossinelli. La canzone è [i]In love for a while[/i] ed è una delle proposte più originali di questa edizione. Alle sue spalle colori stereoscopici, mentre l’accompagnamento strumentale è assolutamente minimale e si affida al suo strumento vocale. Tanti applausi per lei. La [b]Georgia[/b] propone una band e la sua front-woman ha partecipato l’anno scorso al festival come corista. La canzone si chiama [i]One more day[/i] ed alterna pezzi melodici a urla e momenti di rap. E potete ben capire che cosa sia un rap georgiano, se già i rapper di casa nostra fanno ridere il pollame. Cercano invano di scimmiottare gli Evanescence, senza peraltro riuscirci. Una delle due conduttrici ricorda il sistema di televoto e annuncia i prossimi in gara. La [b]Finlandia[/b], vincitrice del 2006, propone un talentuoso (e bel) ragazzo di 20 anni, Paradise Oskar. La sua [i]Da da dam[/i] entra subito in testa; una ballata delicata accompagnata da una scenografia stupenda e decisamente azzeccata. [b]Malta[/b] sul palco. [i]One life[/i] prende dopo un po’ di ascolti più che nell’immediato. Sul palco oltre al cantante (una sorta di Mengoni con l’aria un po’ più da bravo ragazzo), due ballerini e tre coriste che ne integrano bene le qualità vocali. Un po’ d’Italia con [b]San Marino[/b] sul palco. Senit, già vista ad Amiche per l’Abruzzo, canta [i]Stand by[/i]. Inizio impeccabile per Senit, difficilmente distingubile dalla versione incisa; non me ne vogliano i conduttori di San Marino RTV, ma la canzone non riesco davvero a farmela piacere del tutto. Dato che ci sono parecchi posti in finale però non credo faccia del male a nessuno. La [b]Croazia[/b] “festeggia” con [i]Celebrate[/i] di Daria Kinzer, attrice e cantante di musical. L’inizio ricorda un motore che si inceppa e che si spegne, il resto è un’accozzaglia di rumori elettrici e riempitivi da discoteca. È il turno dell’[b]Islanda[/b], che vanta due secondi posti e un onestissimo ultimo posto con zero punti, record che pochi possono vantare. Al posto del cantante che ci sarebbe dovuto essere Sifujon Brink, deceduto pochi mesi fa, c’è un gruppo che lo ricorda fin dal nome, ossia i Sigurjon’s Friends. La canzone è la stessa che avrebbe dovuto portare lui, [i]Coming home[/i]. Meglio incisa, nonostante continui ad apprezzare i cambi di tempo sul finale. Peccato per l’[b]Ungheria[/b], dato che [i]What about my dreams[/i] era uno dei miei pezzi preferiti, letteralmente rovinato da un’esibizione sciagurata della sua cantante, Kati Wolf, vestita in maniera improponibile. La Wolf recupera leggermente sul finale, ma poteva andare molto meglio. Ahimè, c’è il [b]Portogallo[/b], con [i]A luta è alegria[/i]. Un mega gruppo di cantanti, comici e attori cantano della “forza dell’allegria”, ma si tratta di una baracco nata in costume senza arte né parte. Si parla spesso di trash all’Eurofestival; ecco, i portoghesi vincono la trash coccarda della serata. Per carità, allegri. Nel senso alcolico del termine. Si va in [b]Lituania[/b], con [i]C’est ma vie[/i], cantanta in inglese e in francese. Atmosfere da musical per questa canzone che, zitta zitta, viene accompagnata da un’esibizione praticamente impeccabile (finalmente). La sua voce, pulita e precisa, impressiona soprattutto sulle note più alte. Ell e Niki cantano per l’[b]Azerbaigian[/b] la bellissima [i]Running scared[/i]. Accompagnati da una coreografia semplice ma efficace, i due giovani cantanti sentono l’emozione della grande occasione, ma la loro canzone ‘spacca’. Difficile pensare che da un paesino così poco conosciuto a livello europeo riesca a venire fuori una canzone così contemporanea e romantica. Si chiude con la [b]Grecia[/b], che propone una curiosa mescolanza di rap e sound etnico. [i]Watch my dance[/i] è il titolo del brano, che è effettivamente una coraggiosa sperimentazione di generi molto diversi tra loro. Preferisco il richiamo greco al rap, che in questo pezzo risulta quasi un po’ parodistico. I conduttori ricordano il meccanismo di voto, diviso al 50% tra televoto e giuria di qualità. Per San Marino, tuttavia, voterà la sola giuria di qualità. Sarà l’unica nazione ad avere questa caratteristica? Un video ci mostra una clip delle 19 canzoni ascoltate questa sera, tra momenti memorabili e flop clamorosi. Grandi applausi sulla clip di Finlandia e Ungheria. Il televoto rimarrà aperto fino a poco prima delle 23, nel frattempo vengono mostrate clip di presentazione dei 19 paesi in gara sulle note di [i]Wonderful[/i] Due dei tre conduttori improvvisano una gag in cui lei finge di insegnargli un francese con parole inesistenti. In realtà si cerca di prendere tempo per permettere di concludere le operazioni di televoto. Altra sequenza di clip delle 19 canzoni. Alle 22.49 viene chiuso il televoto. Mentre si fanno i conti si esibisce un numerosissimo gruppo tedesco di percussioni e acrobazie. Se avessero dieci minuti liberi ci sarebbe un’edizione di Italia’s Got Talent da salvare. Un ritmo fantastico per un’esibizione molto coinvolgente. La conduttrice è nella cosiddetta “Green room” (in realtà più rosa) dove tutti i concorrenti attendono di conoscere la loro sorte. I 54 mila presenti alla Esprit Arena applaudono nel lancio delle cosiddette “Big Five”, Spagna, Francia, Italia, Regno Unito (applauditissimo) e Germania, che naturalmente ottiene il boato. Clip veloce, visto che le cinque canzoni intere si sentiranno solo sabato sera, insieme alle 20 qualificate dalle semifinali. Siamo al verdetto. [b]Le 10 nazioni con i punteggi più alti, che accedono alle finali sono: – SERBIA – LITUANIA – GRECIA – AZERBAIGIAN – GEORGIA – SVIZZERA – UNGHERIA – FINLANDIA – RUSSIA – ISLANDA [/b]Fuori: Albania, Polonia, San Marino, Turchia, Norvegia, Croazia, Armenia, Portogallo e Malta. Bene le previsioni dei nostri utenti che, a parte l’Albania, azzeccano 3 finaliste (Ungheria, Azerbaigian e Svizzera). Finisce qui la prima semifinale, appuntamento a giovedì sera su Rai5 con la seconda semifinale, in cui potrà votare anche l’Italia.