mariC’era una volta una bionda signora di Pavia. Una signora che si era imposta in televisione come assoluta rappresentante di un genere kitsch sconfinante nel trash: lacrime a gogò, storie di vita vissuta, palestrati, aspiranti cubiste, liti furibonde e personaggi sconosciuti (e privi di CV) ma carismatici che grazie a lei venivano catapultati alla ribalta.
Per anni questa signora fu felice e soddisfatta dell’egemonia di cui godeva nell’azienda per cui lavorava e non si curava troppo delle critiche altrui.
Un giorno qualcosa cambiò: la bionda signora si svegliò e decise che era giunto il momento di ottentere una legittimazione, un semaforo verde da quell’intellighenzia radical chic che tanto la snobbava.
La bionda signora di Pavia si chiama Maria De Filippi e quest’anno è riuscita a raggiungere il suo scopo. In un sol colpo ha spazzato via tutto ciò che aveva reso Amici un programma cult per dieci anni al solo scopo di farsi sentire dire da certe sciure snob: “Brava Maria, finalmente fai anche tu programmi di qualità”.

Amici era Amici. Chi segue la tv lo sa: questo programma ha rappresentato una colonna degli anni 2000. E’ passato tempo ma chi non ricorda la prima mitica edizione di Saranno Famosi, l’uscita di Brigida sulle note di Un’emergenza d’amore, la divisione in Aquile e Pinguini, Klajdi che voleva indossare a tutti i costi la bandana, Marta Rossi che canta Amy seduta sul puff con la bottiglia, ecc ecc ecc?
Potremmo metterci a snocciolare aneddoti e finire il mese prossimo, tante sono le cose accadute che ci sono rimaste impresse.
Amici era un programma così, semplice, alla buona, spesso inevitabilmente trash con risse ed rwm infuocati: un programma fatto solo e soltanto dai ragazzi in gara, senza star né grandi ospiti.
Un programma semplice appunto, snobbato dalla critica di nicchia e dall’intellighenzia che parla solo di Baudelaire, Mao Tse-tung, Kakfa e di quanto è bello quell’attico vista Colosseo.
Era un problema? C’è qualcosa di strano se ogni programma si rivolge ad un pubblico diverso? C’è qualcosa di vergognoso ad essere semplice intrattenimento senza mire intellettuali?
Per Maria De Filippi evidentemente si. Da anni la conduttrice ribadiva spesso e volentieri che le critiche snob le davano fastidio, che in fondo la sua tv non era poi così male.
Ne ha fatte, ne ha fatte e ne ha fatte e quest’anno ha raggiunto la meta: anche Amici può essere annoverato tra i fantomatici programmi di qualità. Ebbene si. Ma a che costo?
Un costo enorme (lo dico da fan della prima ora) che consiste nella completa snaturazione del format. Ovvio, i ragazzi che cantano e ballano ci sono sempre. Ma se ci bastasse solo quello ci limiteremmo a vedere San Remo e l’ESC e a comprare l’abbonamento al teatro della nostra città.
Amici aveva moltissimi elementi in più, elementi che sono stati totalmente eliminati. Pensiamoci, cosa abbiamo visto durante questo serale? Ballerini che danzavano con coreografie degne di Las Vegas, un numero incredibile di ospiti musicali di gran livello, star di Hollywood in giuria, uno spettacolo curato fin nei minimi dettagli con un budget faraonico che permetteva di raggiungere quella tanto agognata (da Maria) qualità.
Si. Possiamo dirlo. Quest’anno Amici è stato davvero un programma di qualità.
Ma ci interessava davvero? Cercavamo questo quando ci sintonizzavamo su Canale5? Oppure se desideravamo abbeverarci di qualità avremmo optato per Rai5?
Al posto di Al Pacino, Harrison Ford e Skin non avremmo forse preferito conoscere qualcosa di più del lato umano dei ragazzi in gara?
Il lato umano. Il grande assente di questa edizione tanto perfetta quanto asettica, fredda e senz’anima. Ripenso alle gioie e alle sofferenze che abbiamo vissuto insieme ai nostri beniamini quando vincevano o perdevano e constato che quest’anno a malapena siamo riusciti a capire che ci era simpatico e chi no.
E perché soffocare sul nascere ogni minimo accenno di discussione in studio (non parlo di rissa, semplicemente di discussione). Cosa c’è di così sconveniente in un confronto tra un allievo e un insegnante?
E ancora: perché rendere i daytime una pedissequa sfilza di esibizioni? Cosa c’era di così perverso nel capire cosa i blu pensavano dei bianchi e viceversa?
Davvero noi storici spettatori di Amici desideravamo questo cambiamento così netto?
Io personalmente mi accingo a salutare un’edizione di cui non mi porterò il benché minimo aneddoto.
In fondo, tra il trash più spinto e l’asettico piattume (di qualità certo, ma sempre piattume) c’è un’infinita gamma di sfumature.
Sfumature che Maria, così presa dal suo sogno di legittimazione non ha, ahimè, saputo cogliere.

Di Stefy87

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