Utente
24 agosto, 2015
Esce venerdì 8 febbraio il nuovo album di inediti di Arisa.
Al disco hanno partecipato sei producer (Matteo Buzzanca, Matteo Cantaluppi, Dario Faini, Team Ithaka, Jason Rooney e Andro) e diciassette autori, oltre alla stessa Arisa che firma 2 brani (Gianluca De Rubertis, Shridhar Solanki, Matteo Buzzanca, Lorenzo Vizzini, Alessandra Flora, Diego Mancino, Dario Faini, Giuseppe Zingaro, Vito Dell’Erba, Edwyn Roberts, Niccolò Agliardi, Marta Venturini, Morgan Giovannetti, Giulia Anania, Stefano Brandoni, Sobral e Cristiano Malgioglio).
[Impossibile trovare l'immagine]
1)Dove non batte il sole
2)Tam Tam
3)Mi sento bene
4)Gli amanti sono pazzi
5)La domenica dell’anima
6)Minidonna
7)Una nuova Rosalba in città
8)Vale la pena
9)Quando c’erano le lire
10)Così come sei
11)Il futuro ha bisogno d’amore
12)Amarsi in due
Moderatore Junior
28 novembre, 2015
Utente
24 agosto, 2015
Capo Horn ha detto
Capisco l'hype, ma avrei aspettato (e aspetterei sempre) l'annuncio ufficiale prima di aprire un Topic.Anche perché a quanto pare il titolo dell'album non è "Mi Sento Bene" ma secondo quanto scritto dall'articolo " Una nuova Rosalba in città".
Chiedo scusa ma mi sa che hanno modificato in corsa, perché prima c'era scritto esplicitamente che il titolo era 'Mi sento bene'
Modifico?
Utente
28 maggio, 2018
Il Gazzettino - Simona Orlando
《Mi sento bene》 è il nuovo mantra di Arisa. Lo ripete più volte a voce, lo canterà al Festival di Sanremo nel brano di sicura presa radiofonica, ed è solo l'antipasto di un disco in uscita l'8 febbraio, non a caso intitolato Una nuova Rosalba in città, (Rosalba Pippa è il suo vero nome), il primo pubblicato con la Sugar di Caterina Caselli, che le ha messo a disposizione 6 producer e 17 autori, fra i quali i Viito, Shridhar Solanki e Cristiano Malgioglio che firma il testo Amarsi in due, adattamento di Amar pelos dois di Salvador Sobral, vincitore all'Eurovision 2017. Un traguardo e una ripartenza per la trentaseienne, a dieci anni precisi dall'esordio con Sincerità, quando appariva come una fusione di «Charlie Chaplin, Mary Poppins e Giulietta Masina», a cinque dalla vittoria con Controvento, a quattro dalla co-conduzione sanremese. Una specie di conto alla rovescia verso la consapevolezza di sé, che passa anche per le trasformazioni estetiche, dal camuffamento alla sexitudine' (l'ultima foto promozionale è in slip). Ultimamente l'hanno accompagnata le letture femministe dell'indo-canadese Rupi Kaur e frasi di Saffo tipo «Chi è bello, lo è solo il tempo che si guarda/ mentre colui che è buono presto sarà anche bello». Il risultato è un disco quasi motivazionale, femminile, anzi queer, che opta per il ritmo e il divertissement, allontanandosi dalle atmosfere più scure di La notte.
Quando si tirano in ballo gli anni '80, arriva puntualmente Tony Hadley (lo fece anche Caparezza in Goodbye Malincònia), così l'ex voce degli Spandau Ballet affiancherà Arisa nella serata dei duetti: «Lui è un'icona di quel periodo e saremo immersi nelle atmosfere magiche dei Kataklò, la compagnia italiana di danza acrobatica. Vi faremo ballare».
In Mi sento bene riecheggiano Raffaella Carrà, Giuni Russo, Antonella Ruggiero. Sono stati punti di riferimento?
«Ci sono influenze di donne molto forti e un mood androgino. Fossi bionda, all'Ariston accennerei un Tuca Tuca! Questo brano è una ripartenza, un elogio al presente perché quando ti affliggi per troppo tempo sul senso della vita, intanto ti perdi la vita».
Tutto il disco ha sonorità Anni '80. Voglia di leggerezza?
«Sì, le ballate hanno qualcosa di estremamente malinconico. Mi piace pensare che si possano condividere argomenti seri in un'atmosfera allegra. Non mi interessa mostrare quanto sono brava con la voce, ma rendere potabile il mio messaggio».
Più che un lavoro spensierato, sembra determinato a trovare luce. La felicità è una scelta?
«È un percorso di accettazione. Significa prendere coscienza di quel che si è, senza rincorrere la perfezione, che poi è solo un modello imposto. Nel tempo ho imparato a volermi bene. Voglio gioire, non struggermi. La gente dice che piange quando mi ascolta, ma io voglio che rida, che da me prenda la carica per affrontare la giornata».
Quale musica ricarica lei?
«Un po' di tutto, ho imparato anche ad apprezzare la trap, ascolto Childish Gambino, mi sta prendendo la botta del rock, mai avuta prima».
In Gli amanti sono pazzi una donna si innamora della fidanzata del suo ex. Le è capitato?
«Non è una storia personale. Noi tutti possiamo innamorarci di chiunque. Credo nell'incontro fra anime, senza differenze di età e di genere».
Torna a parlarne in Minidonna, con un transgender per protagonista.
«Non credo nelle etichette. È il racconto di una persona di sessualità indefinita. Ho molti amici trans, di sensibilità acuta e grande umanità. Rendono la mia vita più interessante e divertente».
In Il futuro ha bisogno di amore ribatte sul fatto che non esistono persone di serie B. È il tema che ora le sta più a cuore?
«Siamo tutti uguali sotto al sole. Il mondo non è un insieme di confini e passaggi obbligati e le diversità sono risorse. Ho sempre vissuto di proposito in quartieri con minoranze. Mi sta a cuore dire ciò che avrei voluto qualcuno dicesse a me».
Com'è andata la prima avventura in Sugar?
«È capitanata da un'artista, un'altra donna forte, e si vede. L'atmosfera è curata, di famiglia, è come dire: domani andiamo al mare, dobbiamo preparare panini, bibite, tovaglie».
In Dove non batte il sole e Quando c'erano le lire parla dell'amore al tempo dei social. Canta «si stava meglio quando si stava peggio». Un po' pericoloso di questi tempi.
«Musicalmente è un gioco. Il senso invece è che con Internet abbiamo guadagnato tante libertà e perso il senso dell'attesa. Prima, non potendo mandare foto e messaggi, si aspettava con trepidazione che squillasse il telefono di casa. C'era più magia e, secondo me, anche i livelli di testosterone erano più alti».
E il suo di amore?
«È prendermi cura di me e dei miei cani».
A dieci anni dall'esordio, chi è Arisa oggi?
«Una ragazza che ama lavorare, ha sempre imparato sul campo e ora sa esattamente cosa fa per lei e cosa no. Il successo non è fondamentale, fare musica e condividere questa fortuna lo è».
Utente
28 maggio, 2018
Leggo - Rita Vecchio
Parlare con Arisa è giocare a carte scoperte. Ha le idee chiare. Sulla vita e sulla musica. Così Rosalba Pippa - questo il vero nome - torna al Festival per la quarta volta (la prima del 2009 con Sincerità, l'ultima come co-conduttrice nel 2015 insieme a Emma Marrone) con il brano Mi sento bene, tra sonorità anni 80 e cartoon. Non a caso per i duetti ci saranno Tony Hadley (ex Spandau Ballet) e le acrobazie dei Kataklò. «Preparatevi che vi faremo ballare», dice.
E balleremo. Ma cos'è, una giostra?
«Significa godersi le piccole cose. Nella vita bisogna sapere ridere. Il brano anticipa il disco che uscirà l'8 febbraio - Una nuova Rosalba in città - con 6 producer e 17 autori (tra questi anche Cristiano Malgioglio). Il risultato è un mix di sonorità. Il testo di Sanremo è riflessione sul senso dell'esistenza. Volevo allontanasse dai sensi di colpa».
Lei ne ha?
«Sì».
Quali?
«Stare lontano dalla mia famiglia: penso che sto perdendomi qualcosa di importante».
Ha cambiato etichetta discografica, da Warner a Sugar.
«I cambiamenti esaltano. Per me Caterina Caselli è come fosse una persona di famiglia. La chiamo il capo villaggio».
Nel disco canta l'amore in tutte le salse.
«Voglio accendere una luce. Voglio trasmettere affetto, uguaglianza, rispetto. Cerca di essere uomo, prima di essere gente, cantava Jovanotti. Questo il criterio con cui scelgo le canzoni: prima devono piacere a me. Tratto l'amore in modo universale e a tratti in modo personale».
Lei parla spesso di diritti: ma non le sembra che il tempo in cui viviamo non aiuti?
«Penso che non possiamo pretendere che tutti ci accettino. Dobbiamo andare oltre chi non la pensa come noi. La vita è breve per dare importanza a chi giudica. Io mi allontano da chi considero falso, da chi parla male della gente».
Tratta anche l'amore ai tempi dei social, di trans, di amore tra donne.
«L'amore è generosità. E non va incanalato. Si può essere attratti dalle anime delle persone e non dal sesso».
Le è mai capitato?
«Sì. E credo che possa capitare a tutti».
Canta anche Il futuro ha bisogno d'amore.
«È l'unica cosa di cui abbiamo bisogno. In questa canzone ho inserito le voci dei miei genitori che ringrazio per avermi messo al mondo».
Si è sentita vittima di pregiudizio?
«Tante volte. Sono una donna fuori dagli schemi. A questa animella però voglio dare un'opportunità: vedere cosa succede rimanendo se stessi».
Rifarebbe X Factor? Amici? Sanremo come co-conduttrice?
«X Factor? Solo se diventassi povera. Amici? Solo per lavorare con i ragazzi. Sanremo da non cantante? Solo da direttore artistico».
Vuole vincere?
«Sì. Voglio essere orgoglio di Caterina Caselli e di mia madre. E voglio vincere pure l'Eurovision».
https://www.leggo.it/spettacoli/musica/arisa_mi_sento_bene_sanremo_2019-4259856.html
Utente
28 maggio, 2018
Metro - Orietta Cicchinelli
Un lavoro lungo un anno che conta 17 autori, oltre ad Arisa. Che album è?
«È un disco poliedrico, dal messaggio positivo, che tocca tanti argomenti e sfaccettature di una stessa personalità. Canto l’amore maturo e consapevole (Vale la pena, Così come sei), quello esplosivo (Tam tam) e quello difficile (Amarsi in due). Ci sono le cose che come donna più mi hanno colpito: i miei sentimenti, le mie amicizie, ma tutto interpretato in chiave universale. È un disco molto diverso dagli altri».
Un’Arisa che guarda al passato ma vive il suo presente.
«Mi è sempre piaciuto tanto sperimentare e assimilare sonorità diverse, anche di epoche diverse, per poi fonderle insieme, cercando di tirare fuori il meglio. Ma per andare avanti le fondamenta sono importanti. Così io mi specchio nel passato per capire il presente».
Ma oggi come si sente?
«Bene, proprio come canto nel brano sanremese».
E, a proposito, come affronta il suo 6° Festival?
«Con assoluta tranquillità, cercando di fare del mio meglio per rendere giustizia al brano che mi è arrivato: sono stata davvero sconcertata da come mi rispecchiasse. Dunque, eccomi pronta per questa ulteriore prova! E poi duetterò nella quarta serata con Tony Hadley (ex Spandau Ballet), su coreografie dei Kataklò».
Nei pronostici è tra i favoriti.
«Questa è una bella cosa. Ho iniziato con una vittoria e Sanremo mi ha sempre portato fortuna».
Capitolo talent.
«Se dovessi farne uno oggi? Lo farei di cucina, oppure sugli stilisti, insomma, lo vorrei un po’ più tangibile. A X Factor ho avuto molta difficoltà a difendere il mio punto di vista...ma lasciamoci le porte aperte. Meglio avere rimorsi che rimpianti. Quindi, sì, tutto rifarei!
Progetti e sogni by Rosalba.
«Spero che questo nuovo disco entri nella vita delle persone. Poi, se Dio vuole, farò una bella vacanza».
In dieci anni sulle scene ha fatto un po’ di tutto.
«Sì, tante di quelle cose (dalla musica al doppiaggio) che è difficile andare avanti. Il teatro? Non ancora: ma Una nuova Rosalba in teatro (canticchia divertita, ndr.) la vedo bene. Si può fare: perché no?!».
MERAVIGLIA
Tracklist:
1 Dove non batte il sole
2 Tam Tam
3 Mi sento bene
4 Gli amanti sono pazzi
5 La domenica dell’anima
6 Minidonna
7 Una nuova Rosalba in città
8 Vale la pena
9 Quando c’erano le lire
10 Così come sei
11 Il futuro ha bisogno d’amore
12 Amarsi in due
instagram: damianorac
Banned
7 agosto, 2013
La copertina e' bella e il titolo anche.
Sembra tutto molto quirky, quindi potrebbe risultare interessante per il pubblico ma anche corre il rischio di eccedere ed alienare chi non e' nel suo target commerciale specifico (ed e' questo il mio timore per la canzone di Sanremo).
Lieto di essere smentito.
Utente
3 aprile, 2016
Krishoes ha detto
"Amarsi in due" sarà la cover di "Amar pelos dois" di Salvador Sobral col testo in italiano di Malgioglio di cui si è parlato nelle scorse settimane (e mesi)?EDIT: @SpiritedAway dice sì! CAN'T WAIT!
Krishoes ha detto
"Amarsi in due" sarà la cover di "Amar pelos dois" di Salvador Sobral col testo in italiano di Malgioglio di cui si è parlato nelle scorse settimane (e mesi)?EDIT: @SpiritedAway dice sì! CAN'T WAIT!
Lo è, lo è 😀
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