Game Ranking Winner 2021/2022
Utente
30 novembre, 2019
Alexandra Drewchin, in arte Eartheater, dopo il singolo Pure Smile Snake Venom è pronta a fare uscire il suo nuovo album, Powders, il 20 settembre.
Il nuovo album dell'artista americana sarà accoppiato al "sister album" Aftermath che uscirà nel 2024.
Questa la tracklist:
1. Sugarcane Switch
2. Crushing
3. Face in the Moon
4. Clean Break
5. Chop Suey
6. Heels over Head
7. Mona Lisa Moan
8. Pure Smile Snake Venom
9. Salt of the Earth (H2ome)
Utente
8 febbraio, 2020
Uno degli album per cui nutro più hype in assoluto quest'anno. E questa copertina mi ha mandato in down le sticky notes: troppi artwork della madonna si stanno susseguendo ultimamente e sarà dolorisissimo restringere il cerchio a fine anno
Dopo l'ottima anticipazione del singolo Pure Smile Snake Venom, Eartheater ha rilasciato Chop Suey, un'altra anteprima del progetto in uscita tra una settimana esatta
Game Ranking Winner 2021/2022
Utente
30 novembre, 2019
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30 novembre, 2019
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30 aprile, 2020
Ho appena terminato l'ascolto di questo nuovo lavoro di Eartheater e la prima impressione a caldo è quella di un progetto davvero ben costruito in ogni suo aspetto.
La traccia d'apertura, Sugarcane Switch, è un'ideale porta d'ingresso che introduce in un ambiente sonoro cupo, spesso poco rassicurante e, proprio per questo, ricco di fascino fino all'ultima nota.
La mezz'ora di ascolto successiva scorre come un rollercoaster emotivo che, anche grazie alla collocazione posta al centro della tracklist, trova il suo apice nella cover dei SOAP. Trovo la versione di Eartheater un piccolo gioiellino, è come se avesse estratto l'anima di questo brano e l'avesse restituita nel modo più struggente possibile.
Tra l'altro, leggevo che lei stessa ha descritto l'album in questi termini: “Powders is a series of vignettes about the process of breaking things down. Once a substance is ground down to powder, it’s in its tiniest molecular state, enabling it to then be integrated into something new.”
Ecco, direi che questo processo di frammentazione e successiva rielaborazione l'ho ritrovato un po' in tutte le tracce del disco, sia nei testi, sia negli arrangiamenti, tanto ricchi di dettagli nei brani più orchestrali quanto efficacemente essenziali in quelli più minimal.
Qualche nota sulla copertina dell'album di cui apprezzo la palette di colori, il font non invasivo e soprattutto la figura centrale, la cui (invidiabile!) posa mi evoca l'immagine di uno scorpione. Non so se sia voluta o meno, però l'associazione con questo animale velenoso e repellente ma, in un certo senso, anche molto affascinante, trovo si sposi benissimo con le atmosfere del disco.
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