Utente
1 maggio, 2016
Concordo sull'opinione che non sia un disco "semplice", probabilmente non avrà l'impatto sul grande pubblico come i dischi precedenti, ma amo tutto questo lavoro forse proprio per questo.
Marco ha fatto il disco che voleva, e se non si fosse preso dei rischi ora, forse avrebbe perso the starting gun, sempre rimanendo in tema Pink Floyd, per togliersi di dosso certi pregiudizi e un mood musicale che, dopo anni, forse gli stava stretto.
Perderà sicuramente delle vendite, forse molte vendite, ma ci guadagnerà come qualità di repertorio.
Metti coraggio e buone scarpe. Lui sta cercando di farlo.
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
7 agosto, 2013
Alex87 ha detto
Io partivo con le PEGGIORI intenzioni, i due singoli (sì Marco, erano singoli) non mi avevano convinto affatto.Invece st'album mi sembra una BOMBA. Su alcune ho urlato (Amelia, la stessa Hola con Walker).
Stasera lo riascolto bene.
Io non capisco davvero come abbiano potuto estrarre quei due singoli. VOGLIO davvero capire qual'è il ragionamento che han fatto. Anche io come ben sapete non ho amato (e con dispiacere) i due singoli. Ma questo cd è davvero ben fatto.
Mi ha dato lo stesso effetto di 2640. E per me che ho adorato letteralmente quel cd è un complimento. Davvero tutto studiato. Ci trovo vita e verità. I testi davvero ricercati così come le sonorità. Anche se ci sono cose non nel mio gusto, trovo un senso a tutto. Bravo.
Utente
7 agosto, 2013
Sto ascoltando ora l'album per la prima volta. Dirò poi cosa ne penso (ma sto già così e sto a metà).
Per ora inizio lasciando qui questo pensiero: quanto può essere bello il fatto che Marco, che amo da sempre, faccia un duetto con Adriano Celentano, l'artista del cuore di mio padre?Io e lui abbiamo avuto purtroppo un rapporto pessimo, tremendo e terribile per certi versi, però quando c'è la musica di mezzo, allora ho solo ricordi bellissimi. Quanti viaggi con gli album di Adriano in sottofondo.
Utente
7 agosto, 2013
Ascoltato tutto la prima volta. Anche io avevo aspettative basse, non per i singoli lanciati ma per gli ultimi album che non mi avevano fatto impazzire (Sì LCCNH ce l'ho con te), quindi mi sono lasciato andare all'ascolto in maniera molto free e invece mi è piaciuto tantissimo!!
Sicuramente finora Atlantico>>>LCCNH (Mengoni Live non lo considero un album)
Devo dire che ho apprezzato l'influenza della musica latina, mi chiedo però se non fosse stato meglio fare un duetto con Natalia Lafourcade, avrei urlato!!
Voglio e Atlantico le uniche più distanti rispetto al resto dell'album e anche molto simili tra loro.
Ho preferito Hola con Tom Walker rispetto alla solo version ma l'ho ascoltata una volta sola e mi ricorda Leave a light on, come dicevo nel topic.
Tra le mie preferite: Muhammad Ali, Atlantico (che mi ricorda Buona Fortuna di B&F), La casa azul e Mille lire. Le altre da riascoltare.
Bocciatissima La ragione del mondo che trovo una discreta e infinita lagna, stupito che ci sia anche l'intro ma ammetto non sia proprio il mio genere
Invece quella che mi ha colpito di più, anzi, mi ha proprio fatto venire i brividi (e non succedeva da Mai e per sempre credo) è I giorni di domani. Mi ha steso. All'inizio ho pensato "Madò un'altra lagna" e invece il testo e la melodia si aprono tantissimo, mi fa impazzire!! Tra l'altro le parole finali allungate nelle strofe mi ricordano D'Improvviso e il ritornello Sai Che
Bellissimo album, non me l'aspettavo per niente. Da riascoltare subito.
Utente
1 maggio, 2016
In genere non amo Paolo Giordano, ma qui credo che abbia colto sfumature importanti
MENGONI VOLA ALTO
NATE SULL’ATLANTICO”
Prima si ferma all'improvviso, poi si commuove e gli occhi luccicano. Marco Mengoni presenta un disco nato dopo oltre due anni di viaggi, riflessioni, autocritiche: «Si intitola Atlantico perché due anni e mezzo fa mi sentivo molto scarico e, per cercarmi input nuovi, ho fatto tanti viaggi, sorvolando tante volte il secondo oceano più grande al mondo».
Dagli autostop a Cuba agli aeroporti degli Emirati Arabi. Dalla solitudine di New York alla scoperta della Tanzania. «In Portogallo ho iniziato ad amare il fado, musica straziante e malinconica. È il canto delle donne che in riva al mare vedevano partire i propri uomini senza sapere se sarebbero tornati. E un giorno ero sulla spiaggia di Lisbona e me le immaginavo... Perciò nel brano Amalia ho chiesto la collaborazione di una regina come Vanessa Da Mata e dei Selton». Dunque oggi esce in mezzo mondo (in italiano e in spagnolo) il disco che per Marco Mengoni rappresenta un passo avanti, e oggi capita sempre più raramente. Ad esempio in Atlantico ci sono parecchie collaborazioni «e non era mai successo che collaborassi con altri per brani inediti». In Hola (I say) c'è la superstar Tom Walker che «ormai è mio fratello, gli ho lasciato la massima autonomia e ne è uscito fuori un Frankenstein composito e bellissimo». E nella bellissima La casa azul a un certo punto spunta la voce nientepopodimeno di Adriano Celentano, che entra all'improvviso, e con entusiasmo, nelle parole ispirate dalla vita di Frida Kahlo: «Senza di lui forse non sarei stato in grado di dare profondità a questo brano». Oltretutto, attenzione, non è un featuring, ma è un cameo perciò è citato soltanto nei ringraziamenti di questo disco che esce con cinque copertine diverse da collezione. In fondo stavolta «l'operazione Mengoni» è una sorta di kolossal pop.
Il disco ieri è stato presentato nella Torre Velasca di Milano, dove ogni canzone è stata presentata in stanze coreografate e scenografate per spiegarne il significato. Un'iniziativa probabilmente unica. Come quantomeno rarissima è l'idea di accompagnare la pubblicazione del disco a una sorta di festival milanese, l'Atlantico Fest, con incontri, mostre e dibattiti come quelli con Martina Capriotti (oggi alle 10 all'Ostello Bello Grande) e Giovanni Chimienti (domani alla stessa ora) due biologici marini di National Geographic che è partner di questo gigantesco «progetto» come lo chiama lui.
In effetti non esagera.
Ci sono tante sfumature, in questo Atlantico, e spesso vanno oltre la musica o la collaborazione di prestigio (in scaletta ci sono anche i produttori Rudimental, El Guincho e Takagi & Ketra, per dire). «Mi sono sentito tante volte debole e ho avuto spesso paura nella mia vita, perciò ho guardato a chi non ha avuto paura», ha spiegato lui prima di presentare un brano decisivo, oltre che bello: Muhammad Alì. «Lui è un'icona che anche i giovanissimi dovrebbero conoscere, è uno che non ha avuto paura di scegliere. E poi era un'artista: ci sono tante sue interviste nelle quali praticamente rappa, forse è stato l'inventore del rap», dice sorridendo quando gli si fa notare che, più che rap, erano «dissing» ossia accuse o insulti contro qualcuno. In ogni caso, questo brano è quello che dà le coordinate di Atlantico insieme con Buona vita («Il miglior augurio che si possa fare») e la quasi conclusiva Dialogo tra due pazzi, che è un dialogo tra una persona e la voce che sente dentro di sé.
Perciò la nuova sfida di Mengoni va oltre la possibile (probabile) partecipazione come ospite al Festival di Sanremo e trasforma la propria musica nella colonna sonora di temi decisivi come bellezza, lentezza e condivisione che sono poi i cardini di un disco in movimento. Non a caso l'altra notte, lui ha cantato cinque brani a sorpresa dentro la Stazione Centrale di Milano appena chiusa, quindi dopo le due di notte: «Ho deciso di far partire quest'avventura da una stazione, che è appunto un luogo di partenza», ha spiegato ieri. Oltretutto, dal 27 aprile a Torino partirà anche il suo tour italiano (prodotto da Live Nation del bravo Roberto De Luca) che sta raddoppiando e triplicando date e che attraverserà anche l'Europa a più riprese. «Sarà uno show particolare e spero di vedere presto come sarà il palco che ho pensato già tre anni fa», spiega lui che, dopo dieci anni, conserva ancora il candore entusiasta di chi ha appena debuttato e continua a emozionarsi con i sogni e le fatiche. Rarissimo, davvero.
https://www.facebook.com/paolo.giordano.988/posts/1734948019939902?__tn__=K-R
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
1 maggio, 2016
Nel video dell'intervista a Sorrisi, al minuto 1,30 Marco dice di aver autoprodotto il disco, per alcune canzoni, grazie anche ai suoi musicisti, chiusi per due mesi con lui nello studio di Pagani.
E quindi grazie a Peter
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2362284467132636&set=a.213829765311461&type=3&theater
grazie a Giovanni
Grazie a Davide
https://www.facebook.com/davide.sollazzi
Da All Music Italia:
"L’album è stato prodotto e arrangiato da Marco Mengoni e Christian Rigano ad eccezione di:
La Casa Azul e Buona Vita prodotto e arrangiato da El Guincho (Pablo Diaz-Reixa)
Rivoluzione prodotto da Rudimental Additional programming by Franklin Engineered by Steve Weston
Hola (I Say) / Hola prodotto e arrangiato da Marco Mengoni, Fabrizio Ferraguzzo e Cristian Rigano
Mille Lire prodotto da Takagi e Ketra"
Ci sono anche tutti gli autori delle canzoni.
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
1 maggio, 2016
Dal minuto 5 in poi, Marco e i Selton cantano Amalia live
https://www.facebook.com/marcomengoniofficial/videos/374993103045044/
" Ah ... anche poeta ! "
Pupi87 ha detto
Ascoltato tutto la prima volta. Anche io avevo aspettative basse, non per i singoli lanciati ma per gli ultimi album che non mi avevano fatto impazzire (Sì LCCNH ce l'ho con te), quindi mi sono lasciato andare all'ascolto in maniera molto free e invece mi è piaciuto tantissimo!!Sicuramente finora Atlantico>>>LCCNH (Mengoni Live non lo considero un album)
Devo dire che ho apprezzato l'influenza della musica latina, mi chiedo però se non fosse stato meglio fare un duetto con Natalia Lafourcade, avrei urlato!!
Voglio e Atlantico le uniche più distanti rispetto al resto dell'album e anche molto simili tra loro.
Ho preferito Hola con Tom Walker rispetto alla solo version ma l'ho ascoltata una volta sola e mi ricorda Leave a light on, come dicevo nel topic.
Tra le mie preferite: Muhammad Ali, Atlantico (che mi ricorda Buona Fortuna di B&F), La casa azul e Mille lire. Le altre da riascoltare.
Bocciatissima La ragione del mondo che trovo una discreta e infinita lagna, stupito che ci sia anche l'intro ma ammetto non sia proprio il mio genere
Invece quella che mi ha colpito di più, anzi, mi ha proprio fatto venire i brividi (e non succedeva da Mai e per sempre credo) è I giorni di domani. Mi ha steso. All'inizio ho pensato "Madò un'altra lagna" e invece il testo e la melodia si aprono tantissimo, mi fa impazzire!! Tra l'altro le parole finali allungate nelle strofe mi ricordano D'Improvviso e il ritornello Sai Che
Bellissimo album, non me l'aspettavo per niente. Da riascoltare subito.
Ecco cos'era che mi ricordava Atlantico! Io purtroppo ho l'abitudine di ascoltare gli album in treno mentre studio e non guardo i nomi dei brani, quindi sono sempre frustrato quando leggo i vostri commenti perché non mi sembra di averlo manco ascoltato l'album! Per adesso posso dire che complessivamente mi sembra un bell'album, con molte sonorità diverse, e per adesso mi hanno colpito con brividino Hola e La Casa Azul (l'arrivo di Celentano mi ha spiazzato). Prossimi giorni commento i vari pezzi
Utente
1 maggio, 2016
Situazione attuale
Mi è stato detto che Marco si ferma parecchio a firmare i CD prima e dopo ogni evento del Festival, sta moltissimo a chiacchierare con i fan, nonostante la stanchezza che si accumula senza sosta ora dopo ora.
Per l'instore alla Mondadori, è stato organizzato a fasce orarie, quindi ci si doveva presentare all'ora stabilita in base al colore del pass. Questo ha facilitato l'attesa, perchè ieri sera c'era un freddo pungente per la gente in coda. Diciamo che l'organizzazione, finora, si è dimostrata impeccabile.
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
1 maggio, 2016
Copio i credits direttamente dal CD che ho comprato:
Voglio - Bonomo/Fazio/Mengoni
Hola I say - Catitti/Mahmoud/Mengoni/Walker
Buona vita - Ilacqua/Mengoni
Muhammad Ali - Maiello/Mengoni//Romitelli/Simonetta
La casa azul - Ilacqua/Mengoni
Mille lire - Clemente/Mahmoud/Mengoni/Merli
Intro della ragione - Mengoni/Monti/Parziani
La ragione del mondo - Ilacqua/Mengoni
Amalia - Ilacqua/Mengoni
Rivoluzione - Faini/Mahmoud/Mengoni
Everest - Carucci/Faini/Mengoni
I giorni di domani - Ilacqua/Mengoni
Atlantico - Faini/Servidei
Hola - Catitti/Mahmoud/Mengoni
Dialogo tra due pazzi - Ilacqua/Mengoni
Tutti i brani sono editi da No Comment Opificio Musicale, cioè la casa di edizioni di proprietà di Marco e alcune voci/cori di Marco sono stati registrati presso il No Comment Studio, cioè il suo studio di registrazione.
A tutto questo si aggiunge l'ideazione e la regia dell'Atlantico Festival.
Da All Music Italia copio, per la produzione:
"L’album è stato prodotto e arrangiato da Marco Mengoni e Christian Rigano ad eccezione di:
La Casa Azul e Buona Vita prodotto e arrangiato da El Guincho (Pablo Diaz-Reixa)
Rivoluzione prodotto da Rudimental Additional programming by Franklin Engineered by Steve Weston
Hola (I Say) / Hola prodotto e arrangiato da Marco Mengoni, Fabrizio Ferraguzzo e Cristian Rigano
Mille Lire prodotto da Takagi e Ketra"
Per me è da applausi
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
25 novembre, 2017
4-5 canzoni sono tutte uguali fra di loro, troppa influenza latina-America del Sud.
Il duetto con Tom è stupendo
Apprezzo tantissimo il fatto che abbia deciso di optare per Voglio invece di puntare a una ballad che avrebbe fatto sfracelli, si vede che Marco ha voluto sperimentare. Alessandra dovrebbe prendere esempio.
Utente
1 maggio, 2016
Volevo condividere con voi la bellezza del testo de La casa azul.
Parla di Frida Kahlo, senza mai nominarla, con particolare riferimento al periodo in cui lei dipingeva guardandosi in uno specchio messo sul soffitto, perchè costretta a stare immobile nel letto ingessata e sofferente per anni, dopo un incidente stradale gravissimo che le causò fratture multiple in tutto il corpo e una trentina di operazioni chirurgiche.
La casa azul
Il mondo sta sulla punta delle mie dita,
chiuso fra un letto, uno specchio e una gioia labile
"Cos’hai dipinto para mi, chiquita?"
"Ho mescolato in silenzio colore e lacrime"
ed è un disegno che si confonde già
l’ombra di un segno che mi nasconde ma
sento la notte che bacia i miei piedi
anche se non la vedi, sapessi il rumore che fa
Amare odiare lottare: Viva la vida!
Là fuori il Messico urlava bestemmie e favole
dentro la polvere il sangue della corrida
Il toro scuote la spada dalle sue scapole
rosa dell’anima chiusa in un’armatura
come chi è solo e sorride per la paura
può la bellezza trascinarci via
se l’arte è una bugia che dice la verità?
Ho disegnato un amore che sembra vero
una pozzanghera illusa d’essere cielo
ed una lacrima fine che non si può vedere
una collana di spine, la strada fatta insieme
e la mia schiena bruciare la casa azzurra
la carne, il sangue, le vene della mia guerra
e disertare il cammino chiuso nella mia mano
tentare un altro destino che vada più lontano
E ad ogni tela un’impronta delle mie dita
nella mia bocca parole che non si dicono
Lungo la schiena il sudore della salita
l’avresti detto un destino così ridicolo?
Come una stella che brilla spenta già
quanta bellezza che arriva e passerà
sento la notte che tocca i miei piedi
anche se non la vedi, se taci la senti
Shhhhhhhh !
Ecco il rumore che fa
Ho disegnato un amore che sembra vero
una pozzanghera illusa d’essere cielo
ed una lacrima fine che non si può vedere
una collana di spine, la strada fatta insieme
Las flores, el hijo ausente
La cama roja, el cràneo enfrente la suerte,
Novia
El sueno roto,
La nina hermosa y mí destino
La muerte
Las flores, el hijo ausente
La cama roja, el cràneo enfrente la suerte,
Novia
El sueno roto,
La nina hermosa y mí destino
La muerte
Ho disegnato un amore che sembra vero
una pozzanghera illusa d’essere cielo
ed una lacrima fine che non si può vedere
una collana di spine, la strada fatta insieme
e la mia schiena bruciare la casa azzurra
la carne, il sangue, le vene della mia guerra
e disertare il cammino chiuso nella mia mano
tentare un altro destino che vada più lontano, più lontano dove?
Las flores, el hijo ausente
La cama roja, el cràneo enfrente la suerte,
Novia
El sueno roto
La nina hermosa y mí destino
La muerte
Las flores, el hijo ausente
La cama roja, el craneo enfrente la suerte,
Novia
El sueno roto
La niña hermosa y mí destino
La muerte
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
7 agosto, 2013
Ad un primo ascolto è impossibile giudicare un album in cui la maggior parte delle canzoni ne merita parecchi per essere assimilata.
E' un album emozionante nelle musiche e nei testi, non è immediato ma penso che sia veramente bello. Con un paio di punte da brividi (Hola, Casa Azul) e anche un paio di pezzi che mi annoiano.
Voglio non capisco che senso abbia avuto come primo singolo, non mi sembra una canzone che possa essere il manifesto di quest'album
Bravo Marco, si è elevato di parecchio rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi. Un rischio del genere alla lunga pagherà perchè vendi meno oggi, ma non stanchi il pubblico
Banned
7 agosto, 2013
Voglio: è un po' una dichiarazione di intenti, di vivere un po' più liberamente, apre il disco perché fondamentalmente il tema del disco non è tanto il mondo latino quanto "how to live" / "il modo di vivere", che è un tema che sottende a quasi tutti i testi e a tutti i riferimenti a personaggi conosciuti e il loro - per l'appunto - modo di vivere. Bella, tolte le caramelle. Voto 8
Hola (duetto): Molto classica nell'impostazione, nella melodia, l'arrangiamento potrebbe benissimo essere quello degli album del 2014/15 di Marco. Bellissimo l'incipit del ritornello che poi crolla (personalmente) nel muro di Berlino - fosse anche solo per le vocali i di Marco (dI berlIno) che non sono mai state particolarmente gradevoli, molto stridule e non ci ha mai lavorato. Il cantante inglese non mi piace né mi piace il testo inglese. Però devo dire che quel "e tu che mi tiravi su con dei film stupidi" mi colpisce tantissimo e mi riporta a qualche situazione personale. Voto 7.5
Buona Vita: non è il mio genere, ne abbiamo già parlato però ancora una volta compare il tema della vita e io apprezzo. Un po' lenta. Voto 6.5
Muhammad Ali: azz ma è bella commerciale questa eh, e pure molto bella, con un pre-ritornello che fa da amplificatore a quello che viene dopo (ma poi non viene ripetuto 😐 ). Qui si vince o si perde in un attimo. Unica nota di demerito quel secondo di silenzio prima di "Come sto bene o male sto bene o male sto tutti i giorni" che mi lascia sempre in attesa un po' a vuoto. Voto: 8.5
La Casa Azul: Mi piace tantissimo, la differenza tra questa e Buona Vita e che incalza maggiormente. Unica cosa: non so per me non c'e' bisogno di cantare in spagnolo, e' un album italiano. Bastava l'influenza latina nelle sonorita' e nelle immagini dei testi. Voto: 9
Mille Lire: Questa non mi suona nuova nell'arrangiamento e nella melodia? Qualcuno ha la stessa impressione? E comunque mi piace molto, anche se l'influenza latina (piu' nel ritornello che nelle strofe che invece mi ricordano qualcosa di americano) inizia ad overstay its welcome. Voto: 8
Intro della Ragione: skip, non mi da molto ma vabbe' - non serve dare un voto
La Ragione del Mondo: Sembra piu' una traccia da fine album, qui a meta' spezza un po' tutto. Una battuta d'arresto. Carina eh ma la posizione non le da' la giusta luce. Voto: 7
Amalia: L'influenza latina diventa proprio reference / citazione (grazie anche al feat) che qui quasi potrebbe sfociare nella cultural appropriation. Io non andrei cosi' lontano pero' penso che ci sia piu' artistry nel farsi influenzare (come accade nella prima metà dell'album) che proprio prendere di sana pianta qualcosa di non proprio. Rimane molto ascoltabile. Voto 7.5
Rivoluzione: Questa e' proprio la commerciale del gruppo, e ci sta benissimo ma qui ho un problema col testo che non riesco a superare. Mi perde quando canta "farei la maratona per passare il tempo ho trent'anni e sono gia' stanco" perche' e' nonsense e perche' io non riesco proprio a farmi coinvolgere da questa frase. Limite mio. Voto 5
Everest: Anche qui una canzone che potrebbe essere nelle produzioni precedenti, eccetto per quegli orribili archi sintetizzati sul ritornello. Ma chi li ha approvati? Ho notato che in tutte le canzoni molti archi non sono live, e boh non capisco la scelta. Il testo qui è molto molto standard + la nuova ossessione di alcuni artisti italiani di farci studiare la geografia. Voto: 7
I giorni di Domani: Un filler vero e proprio doveva esserci. Voto: 6
Atlantico: Pensa te che per un titolo del genere, di cosi' ampio respiro, mi sarei aspettato un'altra Hola/Everest #einvece; mi piace molto quel trillo nella strofa, molto inusitato. Il ritornello e' piu' debole delle strofe, rimane troppo leggerino. Voto: 7
Hola: come sopra, ma da solo funziona meglio per me. Voto: 8
Dialogo fra due pazzi: mi ha perso subito al formicaio nella tua testa haha, ma immagino ci stia con il titolo e il testo. Mah, le fan come Miss perderanno la testa per questa roba "artistica", ma dubito che io e il general public la ascolteremo piu' di una volta. Molto difficile ed e' peccato perche' alla fine nell'album le cose un po' piu' difficili erano solo un paio, il resto e' mooooolto ascoltabile, commerciale, pop, e bello. Voto: 5
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