Utente
7 agosto, 2013
Dopo il progetto di debutto ‘The Golden Age’ (2013) nominato ai Grammy, è ora disponibile in formato fisico e digitale ‘S16’, il nuovo album in studio di Woodkid. Appena 48 ore prima dell’uscita del nuovo progetto, Woodkid ha fatto il suo debutto televisivo negli Stati Uniti, ospite al ‘Jimmy Kimmel Live’. Sul palco, accompagnato dall’orchestra, ha offerto l’interpretazione del nuovo brano ‘Horizons Into Battlegrounds’ (terza traccia dell’album) ovvero, come dichiara lo stesso Woodkid “una traccia intima con un grido d’aiuto: un tenero abbraccio d’amore, un momento di calma nel caos”.
Il primo singolo ‘Goliath‘, uscito ad aprile, trattava della responsabilità individuale e collettiva nei confronti del mondo. A seguire ‘Pale Yellow’, uscito a giugno, segnava un deciso cambio di rotta nelle tematiche: è infatti una meditazione più introspettiva sulle prove da superare sia mentali che fisiche.
‘S16’ è stato registrato agli Abbey Road Studios di Londra ed in altre località tra cui Berlino, Parigi, Los Angeles ed in Islanda, e vede la partecipazione del Suginami Junior Chorus di Tokyo.
Il nome dell’album, che allude al simbolo chimico e al numero atomico dello zolfo, mette in discussione la materia stessa: di cosa sono fatte le nostre cellule ed i nostri cuori? Dov’è il confine tra la realtà e la finzione? Lo zolfo è, infatti, un elemento essenziale per gli esseri viventi, ma tende a prendere fuoco, metafora dell’ardente sofferenza che la musica può alimentare ma al tempo stesso lenire.
Fonte: ilmohicano.it
Spotify:
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Utente
4 febbraio, 2018
ECCITATISSIMO
aspettavo veramente questo album come il Natale. Per adesso non mi sento di commentare ogni singolo pezzo, poichè ne ho fatto solo un ascolto completo e devo dire che fila benissimo.
Mi piace un sacco l'attenzione al concept dell'album e alla coerenza che lega i diversi brani, così da non farli sembrare semplici prodotti, ma proprio frutti di una mente artistica. Il che fa ridere, dato proprio la metafora industriale da cui è partito.
Nei singoli che lo hanno anticipato ho un debole per Goliath, le cui sonorità così metalliche e distopiche mi hanno affascinato dal primo attimo; mentre la dolcezza cupa di Pale Yellow e Horizons Into Battlegrounds che le unisce come Fil Rouge, mi ha incantato per la tecnicità che non preclude l'emotività nel modo di interpretare di Woodkid, rimanendo però quel minuscolo scalino sotto Goliath che è devastante. Ma di cosa stiamo parlando comunque, curioso di analizzare meglio gli altri brani
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Lo aspettavo da almeno sette anni, ormai non ricordo più. Ho opinioni contrastanti a riguardo, trovo che in questo album ci siano le sue migliori canzoni in assoluto, ma nel complesso è meno variegato del primo.
Si sente la maturità, si sente la qualità dei brani, ma alla lunga l'abbandono delle sonorità più pesanti del primo album mi è un po' mancata. Woodkid per me è anche quello delle robe epico-tamarre da colonna sonora di un videogame. Qua c'è un Woodkid più raffinato. Un po' una sfilza di prime parti di Land of All.
Dopo mesi, posso coscientemente affermare che Goliath, per me, è la miglior canzone della sua discografia. Amata dal primo momento, la amo e ascolto ancora adesso.
Altri brani che ho apprezzato moltissimo sono stati In Your Likeness, Highway 27, Reactor, Horizons Into Battlegrounds e Minus Sixty One. Horizons Into Battlegrounds, per me, entra di diritto tra le sue migliori canzoni "quiete", anche solo perché riesco perfettamente a rievocare nella mente gli scenari adatti al testo del brano. Ho AMATO il contributo del Suginami Junior Chorus in Reactor e -61.
Per quanto riguarda le altre, alcune sono molto carine, ma nell'economia dell'album, che è complessivamente lento, le ho trovate un po' troppo pesanti. Shift in particolare: ho ascoltato l'album mentre mi allenavo, quei 3:50 minuti sullo stepper non passavano MAI.
Nel complesso l'album è promosso, ovviamente, perché stravedo per lui e le sue sonorità. Promosso anche per i brani che ho citato, che trovo fantastici. Avrei preferito più movimento, mi sono mancate le basi molto "strong" del primo album.
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