Utente
24 agosto, 2015
http://www.rollingstone.it/mus.....018-03-15/
Un pò un resoconto dell'aspetto commercial-discografico di questo Sanremo 2018.
Il cast era completamente fuori dal tempo. Adesso, non pretendiamo la trap ma almeno un’illusione di rap tipo Frankie Hi-nrg (quello che Sanremo pensa sia il rap da vent’anni) ci sta sempre, no? E le donne? La mestizia definitiva. L’idea che ha Baglioni della musica italiana femminile passa dalla caduta verticale di Nina Zilli (di cui abbiamo già parlato), da Noemi che la segue a ruota, dalla Vanoni che tutti condividevano e amavano estasiati ma che poi nessuno ha comprato.
Utente
24 agosto, 2015
ouro ha detto
Furbetto Waves che non mette la parte (ignorantissima) su Annalisa.Ma a 4 settimane dal festival nel 2017 chi era certificato negli album? E nel 2016? Mi pare ben pochi!
Dovresti ringraziarmi!
No dai, la parte su Nali mi sembrava un pò raffazonata, mentre ho trovato molto giuste le considerazioni su Vanoni e le donne in generale
Utente
7 agosto, 2013
Alur: non concordo per niente sull'asserzione "le canzoni erano brutte". No, per me non erano brutte, anzi il livello era buono. Non stiamo parlando dei cori angelici o della storia della musica, ma le canzoni erano buone. Non vendibili? Ok. Brutte? No. Queste argomentazioni sono troppo tranchant e molto da discutere.
Le donne erano quattro, diciamo che statisticamente non avevano una grande chance di ben figurare. Annalisa, Vanoni e Noemi, pur sempre tenendo presente il la legge del "the" gustibus, in un modo o nell'altro l'hanno sfangata; Nina Zilli è rimasta più appartata ma sempre statisticamente qualcuna deve essere messa più da parte.
Passiamo alla frase "Annalisa ha avuto un sacco di possibilità". Aridaje core. Quanto odio quest'argomentazione della possibilità. Dico solo che se si fosse mollato alla prima "possibilità" (leggasi primi singoli o primi album), tanti cantanti famosissimi non esisterebbero e non si sarebbero affermati. Se c'è chi crede in un talento, è giusto insistere. Esprimo quest'affermazione che ora riguarda Annalisa, ma può riguardare anche altri cantanti o cantantesse X o Y.
Sui consigli a Baglioni posso anche essere d'accordo, però ogni tanto si possono fare delle scelte diverse, non per forza ogni anno occorre fare il Wind Music Awards o il Summer Coca Cola Festival o come cacchio se chiama, Baglioni ha voluto fare delle scelte differenti rispetto ai festival di Conti e secondo me per una volta si può fare. Questo doversi immolare per forza alla discografia o ai generi più immediatamente vendibili non mi trova d'accordo. A Sanremo merita visibilità anche altro, secondo me, tanto le canzoni più vendibili il loro spazio lo trovano comunque. Tanto poi chi vende a non va al Festival a rischiare le chiappe.
Le eliminazioni vanno rimesse, con un meccanismo a prova di bomba però.
Il trash a me me piace sempre, però viva il trash, datece il trash e basta, cioè, anche qua: mica lo ordina il dottore. Ma poi scusate: che non s'investe sulla leggerezza? La musica impegnata, d'autore e raffinata ha sempre la meglio? Ma quando mai! E proprio il caso di B&F lo dice chiaramente.
Insomma, non concordo su quasi nulla.
Utente
2 marzo, 2014
ouro ha detto
Furbetto Waves che non mette la parte (ignorantissima) su Annalisa.Ma a 4 settimane dal festival nel 2017 chi era certificato negli album? E nel 2016? Mi pare ben pochi!
Si infatti, e c’è anche da considerare che il conteggio delle vendite è cambiato rispetto all’anno scorso, quindi va tutto un po’ più a rilento... in tutto questo comunque la Compilation Sanremo 2018 è oro
Banned
7 agosto, 2013
Ma per me sono considerazioni che non hanno tavolo di discussione.
Abbiamo una Michielin che ha almeno una media/grossa hit ogni anno dal 2015 in poi che sta faticando assai con gli album, ma cosa vogliamo dalle altre?
È il genere proprio che non funziona qui in Italia sul versante album.
Utente
24 agosto, 2015
Però, sorvolando sul tratto da me riportato, quello che resta dell'articolo in sè è un dato di fatto che purtroppo, ad annate alterne, rileviamo ormai da molti anni: Sanremo, che pure è LA vetrina musicale in Italia, ormai non basta più nemmeno per arrivare a risultati decenti.
L'altra considerazione sottolinea come un cast fuori dal tempo, pur con belle canzoni, resti comunque un cast fuori dal tempo discografico, con ciò che ne consegue.
Insomma, ci ho trovato degli spunti interessanti.
Anche quello sulla Vanoni, come dicevo sopra: la Patty due anni fa debuttò sesta con il suo album dopo il successo sanremese, Ornella non è andata oltre la #23... tutti elogiano e nessuno compra?
Utente
15 aprile, 2016
A me dispiace ripetermi, perché poi vengo preso per un folle, per un fan accanito che vuole la certificazione a tutti i costi per la sua beniamina, ma quelli di RollingStones se la riprendessero con la Fimi che per contrastare la trap, con queste sue regole stanno ridimensionando lo scenario pop italiano
Di questi 20 cantanti solo 3 sono stati certificati e avrebbero potuto raggiungere altri traguardi, ma con le vecchie soglie almeno altri 3 o 4 artisti con il tempo avrebbero raggiunto la certificazione e sicuramente questo articolo non sarebbe esistito.
Ok, ora direte “eeh ma se le devono sudare le certificazioni! O robe tipo, non si può certificare tutti!” Si è giusto, ma è anche evidente questo clamoroso autogol dello streaming in cui anche gli artisti sanremesi ne sono rimasti vittime.
Utente
24 agosto, 2015
Rumple ha detto
A dispiace ripetermi, perché poi vengo preso per un folle, per un fan accanito che vuole la certificazione a tutti i costi per la sua beniamina, ma quelli di RollingStones se la riprendessero con la Fimi che per contrastare la trap, con queste sue regole stanno ridimensionando lo scenario pop italiano
Di questi 20 cantanti solo 3 sono stati certificati e avrebbero potuto raggiungere altri traguardi, ma con le vecchie soglie almeno altri 3 o 4 artisti con il tempo avrebbero raggiunto la certificazione e sicuramente questo articolo non sarebbe esistito.
Ok, ora direte “eeh ma se le devono sudare le certificazioni! O robe tipo, non si può certificare tutti!” Si è giusto, ma è anche evidente questo clamoroso autogol dello streaming in cui anche gli artisti sanremesi ne sono rimasti vittime.
Certo, e aggiungo una cosa (ovvia): La top 50 letteralmente colonizzata dalla Trap ha tarpato le ali a molte possibili certificazioni. Per questo secondo me un paragone con gli scorsi anni è anche difficile da fare.
Diodato, Noemi, Gazzè e Vibrazioni senza quella ventina di trapper in top 50 ci sarebbero rimasti molto di più, con conseguente slancio di vendite.
Utente
7 agosto, 2013
Waves of Music ha detto
Però, sorvolando sul tratto da me riportato, quello che resta dell'articolo in sè è un dato di fatto che purtroppo, ad annate alterne, rileviamo ormai da molti anni: Sanremo, che pure è LA vetrina musicale in Italia, ormai non basta più nemmeno per arrivare a risultati decenti.
I Sanremo di Conti, se non ricordo male (gli esperti siete voi) sono andati in maniera discreta. Tolto questo, penso che per gli ultimi Sanremo con ottime vendite dovremmo risalire alla fascia temporale fine anni '80-inizio anni '90. Da ormai 25 anni ci si straccia le vesti dicendo che la musica che conta non abita più a Sanremo, questo perché con la baudizzazione è soprattutto un evento televisivo, atto a lanciare soprattutto nuovi cantanti o a rilanciarne alcuni che hanno avuto successo, ma che hanno bisogno di una spintarella. Ergo, è una vetrina che dimostra un deficit di lancio discografico da parecchio, e fondare l'articolo su quest'asserzione significa basarsi su un trend consolidato, un refrain trito e ritrito... insomma, lo sapevamo già prima...la risposta è "trash, leggerezza e contemporaneità", alla quale risponderei a mia volta: 1 sì, ma con moderazione, 2 sì ma lasciando spazio anche ad altro, 3 i cantanti attuali non te ce vengono.
Utente
25 novembre, 2017
Gli italiano riescono a vendere con i singoli solo se:
- sono trap
- lanciano delle hit estive (Baby k, Giusy, Benji e Fede, Fedez e J-Ax ecc...)
Senza di queste al massimo riescono a risicare un platino a lungo, lunghissimo termine
Ormai il mercato è monopolizzato dalle varie trashate trap, dalle hit che provengono dagli usa o dalle spagnolate calienti.
Utente
7 agosto, 2013
Questo Matteo Giorgi è un Moninawannabe.
Da quando la Lucarelli dirige Rolling stones web, il portale sta boomando. La linea editoriale è quella di fare polemiche e critiche pesanti, e vivadio alla fine questi articoli si fanno leggere.
Ma mentre gli articoli di Monina, seppur inaciditi da rancori personali e a volte imparziali, hanno almeno dei dati più o meno reali.
Questo pezzo non ha senso di esistere, è inesatto su qualsiasi cosa ed è anche scritto male
Utente
11 novembre, 2015
Purtroppo vedo anch'io una tragica deriva da quando lo gestisce la Lucarelli.
Ha voluto prendere nuovi giornalisti giovani, ma ad occhio e croce a caso nel mucchio. Spesso sembrano commentatori occasionali passati di lì per caso.
E altrettanto spesso ho letto articoli con vaghe derive omofobe che non mi sono piaciute per niente.
Ho visto che oltretutto questi...non li chiamerei neanche giornalisti...articolisti diciamo....stanno lì fissi a commentare ogni post e ad attaccare chiunque esprima disaccordo.
Ne hanno da imparare di cose, mi sa che iniziano col piede sbagliato.
Per quanto riguarda questo articolo, mi sembra che più che un'analisi sia un commento abbastanza superficiale e scontato. Chi va a Sanremo non vende e Venezia è bella ma non ci abiterei...
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