Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
Silencio... No hay banda. È tutto registrato. È tutto un nastro. È solo un'illusione.
MULHOLLAND DRIVE di David Lynch
Come dicevo, io sono un grandissimo fan dei film ad alta tensione, ne ho visti centinaia penso. Adoro gli horror, come i thriller. In particolare, da alcuni anni ho una grandissima fissa per i thriller psicologici, più sono contorti (e quasi perversi ahahah) e più li amo.
Con Mulholland Drive è stato amore prima vista.
Chi è Betty? Chi è Rita? Chi è Camilla? Chi è Diane? Chi sono? Vi troverete a chiedervi tutte queste cose guardando il capolavoro di questo controverso regista.
Un film non semplice, da riguardare più volte per capirlo bene tutto, ma secondo me - e non solo secondo me visto che si tratta di un film premiatissimo - è davvero un masterpiece del genere. E alla fine - grazie al maniacale interesse di Lynch per la psicologia, arriverete alla fine del film a capire che ci sono diverse realtà. O diversi sogni.
In estrema sintesi, è la storia di una giovane (una strepitosa Naomi Watts) che arriva a Los Angeles dal Canada per inseguire il suo sogno: diventare attrice. Stabilitasi dalla zia, conosce per caso un'affascinante donna vittima di un incidente sulla famosa strada di Hollywood Mulholland Drive. La donna ha perso la memoria ma fra le due nasce un rapporto che finirà per "aiutare" entrambe.
Parla di amore e gelosia, di sogni e inconscio, di successi e tragedie. Mentre la relazione fra Betty e Rita si sviluppa, parallelamente - fra una citazione e l'altra - il regista inserisce infatti un'amarissima riflessione sociale sulla disfunzionalità della nostra società e ancor più profondamente c'è un livello meta-cinematografico sulla pochezza della produzione attuale e sul pericolo rappresentato dalle luci appunto di Hollywood e sulle facili disillusioni dietro... l'angolo (di una tavola calda )
Il trailer:
Che piaccia o meno (come può non piacere? Ahahaha), è certamente un film che va assolutamente visto e non può lasciar indifferenti. Interpretato magistralmente da un cast azzeccatissimo (la scena di pianto al Club Silencio è da brividi), offre un tale numero di spunti e di riflessioni che potremmo star qui fino a domattina.
Io che sono un romantico sotto-sotto però, non è tanto per le critiche sociali o al proprio settore che amo questo film. Mi impressiona la contorta e tremenda storia d'amore che si sviluppa. Ho visto raramente (l'ultima volta forse in Gone Girl, ma qui è meno patinata e più affascinante) una storia d'amore che diventa un thriller così profondo.
Godetevelo
Freedom comes when you learn to let go
Utente
7 ottobre, 2018
I can't
Con Pride inizia la mia trilogia (ma nelle mie intenzioni era una tetralogia ) di storie con protagonisti personaggi gay. Probabilmente Pride rappresenta la gemma di questa serie, per cui forse avrei preferito affrontarlo un po' più avanti, ma sono pronto a cercare di spiegare quanto questo film sia importante per me
Utente
7 agosto, 2013
Colgo l'occasione per presentare anche il mio terzo film in gara:
SHE, DEVIL (LEI, IL DIAVOLO) di Susan Seidelman
Premetto che guardo volentieri qualche commedia ogni tanto, più che altro magari al cinema con gli amici, ma non sono un grande fan del genere.
Questa è la storia di una classifica famiglia americana, composta da Ruth e dal marito Bob e dagli odiosi figli Nicolette e Andy. Questo film è il debutto cinematografico di una fantastica attrice americana diventata famosa per la sit-com Pappa&Ciccia, Roseanne Barr. Qui interpreta Ruth e vi lascio questo video dove lei stessa si presenta, è l'inizio del film (inizia a parlare a 00:44 per gli impazienti):
Sebbene lei faccia di tutto per tenere unita la famiglia, oltre agli orribili figli ha a che fare con un marito super farfallone. Le cose precipitano quando lui incontra e inizia una relazione con la scrittrice di romanzi rosa - che vive in un artefatto mondo tutto suo -, Mary Fischer. E proprio Meryl Streep, la mia attrice preferita, è uno dei motivi per i quali ho scelto questo film
Dopo averle detto che è un diavolo (da lì il nome del film), Bob lascia Ruth. Quest'ultima però architetta un ignegnoso e favoloso PIANO DI VENDETTA. Distruggendogli nell'ordine casa, famiglia, professione e libertà.
Il film si regge sostanzialmente su:
01) Una sceneggiatura all'apparenza banale ma invece elaborata
02) Il talento recitativo delle due interpreti
03) Il climax, che vedrà lo spettatore parteggiare prima per Ruth, poi per Mary (una volta entrata in scena Olivia ), poi ancora per Ruth e alla fine in effetti per entrambe.
Vi lascio con un paio di scene (sono poche quelle che ho trovato in italiano):
Se non di votarla (ma fatelo! Ahahahah), spero di avervi perlomeno convinto a guardare il film, non ve ne pentirete perché è molto molto molto carino 🙂
E soprattutto, don't me with Ruth
Freedom comes when you learn to let go
Game Ranking Winner 2017/2018
Game Ranking Winner 2020/2021
Utente
7 agosto, 2013
IL DIARIO DI BRIDGET JONES
Il trailer
La trama
Bridget Jones - una ragazza ultratrentenne di Londra - si sveglia, la mattina di Capodanno ancora single e coi postumi della sbornia. Cosa ancora peggiore, deve andare dai suoi genitori per il tradizionale rinfresco a base di tacchino al curry. Quando Bridget arriva il rinfresco è in pieno svolgimento. Tra gli ospiti troviamo un ottimo partito: l'avvocato Mark Darcy. Bridget è molto colpita da Mark Darcy alla prima occhiata ma dopo un maldestro tentativo di conversazione, lo sente dire cose poco carine sul suo conto a sua madre. Bridget si rassegna a rimanere una single. Di ritorno a Londra, Bridget è determinata a riprendere in mano la sua vita. Decide di tenere un diario e fa una serie di buoni propositi per l'anno nuovo tra i quali: dimagrire e trovare "un ragazzo carino e sensibile". E' determinata soprattutto a smettere di fantasticare sul suo capo alla casa editrice, il bel tenebroso Daniel Cleaver. Ma, di ritorno al lavoro Bridget si umilia di fronte a Daniel e convoca un "vertice di emergenza" con la sua famiglia londinese composta dai suoi tre migliori amici: Tom un'icona pop che ha scritto solo una canzone, Jude, una piccola e graziosa ragazza piena di energia per gli affari e Shazza una giornalista che si esprime con un linguaggio un pò forte. Come al solito i quattro amici fumano montagne di sigarette e bevono litri di vodka mentre discutono della cotta di Bridget per Daniel. Nei giorni seguenti Bridget e Daniel si scambiano e-mail sexy e ammiccanti...
Scene iconiche
Curiosità
- Per prepararsi al ruolo, la Zellweger ha messo su circa dieci chili e ha lavorato davvero per un mese in una compagnia di editoria britannica “sotto copertura”: sulla scrivania aveva una foto del suo fidanzato di allora, Jim Carrey. Chi non l’ha riconosciuta trovava questa cosa molto strana, ma non le ha mai detto nulla per non urtare la sua sensibilità.
- Oltre ad sfogare le sue frustrazioni nel cibo Bridget è ossessionata dalla sua dipendenza da nicotina. Peccato però che nella realtà Renée Zellweger non sopporti il sapore e l’odore del tabacco: per questo tutte le sigarette che ha fumato durante le riprese erano a base di erbe.
Utente
7 agosto, 2013
GREEN BOOK
Non vinci con la violenza, vinci quando mantieni alta la tua dignità
Se per te non sono abbastanza nero e per loro non sono abbastanza bianco allora dimmi chi diavolo sono io!
TRAMA
Green Book, il film diretto da Peter Farrelly, racconta del buttafuori Tony Lip(Viggo Mortensen), un italoamericano con un'educazione piuttosto sommaria che nel 1962 venne assunto come autista da Don Shirley (Mahershala Ali), uno dei pianisti jazz più famosi al mondo. Lo scopo? Guidarlo da New York fino agli stati del Sud, in posti dove i diritti civili degli afroamericani sono ben lontani dall'essere legittimamente acquisiti.
Shirley si affida per il viaggio al libro Negro Motorist Green Book: una mappa di motel, ristoranti e pompe di benzina in cui anche gli afroamericani sono ben accolti. Dovendosi confrontare con il razzismo ma anche l'umanità delle persone che incontrano, Lip e Shirley impareranno prima di tutto a conoscersi e rispettarsi a vicenda.
https://www.youtube.com/watch?v=17djnC3X5UE&list=PLuF78wm0RiGaBxBbw6n2N7nVnNbZ8RY0X&index=33
https://www.youtube.com/watch?v=_mpdnIdQzg0&list=PLuF78wm0RiGaBxBbw6n2N7nVnNbZ8RY0X&index=15
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
"Noi accettiamo la realtà del mondo così come si presenta"
Sin dalla loro comparsa, cinema e televisione si sono ispirati alla vita reale, assomigliandole sempre di più. E se fosse piuttosto la vita reale ad assomigliare ad un film o ad una serie televisiva?
Ciascuno di noi si percepisce come il protagonista del suo personale show. Siamo circondati da comprimari, regulars, personaggi secondari e ricorrenti, guest stars e semplici comparse. Alcuni, con il passare delle stagioni, ottengono ruoli sempre più importanti. Altri lasciano la serie, per sempre o soltanto per un po'. Anche la più insignificante delle comparse è protagonista del suo film, quello in cui noi non siamo altro che la più insignificante delle comparse.
Per questa categoria ho scelto di giocare con la commedia delle commedie: la vita.
Eccoci di nuovo in un sistema chiuso, la cittadina di Seahaven. Non è davvero una città, ma un set televisivo in cui tutto è artificiale e artificioso, persino il clima, il mare, il cielo, il sole.
Seahaven è dove vive Truman Burbank, un trentenne che, a sua insaputa, è il protagonista di uno show che riprende costantemente la sua vita, sin dalla sua nascita. Truman, come suggerito dal suo nome (molto assonante a "true man"), è l'uomo vero, l'unico in una città in cui tutti fingono, in cui tutti recitano un ruolo. I suoi genitori, sua moglie, il suo miglior amico, i suoi vicini di casa, tutte le persone che interagiscono estemporaneamente con lui, non sono altro che attori.
Con il passare del tempo, Truman coltiva la naturale e fisiologica esigenza di fuggire dalla sua vita, che sembra così meccanica e scandita dall'alto. Il ricordo di un amore vero, i tentativi di metterlo in guardia da parte di attori pentiti e le piccole falle del sistema, aiuteranno pian piano Truman a comprendere la verità.
Truman cercherà così di mettere in difficoltà gli altri attori e soprattutto il creatore dello show, costringendolo a rivedere in corsa il copione a rimediare goffamente, prima in modo più subliminale e poi in modo sempre più esplicito, uscendo allo scoperto.
Nonostante questi espedienti, la motivazione di Truman diventerà sempre più forte, più di qualsiasi altra cosa possa trattenerlo.
Formalmente, ci sono moltissimi aspetti che mi affascinano di questo film. Tanto per cominciare i titoli di testa, in cui non compaiono i nomi degli attori (Jim Carrey, Ed Harris, Laura Linney, Noah Emmerich), bensì il nome delle due identità che gli attori ricoprono nel film: il nome del loro personaggio e il nome del personaggio che recitano all'interno del Truman Show.
Il film, inoltre, riflette sottilmente sul cinismo del mezzo televisivo, sulle frontiere deontologiche e morali che, in un ipotetico futuro (e non solo), gli addetti ai lavori sono disposti ad abbattere in nome degli ascolti e del potere. Limiti che non sono unilaterali, ma che riguardano anche il pubblico, ugualmente responsabile. Cosa siamo disposti a guardare in televisione? Con quale rispetto verso i protagonisti di ciò che guardiamo? Dove è opportuno tracciare la soglia?
Il film è uscito in sala 21 anni fa, ma queste domande sono ancora più attuali che mai.
Il regista Peter Weir ci lancia degli assist per riflettere in questo senso e, allo stesso tempo, dissemina qua e là delle parodie per prendere in giro (ma anche mettere in evidenza) il funzionamento del sistema.
La più esilarante è di certo quella che riguarda il product placement, efficace ed irrinunciabile per catturare spettatori che sono anche compratori e consumatori. Nel Truman Show arriva nei momenti più stranianti e surreali.
The Truman Show è uno dei film che più mi ha ispirato e che più mi fa riflettere, ancora oggi. L'ho visto per la prima volta ai tempi dell'università e ricordo che all'epoca mi ha condizionato per giorni. La mattina mi alzavo alla stessa ora, prendevo lo stesso pullman, incrociavo la stessa ragazza con lo stesso cane prima e lo stesso gruppo di suore poi, incontravo gli stessi amici negli stessi posti. Ero anche io nel mio Truman Show.
A volte, per quanto protagonisti del nostro film, siamo pur sempre schiavi di un copione, di un canovaccio a cui rispondiamo per inerzia e che ci sembra di non poter infrangere. Abbiamo l'impressione di essere incastrati in un flusso e che tutto ciò che ci sta intorno ci spinga a seguire la corrente.
The Truman Show è un film che ci ricorda che se vogliamo essere davvero protagonisti della nostra vita, dobbiamo imparare a sfidare quella corrente e a liberarci di ogni sovrastruttura. Superare i limiti che ci hanno posto o che ci siamo posti da soli e scoprire il mondo che c'è oltre la recinzione. Una protezione che ci tiene lontani dai pericoli, ma a volte anche dalla felicità.
"Tu eri vero. Per questo era così bello guardarti"
Utente
7 agosto, 2013
Al momento ho ricevuto le classifiche di musical e alta tensione di sparso, xello, alex8806, amers e kairos mentre di commedia di xello e kairos.
Ricordo agli altri che le votazioni chiudono domani alle 12.00. Se avete bisogno di più tempo ditemi che posso portarlo alle 18.00 al massimo 🙂
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
semota ha detto
Al momento ho ricevuto le classifiche di musical e alta tensione di sparso, xello, alex8806, amers e kairos mentre di commedia di xello e kairos.Ricordo agli altri che le votazioni chiudono domani alle 12.00. Se avete bisogno di più tempo ditemi che posso portarlo alle 18.00 al massimo 🙂
Io penso di riuscire a votare prima delle 12 di domani, anche se fisicamente è impossibile recuperare tutti tutti tutti i film . Sto comunque cercando di vederne qualcuno e di farmi un'idea con le presentazioni. Domani mattina conto di farti avere tutto
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
UNA CENA QUASI PERFETTA
TRAMA: "Cinque studenti universitari, tre uomini e due donne, uniti da idee politiche liberali, si ritrovano nella casa di campagna di uno di loro. Una sera accolgono a cena un camionista rimasto in panne. L'uomo, un reduce della guerra del golfo, ha idee e modi rudi, feroci, violenti. Venuti a contrasto, i ragazzi alla fine lo eliminano e nascondono il cadavere nel giardino. Decidono allora di invitare a cena varie persone dei centri vicini e, nel momento in cui esprimono idee strane e non condivise, vengono uccise col veleno." (da Comingsoon.it)
La trama di questa commedia del 1995 è abbastanza semplice e ricorda, anche se lontamente, La signora Omicidi. La prima volta che vidi questo film, da adolescente, rimasi incantanta dal cinismo dei protagonisti, non conoscevo però il titolo (lo beccai in seconda serata su Italia 1) e per diversi anni rimase in un cassetto della memoria come tante altre cose. Poi lo rividi, lo capii maggiormente ed entrò di diritto tra i miei film preferiti, uno di quelli che vedi e rivedi senza annoiarti, dove col passare degli anni apprezzi maggiormente le battute. Il film ha ventiquattro ma non li dimostra, è invecchiato bene e potrebbe essere tranquillamente ambientato ai giorni nostri (abbigliamento escluso).
Tra gli interpreti troviamo una sempre bellissima Cameron Diaz, qui al secondo film da protagonista dopo The Mask, Annabeth Gish, Courtney B. Vance, Bill Paxton e Ron Perlman.
Perché guardarlo? Perché fa sorridere ma anche riflettere, per la Diaz, per Perlman, per il finale.
Il trailer italiano:
Utente
7 agosto, 2013
Aladdin
Remake in live action del classico d'animazione Disney degli anni 90, il film narra le avventure di un giovane ladruncolo intraprendente di nome Aladdin che si innamora della bellissima principessa Jasmine, la figlia del Sultano del regno orientale di Agrabah. Aladdin incrocia la sua strada con quella del subdolo stregone Jafar, il Gran Visir del Sultano, un uomo assetato di potere che sta cercando il modo di entrare in possesso di una Lampada Magica così da usarne i poteri per salire al trono del regno. Il giovane Aladdin si lascia convincere ad entrare nella Caverna delle Meraviglie dove riesce a recuperare la misteriosa lampada liberando il vivace e divertente Genio che essa conteneva conquistando così la possibilità di esprimere tre desideri.
Curiosità
- Nella versione italiana del film, è Naomi Rivieccio, la seconda classificata della scorsa edizione di X Factor, ad interpretare le canzoni della Principessa Jasmine.
- Gigi Proietti, che nel film animato del 1992 prestava la voce al Genio della lampada, in questa versione dà invece la voce al Sultano di Agrabah.
Ho scelto questo film perché sto amando i remake in live action dei classici Disney e tra quelli realizzati fin'ora Aladdin è quello che mi è piaciuto di più. È un film divertente, ricco di colori e molto fedele all'originale. Il lavoro maggiore in fase di scrittura è stato fatto su Jasmine, con una piccola svolta femminista che rende il suo arco narrativo decisamente più moderno. Inoltre la storia lavora molto sulla costruzione del rapporto tra Aladdin e Jasmine, pur rispettando il canovaccio originale. Tutti gli attori fanno un ottimo lavoro: Mena Massoud () e Naomi Scott sono perfetti per interpretare i due protagonisti e il genio di Will Smith è davvero riuscito.
Qui potete ascoltare A Whole New World, la canzone principale del film oltre che una delle scene simbolo di Aladdin.
Utente
7 agosto, 2013
Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Mildred, la madre di una ragazza violentata e uccisa in una cittadina del Missouri, non si dà pace e vuole trovare l'assassino della figlia. Decide così di sollecitare la polizia locale per indagare sul delitto e consegnare il colpevole alla giustizia. Dando fondo ai risparmi commissiona tre manifesti con tre messaggi precisi diretti allo sceriffo di Ebbing. Affissi in bella mostra alle porte del paese, i manifesti provocheranno reazioni disparate e disperate, rivelando sia il meglio che il peggio della comunità.
Ho scelto questo film perché per me è stata una delle rivelazioni dello scorso anno. Un gran film che sa coniugare un dramma teso e violento con un umorismo pungente. È un torbido thriller venato di humour nero, magnificamente recitato in particolare da Frances McDormand (Mildred), Woody Harrelson (lo sceriffo Willoughby) e Sam Rockwell (il poliziotto razzista). Gli altri film scelti in questa categoria sono sicuramente più ad alta tensione, difficilmente Tre manifesti potrà competere però vi consiglio comunque di vederlo.
Utente
7 agosto, 2013
Mean Girls
Dopo aver trascorso l'infanzia in Africa con i suoi genitori, la quindicenne Cady Heron si trasferisce in America, più precisamente in Illinois, e inizia a frequentare il liceo dopo aver studiato sempre a casa. Cady pensa di essere piuttosto esperta di tecniche di sopravvivenza ed è sicura di potersela cavare in ogni situazione, ma l'espressione "legge della giungla" assumerà un significato nuovo per lei quando mettendo piede a scuola si trova alle prese con le regole non scritte tra le sue coetanee. Dopo aver instaurato le prime amicizie, Cady infatti si rapporta con le Barbies, le superficiali e vanitose ragazze più popolari della scuola capitanate dalla perfida Regina George. Con loro si troverà coinvolta in un'insieme di tradimenti, bugie, inganni e guerre psicologiche, il tutto ben nascosto dietro tanti sorrisi e ipocrisia.
Ho scelto questo film perché è una commedia divertente con uno humor efficace ed esilarante, un classico teen drama americano che tratta con semplicità e ironia temi come l'adattamento in una società, in particolare dopo il trasferimento in una nuova scuola. Forse il finale è un po' frettoloso e banale, ma tutto sommato ci sta.
Mean Girls è diventato in film iconico grazie soprattutto alle Barbies protagoniste di scene memorabili come queste:
Utente
7 ottobre, 2018
Quando ti batti contro un nemico tanto più forte, tanto più grande di te, scoprire di avere un amico di cui non conoscevi l'esistenza è la più bella sensazione del mondo.
Eccomi, darlings! Un po’ in ritardo (causa studio T_T) ma ancora in tempo per parlarvi un pochino di questa piccola perla, tra le altre cose premiata con la Queer Palm al Festival di Cannes e nominata ai Golden Globes per la categoria migliore Commedia o Musical (Mymovies, che lo classifica come Drammatico, found dead).
PRIDE
La prima cosa che occorre sapere relativamente a questa emozionante commedia che sono felicissimo di presentare, Pride, è che la macrostoria del film rielabora una storia vera, risalente agli anni 1984/85. Dovete infatti sapere che, nel 1984, Margaret Thatcher, l’allora primo ministro inglese (ma oggi diremmo, giustamente prima ministra), fece chiudere diverse miniere, con conseguenza il licenziamento di tantissimi lavoratori. Ebbe così inizio un lungo periodo di sciopero condotto dall’Unione Nazionale dei Minatori.
Bella manifestazione oggi. Poche botte o insulti. Niente molotov né svastiche. La polizia sta diventando tenera, no? Non stanno più davanti ai nostri locali, mi chiedo come mai… non ne possono più di Donna Summer? Secondo me, sono dovuto andare altrove. A rompere le palle a qualcun altro. Secondo me, mentre noi approfittiamo della calma, sono là, a prendersela con quei poveretti, invece che con noi. Quelle comunità di minatori sono perseguitate quanto noi. Dalla polizia, dalla stampa, dal governo (…) hanno bisogno di soldi, urgentemente.
Queste sono le parole con cui, nel film, l’attivista Mark Ashton (persona realmente esistita) sprona il suo gruppo di attivisti a supportare la causa degli scioperanti, mettendo in evidenza alcune somiglianze che accomunavano in quel momento la percezione generale verso minatori e comunità omosessuale. Il film narra così la fondazione del gruppo LGSM (Lesbians and gays support the Miners), con sede la libreria londinese Gay’s the Word, anch’essa realmente esistente. I pochi attivisti entreranno in contatto con una comunità del Wales, alla quale doneranno tutti i soldi che riusciranno a raccogliere per la causa, ma scontrandosi con i prevedibili pregiudizi coltivati da molti tra i minatori.
Giù al circolo c’è uno stendardo. Ha più di 100 anni. Lo portiamo fuori in occasioni speciali. Un giorno te lo mostrerò. È un simbolo come questo. Due mani. Questo vorrebbe significare il movimento dei lavoratori. Tu sostieni me, io sostengo te. Chiunque tu sia, da dove tu venga. Fianco a fianco, mano nella mano.
La vicenda si sviluppa sottolineando la fiducia crescente che va creandosi tra i due gruppi. E non è mera retorica: perché se è vero che il supporto, morale e di fatto, ricevuto dal gruppo LGSM non sarà sufficiente e, dopo alcuni mesi di lotta, le varie comunità di minatori decideranno di tornare a lavorare, è altrettanto vero che, da quel momento, diversi gruppi di minatori inizieranno a sostenere le lotte per i diritti LGBT, a cominciare dalla partecipazione al Gay Pride (all’epoca si chiamava ancora così) londinese del 1985, e infatti il film si chiude con l’immagine dello stendardo di cui sopra che apre il corteo. Questo non è il dolce e consolatorio epilogo di un film che vuole commuovere: è storia, è verità. Io penso che la lezione sia stata in qualche modo recepita da diversi ambienti lgbtq+ anche aldilà della vicenda narrata, infatti sempre più le varie associazioni lgbt inseriscono nei propri programmi riferimenti ad altre realtà in difficoltà e/o oppresse. Come afferma Ashton nel film:
Non ho mai capito perché dobbiamo difendere i diritti dei gay e non quelli degli altri. Oppure i diritti dei lavoratori e non quelli delle donne. È illogico.
All’interno di questa trama portante vengono incastonate delle storylines secondarie, ma non meno importanti: quella relativa alla volontà di Joe, personaggio inventato, di uscire dal guscio e di vivere la propria omosessualità apertamente, lontano dalla famiglia bigotta; e quelle dei personaggi reali Jonathan Blake, Gethin Roberts e Sian James, che, dall’essere esclusivamente moglie e madre, passerà ad essere una sostenitrice dei diritti delle donne e a maturare il desiderio di partecipare alla vita politica.
So che anche questo può sembrare un film xD ma questo Pride è capitato nella mia vita nel momento più giusto. L’ho visto lo scorso 15 settembre, ossia esattamente una settimana prima dello scorso Palermo Pride. Non mi dilungo dato che ho parlato della cosa nel topic sul Pride Month, ma le sensazioni, le emozioni, il desiderio di sentirmi parte di qualcosa di bello e di grande che questa pellicola mi ha trasmesso sono stati estremamente rilevanti nell'alimentare e rinsaldare mia decisione di partecipare finalmente, per la prima volta, a questo evento, del quale non posso più fare a meno:
-10
Palermo Pride, I'm coming
Utente
7 agosto, 2013
Giovanni, intellettuale impegnato e profeta dell'integrazione sociale, vive nel centro storico di Roma. Monica, ex cassiera del supermercato, con l'integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. Non si sarebbero mai incontrati se i loro figli non avessero deciso di fidanzarsi. Sono le persone più diverse sulla faccia della terra, ma hanno un obiettivo in comune: la storia tra i loro figli deve finire. I due cominciano a frequentarsi, ad entrare l'uno nel mondo dell'altro e all'improvviso qualcosa tra loro cambia. Entrambi vittime di spietati pregiudizi sulla classe sociale dell'altro, improvvisamente capiscono di non poter fare a meno uno dell'altra anche se forse la loro storia durerà come "un gatto in tangenziale".
Perché l'ho scelto? Per far capire che anche attraverso una commedia si possono toccare argomenti importanti (come l'integrazione sociale, il pregiudizio, i sogni, le aspirazioni personali ....) e fare educazione.
ALCUNE SCENE:
CURIOSITA':
Nel film, oltre a Claudio Amendola, c'è anche Franca Leosini che interpreta se stessa in un piccolo cameo:
Le gemelle Alessandra e Valentina Giudicessa, che nel film interpretano Sue Ellen e Pamela, le sorelle cleptomani, sono state arrestate nel luglio 2018 per furto di profumi in un negozio romano e nel febbraio 2019 per aver rubato vestiti firmati per un valore di circa 5000€
Most Users Ever Online: 2564
Currently Online: alessandrino, Olimpico85, Waves of Music, DGS, ombra, allego, Davidex, EdAlly, Carmelo, Edwynivan, Wasabi, Quavo, Going19, kikketta, TrediciMotivi
246 Guest(s)
Currently Browsing this Page:
4 Guest(s)
Top Posters:
Olimpico85: 46288
pesca: 33059
KassaD1: 26575
xello: 25444
pazzoreality: 24095
Newest Members:
Funny
Pawan Travels
monopolygou4gm
Thomas
Premier Rides
Forum Stats:
Groups: 6
Forums: 207
Topics: 26804
Posts: 1388270
Member Stats:
Guest Posters: 7
Members: 22801
Moderators: 9
Admins: 3
Administrators: RealityHouse, Alex87, mariomatt
Moderators: sadida83, Fob92, BB, Latinista, Alby, amers, Edre, monechiapi, Capo Horn