Utente
7 agosto, 2013
Complimenti a pesca ma anche a sparso, che sfida
Sono contento che abbia vinto pesca perché credo abbia ancora da dimostrare mentre sparso lo ha già fatto facendo il percorso più personale possibile con Baglioni. E mi è piaciuto in realtà questo voler fare di testa propria nelle scelte nonostante alcuni consigli di giudici e prof (ad esempio i continui live nonostante il primo fosse stato criticato) perché era quello che preferiva per il suo cantante.
C'ho un po' di ansietta per questo Gala vedrò se sarà il caso di fare una piccola precisazione sul percorso, una volta presentate le proposte.
Io e Sophia intanto abbiamo mandato tutto il materiale, incrociamo le dita
Heads up all the way
Cause it's too late to be afraid
There's no time to rest
I wanna go and see what's next
alessandrino ha detto
Giusto per generare un po' di ansia in attesa del prossimo Gala, vi preannuncio che sarà una gara serratissimaState tirando fuori dei pezzoni e non ho la minima idea di come andrà a finire stasera
Preciso di aver scritto il mio post senza aver letto questo ^
Heads up all the way
Cause it's too late to be afraid
There's no time to rest
I wanna go and see what's next
Utente
7 agosto, 2013
Buonasera a todos!
Siamo solo al Quarto Gala ma è come fossimo al decimo, tante le cose accadute fino ad ora.
Per questo Gala vi è stato chiesto di mettervi in gioco confrontandovi con il lavoro in team, come sarà andata? Scopriamolo subito...
@Krishoes @Casadelvino @Edre @Alessandra92 @xello @Targaryen
Utente
7 agosto, 2013
QUARTO GALA - STATI D'ANIMO
TRISTEZZA
LEONA LEWIS E @Pupi87 - BROKEN
NINA ZILLI E @Alby - IL PUNTO IN CUI TORNARE
Non esistono stati d’animo superflui. Anche della tristezza, per quanto spiacevole da provare, non potremmo mai fare a meno. Se le cose andassero sempre per il verso giusto, forse nessuno scriverebbe mai canzoni. Nella sua semplicità, lo stesso Inside Out ci ha insegnato che Tristezza e Gioia, di tanto in tanto, hanno bisogno di collaborare. Senza l’una non potremmo davvero conoscere l’altra e viceversa. È la tristezza, però, lo stato d’animo funzionale alla felicità. Non il contrario. Un sentimento nobile e resiliente in cui talvolta dobbiamo sprofondare per riemergere rigenerati.
Confrontando le nostre canzoni abbiamo subito trovato dei punti in comune. Sono brani che trattano la tematica della perdita, della mancanza, della separazione. Quando una condizione di felicità viene interrotta, la tristezza prende il sopravvento. È il momento in cui ripensiamo al passato con nostalgia ma, ripercorrendolo, non possiamo che elaborare ciò che è successo, i nostri errori, le ingiustizie subite e forse anche quelle che abbiamo riservato agli altri. Non abbiamo altra scelta se non quella di guardarci dentro, di essere totalmente onesti con noi stessi, di riconoscere nel nostro cuore la strada per la felicità in modo da farci trovare pronti. È a questo che serve la tristezza.
È la fase in cui troviamo Leona e Nina nei loro pezzi. Se in Broken Leona Lewis riflette sulla fine dolorosa di un’importante storia d’amore che l’ha segnata profondamente, Il punto in cui tornare di Nina Zilli affronta in modo specifico i temi della mancanza e della perdita. All’origine del loro stato d’animo possiamo individuare un’esperienza simile, ma è il loro approccio ad essere diverso. Ciò ci ha fatto pensare che le strade che portano alla felicità possono essere infinite, ma che ognuno di noi ha bisogno di compiere il proprio viaggio per potersela godere appieno.
“We can’t go back to the start. You can’t fix me, I’m torn apart”. Le parole di Leona trapelano una tristezza dovuta alla consapevolezza di non poter ricucire ciò che si è rotto, di non poter tornare al punto di partenza e di dover contare solo su sé stessa. Per Nina, quella consapevolezza è ancora flebile e il sentimento di tristezza nasce da un’eterna speranza in cui è sempre bene confidare, ma che a volte ci lascia in preda ad una visione sfocata della realtà. “Resto ancora qui, nella vana convinzione che la tua costellazione sia la stanza in cui abitare, il punto in cui tornare”.
Attraverso le canzoni che abbiamo scelto, vogliamo raccontarvi due dei mille volti dello stesso viaggio in cui ognuno di noi si è trovato almeno una volta a vagabondare.
Broken
Ancora una volta, Leona presenta un filo conduttore che caratterizza la sua discografia. Questo brano rappresenta un sentimento puro e semplice: la tristezza. La fine della sua decennale storia con il suo storico ragazzo. Leona non nasconde il suo dolore e lo esterna in musica e parole attraverso Broken, un brano contenuto nel suo secondo album, Echo. Broken rappresenta per il sottoscritto un parallelismo ironico: una storia d’amore che finisce, ti lascia senza fiato e ti impedisce di andare avanti finché non hai accettato la situazione al 100% anche se si è consapevoli di dover affrontare la “nuova vita” da soli e senza quella persona che fino a poco tempo prima era un sostegno, una spalla e una figura fondamentale della propria vita.
Il punto in cui tornare
Figura fondamentale della vita di Nina è stato Carlo Ubaldo Rossi, suo “padrino musicale” prematuramente e tragicamente scomparso. A lui, il primissimo produttore a credere in lei e nella sua musica, è dedicato questo pezzo, perla dell’album Modern Art, traccia a cui Nina stessa si è detta maggiormente legata. È una canzone molto intima, che più universalmente Nina ha dedicato a tutti coloro che affrontano qualunque tipo di mancanza per qualcuno. Io mi rivedo molto nello stoicismo e nella fedeltà, a volte spesi invano, che mi trasmettono le parole di questa canzone. Non possiamo maturare questo tipo di dipendenza dagli altri, non possiamo pensare che il punto in cui ritrovarci e in cui sentirci al sicuro sia altrove, al di fuori di noi stessi. Il pezzo, in questo senso, è perfettamente in linea con quel desiderio di pace che costituisce l’intera identità del disco. È nei momenti in cui ci sentiamo smarriti che possiamo trovare la giusta motivazione per aspirare alla serenità, “qualche cosa che somigli a una felicità distratta”.
LIBERTA'
DOLCENERA E @Alex8806 - RESTA COME SEI
PASSENGER E @NotturnoManto - EAGLE BEAR BUFFALO
Il tema con il quale siamo chiamati a dare voce ai nostri artisti stasera è quello della libertà, intesa come stato d'animo ma anche come condizione. Sappiamo tutti che Libertà è una delle parole, e ancora prima delle sensazioni, più belle che possano esistere: è libero chi può scegliere che cosa fare della propria vita, del proprio corpo, se credere in una fede e in quale, libero se può decidere senza rischiare la vita di amare chi vuole (persone dello stesso sesso, di colore diverso, di culto diverso), di identificarsi in un genere diverso da quello attribuito alla nascita, di sottrarsi alle catene tese da chi cerca di impedire a una persona qualsiasi di esprimere il proprio essere e la propria legittima volontà.
Quando abbiamo scoperto che per questo quarto Gala avremmo dovuto cercare di fare 'collaborare' due artisti, Dolcenera e Passenger, che ci sembrano così diversi da un punto di vista di mood musicale (sanguigna e impetuosa lei, introverso e crepuscolare lui), e considerato il fatto che nessuno di noi due, Notturno e Alex, conosce nello specifico la discografia e le molteplici sfumature della personalità dell'artista dell'altro, abbiamo dapprima riflettuto sul concetto di libertà e sulle varie declinazioni che la scrittura artistica propria dei nostri artisti può suggerire di esso.
Sappiamo che, a livello storico, sono state realizzate canzoni che trattano il tema nella maniera più diretta, considerando la libertà (in tutti quegli aspetti - libertà di pensiero, di parola, di fede, di orientamento sessuale, di genere e così via - di cui si parlava all'inizio) un diritto umano universale e inalienabile.
Il brano scelto per Dolcenera, Resta come sei, affronta di petto la questione della libertà focalizzandosi su quella di amare una persona dello stesso sesso (Dolcenera è, notoriamente, una artista vicina alle istanze LGBTIQ+). Lo fa in termini semplici, ma, come ci ricorda una frase cara al femminismo, movimento che spesso si è speso anche per i diritti gay, 'il personale è politico': e per questa ragione è importantissimo che esistano canzoni come questa perché, come si evince dalla descrizione del pezzo, aiutano nella presa di coscienza personale di non avere nulla di sbagliato dentro di sé, che rappresenta il primo passo per cercare di migliorare il mondo.
Diverso, meno immediato ma parimenti incisivo, è il focus della Eagle Bear Buffalo di Passenger: si è voluto restituire l'idea di una condizione di libertà interiore già conquistata attraverso la condizione della ricerca e della scoperta, anche se poi il brano offre diversi spunti messi in evidenza dal relativo commento.
In "Resta come sei" si parla, in maniera esplicita, della libertà di essere se stessi senza tenere conto del giudizio altrui. Nello specifico, viene trattato l'argomento dell'omosessualità e Dolcenera invita la protagonista a smettere di vivere in segreto l'amore che prova verso una sua amica; la incita a fregarsene dei pregiudizi della gente e di tutti coloro che le dicono che è "diversa". Sono molto legato a questo brano perchè ha accompagnato sempre quegli attimi precedenti ad ogni mio coming out, dandomi la forza di credere fino in fondo che in realtà non ero io quello sbagliato, che non era colpa mia se provavo un'attrazione verso altri individui del mio stesso sesso. La medesima canzone la consiglio quando in seduta mi capitano persone che purtroppo ancora oggi vivono esattamente quella mia stessa paura; alcune volte la ascoltiamo assieme, altre la prescrivo come mansione da svolgere a casa e parlarne insieme nell'incontro successivo.
Resta come sei è contenuta nell'album Il popolo dei sogni, uscito un anno dopo la partecipazione a Music Farm, ma forse non tutti sanno che, in quello stesso periodo, Dolcenera ha affrontato la sua prima crisi artistica e personale. "Dopo il programma fu terribile. Ero stata così esposta agli occhi degli altri da non provare più niente nei miei, non scrivevo più una riga. Sospesi il tour. A nessuno fregava più della mia musica. Ero una ragazzina quando vi ho partecipato. Dal punto di vista musicale ho un bel ricordo, ma dal punto di vista umano per niente. Mi sono trovata che non ero pronta come persona, non ero matura, ero una ragazzina e mi sono sentita violentata dalle telecamere". Queste le parole rilasciate nelle interviste, dove rivela anche di aver preso parte alla trasmissione dietro insistenza del suo manager e di Simona Ventura. Successivamente, a sbloccarla fu proprio l'album citato sopra. Un'opera contenente testi nei quali si riconoscono facilmente la rabbia e l'inquietudine vissuta in quel periodo dalla cantautrice. Com'è straordinaria la vita, Piove, L'amore (il mostro), Il luminal d'immenso ... amori struggenti, pedofilia, attacchi di panico e di ansia ... e tante altre tematiche raccontate con la sua solita forza interpretativa e quel velo di solitudine. Purtroppo però quando le difficoltà della vita non vengono affrontate ma vengono riposte in un cassetto con la speranza che si risolvano da sole, prima o poi queste riemergeranno, faranno capolino e un'ulteriore crisi si scatenerà. Lo sa bene Manu ... ma questa è un'altra storia che spero di raccontarvi al prossimo gala.
P.s. Spero di aver fatto capire perchè ho dedicato così tanto tempo alla Dolcenera degli ultimi anni del 2000. Music Farm ha dato gioie e dolori alla cantante ed è stata una tappa che ha segnato in positivo e in negativo la sua carriera.
Quando sono venuto a sapere che per il quarto Gala avrei dovuto esplorare, assieme al mio Favorite Singer, lo stato d’animo, la condizione della Libertà sono stato pervaso da una grande felicità perché un intenso senso di libertà è esattamente ciò che mi infonde questa Eagle Bear Buffalo (tratta da Runaway, 2018), ossia la canzone che avevo già in mente di proporre in questa fase del gioco per avere modo di permettere al pubblico di MFS di ravvisare un Passenger parzialmente diverso da quello delle prime tre serate, quantomeno a livello di suono. La libertà evocata, in termini molto suggestivi, dal testo è quella che nasce dalla ricerca e dalla scoperta di un Eden, di un luogo tramite il quale la voce protagonista della canzone possa evadere dalla prigionìa di una esistenza artificiosa (diversi testi di Michael ‘denunciano’ il disagio causato da una vita alienante e avvertita come inautentica, tra cui quello di una canzone che quasi sicuramente, se dovessi averne la possibilità, proporrò nel proseguo della gara) e conquistare la possibilità di essere finalmente in pace (Voglio andare dove il sole tramonta ed è basso, voglio osservare le stelle brillare standomene da solo, distendermi in mezzo alla pioggia del mattino, i fiumi scorrono come treni in fuga, tu puoi, puoi lasciarmi qui, a Yellowstone, solo per citare le prime immagini di un testo ricchissimo, immagini suggerite da parole che trovano una sorta di traduzione visiva nello splendido video realizzato per il brano). La libertà porta con sé nuove possibilità di autodeterminazione, trasformazione, riscoperta: versi come I laghi così cristallini che puoi vedere fino in fondo fanno sembrare le montagne appese sottosopra non contengono riferimenti naturalistici fini a se stessi, ma, fuor di metafora, a mio parere rappresentano l’anima che, non più gravata da ‘catene’ di qualsivoglia genere, riesce a comprendere se stessa e a guardare la realtà sotto diversi punti di vista.
È un dato di fatto che provo una sensazione bellissima quando ascolto questa canzone specialmente nei momenti in cui giro a piedi per il centro storico della mia Palermo (Passenger ha uno spirito pseudo-petrarchesco che lo porta a cercare luoghi solitari e crepuscolari, io sono più tipo da ‘alone in the crowd’), ossia la sensazione che non importa se in quel momento non incontrerò nessuno, se nessuno mi noterà perché lui riesce a convincermi che la solitudine può essere dolcissima o almeno utile a capire/ritrovare se stessi; soprattutto, però, ho scelto questa canzone a discapito di altre in cui il tema sarebbe stato più ‘in your face’ perché trovo che l’anima di questa canzone possa portarmi a improvvisare una piccola riflessione sulla voglia di libertà come sentimento complesso, non sempre del tutto disgiunto da una tristezza di fondo che talvolta può fare capolino. Se mai me ne dovessi andare sarebbe sempre troppo presto, ma in fondo so di non potere restare: ovviamente non mi riferisco a grandissime conquiste quali la libertà da una schiavitù, da una dipendenza, dalla discriminazione, da un rapporto malsano, ma in quante altre occasioni l’agognata libertà può portare al distacco doloroso di una parte di se stessi? Nel mio caso, il pensiero corre subito alla mia Unipa: dopo 11 anni di una farandola che mi ha portato a vivere le più svariate emozioni, quest’anno mi laureerò per la seconda e ultima volta, lasciandomi finalmente le spalle le ansie, il desiderio di fare bene a ogni costo, il sentirsi (in realtà abbastanza infondatamente) non al livello di altri, tutti quegli aspetti negativi che bene o male conosciamo un po’ tutti, per potere finalmente svolgere la professione dell’insegnante, quella che, se sarò bravo, mi porterà ad avere la possibilità (lo dico senza la retorica sull’insegnare col cuore che circonda spesso la figura del docente e che è un po’ banalizzante) di incidere sulla realtà come non ho mai fatto finora… eppure, quando il gran giorno arriverà, e quando ascolterò questa Eagle Bear Buffalo per la prima volta da allora, non riuscirò a non pensare al fatto che qualcosa che ha fatto così tante parte della mia vita, che l’ha inevitabilmente condizionata, che mi ha fatto vivere e saputo rendermi anche felice sarà finita per sempre. Appunto, nonostante UNDICI ANNI, sempre troppo presto.
Si tratta di una sfumatura dolcemente triste che io percepisco nel testo e soprattutto nella musica e nell’interpretazione dell’artista, una nota tonale che non è dominante, che agisce semmai sottopelle e che non credo rischi di mandarmi fuori tema. Ad ogni modo mi piace sottolineare il fatto che avrei potuto giocare, visto lo stato d’animo variamente interpretabile scelto per me, pezzi più frizzanti e catchy (come, per esempio, quella Anywhere che, un po’ dal niente, è riuscita a raggiungere il disco d’oro in Italia), ma non sarebbe coerente con il senso della mia presenza nella gara, che voglio percorrere con emozioni vere, positive o miste, e non con canzoni che semplicemente mi piacciono come possono piacermi quelle di tanti altri cantanti validi ma che non sono il MFS.
PASSIONE
BRITNEY SPEARS E @JoJo - BREATHE ON ME
LANA DEL REY E @Rumple - LOLITA
PASSIONE
La passione è definita come quel momento della vita affettiva caratterizzato da uno stato di violenta e persistente emozione, specialmente in quanto riconducibile a un ambito erotico-sentimentale.
Passione è lo stato d'animo che ci è stato assegnato per questo Gala. Noi abbiamo deciso di portare le sfumature più cupe ed erotiche, ai limiti del , di questo sentimento, partendo da un tema che le due canzoni hanno in comune: la relazione con un uomo. Questa relazione, o meglio rapporto, è il centro intorno al quale Breathe On Me e Lolita nascono e da cui partono per poi discendere nelle viscere più profonde della passione, dove l’erotismo e il potere di una donna sul proprio uomo sono le sfumature più ingombranti.
Breathe On Me è come un'ipnosi che trasporta l'ascoltatore attraverso un'esperienza sensoriale, attraverso un rapporto sessuale quasi onirico. È il coinvolgimento estremo tra Britney e il suo uomo, descritto in modo così delicato eppure così esplicito. La voce di Britney costruisce un vero e proprio climax all'interno della canzone: le strofe sono quasi sussurrate - è una Britney che desidera - ma si concludono con quel “Don't even need to touch me, baby just…” che è più deciso ed apre al ritornello in cui ordina Britney ordina al partner di “respirarle addosso” - qui canta in falsetto, che rappresenta l'apice del piacere. È importante sottolineare che un testo del genere per una pop star ventunenne, nel 2003, è non solo inaspettato per l'immaginario collettivo del momento, ma da un certo punto di vista va a toccare anche tasti come l'emancipazione femminile su un argomento come il sesso, spinoso nella musica pop femminile.
Per il suo pezzo invece, Lana trae ispirazione dall'omonimo romanzo di Vladimir Nabokov, di cui ci fu anche una trasposizione cinematografica realizzata dal suo mito Stanley Kubrick, che racconta di una passione scabrosa, a tratti perversa, tra un uomo più che cinquantenne e una ragazza appena adolescente, soprannominata da lui, per l'appunto, Lolita.
Il nome e il ruolo di questa ragazza sono entrati nell'immaginario collettivo, dando alla ragazza Lolita, una connotazione passionale, seducente e tendente alla promiscuità. Cruciali sono i seguenti versi del brano: “Never was in love, skipping heart beats with the boys downtown/ Just you and me feeling the heat beatin' when the sun goes down”. Quando Lolita intrattiene rapporti passionali con altri ragazzi, per lei è solo sesso, mentre la notte, quando incontra il suo “Old man”, si trasforma in un'amante fedele ed innamorata… ma solo fino all'alba successiva.
Come abbiamo visto, i due pezzi, pur avendo degli elementi in comune, ispirati dallo stesso sentimento, declinano la passione in due metafore completamente opposte. Breathe On Me è un'evoluzione che si completa tra due persone all'interno di un rapporto: ha un'accezione molto più pura rispetto a Lolita, che porta invece il racconto al di fuori della passione della coppia, esplorandone una forma più “carnale”. Lolita descrive ciò che dall'interno muove la protagonista, che vive una situazione apparentemente superficiale, fatta solo di sesso, che però nasconde dei risvolti crudi, a tratti pericolosi.
C’è poi una contrapposizione che apporta ulteriore chiarezza sulle diverse sfumature dei due testi: da un lato la fedeltà: “Monogamy is the way to go/ Just put your lips togheter and blow”, e dall'altro il tradimento: “It’s you that I adore, though I make the boys fall like dominoes”.
Il sound di entrambe le canzoni è particolare per il loro repertorio.
Britney realizza una slow-tempo, diversa da tutto il suo materiale precedente contenuto nei primi tre album, con influenze elettroniche. Breathe On Me mantiene per tutta la durata della canzone un clima soft, quasi da sogno (erotico): è come se Lana prestasse a Britney quel pizzico della sua dimensione eterea che da sempre la caratterizza. Ma è un po' vero anche il contrario, come se Britney donasse a Lana alcune caratteristiche più pop e radiofoniche, tipiche della sua musica. Lolita, infatti, si presenta come un'uptempo composta da un inizio incalzante e uno spelling infettivo nel ritornello, quasi a voler strizzare l’occhio alle classifiche, pur mantenendo il suo inconfondibile stile dark e metaforico.
Quindi è la passione stessa a rendersi un sentimento trasversale: uno stato d’animo in grado di incarnare la purezza di un atto erotico fatto di amore, senza renderlo volgare, ed allo stesso tempo quello più istintivo dato da un’esigenza, quella sessuale, presente in ognuno di noi.
Che sia giusto o sbagliato, quando si è travolti dalla passione tutto è concesso… e queste due canzoni ne sono la dimostrazione.
ALLEGRIA
SIA E @Sophia - YOU'RE NEVER FULLY DRESSED WITHOUT A SMILE
NELLY FURTADO E @vike - POWERLESS (SAY WHAT YOU WANT)
ALLEGRIAAAAA
allegrìa s. f. [der. di allegro]. – 1. Contentezza, buon umore, anche di più persone insieme, che si esterna in modo vivace e spesso rumoroso.
Allegria è stare insieme, ridere e far ridere, godersi anche pochi minuti senza pensieri per esprimere appieno sé stessi. E cosa meglio della musica è in grado di trasportarci in questa dimensione? Bastano pochi strumenti, un ritmo incalzante, una voce pura e musicale... et voilà! In un batter d'occhio si balla e si canta a squarciagola.
Per questo quarto Gala, Sia e Nelly Furtado hanno deciso di scendere per le strade delle nostre città portando allegria con la loro musica, ognuna col il suo sound personale, ma entrambe con l'obiettivo comune di allegerirci un po' la giornata.
Nelly ha scelto Toronto, una metropoli dalle mille culture, e porta in scena proprio una sorta di Carnevale popolare e multiculturale con la sua Powerless (Say What You Want). Il ritmo funky-hip hop alla base è arricchito da percussioni indiane, melodie orientali, banjo e ovviamente dalla sua timbrica inconfondibile. Nel video spiccano - come spesso avviene nei suoi video - elementi portoghesi, in questo caso un gruppo in costumi tradizionali impegnato a ballare il Rancho, una danza popolare tipica della sua terra; c'è anche un simpatico bombo a dirigere il traffico della metropoli, e ovviamente una Nelly sorridente e allegra.
Sia invece ci porta tra le strade della grande e caotica New York in You're Never Fully Dressed Without a Smile, canzone tratta dalla colonna sonora del film Annie. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: voce pazzesca, ritmo coinvolgente e ritornello potentissimo; a differenza delle canzoni "tipiche" di Sia il mood è completamente diverso: allegro, spensierato. Ad accentuare ciò il video, molto semplice, che raffigura dei bambini girare tra le strade newyorkesi con cartelloni che invitano i passanti a sorridere e a godersi la giornata.
Tuttavia, dietro l'apparenza allegra e spensierata delle due canzoni, c'è un significato più profondo. In fin dei conti la musica è un mezzo per trasmettere anche dei messaggi concreti, oltre che delle emozioni. Quindi, se al primo ascolto si è trascinati dal ritmo divertente della melodia, scavando più a fondo si riesce a cogliere cosa veramente vogliono dirci Nelly e Sia con le loro canzoni.
Il messaggio di Sia è estremamente semplice ma molto importante (soprattutto per gli adulti): anche nelle giornate più tristi o faticose non bisogna mai dimenticare di sorridere. Spesso nella vita ci sentiremo soli, inadatti, come alla stessa Sia è successo. A volte però basta un sorriso a salvare una vita. Un gesto così semplice ma allo stesso tempo così importante; è scientificamente provato che sorridere non solo coinvolge moltissimi muscoli del viso (più di 30) ma migliora la salute fisica e mentale. Ricordatevi quindi di non uscire di casa senza un bel sorriso, perché you're never fully dressed without a smile!
Per quanto riguarda Powerless, la prima strofa dice:
Paint my face in your magazines
Make it look whiter than it seems
Paint me over with your dreams
Shove away my ethnicity
e più avanti
We take the culture and contort
Perhaps only to distort what we are hiding
È un messaggio forte, purtroppo ancora attuale a 16 anni di distanza. Sono tanti i melting pot, soprattutto nel continente americano, dove però l'integrazione e l'uguaglianza fra i vari popoli e le varie culture è molto lontana dall'essere reale a tutti gli effetti. La tendenza è all'omologazione, al predominio del più forte (il bianco) sul resto; e quelle volte in cui sembra che elementi provenienti da altre culture possano essere assimilati e presi ad esempio, questi finiscono poi per essere totalmente distorti e resi più appetibili per la cultura dominante.
A tutto questo Nelly risponde:
But when you feel so powerless, what are you gonna do?
'Cause this life is too short to live it just for you
So say what you want!
Un invito a farsi forza dedicandosi alle cose che veramente contano nella vita, e ad esprimere liberamente sé stessi a 360°. Nel suo caso personale, il riferimento è alla figlia Nevis, avuta proprio durante la realizzazione del suo secondo album Folklore.
RABBIA
TIZIANO FERRO E @pesca - SALUTANDOTIAFFOGO
GIORGIA E @Teolino - ORA BASTA
“Ricordo ancora quel messaggio che mi scrivesti il 10 ottobre del 2010 “Che belle le tue parole uscite in questi giorni, bravo! La tua sensibilità è profonda, e per questo fragile, ma è una grande ricchezza in questo tempo di pazzi”. Se rileggo queste parole mi rendo conto che cantare con te è ancora più speciale!”
Seppur in questo pezzo non spinga molto con la voce, si sente la rabbia che prova dopo un'addio a lui caro crollando, precipitando nel fondo, e sarà proprio il giorno dopo quando si sentirà solo, ricordandolo per l'ultima volta.
La parte della canzone più intensa per me è
Contemplare un addio
Non basterà
Il bisogno di un viaggio
È paura e coraggio
E sto qui
Ancora ci penso a te... sì
Non dimenticherò
Da ora in poi
I paesaggi del mondo
E le fotografie insieme con te
Ma ora salutandoti... affogo!
Come dicevo in precedenza, per me, ogni canzone ha un verso, delle strofe che mi ricordano cose passate, vissute.
Molti anni fa, i miei genitori, si separarono, e, seppur mio padre non fu mai presente nella mia vita, trovando una fotografia in cui eravamo insieme, avrei voluto capire diverse cose, cose o risposte che con il tempo ho cercato di capire, ma in ogni caso, seppur abbia fatto del male alla mia famiglia, e sentendo ancora molta rabbia nei suoi confronti, sentivo in quel momento quando se ne andò, uno sprofondare, affogare, soprattutto vedendo che molte, o quasi tutte le mie compagne di classe avevano una famiglia completa, mentre io no.
Utente
7 agosto, 2013
Per questo Gala, il pubblico dovrà fare una classifica di TUTTI GLI STATI D'ANIMO. Il pubblico infatti voterà per il team nella sua interezza. Il team che avrà il punteggio più alto, vincerà l'immunità. Tempo massimo per votare, le 18:00 di domani...
Per il resto tutto avverrà come ogni gala: vi sarà una classifica dei giudici che decreterà la bottom 4 e la classifica dei prof che salverà un concorrente a rischio. Non ci sarà un vincitore per team, verrete valutati in coppia solo dal pubblico.
Contento del lavoro fatto con Sophia francamente all'inizio ero un po' preoccupato perché trovavo delle difficoltà a trattare il tema (mi sarei sentito perfettamente a mio agio con Libertà e Passione, avrei avuto già in mente i pezzi) ma penso sia uscita fuori una cosa pensata e omogenea
In attesa dei giudizi
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There's no time to rest
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Utente
7 agosto, 2013
Sono felicissima di aver lavorato con Teo, fatemelo dire, una VERA FANS A 360°,mi fermo qui perchè sennò poi vorrei andare oltre ma lei sa... C'è stata fin da subito sintonia, vuoi perchè tra i due artisti ci sia molto feeling, ma anche perchè ci siamo confrontate e ritrovate sul tema richiesto. Sono inoltre felice del risultato che abbiamo presentato e spero venga apprezzato
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