Utente
7 agosto, 2013
zic_villeneuve Qualche fiore iniziava a colorare i bordi delle strade
Utente
7 agosto, 2013
FACEVA CALDO, il primo album di ZIC, è fuori il 25 maggio, disponibile in tutti i negozi di dischi e stores digitali (Spotify, Apple Music, iTunes, ecc).
TRACKLIST
1- Gilles Villenueve
2- Ti ho cercato alle 23:20 del 02/02/18
+39 366 2609635
3- Il fantasma del sabato sera
4- Capodanno
5- Stavo apparecchiando
6- Fulmine
7- Kaktus
8- Tregua
9- Gugol
10- Perchè sono rimasto da solo
Utente
7 agosto, 2013
Zic Già In Pre-Order Il Primo Album, “Faceva Caldo”. Ecco Copertina E Tracklist
Come vi avevamo preannunciato qui Zic, il giovane cantautore venuto alla ribalta grazie ad Amici di Maria De Filippi ed uscito dal serale del programma due settimane fa, sta per pubblicare il suo primo album in uscita proprio questo venerdì, 25 aprile.
Faceva caldo, questa frase tratta dalla sua canzone più nota, Capodanno, è il titolo dell’album di Zic (di cui abbiamo raccontato la storia prima del programma in questo articolo) che sarà pubblicato da Sony Music Italia. L’album conterrà dieci canzoni tra cui i singoli presentati ad Amici 17… Capodanno, Perché sono rimasto solo e Il Fantasma del sabato sera, oltre a Gugol, già presentata in passato dal giovane cantautore.
I titoli dei brani di questo primo progetto musicale di Zic sono tutti molto particolari e già mettono in luce l’originalità composita del ragazzo ampiamente dimostrata nel corso della sua permanenza ad Amici di Maria De Filippi.
All’uscita del disco seguiranno una lunga serie di date instore che saranno comunicate prossimamente sulle pagine social dell’artista. Intanto ecco copertina e tracklist del disco:
1. Gilles Villeneuve
2. Ti ho cercato alle…
3. Il Fantasma del sabato sera
4. Capodanno
5. Stavo apparecchiando
6. Fulmine
7. Kaktus
8. Tregua
9. Gugol
10. Perché sono rimasto solo?
L’album, che vanta la produzione di Diego Calvetti, è già in preorder su Amazon e su iTunes
Utente
7 agosto, 2013
"Faceva caldo", il primo album di Zic
Dal 25 Maggio nei negozi di dischi e nei digital store il primo album del cantautore toscano.
primo dei ragazzi di Amici ad uscire quest' anno con l'album è Lorenzo Ciolini, in arte ZIC, che si è fatto notare nella nota trasmissione di Maria De Filippi su Canale 5, arrivando fino alla quinta puntata del serale e riscuotendo un ottimo successo con i primi brani in radio, come "Il fantasma del sabato sera", "Perché sono rimasto da solo" e"Capodanno", che gli ha permesso di arrivare fino alla Top 5 di iTunes. "Faceva caldo", prodotto da Zic e Pio Stefanini per l’etichetta Platinum Studio su licenza Sony Music Italy, è un percorso iniziato a marzo del 2016 e che vedrà il suo vero inizio tra pochi giorni il 25 maggio 2018.
Zic: "Credo che la parola migliore per descrivere questo album sia “verità”, poiché tutto ciò che viene raccontato al suo interno sono fotografie di momenti e di storie realmente accadute. Due anni di gestazione sono un periodo piuttosto lungo specialmente alla mia età, sono giovane, sto per compiere ventun anni, e si può dire che questo disco sia cresciuto con me. Faceva caldo è eterogeneo, ogni episodio ha il suo linguaggio, ogni momento ha il suo colore, le sonorità a volte più elettroniche e aggressive, altre più acustiche e dolci scandiscono stagioni e stati d’animo estremamente diverse fra loro e non mi sono posto alcun tipo di limite per dipingerle al meglio; la cosa bella è che al suo interno coesistono storie che ormai fanno parte del passato, con storie che invece sono ancora tutte da scrivere…"
In radio il singolo “Ti ho cercato alle 23:20 del 02/02/2018 39 3662609635”. "Si tratta dell’ultimo pezzo che ho scritto che sarà anche il singolo dell’album. Appena uscito da Amici di Maria De Filippi sono tornato in studio carico di parole e immagini, e in un giorno ho scritto questo pezzo. E' una canzone estremamente dolce, mentre la scrivevo ridevo e piangevo, e ogni volta che la riascolto penso che potrebbe essere l’inizio di una storia straordinaria… il linguaggio è inevitabilmente semplice, perché è inutile usare metafore per descrivere una quotidianità che già di per se è carica di una straordinaria magia."
biografia
Lorenzo Ciolini, in arte “Zic”, perché da piccolo era grande fan di un cartone animato che aveva come protagonista un ragazzino asmatico e un po’ sfigato, esattamente come lui. Nato a Firenze, classe 1997.
"Sono l’unico figlio di due architetti e sono sempre stato un bravo ragazzo, depresso ma bravo, e la musica è stata importante fin da subito, soprattutto grazie a mio padre, che mi ha cresciuto a pane Dire Straits, e Deep Purple. Ho cominciato a suonare la chitarra all’età di dieci anni ed è stata la svolta della mia vita, mi sono subito reso conto che era ciò che dovevo fare. Tutto a un tratto non ero più solo il bambino più basso della classe, quello che tutti si sentono in dovere di prendere in giro... Cominciai a studiare chitarra elettrica nel 2009, iniziai col jazz e mi piaceva ma il mio idolo era Hendrix perciò poi passai al blues e all’improvvisazione. nel 2014 sentii il bisogno di cominciare a scrivere canzoni; l’unico problema era che la mia voce era molto molto timida, somigliava a un sibilo, così nel 2016 iniziai a studiare canto.
A marzo dello stesso anno avvenne l’incontro speciale con il produttore Pio Stefanini, con il quale iniziò il sodalizio artistico che spero vada avanti fino al giorno della mia morte. Lui mi ha dato la possibilità di raccontare esattamente ciò che sono, parola per parola, senza filtri, senza aver paura di imbarazzare! Grazie alla sua esperienza sono cresciuto moltissimo, ci siamo influenzati a vicenda e dopo più di un anno di lavoro insieme, giorni e notti passate in studio ormai siamo una cosa sola! Inoltre sempre grazie a lui ho avuto la possibilità di conoscere, di confrontarmi e perfino in certi casi di collaborare con grandi artisti. A dicembre 2017 è iniziato il mio percorso nel programma televisivo “Amici Di Maria De Filippi”, sono arrivato fino alla quinta puntata del serale e adesso fra pochi giorni uscirà il mio primo disco “Faceva Caldo”; questo è l’inizio di un sogno che spero, col duro lavoro e passione infinita, possa durare tutta la vita.."
Contatti:
Management: Pio Stefanini: +39 3356587798 email: [email protected]
comunicazione: Germanelli.com
Utente
7 agosto, 2013
Intervista A Zic – Prima Parte: Il Giovane Cantautore In Bilico Tra Battisti, Deep Purple, Rimbaud E Pascoli
Oggi abbiamo il piacere di intervistare quello che, secondo noi, è il cantautore più originale passato negli ultimi anni dalla scuola di Amici di Maria De Filippi, Zic.
Nella lunga chiacchierata con il giovane artista 21enne abbiamo scoperto un ragazzo sospeso tra due epoche, gli anni ’70 con i grandi gruppi del rock e i cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana, e quella attuale, il suo momento storico, quello in cui cerca di trovare il proprio posto nel panorama musicale italiano.
Il primo tassello di questo percorso è l’album Faceva caldo in uscita insieme al primo singolo dal titolo impossibile da ricordare, Ti ho cercato alle 23:20 del 02/02/2018 al +39 3662609635, venerdì 25 maggio.
Andiamo subito a conoscere meglio Zic e il suo album. Appuntamento domani qui per la seconda parte dell’intervista.
Come e quando si è avvicinato Lorenzo alla musica?
Ho iniziato quando avevo dieci anni. Sono partito come chitarrista e il mio sogno era di fare quello nella vita, il turnista, insomma di essere un po’ un “Guitar Hero” della situazione. Ho studiato tanto la chitarra, sono partito dal jazz e poi sono passato al blues. Mi appassionava molto l’improvvisazione e la tecnica. Poi scoprii Hendrix e iniziai a studiare sopratutto quel tipo di musica…
Poi ad un certo punto verso i 16 anni ho sentito la necessità di scrivere ed ho capito che avevo bisogno anche di cantare, non mi bastava più suonare delle cose, avevo anche bisogno di dirle quelle cose. Di conseguenza ho cominciato a scrivere. L’approccio all’inizio è stato un po’ difficoltoso, scrivevo in inglese perché mi vergognavo troppo a dire le cose in Italiano. Scrivere in italiano è una grande responsabilità perché tutti quelli che ti sentono ti capiscono e se le cose che dici non sono belle, non sono belle per tante persone. Di conseguenza ho avuto un periodo di maturazione fino a quando, arrivato ai 17 anni, ho iniziato a scrivere tutte le mie canzoni in italiano. Ho cominciato scrivendo un pezzo e mi è piaciuto talmente tanto farlo che ho continuato ed è diventato un po’ un lavoro a tempo pieno.
E´ vero che la grande popolarità arriva spesso con il talent show grazie all’enorme esposizione televisiva che ne consegue però in realtà molto spesso la strada di un giovane artista inizia prima e, di solito, avviene grazie ad un incontro fortunato con qualcuno che crede in lui e nel suo talento…
Esatto, un giorno ho incontrato Pio Stefanini, straordinario produttore che ha lavorato con grandi artisti (Irene Grandi tra i tanti) e che è anche un grande musicista oltre che una persona che riesce a tirare fuori il meglio da te, riesce a farti capire davvero chi sei e cosa puoi dire.
Attraverso lui ho trovato veramente una mia poetica in un certo senso… il modo per arrivare a dire veramente bene determinate cose riuscendo a dare valore a dettagli che prima forse vedevo come banali e che invece, lavorando con lui, ho scoperto che era esattamente il contrario. Per esempio che magari ci si emoziona molto di più sentendo parlare di una bottiglia d’acqua finita su un comodino rispetto a un cielo pieno di stelle trapunto di mille colori… perché magari il cielo pieno di stelle non lo vedi mai, una bottiglia d’acqua finita sul comodino la vedi tutti i giorni, è parte dei tuoi giorni.
E´ proprio da lì, da queste piccole ma grandi cose, che è iniziato il mio percorso lavorativo due anni fa.
Ho finito il liceo ed ho detto ai miei “Guardate ragazzi io prendo 100 alla maturità però per un anno mi fate provare a fare musica.”
Non ho preso 100 ma 97, però mi hanno lasciato lo stesso l’anno di prova.
Ad agosto dello stesso anno è partita questa collaborazione con Pio a tempo pieno e abbiamo cominciato a registrare. Nel giro di 10 giorni avevamo 7 pezzi, una cosa incredibile. Poi da lì abbiamo iniziato a lavorare insieme tutti i giorni, siamo diventati una coppia fissa, in tutte le situazioni. Lui mi ha coinvolto poi anche in lavori di arrangiamento dandomi la possibilità di farmi le ossa maneggiandola la musica sotto altri punti di vista. Mi ha coinvolto in un sacco di progetti, per dirti ho suonato le chitarre nel disco di Natale di Sergio Sylvestre.
Insomma io con lui ho capito veramente cosa significa lavorare nella musica su tutti i fronti e a tutti i livelli.
E in questi due anni quanto hai scritto?
Tantissimo, abbiamo davvero tante canzoni quelle che escono nell’album Faceva caldosono in realtà una piccola parte di quelle che abbiamo a disposizione.
Ma Pio come produttore quanto è severo con te, quante canzoni ti ha cestinato?
Pio è uno molto dritto. In realtà il nostro lavoro di scrittura e composizione non è mai un lavoro metodico dove tu porti il pezzo finito e lui giudica quello che fai. E´una cosa che avviene più in simbiosi… penso ad un’idea e mi viene da scrivere, allora butto giù un tema e poi glielo faccio sentire… lui magari mi dice “fortissimo” oppure mi dice “mah, non lo so, non la vedo tanto questa storia…“.
Lui sui testi mi insegna che le cose sono vere quando le cose che scrivi le hai veramente vissute, quando fai così è difficile non emozionare, non essere efficaci, perché si capisce che quello che hai scritto te lo ricordi. E questo da vita ad un risultato quasi sempre vincente.
Sula musica poi c’è un lavoro diverso perché può nascere da me o in simbiosi. Magari mi metto lì ed esce fuori qualcosa di buono oppure stiamo suonando tutti e due, lui ai synth ed io alla chitarra, ed esce fuori una roba assurda. Noi lavoriamo molto la notte e spesso le cose migliori nascono così, a caso. Considerando che noi non ci fermiamo mai alla fine non è mai “un casuale occasionale” ma “un casuale giornaliero”.
Tra l’altro ho una curiosità facendo un passo indietro leggendo la tua biografia. Tu scrivi “Sono stato un bravo ragazzo, depresso, ma bravo.” Ma da cosa proveniva questa tua depressione, questa inquietudine che si avverte anche nelle tue canzoni?
Sai la depressione credo sia uno stato mentale e fisiologico che affligge tantissimi ragazzi nell’età adolescenziale ma anche adulta. Io. parlando personalmente, sono un depresso cronico, inutile dire il contrario. Io non sono mai contento, per esempio temo la solitudine in maniera allucinante. Alla fine la depressione non è una cosa che puoi spiegare è uno stato mentale e di conseguenza o ce l’hai e lo puoi capire, o non ce l’hai.
Posso dirti però che è proprio questo mio modo di essere che mi permette di scrivere, altrimenti non avrei la giusta molla per tirare fuori quello che ho da dire.
E questo è qualcosa che ascoltando il tuo disco e guardandoti mentre canti credo si percepisca. Per dire, al di là del paragone altisonante, quando ti ho visto cantare per la prima volta “Capodanno”, a me è venuto in mente il mondo dei poeti maledetti…
Io adoro i poeti maledetti ho letto Rimbaud, Verlaine e Baudelaire per una vita. Io adoro la letteratura e la filosofia, quella è stata sempre la mia passione. E devo dire che i poeti maledetti sono diventati in un certo senso per me, seppur lontanissimi e ormai morti da anni, delle figure in cui mi sono sempre rivisto, mi trovavo affine con quello che scrivevano.
Per me leggere poi è fondamentale. Per esempio la filosofia è strana perché è uno studiare “il niente” perché bene o male studi dei “giri mentali” che si facevano delle persone che avevano dei problemi, di conseguenza è uno studio strano, però secondo me la filosofia apre la mente in maniera radicale. E la letteratura combacia con la filosofia, perché molti letterati erano anche filosofi, basta vedere Leopardi che per me si può considerare uno dei più grandi filosofi della storia.
Tra l’altro sempre parlando di conoscenza io mi ricordo che spesso e volentieri dentro la scuola di Amici al momento delle assegnazioni tu eri quello che conosceva tutte le canzoni, fossero del passato o attuali, eri spesso tu a canticchiarle ai tuoi compagni. Una cosa importante perché secondo me un giovane cantautore deve conoscere sia quello che c’è stato prima, sia quello che viene composto adesso…
Per me quella è un’altra cosa imprescindibile. Io sono cresciuto un po’ vecchio grazie a mio padre, con i Deep Purple, con i Dire straits con la musica dei Led Zeppelin, con i Pink Floyd… con Lucio Battisti per gli italiani, con De André, con Gino Paoli, con Bruno Lauzi, con Umberto Bindi, Luigi Tenco… bene o male tutti i più grandi di tutti i tempi e di tutte le nazioni. E´stata un’educazione per me d’oro perché poi quando uno va a scrivere, a suonare, hai dei modelli talmente grossi a cui bene o male magari non arriverai mai, però speri sempre di poter inventare qualcosa come lo hanno inventato questi grandi artisti.
Ma di attuale invece cosa ascolti?
Ultimamente mi sto concentrando sull’indie italiano, Calcutta è uno dei miei preferiti ma mi guardo intorno. Per esempio ora c’è la trap, l’uso dell’808… è un’epoca un po’ diversa ma io adoro il movimento trap, penso che Post Malone e artisti come XXX Tentacion a livello musicale siano veramente dei geni e stanno inventando qualcosa di straordinario. Poi quando vado a scrivere in realtà mi accorgo che però torno sempre su cose che non c’entrano niente, che ne so, Gioco di Bimba delle Orme, e mi scatta qualcosa che mi porta da un’altra parte.
Nel tuo disco si sentono chiaramente due anime. Una più aggressiva, elettronica e inquieta e poi c’è una parte che invece è più acustica e dolce. Quasi come se ci fosse da una parte l’internazionale e l’Italiano, il sound e l’importanza sulle parole come caratteristica comune con i grandi cantautori italiani.
Questo mi spinge a cercare di capire meglio, anche se in parte me lo hai già detto, quali sono sull’italiano le tue maggiori influenze musicali…
Oltre ai grandi cantautori, che ti ho già citato, di attuale io adoro Calcutta proprio a livelli straordinari, sono affascinantissimo dalla musica e dal lavoro di Cosmo che mi piace per tutto… per le produzione e per le parole che secondo me con quei suoni sono delle poesie stranissime. Mi piace Gazzelle, mi piacevano prima i Thegiornalisti ora non più tanto. Però il mio maestro rimarrà sempre Lucio Battisti, lui rimane il mio faro, conosci lui e su gran parte della musica italiana sei a posto.
Nel descrivere il tuo disco, Faceva caldo, tu dici che la parola chiave è verità ed effettivamente ascoltandolo ho individuato come caratteristica delle tue canzoni uno stile di scrittura molto crudo, assolutamente realistico… quasi tutte le tue canzone sembrano dei cortometraggi che descrivono accuratamente tutto quello che sta succedendo come se fosse la scena di un film ed è un linguaggio che, anche se magari c’entra poco con te, mi ricorda quello dei rapper che spesso non condiscono i testi con inutili romanticismi o metafore irreali.
A mio avviso me questa è la caratteristica principale che distingue la tua musica…
Hai visto un po’ la chiave di tutto. Io non mi sono mai dato un limite dal punto di vista del canto o di come interpretare una canzone, cioè se io in una canzone voglio rappare, io posso anche mettermi a rappare, non me ne frega niente, l’importante è che la canzone venga come dico io. Perché dal momento in cui te dici “Voglio scrivere questo pezzo, lo scrivo in rima, in quartine, voglio che ci siano due strofe, un ritornello, uno special, un’altra strofa e poi torniamo sul ritornello“, lì ti stai già dando dei limiti di scrittura pazzeschi perché devi rientrare in della gabbie, la rima, la struttura della canzone… invece io non me le sono mai date perché così quando io scrivo ho la mente totalmente libera e posso concentrarmi solo su quello che è successo o quello che deve succedere.
Nel momento che comincio a scrivere, io parlo liberamente come se stessi facendo un discorso con te. Di solito scriviamo prima la musica, quasi sempre, magari troviamo un riff della madonna, abbiamo fatto la base e tutto e quando ho la base, io me la metto in loop e scrivo. Ma scrivo proprio un tema, scritto nella maniera più sincera e semplice possibile senza giri di parole, dico quello che rivedo nella mia testa esattamente come lo vedo…
Infatti io ascoltando le tue canzoni mi sono immaginato te che, tra virgolette, pieghi la musica alle parole, non il contrario. Mi spiego meglio… spesso succede che uno fa una musica e poi pensa “ora ci devo far stare le parole, devo trovare le tronche che in italiano sono poche” e alla fine inizia a fare una canzone che, al di là del significato che può esser bellissimo, viene fuori con un testo che lascia intuire più che raccontare… ma non è il tuo caso, tu si percepisce che pieghi la musica alle parole, che vuoi farci stare quelle parole lì nel modo esatto in cui le hai pensate…
Infatti è proprio questo che succede. Posso farti l’esempio di Capodanno ma anche di del nuovo singolo (Ti ho cercato…). Capodanno per dire noi abbiamo fatto la musica e ci è piaciuta tantissimo poi io sono uscito fuori, era settembre, mi sono messo a ripetizione questa musica nelle orecchie ed ho scritto il testo e ti giuro che non abbiamo cambiato nemmeno una parola di quel testo ed io non mi sono neanche impegnato a scriverlo in metrica, non ho pensato a come le frasi potessero incastrarsi nell’intelaiatura della canzone.
Poi quando il testo era finito abbiamo detto “Cavolo, è una botta… perché è veramente crudo, però è vero“, quindi sono andato al microfono ed ho cominciato a cantare e a fare take su take per trovare la giusta metrica, come dividere il testo per metterlo dentro senza fargli perdere il senso. Quindi capisci che per come nasce tutto è un flusso creativo abbastanza interessante per me…
To be continued…
Appuntamento a domani con la seconda parte dell’intervista a Zic.
Utente
7 agosto, 2013
zic_villeneuveLo so, è uscito il mio album, quindi avrei dovuto postare una foto incredibile, magari scattata da un fotografo professionista. Ma ho scelto di condividere con voi questa foto perché rappresenta un momento speciale. Era lunedì, erano le 6 di mattina e avevamo lavorato tutta la domenica, giorno e notte. Ma alla fine ce l'avevamo fatta, il disco era finito, così ho deciso di immortalare quel momento per poterlo ricordare in futuro come la fine di un capitolo, e l'inizio di uno nuovo, nel libro della mia vita.
Da domani cambia tutto, domani è il giorno che aspetto ormai da troppo tempo e tutto questo grazie a voi, mi avete regalato il mio sogno e non smetterò mai di esservi grato per questo.
Grazie.
Utente
7 agosto, 2013
Intervista A Zic – Seconda Parte: “Musicalmente Ho Passato L’infanzia Negli Anni ’70 Per Poi Tornare In Quest’epoca Per Fare La Mie Canzoni”
Oggi esce in tutti i negozi di dischi, fisici e digitali, Faceva caldo, il primo disco di Zic, giovane cantautore 21enne che il grande pubblico ha conosciuto quest’anno ad Amici di Maria De Filippi.
Ieri vi abbiamo presentato la prima parte dell’intervista a questo giovane artista ed oggi continuiamo ad approfondirne la conoscenza soffermandoci maggiormente sul suo album e sulla sua musica. Trovate la prima parte qui.
Buona lettura!
Visto che Faceva caldo è il frutto del lavoro di due anni, dai tuoi diciannove ai ventuno, quante delle canzoni che sono dentro al disco sono recenti, e quante invece le hai recuperate dal passato?
Gli arrangiamenti delle canzoni sono tutti nuovi, non c’è nulla che era finito in passato e che abbiamo messo nel disco così com’era. Però per esempio c’è la canzone, Fulmine, che è il secondo pezzo che ho realizzato con Pio, si parla di agosto del 2016. Ecco quello è uno dei pezzi più vecchi che ho, ma secondo me, ma questo lo lascerò decidere al pubblico, nell’album è uno dei pezzi più belli.
Nella canzone che apre l’album, Gilles Villnueve, ripeti spesso questa frase “tutte le cose che amo sono nate prima di me…” … spiegami meglio, fammi un elenco di cose che ami e che sono nate prima di te…
La donna che amo è nata prima di me, la musica che amo è nata prima di me, i Nirvanasono nati prima di me. Questa è una frase per dire che io per tanto tempo mi sono sentito fuori posto, un po’ come se mi fossi congelato nel 1970 e poi riscongelato nel 2016, nel senso che è come se mi sono fatto l’infanzia negli anni ’50 ascoltando il rock e i cantautori italiani, per essere ricatapultato nel 2016 a fare la mia musica.
Questa è un po’ la storia del mio “personaggio artistico” che ha delle influenze che non sono propriamente del suo tempo.
Ma rimanendo su questo tema, se tu dovessi scegliere un’epoca, quale pensi sarebbe stato il momento storico più adatto a Zic?
Ovviamente il 1969… Woodstock tre giorni di pace, amore e musica. Quello è il mio periodo storico per eccellenza, ho sognato di vivere quei giorni per tutta la vita e probabilmente un giorno farò un pellegrinaggio lì perché è un luogo che ho veramente nel cuore. Quegli anni lì hanno avuto davvero un senso come momento storico e musicale.
Tornando alla traccia numero uno di Faceva caldo… come mai proprio Gilles Villnueve, che tra l’altro hai omaggiato pure nella scelta del tuo nickname su Instagram?
Perché è un pazzo dagli occhi dolci!
E´ stato il mio pilota preferito, era un combattente, un piccolo uomo, pazzo completo che non ha mai vinto un mondiale in vita sua ma aveva coraggio, determinazione e bravura. Lui non vinceva i mondiali perché oltrepassava il limite, diceva che non c’era gusto se non si passava il limite ogni volta e quindi per me è sempre stato un modello da seguire. Se ci pensi anche la sua morte, il fatto che sia morto sul campo, guidando, facendo quello per cui era nato… questa cosa mi ha sempre affascinato in maniera incredibile… e poi tanti piccoli dettagli, il fatto che arrivasse sempre con la macchina rotta al traguardo, con la gomma scoppiata, l’alettone distrutto eppure non si fermava.
Per me è un idolo. E quindi l’ho idealizzato talmente tanto che alla fine c’è questa frase che dice: “Il motore della vita è un pazzo dagli occhi dolci…“.
Giuro che questa domanda l’ho pensata ma poi volevo quasi saltarla, ma mi spiace, non resisto… perché nelle tue canzoni le donne sono tutte ubriache…
scoppia a ridere .Ndr)
No vabbè ma lo sai, a vent’anni può capitare che uno beve, fa parte dell’età. Poi succede che bene o male quando io parlo delle donne nelle canzoni, o sono da solo e le guardo esternamente, quasi come fossero dee romantiche, intoccabili, oppure ne parlo in maniera dritta e cruda perché le incontro proprio nei luoghi di svago… è qualcosa che capita spesso.
Io, e lo dico anche in Capodanno “il rispetto che nutro per le donne è pari al timore che ho per loro…“. Nella mia vita bene o male mi sono sempre innamorato di donne non facili e infatti le ragazze delle mie canzoni sono in realtà donne con vite particolari, difficili, tormentate ma che proprio per questo sono cariche di poesia e sentimento. Sono delle moderne muse, tragiche, mortali, e per questo anche loro bevono, anche loro se si sentono male vomitano esattamente come me… io tendo a pensare che la magia e la poesia stia nelle cose piccole, per questo nelle mie canzoni non risparmio i dettagli, anche i più piccoli… quello che può sembrare ai più strano, per me è fondamentale, è quello che rende un po’ indimenticabile quella cosa di cui parlo.
E infatti questo connota decisamente la tua scrittura e divide il pubblico tra chi ti trova originale e chi eccessivo…
Io scrivo musica non perché ho bisogno di essere capito, ma perché ho bisogno di farlo, quindi se la mia musica divide è comunque un successo perché in ogni caso non sono riso bianco, perché il riso bianco lo dai ai malati, a quelli che non stanno bene di stomaco. E perché lo fai? Perché il riso bianco lo digeriscono tutti ma in fondo tutti preferiscono una bella Carbonara o la Amatriciana. Magari la Carbonara non piacerà proprio a tutti però a quelli che piace, piace tantissimo. Di riso bianco non penso ci siano molti appassionati…
E come mai hai intitolato il disco Faceva Caldo?
Faceva caldo perché quando sei innamorato, quando sei pieno di emozioni non ti fa freddo, ti fa caldo, hai bisogno in un certo senso di spogliarti di tutta questa roba, di rimanere adamitico, nudo in qualche modo. Faceva caldo perché avevo tante cose da dire, emozioni che sentivo dentro, amori che vivevo… insomma avevo bisogno di spogliarmi. Quindi Faceva caldo…
A proposito di Faceva Caldo e della copertina che ti ritrae a petto nudo, a te che hai dimostrato di essere tutto fuorché un’esibizionista, mi viene da porti in maniera spontanea una domanda proprio in virtù del fatto che, non solo sei giovane, ma hai anche sviluppato solide radici nella musica vera.
Alla fine credo che basare la musica sul proprio aspetto fisico serva a poco, tanto arriverà sempre uno più carino di te.
Passiamo ora al primo singolo estratto dal disco, il cui titolo non sono ovviamente capace di ripetere… l’abbrevio in “Ti ho cercato”…
Allora il titolo esatto è Ti ho cercato alle 23:20 del 02/02/2018 al +39 3662609635, mi ricordo anche il numero, non so come ho fatto a impararmelo però me lo ricordo. L’idea è nata da una storia vera e la narrazione è in prosa come quella di Capodanno.
Questo è stato un flusso incredibile perché io sono uscito da Amici sabato e lunedì ero già in studio di registrazione e ho sentito questa musica che avevano scritto mentre io ero nel programma. Ho pensato subito che fosse bellissima e ci ho voluto scrivere il testo. E´nato in una mattinata e abbiamo chiuso l’intero pezzo in un giorno, forse due. Evidentemente sono uscito dalla scuola di Amici sentendo proprio il bisogno di scrivere. Cinque mesi lontano dal mio studio, dalla mia casa, dalla mia dimensione sono veramente tanti.
In ogni caso dopo averlo scritto ci siamo ritrovati di notte a dire “Ma come si chiama questo pezzo? Mamma non può essere perché è troppo banale…” insomma eravamo in tanti li a fare Brainstorming e poi ci siamo detti “E se fosse tipo il messaggio di chiamata che ti arriva sul telefono“, come per dire Ti ho cercato alle 23:20 ma non mi hai risposto. Era fatta per tutti era una figata e visto che era proprio il concetto a piacerci ci siamo detti “ma perché non ci mettiamo anche il numero?“. Così abbiamo pensato di fare questa cosa per dare un valore aggiunto a questo singolo, creare un contatto con i fan e con le persone. Abbiamo aperto una sim telefonica vera dedicata a questo singolo e ho pensato “vediamo se la gente capisce che quello è il mio numero” e mi chiama… evidentemente lo hanno capito perché su questo cellulare ho tipo 4.000 chat attive in questo momento. Cerco di rispondere a più gente possibile ma non è facile starci dietro.
Andando a chiudere questa lunga ma davvero spiazzante intervista, cosa ti piacerebbe ti dicessero le persone dopo aver ascoltato Faceva caldo?
Onestamente quando uscirono Capodanno e Perché sono rimasto solo la gente mi scriveva (e mi scrive tutt’ora) per dirmi quanto siano due canzoni in cui si sono rivisti in maniera incredibile e per me già quello rappresenta ciò che vorrei sentirmi dire. Vorrei semplicemente che con la mia musica succedesse che, come mi emoziono io nel sentirla e “vederla”, si emozionassero anche quelli che l’ascoltano, che riuscissero a vedere anche loro la storia come la vedo io. Questo per me sarebbe il massimo, perché quando una persona ti scrive “Grazie perché mi hai emozionato, perché quello hai scritto mi sembra di averlo vissuto” per un cantautore è la cosa più grande che possa desiderare.
Non abbiamo parlato di Amici, esperienza molto importante nel tuo percorso di vita, era voluto perché quello che volevo era concentrarmi e far conoscere meglio Zic e la sua musica. Ma una domanda te la faccio… come mai hai scelto di entrare in un talent show?
Io non ero nuovo nel mondo della musica e quindi mi sono state dette tante volte cose come: “sei bravissimo, scrivi da Dio, le tue canzoni sono pazzesche, hai una voce della madonna però sai su Instagram non ci sei, su Facebook non ti conosce nessuno quindi non ci fidiamo, non sappiamo se funzionerai o no…” . Di conseguenza io, che non avevo mai visto un talent in vita mia, Amici, X Factor o The Voice che fosse, ho accettato di mettermi alla prova e l’ho presa anche come una sfida. Un sfida nel senso che è stato veramente un battesimo del fuoco perché lì dentro non è facile per niente, è molto dura a livello psicologico mantenere la calma e poi comunque il serale ti permette anche di cantare con grandi artisti, quindi è un confronto che devi saper reggere.
Alla fine è stata sì una cosa per arrivare ad un pubblico più grande, ma allo stesso tempo anche una bella palestra per mettere alla prova i nervi, la lingua, la voce e il carattere perché, bene o male, io di difficoltà ne ho avute tante all’interno del programma però ho sempre difeso con i denti il mio lavoro e quello che ho fatto prima di Amici, che è qualcosa che per me ha un valore inestimabile.
Chiudo chiedendoti se c’è qualcosa che non ti ho chiesto e che avresti voluto dirmi?
Onestamente no, sono soddisfatto abbiamo fatto una bella intervista partendo dagli inizi fino al disco affrontando tutto in modo completo. Grazie!
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