PRONOSTICI AL BUIO di Richard Granger (16 settembre 2018)

Baglioni ha vinto.

Con un cast anti-televisivo ha sbancato Auditel 2018. Facendolo quindi ancora più forte nella sua convinzione che la MUSICA batte i ragionamenti mediatici alla Carlo Conti (bene). 
Sia chiaro, però: la MUSICA che piace al Divo Claudio (meno bene). Ovvero, poche donne, specie della sua generazione, e molti (troppi) amici/affini del più vario cantautorato, anche quello di nicchia, con una media tendenza al tedioso.

Risultato: non aspettiamoci un Sanremo che ammicchi ai talent senza talent, che ammicchi alla baracca gay, che ammicchi ai (t)rapper, che ammicchi al sanremismo ed al bel canto.
Sarà altezzoso e d'autore, morigerato e scarsamente offerto al chiacchiericcio.

Semmai, di convenzionale, ci sarà che bene o male di Sanremo hanno bisogno tutti, ed ogni anno di più, con i mercati sempre più stretti, i sindaci dei paesi sempre più poveri, e folle di ragazzi illusi da web e De Filippi, già alla canna del gas dopo un metro di corsa. 
E poi la comune costante del risarcimento: ti ho bocciato a Sanremo 2018, magari per poco, beh, sei in pole position per il Festival venturo.

Di questo credito si avvantaggerà la prima sicura partecipante LOREDANA BERTE', che già era desiderata l'anno scorso, tanto da darle il lusso di poter cambiare canzone, e figuriamoci ora che arriva da prima in classifica e magari firmata Fossati o Curreri.

Altro nome sicuro e nella lista sarà più primo che...ULTIMO, romanità, affinità artistica e prassi da vincitore giovani re-invitato.
L'unico probabilmente che farà il bis col cast del 2018, la sensazione è che Mister Strada Facendo non faccia come Carlo Conti con gli Alessio Bernabei e i Clementini rivogati per anni di fila.

Andiamo per categorie.

Ce la caviamo veloce con le donne. Tra le storiche, e Claudio le vuole raffinate e di classe, tutto porta ad ANTONELLA RUGGIERO che rimanda da secoli la sua uscita discografica. Ed al limite, non fosse pronta lei, più facile che tocchi a NADA od ALICE, piuttosto che ad una più sanremese e bisognosa e pur papabile (nonché più attesa) ANNA OXA. Alla quale, forse, più che la non escludibile simpatia baglioniana, potrebbe nuocere la causa con la Rai chissà se ancora aperta. Per le varie SPAGNA, RETTORE, MIETTA, SYRIA e giù a scendere...beh, la vedo dura. 
A braccia aperte verrebbe accolta, invece, CARMEN CONSOLI da tempo assente dall'immaginario popolare. Sarà la volta che si decide (o glielo fanno decidere)?
Analogo discorso in chiave più moderna, per il sospiratissimo debutto di ALESSANDRA AMOROSO, che prima o poi dovrà avvenire. Il successo di qualità e quantità del Sanremo 2018, potrebbe sciogliere anche i cuori più recalcitranti, salentina in primis. 
Con più sicurezza rivedremo in chiave rosa MALIKA e IRENE GRANDI, in cerca di riscosse e rilanci, con la Caselli e Vasco alle rispettive spalle. Solito dualismo per la Ayane in Sugar con ARISA, che pure necessiterebbe. Chissà su quale delle due Medea punterà. 
Ci proveranno CHIARA e DOLCENERA, a fare la differenza potrebbe essere l'autore che sta alle loro spalle, come lo fu Mauro Pagani per la prima. Ne soffriranno L'AURA e ELODIE, SIMONA MOLINARI, credo, meno accreditate nel già angusto spazio delle ugole femminili.
Ultima tra le quali, a sparigliare le carte, potrebbe inserirsi LEVANTE: il ruolo di sorpresa si sta affievolendo ed alla roulette di Sanremo prima o poi bisogna giocarsi le fiches. La veste di cantautrice la fa partire mezzo giro avanti alle altre, ca va sans dire.

Si diceva del timbro Baglioni 2018 come piede di porco per nomi altisonanti (al maschile). Non penso che potrà convincere MARCO MENGONI, o meglio, i suoi discografici, che lui porello verrebbe anche. Ma magari un ROBERTO VECCHIONI (bis) o un GINO PAOLI (stile Vanoni bis), quello sì. 
Scendendo, ma non troppo, di importanza nazionale, il Nostro avrebbe tutte le chiavi per convincere al debutto in tarda età due affini per età ed attitudine EDOARDO BENNATO (col fratello?) o LUCA CARBONI.
Per il resto, nell'universo mondo dei chitarrosi/pianofortosi/autorosi di nazionale dominio, si aprono mille strade, tra le quali però, non sia mai abbastanza detto, la romanità ha sempre il suo perchè (diciamo così). 
E allora avanti ALEX BRITTI, avanti NICCOLO' FABI e/o DANIELE SILVESTRI (in duo magari), avanti SIMONE CRISTICCHI, persino avanti AMEDEO MINGHI, che potrebbe essere il Barbarossa 2019, una capitolinità d'antan, di quella che Baglioni frequentava al Folkstudio nei Settanta con il comune amico Chiocchio. 
Se la Capitale non intasa troppo il cast, troverà spazio qualche teen idol anni Ottanta e Novanta, gente validissima e ancora spendibile, si intenda, come RAF e GIANLUCA GRIGNANI che però in Riviera soffrono sempre, più che col pubblico o le radio. Idem per MAX PEZZALI, che però mi si consenta, per (dis)gusto personale, di privare degli aggettivi “validissimo” e “spendibile”. 
Caso a sé GIGI D'ALESSIO che probabilmente timbrerà anche quest'anno, lui va bene per tutti i conduttori e le stagioni, non mi si chieda perchè, ma tant'è. 
Ma non è finita. Tra i timbratori del Festival, e lui il timbro ce l'ha in tutti i sensi, nessuno dimentica il sempre pronto FRANCESCO RENGA e un NEK ormai difficile da staccare dalla Tv.
Sarà molto affollato il consesso alla porta del Divo Claudio. Probabile che bussino (vedi risarcimento di cui sopra), tre spiriti liberi come MORGAN, NEFFA e MARIO VENUTI. Chi glielo dice a tutti e tre di stare fuori pure quest'anno? Per me sarebbe molto difficile. 
Baglioni ci stupì l'anno scorso ripescando dalle nicchie (e gliene do merito) Diodato e Rubino, quest'anno potrebbe tentare analoga sorte con TRICARICO, RICCARDO SINIGALLIA o MAURO ERMANNO GIOVANARDI, io scommetterei che della terna uno lo rivediamo a Febbraio.
Se vi paiono troppi i pretendenti in pantaloni, vi dico che ancora non ho scandagliato la parte giovanile pulsante. Che non sarà troppo presente, però, visto quanto appare stretta la porta degli amici di Maria (vecchi e nuovi, dai TOMAS ai MARCO CARTA) e dei rapper sotto effetto maria (minuscola). In generale la vedo funesta per il pop usa e getta. 
Più facile che si punti a target meno bimbominkioso, da IL CILE, a COEZ, dal ritorno di RAPHAEL GUALAZZI, MICHELE BRAVI e LORENZO FRAGOLA, o del pupillo di Dalla, PIERDAVIDE CARONE in coppia con ANTONIO MAGGIO, tutti più ombrosi, poco esposti e in linea con la sobrietà artistica del patron. 
Con magari, a chiudere, lo sdoganamento di quelli che la casalinga di Voghera non conosce ma ormai anche un medio conoscitore di musica sì. Banalmente: MOTTA, CALCUTTA, MANNARINO, BRUNORI SAS o MANUEL AGNELLI da solista: se vuoi rappresentare la musica di oggi, che la gente segue, non tanto nelle radio quanto nei live, lì devi pescare. Almeno due pesci, direi.

Sui gruppi, Baglioni pare più sciolto ed aperto. 
Si capisce, non è materia sua, ed ora che i POOH e gli ELII sono finiti (per sempre?), si spera e si crede che al Festival l'accesso sia più meritocratico e dinamico.
Della vecchia guardia, aleggia il ritorno degli STADIO, altrimenti sostituibili (con meno speranze) dai NOMADI che cercano il battesimo all'ennesimo cantante variato, ma rischiano la fine dei (una volta) fantastici ma ormai improponibili MATIA BAZAR
Ma tra le band facilmente prevarrà una (moderata)modernità. Quella rock dei NEGRITA, ad esempio, quella elettronica per i ritrovati SUBSONICA, o quella autoriale per gli intimisti TIROMANCINO. Una bella scelta che Baglioni potrebbe anche..non scegliere, portandoseli tutti, con il loro pubblico.
E smuovendo poi gli ormoni punk delle pulzelle ai trucchi di Damiano dei MANESKIN (Kolors 2 la vendetta), od in subordine al mondo a sé degli URBAN STRANGERS o a quello tambureggiante dei LA RUA, più forse che alle esilità adolescenziali di BENJI e FEDE. 
Infine dicevamo che i Pooh si sono sciolti. Sì, però i loro eredi sono ancora su piazza anche se da tempo ne sono assenti: si chiamano MODA' e su loro punto la mia ultima monetina al buio.

Un possibile cast quindi:

1 – LOREDANA BERTE'
2 - MALIKA AYANE(o ARISA)
3 - ANTONELLA RUGGIERO (o NADA)
4 – CARMEN CONSOLI (o LEVANTE)
5 - IRENE GRANDI 
6 - CHIARA (o DOLCENERA) 
7 - ULTIMO
8 - NICCOLO' FABI/DANIELE SILVESTRI
9 – GIANLUCA GRIGNANI(o RAF)
10 - EDOARDO BENNATO(o LUCA CARBONI)
11 -LORENZO FRAGOLA(o MICHELE BRAVI)
12 - COEZ (o CALCUTTA)
13 -MOTTA (o MANNARINO)
14 - GIGI D'ALESSIO
15 – MARIO VENUTI(o MORGAN o NEFFA)
16 - RICCARDO SINIGALLIA(o MAURO ERMANNO GIOVANARDI)
17 - NEGRITA(o SUBSONICA)
18 - MANESKIN (o URBAN STRANGER)
19 - MODA'
20 - TIROMANCINO
21 - RAPHAEL GUALAZZI
22 - FRANCESCO RENGA (o NEK)

Io penso che Baglioni sia molto lontano, a differenza del cinico e commerciale Carlo Conti, dal pensiero di un Festival con i vari Riky, Lele, Sergione, Thomas, Elodie, Carta, Carmen etc etc …

A meno che non lo “obblighino”, come giustamente qualcuno ricordava, perché l’Auditel è stata ottima ma le vendite no, ecco … io penso che il buon Claudio voglia fare un Festival dove far rinascere i Sergio Cammariere, i Concato o giovani di nicchia come erano Diodato e Rubino … insomma, poco mainstream.