Utente
23 dicembre, 2015
Gender equality a Sanremo? No, grazie. Amadeus ha respinto l’idea avanzata da Enzo Mazza, CEO della FIMI, di istituire delle quote femminili al festival. Dopo che una ricerca condotta da Spotify con GFK sul gender gap ha rilevato che le donne rappresentano solo il 14,1% del totale degli artisti presenti nelle classifiche italiane, il “capo” dell’associazione che rappresenta le maggiori imprese produttrici e distributrici del settore discografico ha proposto che a Sanremo 2022 ci siano il 50% di concorrenti donne.
Sarebbe un grave errore scegliere le canzoni in base al sesso dell’artista. Gli interpreti vanno scelti in base alla bellezza delle canzoni», ha detto Amadeus in un talk della Milano Music Week moderato da Luca De Gennaro di MTV e a cui ha partecipato anche Claudio Fasulo, vicedirettore di Rai 1. «Dare quote alle donne è offensivo. La musica è arte e nell’arte non puoi creare zone prestabilite, devi farti guidare dall’onestà».
L’affondo: «Se questa proposta è ritenuta importante dalla discografia, dovrebbe partire da loro. A parte Caterina Caselli, non ricordo donne a capo di case discografiche. È giusto che si parta dalla grande discografia e dalle associazioni musicali».
Utente
23 dicembre, 2015
Sono d'accordo che conta il brano in gara. L'unica volta in cui le donne erano in NETTA minoranza al Festival è stato nel 2018, erano solo 4 su 20.
Per il resto il discorso può anche andare bene, nel senso "valuto i brani, non mi importa se alla fine ci sono più donne o uomini, è il brano che conta, deve essere bello quello".
Però se mi metti 4-5 brani cantati da uomini che sono proprio orribili, era meglio diminuire il numero o provare a inserire qualche altro brano (anche di una donna).
Banned
29 novembre, 2020
Non si devono mettere dei paletti, ma il punto è che se si valuta in base al gusto e il gusto 8 su 10 porta a preferire canzoni maschili significa che è intrinseco nella nostra cultura, purtroppo.
L'importante è che non ci sia ostracismo o l'essere prevenuti se un tipo di canzone la porta un uomo o una donna, io mi chiedo spesso "si questa canzone ha fatto successo, ma se l'avesse scritta o cantata una donna sarebbe stata apprezzata allo stesso modo?"
uhm... ecco...
Utente
1 dicembre, 2019
calacolo ha detto
Sono d'accordo che conta il brano in gara. L'unica volta in cui le donne erano in NETTA minoranza al Festival è stato nel 2018, erano solo 4 su 20.
Forse sei giovane e non ricordi Sanremo 2004, quando su 22 concorrenti (anche allora non c'era distinzione in sezioni) le donne ufficialmente erano appena DUE, peraltro debuttanti (anche se un artista si era fatto accompagnare da Mietta e un altro aveva chiamato Las Ketchup che comunque ballavano soltanto).
Il discorso di Amadeus in teoria sarebbe corretto, se non fosse che in sede di selezione delle "quote" in realtà si applicano già, anche se non lo si dice chiaramente: case discografiche, genere, tipo di pubblico... Di sicuro ci si cura pure di ammettere una certa percentuale di donne, forse troppo bassa.
Utente
16 gennaio, 2021
gridracedriver ha detto
Non si devono mettere dei paletti, ma il punto è che se si valuta in base al gusto e il gusto 8 su 10 porta a preferire canzoni maschili significa che è intrinseco nella nostra cultura, purtroppo.L'importante è che non ci sia ostracismo o l'essere prevenuti se un tipo di canzone la porta un uomo o una donna, io mi chiedo spesso "si questa canzone ha fatto successo, ma se l'avesse scritta o cantata una donna sarebbe stata apprezzata allo stesso modo?"
uhm... ecco...
Sì credo sia questo il punto la gender equality deve partire anche dai piani alti, ha poco senso istituire le quote rosa tanto per e non apro discorsi sui piazzamenti delle donne nelle classifiche finali che già abbiamo riempito pagine e pagine.
Ma poi questo discorso è terribilmente in contraddizione con il panel della MMW a cui Mazza era pure presente l'altro giorno
#MMW21 • Siamo in un periodo di cambiamento che però non può essere immediato, tutti dobbiamo metterci in discussione per cambiare le logiche del sistema. Creare più unione e meno ghettizzazione può essere un inizio: il vero goal è far sparire le quote rosa.
🎙️ @dariogiovannini pic.twitter.com/WGUzrvViC0
— FIMI (@FIMI_IT) November 23, 2021
Banned
29 novembre, 2020
Waves of Music ha detto
«Dare quote alle donne è offensivo. La musica è arte e nell’arte non puoi creare zone prestabilite, devi farti guidare dall’onestà».
E forse non da una commissione selezionatrice puntualmente composta perlopiù da maschi etero di mezza età 🙂
Vero anche questo, bisognerebbe avere una commissione più eterogenea possibile.
Utente
9 settembre, 2013
Purtroppo è un cane che si morde la coda e non mi sento neppure di attribuire la colpa ad Amadeus, visto che la selezione avviene a monte e parte dal numero di artiste in cui le case discografiche credono ed investono. Se si parte a priori da un environment in cui le donne rappresentano il 14,1% della discografia italiana (la stessa che peraltro nominalmente vorrebbe più presenza femminile a Sanremo per tutelare il solito femminismo DI FACCIATA), come si può mettere assieme un cast dove esse valgano il 50%?
Capisco quando si dice che il meccanismo delle "quote rosa" (anche in altri ambiti) è necessario per scardinare dei pregiudizi intrinsechi nella nostra cultura, però è anche un po' svilente il dovere escludere dei brani meritevoli per tutelare una minoranza che i discografici per primi non rispettano. Senza contare che la selezione di un cast passa necessariamente da una quantità di considerazioni che portano a dover accontentare diverse quote (varietà di generi musicali, pubblico, età, quote assegnate alle varie major ecc.) quindi qualsiasi considerazione si faccia alla fine è un po' una coperta corta dove da ogni parte Amadeus tira finisce per scontentare qualcuno
Utente
16 gennaio, 2021
Tra l'altro le donne sono il 14% nelle classifiche. A Sanremo 2021 contando solo le soliste, quindi escludendo Michielin, Veronica de LRDL e California dei Coma_Cose avevamo 7/26, ovvero il 27%. Quindi già quasi il doppio di quelle presenti nelle classifiche Credo proprio che non sia la rappresentanza di Sanremo il problema principale.
Utente
24 agosto, 2015
lukeyyy ha detto
Tra l'altro le donne sono il 14% nelle classifiche. A Sanremo 2021 contando solo le soliste, quindi escludendo Michielin, Veronica de LRDL e California dei Coma_Cose avevamo 7/26, ovvero il 27%. Quindi già quasi il doppio di quelle presenti nelle classifiche Credo proprio che non sia la rappresentanza di Sanremo il problema principale.
E' anche vero che proprio in virtù di quello che Sanremo è e rappresenta, a livello discografico, culturale e di costume, è utile e corretto che il tentativo di cambiamento passi per di là.
E' chiaro che richiedere le quote rosa per una competizione musicale suona ridicolo (molti si oppongono a questa idea anche a livello di rappresentanza politica, figuriamoci), il 50%, poi, guardando le ultime 4-5 edizioni, sembra qualcosa di totalmente inarrivabile. Però se è tramite questo che bisogna passare per tentare di cambiare questo meccanismo sbagliato e discriminatorio (che, come detto da voi, è ormai intrinseco nel gusto medio dell'italiano a quanto pare), preferisco una richiesta ipocrita delle case discografiche piuttosto che avere un altro Festival con 15 uomini e 7 donne. Magari metterei la percentuale minima al 40%, ecco.
Non succederà, comunque.
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