Utente
28 maggio, 2018
In occasione della Milano Music Week Amadeus ha rilasciato diverse dichiarazioni riguardo il prossimo Festival di Sanremo 2024.
«Sarà un Sanremo un po’ diverso» ammette il conduttore «Visto che sarà l’ultimo, cosa che garantisco, si potrebbe pensare che ci sia un po’ di tristezza, ma sarà festoso, grazie alla musica e a Fiorello con il suo glass fuori dal Teatro Ariston. È chiaro che l'emozione ci sarà, ma in genere non mi commuovo in onda, non sono così romantico nei confronti del lavoro che faccio. A Sanremo mi sono commosso una sola volta, l’anno dopo il Covid, quando scendendo la scala mi è arrivata addosso un’ondata di applausi dal pubblico che mi ha travolto. Intanto vi avviso che anche quest’anno chiuderò alle due di notte»
L’infinita durata è ormai un segno distintivo dei Festival che Amadeus costruisce tutto da solo, come gli consigliò di fare Pippo Baudo.
«Quando mi chiesero nell'estate del 2019 di fare Sanremo io non avevo alcuna idea di come si organizzasse» ammette «Non esiste un manuale del Sanremo perfetto, con Pippo ci incontrammo in un ristorante a Roma, lui mi disse: “Ricordati che devi decidere tutto tu, le luci, il palco, le canzoni, i conduttori, i cantanti, devi conoscere a memoria le canzoni, devi fare tutto con la tua testa, perché solo così puoi gestire questa macchina. Se la affidi ad altri e se le cose andranno male sempre da te torneranno. Ho applicato alla lettera il suo consiglio, può sembrare arrogante, ma è l'unico modo per portare a casa il Festival ed è il vero ruolo del direttore artistico»
Impossibile pensare di prestare la sua esperienza ad un altro conduttore.
«Non accetterei mai» taglia corto «perché la macchina la devo guidare io, sono fatto così, so quello che posso fare e dove invece non sono bravo, preferisco litigare con me stesso che con un altro».
Il D-Day per la lista dei 23 Big della sua quinta edizione è fissato per il 3 dicembre quando comunicherà i nomi al Tg1 delle 13.30.
«Questa è la settimana in cui scegliamo, quella dopo stacco il telefono, vado in una sorta di ritiro spirituale», sorride.
Ha ascoltato oltre 400 canzoni dei Big e mille dei giovani, le cuffiette come uniche vere alleate di questo mestiere che gli ha regalato la soddisfazione di assistere al successo costante di una musica che ha dato nuova linfa a Sanremo.«Vedere che ci sono 19 brani di Sanremo in classifica su 20 è chiaramente una soddisfazione enorme perché io parto sempre dalla musica» ricorda «Ho corso il rischio fin dal primo anno, virando sui giovani, mi dicevano che avrei perso il pubblico adulto, ma non è accaduto. Cerco di fare in modo che i due mondi convivano, con me negli anni ci sono stati Orietta Berti, Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Iva Zanicchi, cantanti che fino a quel momento erano considerati ormai fuori da un circuito discografico e invece hanno dato il loro contributo».
Nella scelta dei brani conta non solo la musica, ma anche e soprattutto il testo, anche se di censure Amadeus non ne ha mai fatte, tanto meno ora che i testi della musica trap sono sotto accusa per i contenuti violenti nei confronti delle figure femminili.
«Non ho mai censurato nessun testo, credo che in questo specifico momento dobbiamo tutti fare una riflessione» chiarisce «Ci vuole un senso di responsabilità generale, senza dare colpa a qualcuno in particolare, la violenza sulle donne non è né di destra né di sinistra, non esiste qui la politica, ma conta il rispetto, la sensibilità, il buon senso di ognuno di noi, bisogna dare l'esempio, perché spesso la violenza nasce in famiglia quando si vede un padre picchiare la madre, ma non vuole dire che un ragazzo non possa ascoltare un certo tipo di musica. Conosco rap e trap, ci sono proteste e disagi che vengono raccontati come accade in America, Inghilterra, Francia, ma anche a questi artisti dico, la protesta va bene ma la violenza no».
Deciso a tener fuori dall’Ariston i super ospiti stranieri
«i miei super ospiti sono i cantanti italiani, oltre a Marco Mengoni, il mio compagno di viaggio nella prima serata che canterà “Due vite” e un medley», Amadeus non ha dubbi sul fatto che Sanremo sia «un tutt’uno con la Rai», anche se la convenzione con il Comune, appena rinnovata, non è una materia che conosce. Il momento più difficile di questi anni? «L’anno del Covid senza Fiorello non ce l’avrei mai fatta».
Fonte: Il Secolo XIX
Utente
7 agosto, 2013
Allora:
- SI', sione alla chiusura tarda, io sono del parere che con Sanremo ci si debba proprio devastare, dev'essere la sbronza di una settimana
- VOGLIO ANDARE IN RITIRO SPIRITUALE CON AMA e dividere con lui le cuffiette degli ultimi ascolti
- il metodo Pippo ovviamente non poteva che essere valido
- sul senso di responsabilità riguardante i testi, è un tema difficile, certo che dato il momento non possono non infastidire certi testi superficiali se non proprio pericolosi
- gli over ci vogliono assolutamente
- speriamo che Ama ci ripensi e che faccia altri 5 Festival, perché a parte per qualche cosa sono fra i Festival del mio cuor
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