Condivido qui quello che ho scritto su Facebook perché non so se ho la forza di reinterpretarlo con parole diverse

Al di là del colore politico e delle preferenze personali (che ritengo abbiano posto fino a un certo punto su un social network come Facebook) io trovo indubbio che il segreto del trionfo elettorale di MoVimento 5 Stelle e Lega - Salvini Premier stia nelle modalità di comunicazione al proprio elettorato.

Leggo in giro grandi stracciamenti di vesti da parte di una fetta peculiare dell'opinione pubblica: "gli italiani sono fondamentalmente stupidi, ignoranti e creduloni", l'analfabetismo funzionale, il fascismo, il razzismo, le fake news e tutti i tormentoni. Ma se per assurdo vogliamo ammettere che il 60% dell'elettorato sia composto da minus habens, quelli son comunque voti che non ci si può permettere di ignorare (o peggio, dileggiare - per confronto si vedano le ultime presidenziali americane) andando a rifugiarsi nel tentare di compiacere TUTTO il restante 40% (e nel processo finendo per scontentare in qualche modo tutti) in nome di una presunta "superiorità intellettuale" che sappiamo tutti quanto vale quando si pone il segno sulla scheda.

Il posizionamento comunicativo di M5S e Lega, specie sulle piattaforme online, è estremamente mirato ed efficace: i primi si rivolgono in larga parte agli "angry voters", a chi è contro il sistema e contro lo status quo - oso dire con una certa retorica dell'esaltazione e della tutela della "mediocrità", attraverso il mantra perenne di "uno vale uno" (quando nel mondo di tutti i giorni, tranne che nella cabina elettorale, le cose funzionano esattamente all'opposto - ma non andate a dirlo ai laureati all'Università della Vita). Non sto a dire e non penso che il MoVimento sia solo questo, ma dalla campagna elettorale che hanno fatto è questa l'immagine che esce di loro - e pensando alla composizione dell'elettorato io trovo abbastanza scontato che un messaggio come questo attecchisca con grande facilità a livello subconscio. Lo stesso vale a grandi linee per Salvini e la Lega, in un modo forse ancora più "basico" (la retorica della difesa della "razza bianca" dall'invasione islamica - dove "islamico" vuol dire ben altro - associata alle prese di posizione razziste, xenofobe ed omofobe mascherate dallo slogan che promette "la rivoluzione del buonsenso", andando a far leva sul diffuso benaltrismo e sull'idea che il buonsenso sia occuparsi dei problemi SERI, non quelli affrontati dalla legislatura precedente), più martellante e comunicativamente ancora più efficace.

Specie se la controparte evita di fidelizzare il proprio target per ostinarsi a tentare di "sparare nel mucchio", sforzandosi di convincere gente non disposta ad ascoltare per principio che tutto vada bene e che siano loro gli stupidi che non lo capiscono. Il tutto gestito da un team di comunicazione social costituito da vecchi e che si rivolge ad un pubblico di vecchi - che per definizione non usano Facebook né Twitter - senza minimamente rendersi conto di come ci si aspetta che un partito si rivolga al proprio elettorato nel 2018, tra endorsement di 18enni felici di andare al concerto di Laura Pausini, infografiche sull'immigrazione che citano gioiosamente slogan leghisti e un ministro dell'Istruzione che esorta Donnarumma a non rinunciare al diploma di maturità.

L'ignoranza dell'elettorato arriva solo fino a un certo punto, e dare adesso la colpa alle fake news e alle bufale che pervadono i social nasconde la solita tendenza italiana a minimizzare i propri errori ed ingigantire i demeriti degli altri senza fare considerazioni dure e sostanziali su cosa non funzioni più e come si possa cambiare in meglio, sia dal punto di vista programmatico che comunicativo. Perchè la storia ci insegna che non si sconfigge un Donald Trump con una campagna elettorale à la Hillary Clinton.

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