Alex87 ha detto

ouro ha detto
giusto per contestualizzare i dati che ho messo prima (che ho corretto perché nella fretta ho scritto milioni invece di MILIARDI), vi basti sapere che per il Regno Unito:

a) la spesa dei consumatori di tabacco

b) il costo sociale del tabacco (salute, social care e minore produttività di business)

c) l'ammontare del prodotto interno lordo allocato alla ricerca

sono circa uguali. 

Ripetiamo insieme: la gente spende in fumo tanto quanto la società deve "pagare"/"perdere" a causa del fumo e tanto quanto lo stato investe nella ricerca (magari ironicamente in parte volta a contrastare le problematiche del fumo).

Può significare tutto e può significare niente, però accostare questi numeri tanto vicini può far riflettere sull'entità dell'impatto sociale ed economico del fumo. Tralascio volontariamente il fatturato abnorme, perché anche il mercato delle armi (o della droga for that matter) ha un fatturato incredibile, ciò non significa che sia giusto il suo operato dato che qualcuno mi disse "fa girare l'economia e dà lavoro a tanta gente".

e sì che a me sembra di vedere molta meno gente fumare qui (soprattutto per strada) che in Italia  sarebbe interessante avere dati simili per l'Italia

concordo sul fatto che qua sembra che non fumi nessuno. Poi io a Londra ho notato (è un'osservazione empirica reiterata nel tempo, quindi vale quel che vale ma secondo me si avvicina abbastanza ad un trend) che

1) nella middle class (dove in UK middle significa da agiati fino a ben più che agiati, middle come la mia collega che ha il padre che lavora in Oman per una multinazionale dell'energia e che ha una casa sia a Cambridge che a Londra e se la passa DA DIO) in pratica non fuma NESSUNO (tranne al sabato sera escono fuori le sigarettine pre serata, ma una ad inizio ed una alla fine e basta). Nei luoghi che frequento io per lavoro non ho MAI visto una sigaretta, MAI.

2) tra i ricchi c'è un andamento simile alla popolazione generale.

3) working class invece la fetta di fumatori è più alta (ma fortunatamente il costo proibitivo dei pacchetti ostacola).

In Italia invece mi è sempre sembrato che il fumo non fosse stratificato socialmente, che non avesse nulla a che fare con la classe. Ma sappiamo bene che il Regno Unito (forse più l'Inghilterra che il resto, forse più Londra) è una società SUPERCLASSISTA (gli agiati mandano i figli ai summer camp in Giappone e San Francisco, la classe operaia a momenti manco sa l'inglese).

Non voglio vedere i dati per l'Italia perché mi direbbero che la spesa dei fumatori è tipo 100 volte il PIL allocato alla ricerca e mi verrebbe un malore.