Domenica 12 febbraio Pippo Baudo avrebbe potuto rivedere una «vecchia amica», di quelle che non si scordano facilmente. La sua Domenica In, infatti, sarebbe andata in onda dal teatro Ariston di Sanremo, dove il conduttore sarebbe tornato per la quattordicesima volta. Il destino, però, ha voluto diversamente, complice un raffreddore che lo ha costretto a casa.
Eppure Pippo si dice tutt'altro che addolorato. Anche perché i suoi Festival «erano un'altra cosa». «Facevo uno share del 70%. Venivano Madonna, Springsteen, Whitney Houston, Beyoncé, Sting, Elton John, Britney Spears… E poi stavolta ha vinto una canzone che durerà tre mesi, non di più. Non dovevano trattare così Gigi D’Alessio e Al Bano», dichiara SuperPippo al Corriere, fiero di aver scoperto il cantante di Cellino in tempi non sospetti.
Heads up all the way
Cause it's too late to be afraid
There's no time to rest
I wanna go and see what's next
Admin
7 agosto, 2013
Non durerà tre mesi per il semplice fatto che già dura da un anno come cantante "popolare" e da molto più tempo come musicista. Se poi intende dire che, dopo il boom, nessuno si ricorderà più di lui boh, può anche succedere che finisca nel dimenticatoio, così come è successo a tanta gente che è uscita dai suoi Festival
Admin
7 agosto, 2013
BertoBarto ha detto
Qualcuno dica a Baudo che quando Sanremo lo conduceva lui esistevano la metà dei canali. Anch'io avrei fatto il 70% di share.
A lui va data buona parte di merito per aver ridato il senso dell'evento al Festival, checché se ne dica, ma sminuire i risultati attual alla luce dell'enorme cambiamento che è avvenuto in televisione significa non avere manco idea di cosa si stia parlando.
Tra l'altro un confronto più equo sarebbe col suo Sanremo più recente che, dati alla mano, è stato il meno visto della storia
mariomatt ha detto
A lui va data buona parte di merito per aver ridato il senso dell'evento al Festival, checché se ne dica, ma sminuire i risultati attual alla luce dell'enorme cambiamento che è avvenuto in televisione significa non avere manco idea di cosa si stia parlando.
Tra l'altro un confronto più equo sarebbe col suo Sanremo più recente che, dati alla mano, è stato il meno visto della storia
Secondo me si sente minacciato da Conti e dal fatto che da molti venga definito "Il nuovo Baudo" e che sempre più persone inizino ad identificare Conti come IL presentatore di Sanremo. Poi immagino sia anche la vecchiaia. Porello, c'ha una certa anche lui.
Utente
11 novembre, 2015
Quando si ritrova a commentare vincitori di Sanremo non presentati da lui, a meno che non siano vecchie glorie sue amiche d'infanzia, non tende ad essere molto generoso con le valutazioni.
Ma, come un critico che ormai conosciamo, ogni volta che lui fa queste sue considerazioni catastrofiche seguono consacrazioni
Vai Pippo che ci porti buuono
Parlando seriamente, la cosa che più mi spiace comunque è che leggo tra le righe superficialità nei giudizi. Lui ha sentito la canzoncina orecchiabile che funziona tantissimo e ha pensato al furbo di turno.
Un giornalista al dopofestival l'ha paragonato a Rovazzi.
Ma qua si parla di un ragazzo figlio di musicisti, che è cresciuto nel negozio di strumenti musicali del padre e sui palchi, che s'è fatto un mazzo tanto da che io lo conosca.
Con tutto il rispetto per tutti, non è uno youtuber arrivato col vento.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Dichiarazioni del genere mi mettono una tristezza assurda. Perché sì, è triste avere una tale considerazione di sé stessi e dei propri gusti. Puoi anche essere stata la persona più rilevante al mondo, ma deve arrivare un momento in cui bisogna capire di non essere più al passo coi tempi, con le tendenze attuali.
Il fatto che in Italia nessuno dei grandi della televisione e della musica degli ultimi trent'anni accetti questa cosa, tra l'altro davvero evidente, è controproducente su tutti i fronti. Da un lato porta la Rai a vivere sempre e solo di ricordi, dando l'idea che la televisione anni '60 e '70 sia un traguardo qualitativo irraggiungibile e dall'altro porta la gente ad osannare e rispettare artisti che cercano di riproporsi continuamente senza portare niente di diverso, ritenendo di essere comunque grandi della musica e di dover essere apprezzati per principio. Nel mentre, altre reti (tipo le reti Sky) propongono comunque programmi di tutto rispetto e vicini a ciò che la televisione di oggi è negli altri paesi e tanti musicisti e cantanti cercano inutilmente di svecchiare le sonorità della musica italiana senza riuscirci, perché tanto "quelli non contano, sono troppo giovani e non sanno quello che fanno".
Ma d'altra parte siamo in Italia, dove tutto ciò che è "nuovo" e "diverso" viene visto come il male che si abbatte sulla nostra "italianità" e ciò che si è fatto in passato. Non si può pensare di andare avanti ed evolversi (non so dire se in meglio o in peggio, ma almeno provare a cambiare qualcosa) solo quando queste persone non possono più tenere le redini della cultura di massa per ragioni di età, perché resteremo sempre indietro rispetto al resto del mondo.
Utente
11 novembre, 2015
@Edre comunque considera che ho notato, da appassionata degli anni che furono, che è una cosa comune a tutte le epoche.
Quando arrivò Elvis Frank Sinatra ne disse il peggio che si poteva dire al mondo su questi giovani senza talento e dai facili costumi.
Quando arrivò Celentano gli amanti di Nilla Pizzi o Claudio Villa non la pensavano molto diversamente.
E ora siamo qua con Elvis mito mondiale e Celentano pietra miliare.
Insomma, dispiace al momento sentire questi commenti da parte di persone che sono rimaste ancorate alle loro certezze e alla loro giovinezza, ma la cosa non inficia il percorso di questi artisti, che se hanno talento faranno la loro carriera e saranno presto considerati quanto meritano.
E' sempre stato così e sarà sempre così
Utente
11 novembre, 2016
Edre ha detto
Dichiarazioni del genere mi mettono una tristezza assurda. Perché sì, è triste avere una tale considerazione di sé stessi e dei propri gusti. Puoi anche essere stata la persona più rilevante al mondo, ma deve arrivare un momento in cui bisogna capire di non essere più al passo coi tempi, con le tendenze attuali.Il fatto che in Italia nessuno dei grandi della televisione e della musica degli ultimi trent'anni accetti questa cosa, tra l'altro davvero evidente, è controproducente su tutti i fronti. Da un lato porta la Rai a vivere sempre e solo di ricordi, dando l'idea che la televisione anni '60 e '70 sia un traguardo qualitativo irraggiungibile e dall'altro porta la gente ad osannare e rispettare artisti che cercano di riproporsi continuamente senza portare niente di diverso, ritenendo di essere comunque grandi della musica e di dover essere apprezzati per principio. Nel mentre, altre reti (tipo le reti Sky) propongono comunque programmi di tutto rispetto e vicini a ciò che la televisione di oggi è negli altri paesi e tanti musicisti e cantanti cercano inutilmente di svecchiare le sonorità della musica italiana senza riuscirci, perché tanto "quelli non contano, sono troppo giovani e non sanno quello che fanno".
Ma d'altra parte siamo in Italia, dove tutto ciò che è "nuovo" e "diverso" viene visto come il male che si abbatte sulla nostra "italianità" e ciò che si è fatto in passato. Non si può pensare di andare avanti ed evolversi (non so dire se in meglio o in peggio, ma almeno provare a cambiare qualcosa) solo quando queste persone non possono più tenere le redini della cultura di massa per ragioni di età, perché resteremo sempre indietro rispetto al resto del mondo.
Moderatore Junior
28 novembre, 2015
BertoBarto ha detto
Qualcuno dica a Baudo che quando Sanremo lo conduceva lui esistevano la metà dei canali. Anch'io avrei fatto il 70% di share.
Anche Aragozzini intervistato dalle Iene si burlava che lui faceva il 70% e ha aggiunto pure che "Metà dei cantanti di quest'anno erano per me sconosciuti "
Perchè immagino che oggi invece tutti ci ricordiamo i cantanti delle sue edizioni,già
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
GuSpe ha detto
@Edre comunque considera che ho notato, da appassionata degli anni che furono, che è una cosa comune a tutte le epoche.Quando arrivò Elvis Frank Sinatra ne disse il peggio che si poteva dire al mondo su questi giovani senza talento e dai facili costumi.
Quando arrivò Celentano gli amanti di Nilla Pizzi o Claudio Villa non la pensavano molto diversamente.
E ora siamo qua con Elvis mito mondiale e Celentano pietra miliare.
Insomma, dispiace al momento sentire questi commenti da parte di persone che sono rimaste ancorate alle loro certezze e alla loro giovinezza, ma la cosa non inficia il percorso di questi artisti, che se hanno talento faranno la loro carriera e saranno presto considerati quanto meritano.
E' sempre stato così e sarà sempre così
Esatto, ed è proprio per questo che la trovo una cosa ancor più triste, col passare degli anni. Già adesso stiamo assistendo alla santificazione di molti gruppi musicali degli anni '80 e '90, che all'epoca erano considerati alla stregua di un Rovazzi. La cosa che più mi lascia interdetto è che le stesse persone che un tempo magari parlavano di quello di cui stiamo parlando noi sono quelle che oggi considerano la cultura della propria gioventù l'unica valida.
Cioè, ci sta che uno possa preferire determinati generi musicali o programmi televisivi del passato, è normale. Ci sono un sacco di giovani che ascoltano solo rock classico o metal degli anni '70, altrettanti che idolatrano il jazz, il blues e in generale le atmosfere degli anni '60, ma quelle sono scelte personali. Ciò che mi fa arrabbiare (e questo di qualsiasi generazione, ovviamente!) è chi si ostina a non guardare oltre e desidera tornare a sonorità, costumi etc. di quei periodi. Purtroppo non è nemmeno una cosa radicata nelle persone di una certa età, perché lì è ovvio che si tenda a preferire il mondo di quando si era giovani (sebbene sia sbagliato pretendere che esista solo quello), ma è una cultura che quelle persone stanno inculcando nelle nuove generazioni. Io stesso ho un due o tre amici che erano indignati per le esclusioni di Al Bano e D'Alessio perché "loro sono icone della musica italiana", "la musica italiana è quello", "Sanremo deve avere solo grandi della musica italiana". E continuiamo ad esportare musica meno di un paese del terzo mondo, allora, se ci piace così.
È questa mentalità ad essere sbagliata: una cultura si evolve, e non è detto che si annulli. La stessa canzone di Gabbani, se la guardate tra le altre dell'ESC, è ITALIANISSIMA, si riconosce proprio il sound italiano. È moderna, ma moderna a modo nostro. Allo stesso modo quando si va ad ascoltare, ad esempio, l'indie italiano, si riconosce subito la differenza tra il nostro e quello, per dire, scandinavo (che ha sonorità più cupe ed elettroniche) o quello americano (che solitamente ha forti influenze country o r&b).
Persone come Baudo & co. stanno facendo passare l'idea che non si debba cambiare mai una formula se in passato ha funzionato, ma bisogna creare formule che funzionino anche adesso per non diventare un paese completamente morto, televisivamente e musicalmente parlando. Seriamente, le nostre uniche esportazioni musicali sono in america latina, pochissimi brani italiani mantenuti in italiano hanno un discreto successo altrove (a dire il vero non ne ricordo nessuno, di recente, e per recente intendo almeno gli ultimi quindici anni), quando da noi arrivano quasi ogni anno almeno uno Stromae o una Indila che portano canzoni attuali nella propria lingua. Per non parlare delle produzioni svedesi, francesi o norvegesi, che sì, hanno testi in inglese, ma la produzione resta sempre quella, ha quel sound riconducibile alla musica che si fa in quella nazione.
Che abbiamo noi in meno? Una cultura vecchia, incentrata sui ricordi "di quando tutto era migliore", che non porterà a nulla.
Utente
1 maggio, 2016
Che tristezza questi anziani che non si rassegnano, Baudo e pure Al Bano, ad esempio.
C'è un tempo per tutto, un tempo per mietere successi e un tempo per starsene zitti e dimostrare signorilità. Sono cambiati i tempi e non si possono paragonare festival di decenni fa con quelli attuali.
Quando su ogni settimanale, in ogni trasmissione, anche al TG, mi compare il faccione di Al Bano, mi chiedo sempre che bacino di utenza abbia ancora. Fa aumentare lo share delle trasmissioni e la tiratura dei settimanali? Credo proprio di no, quindi non mi spiego questa onnipresenza.
Lo stesso di può dire di Baudo, con tutto il rispetto, ma ha fatto il suo tempo.
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
7 agosto, 2013
BertoBarto ha detto
Secondo me si sente minacciato da Conti e dal fatto che da molti venga definito "Il nuovo Baudo" e che sempre più persone inizino ad identificare Conti come IL presentatore di Sanremo. Poi immagino sia anche la vecchiaia. Porello, c'ha una certa anche lui.
Anche a me sembra tanto un tentativo di "segnare il territorio"
Utente
11 novembre, 2016
come alcuni di voi hanno detto è un discorso senza senso che dimostra quanto Baudo sia ormai troppo fuori contesto nella tv moderna.. Come puoi fare paragoni con i tuoi festival che andavano in onda contro la metà della metà dei canali?
Poi vogliamo parlare del fatto che ormai di lui si sente parlare più delle lamentele che dei lavori in tv... vedi Domenica in, non mi pare stia facendo sfaceli però di questo non parla.
Dovrebbe prendere due o tre lezioni sulla televisione moderna da Maurizio Costanzo che con umiltà ( almeno apparente) continua a lavorare senza disturbare nessuno
Utente
7 agosto, 2013
Sono convinto che il passare degli anni e la vecchiaia spaventino tutti, però è giunto il momento che personaggi come Pippo Baudo ed Aragozzini vadana in pensione. Hanno già dato in bene e in male. Hanno fatto il loro tempo, adesso lascino far bene e far male agli altri, le loro carriere e la loro dignità li ringraziano...
Utente
7 agosto, 2013
Riguardo al suo discorso su Gabbani, non credo che abbia gli strumenti per poter giudicare la durata del successo di un artista... Se sarà una moda solo il tempo e i gusti musicali della gente ce lo diranno, in questo momento è l'artista più ascoltato in Italia...
Ps: Pippo Baudo... Panta rei...
Utente
7 agosto, 2013
vike ha detto
Non dovevano trattare così Gigi D’Alessio e Al Bano», dichiara SuperPippo al Corriere, fiero di aver scoperto il cantante di Cellino in tempi non sospetti.
E questa frase spiega perchè Baudo non deve condurre mai più Sanremo.
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