Utente
28 maggio, 2018
La «Plastic tax» prevista dalla bozza della prossima legge di Bilancio prevede un’imposta da 1 euro al chilo. Andiamo a vedere nel dettaglio quali saranno gli oggetti colpiti e quali quelli esclusi.
PRODOTTI COLPITI:
Bottiglie di plastica, tappi ed etichette di plastica
Buste e vaschette monouso
Tetrapack del latte
Contenitori detersivi
Polistirolo
Packaging per elettrodomestici/computer
Plastica pluriball
Pellicole e film di plastica
PRODOTTI ESCLUSI:
Siringhe, oggetti legati alla salute
Taniche
Contenitori per la custodia di oggetti
Oggetti di plastica con uso duraturo
Allo stesso tempo nella bozza della manovra sono previsti incentivi per le aziende che decideranno di produrre materiali biodegradabili e compostabili: un credito d’imposta nella misura del 10 per cento delle spese sostenute. Questo bonus sarà riconosciuto fino ad un importo massimo di 20 mila euro. L’obiettivo è quello di favorire la transizione verso un’economia circolare.
L'opinione pubblica è scettica riguardo l'introduzione di questa ulteriore tassa, i consumatori temono, infatti, che le aziende scarichino i costi sugli acquirenti finali, facendo aumentare la spesa delle famiglie. Secondo quanto stimato da Federconsumatori l’aumento potrebbe aggirarsi intorno ai 138 euro per famiglia, mentre per Codacons la stangata sulla plastica può arrivare a 165 euro. Da non dimenticare infatti anche un'altra misura "green" di questa manovra, ovvero lo stop alle agevolazioni sul gasolio per l'autotrasporto anche agli euro 3.
É necessario il ricorso a nuove tasse per invertire la tendenza all'uso smodato della plastica?
Fonte: Corriere della Sera
Utente
20 maggio, 2018
Son d'accordissimo su questa tassa, soprattutto se sono previsti incentivi per le aziende che producono altre tipologie di materiali. Facciamo davvero un uso eccessivo di plastica. Si dovrebbe inoltre agire con regole più restrittive: è vero che il numero di componenti all'interno di una famiglia si sta riducendo, ma non è neanche possibile produrre un rifiuto in plastica per contenere 3 fette di prosciutto. Dovrebbero imporre una quantità minima di prodotto destinato al confezionamento, altrimenti ti fai incartare la quantità che desideri direttamente al banco.
Per alcuni beni mi sembra impossibile non produrre plastica (mi viene in mente il dentifricio), ma per molti altri se ne può fare anche a meno. È ora di darci un taglio.
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