Utente
2 dicembre, 2020
Un post di Antonio Dikele Distefano ha scatenato un'accesa discussione fra lui e Ghali nel profilo Instagram del primo.
Dikele scrive: "Fino a qualche giorno fa tutti parlavano della Palestina. Io non l’ho fatto e mi hanno offeso, dicendo che non potevo stare zitto su una cosa del genere. Non devo giustificarmi per il silenzio, ho provato a capirne di più, ma ogni volta che ci provavo mi sembrava sempre di sentire la versione della storia di una delle due parti e non la storia per com’è. Io ho una mia idea sulla questione, semplicemente perché non ritengo di essere una voce abbastanza autorevole in merito. Quello che più mi stupisce però è che tutti quelli che hanno riempito il feed di post a favore della Palestina, ne abbiano smesso di parlare appena il tema non è più di tendenza. Mi spaventa che la visibilità di certi temi dipenda dall’andamento degli hashtag di Twitter e di Instagram.
L’indignazione e la difesa dei diritti umani stanno seguendo le stesse dinamiche della moda e questo è molto pericoloso. 3 giorni di visibilità non cancellano decenni di ingiustizie, non creano un futuro migliore. Oggi i riflettori sulla Palestina sono di nuovo spenti, come se non fosse successo nulla. Sono certo che si riaccenderanno, ma non ora, non oggi. Oggi nei profili di quelle persone che mi chiedevano di parlarne c’è solo silenzio. Come se il conflitto fosse finito. Quando invece c’è solo stata una tregua, l’ennesima negli ultimi decenni, destinata presto a rompersi.
Oggi parlare di certi temi è un modo come un altro per ottenere approvazione sociale, misurata in like, condivisioni e commenti. I social hanno un potere enorme, ma non possiamo usarli come un interruttore. Possono essere uno specchio di quello che succede, un amplificatore della risonanza delle ingiustizie, ma non possono accendersi solo per 3 giorni. Lo trovo controproducente. Mi chiedo se il problema è nelle persone o nel ‘’sistema’’ dei social. So di certo che oggi le ingiustizie durano molto di più dell’indignazione che generano. E questo è un grosso problema. Se avete idee questa è la mia mail: [email protected]."
Al che Ghali replica, nei commenti: "Ma zio ancora che parli, non ci sei mai e non te ne fotte un cazzo. Probabilmente questo post è anche premeditato. Non sei mai manco mai voluto andare mai in Africa, nel posto da dove provieni e quando ti si parla di Dio ci guardi come dei pazzi perché anche se hai soldi non hai mai viaggiato e mai uscito dal tuo quadrato. Ti stanno sgamando tutti. Hai avuto la possibilità di dare visibilità alla nostra cultura e la nostra storia in una serie Tv che non ci rappresenta affatto e racconta una realtà veramente distorta. Il 95% non ha manco finito la prima puntata. Fai come se il modo per combattere il razzismo sia andare avanti considerandoci normali e invece continui a ribadire che siamo diversi. Meno veleno e più apertura, visita il tuo paese 🙏🏽"
E Dikele: "ciao ghali, ho visto solo adesso il tuo commento. forse sei agitato perché il tuo singolo non sta funzionando, non lo so. forse dimentichi che sono la persona che ti scriveva i ritornelli, che ti diceva “scrivi in arabo” quando tu non volevi. sono la persona che ha dato vita alla tua linea di vestiti che oggi stranamente hai chiuso. sono la persona che ti ha detto di investire sulle seconde generazioni, che ti ha detto come avresti dovuto chiamare il tuo primo disco e mille altre cose che la gente non sa. sii grato, non fare il fenomeno su instagram. io non ho mai fatto uso di droghe, mai bevuto alcol, mai bestemmiato, lavoro con le stesse persone da 10 anni, tu puoi dire lo stesso? preferisco non credere e non menzionare mai dio piuttosto che essere falso come te. se hai un problema mi chiami. il mio numero è lo stesso che hai dato al tuo manager per farmi dire che avevi ancora bisogno di me. sono quella persona che a febbraio hai incontrato e ti ha detto “ in questa traccia dovresti mettere liberato “. eri il numero uno. tutti volevano essere te e guardati ora. a supplicare le radio su instagram di passare una tua traccia. sono andato via e l’unica cosa che hai saputo fare è stata rovinare tutto quello che avevo costruito. perché tu da solo senza di me non sei in grado di fare neanche la metà di quello che hai fatto in quegli anni. lasciami perdere, non farmi parlare perché è una gara che perdi. ho fatto più cose io per questo paese di te. e non dimenticarti mai che tu rientri tra le cose che ho fatto."
Ma il dissing non accenna a spegnersi: https://www.instagram.com/p/CQx_HrSrIb9/
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