Io ho un cane, un gatto e due tartarughe, ho avuto un coniglio e anche criceti, pesci e compagnia bella. Con gli animali si crea un rapporto meraviglioso, ma con la sperimentazione c'entra come i cavoli a merenda.

Io vedo il padre di un'amica morire di cancro, una collega che perde la figlia di 3 anni per la leucemia, mia nonna che va via di testa per l'alzheimer... Per gli animali mi dispiace (dispiace a tutti eh, i ricercatori non sono sadici) ma sarei ipocrita se non dicessi che sono disposta a sacrificare mille cavie se può servire a sconfiggere tutte queste malattie devastanti.

E comunque, tutti a strapparsi i capelli per gli animali carini e coccolosi e mai nessuno che pianga per il moscerino della frutta.

steph ha detto
Mah diciamo che ci sono sperimentazioni e sperimentazioni.

Ad esempio ci sono sperimentazioni veramente cruente per testare dei cosmetici.   Ed avendo dua gattini di 2 mesi che stanno giocando sotto il mio tavolo, potete capire che cosa ne penso.   

D'altra parte però ci sono invece dei test per farmaci importanti prima di passare alla sperimentazione umana...

Poi si narra anche di qualcuno che ha fatto mangiare i funghi al gatto per vedere se erano buoni; solo che il gatto è stato benissimo e loro tutti all'ospedale...   ... nel senso che le reazioni non sono le stesse tra un organismo di una cavia e quello di un uomo.

Alla fine che dire?  Mi sembra che come in molte cose la risposta "dipende" - ovvero "dipende da che animale" o "dipende dal caso" - siano piuttosto sagge.  

Invece proporrei a chi non ha mai avuto in casa un cane, gatto, coniglietto o altro animale di astenersi dall'esprimere valutazioni perché è impossibile capire il rapporto "umano" che si stabilisce... che rischia di essere più forte ed emotivamente convolgente di quello con certi essere umani.   Così come se trovi un vegano convinto che non mangia neppure un uovo perché non vuole uccidere un feto di pulcino, è inutile ragionarci  

Il fatto che non ci sia una corrispondenza del 100% tra la cavia e l'uomo è vero, ma:

1. È proprio per questo che nei test preclinici si utilizzano più animali, così se una reazione inattesa nell'uomo non si dovesse verificare nell'animale 1 si spera si possa vedere con l'animale 2 (e se così non fosse si rischierebbe di replicare danni enormi come ci furono per la talidomide).

2. Ai test preclinici seguono test clinici, quindi sulle persone. E questi test clinici si articolano in fasi, di cui la prima si basa su volontari sani, quindi ci saranno tutti gli accorgimenti del caso per minimizzare l'eventuale danno arrecato su costoro.

3. Anche per questo esiste un Comitato Etico che valuta dai dossier presentati dalla casa farmaceutica di turno se, alla luce dei metodi che la casa farmaceutica vorrebbe utilizzare, il beneficio atteso dal test sia maggiore dei "rischi" corsi dall'animale (tant'è che per legge: si deve minimizzare il dolore, se ci sono alternative all'uso degli animali dovranno essere utilizzate queste, si deve minimizzare il numero di animali sacrificati).

Disaccordo totale sul fatto "dipende dall'animale": se sono un'ammalata che partecipa al trial clinico mi rincuorerebbe sapere che il farmaco è stato testato sull'animale per cui c'è una maggior probabilità di coincidenza di reazioni inattese. Se per mille motivi si ritiene che sia il cane l'animale in questione, please: utilizzate anche il cane, non dite "i cani sono troppo pucciosi, proviamo sui moscerini della frutta".

Precisazione anche sul discorso cosmetici: è illegale dal 2003 fare test sugli animali in ambito in questo ambito.