Alive ha detto
Lo sport "solo femminile" nasce per difendere una categoria che in alcuni sport è biologicamente sfavorita, quindi il sesso da considerare è quello biologico.

Pensatelo nel pugilato: non è che uno che pesa 130 kg possa andare a combattere nei mini-mosca perché "la sua vera natura interiore è 45 kg"....

Per contro non mi risulta che esistano categorie "solo maschili", per esempio nelle squadre giovanili di calcio giocano spesso anche ragazze, quindi in una squadra "non-femminile" può giocare chiunque, indipendentemente dal sesso biologico, personale, percepito, dimostrato o conseguito chirurgicamente.  

Lo sport "solo femminile" accoglie tra i suoi ranghi tutte quelle atlete che non sono uomini. Considerando gli effetti che gli ormoni che le donne trans* (l'asterisco viene impiegato come segno inclusivo, va a rappresentare le persone transessuali e le persone transgender) assumono nel loro percorso di transizione e che assumeranno per tutto il corso della loro vita, dobbiamo tenere a mente che: gli estrogeni che la donna trans* assume hanno effetti a che vanno ben oltre l'inficiante sulle sue performance; l'atleta donna trans* (brutalmente detto, l'atleta che nasce biologicamente maschio ma si identifica come donna non cisgender, quindi transgender o transessuale) vede la sua massa muscolare diminuire, il tono e la reattività degli stessi calare, conseguentemente la sua "atleticità", per usare un termine che accolga il più degli aspetti fisici richiesti dallo sport, diminuire. Da donna trans* prima di iniziare la terapia ormonale a donna trans* che ha iniziato e prosegue la terapia ormonale, lei stessa vede la sua prestazione atletica regredire, anziché migliorare o rimanere stabile. Non credo quindi che la retorica della tutela dell'atleta più fisicamente dotato vs. atleta fisicamente svantaggiato stia in piedi (anche perché: l'atleta fisicamente svantaggiato a livello di concezione delle capacità atletico-sportive del proprio corpo, qui, è l'atleta trans*; in secondo luogo, nessuno sport di contatto inserirebbe nella stessa categoria un atleta di 130kg e uno di 45kg -- in altre parole, le categorie di peso che il pugliato propone andrebbero a collocare l'atleta donna trans* di 130 kg con l'atleta donna cisgender di 45kg, e "la sua vera natura interiore" cit. come la chiami tu, in maniera lievemente dispregiativa, non andrebbe ad influire sulla competizione né a inficiare le performance e le probabilità di successo/insuccesso della sua avversaria cisgender.