Utente
7 agosto, 2013
Tutti noi siamo stati studenti, quasi tutti noi siamo entrati nel magico, triste e fantastico mondo dell'università.
Questo topic nasce con l'idea di scambiare opinioni, dare consigli e raccontare avventure e disavventure di quando siamo stati studenti.
Va bene qualsiasi argomento, purchè si tratti di università. Ecco un paio di spunti:
- il momento dell'iscrizione e la scelta definitiva
- i corsi, i colleghi e i primi esami
- chi ha studiato fuori può raccontare anche la sua vita da fuorisede, tra coinquilini strani e il contatto con una nuova realtà
- esperienze all'estero come ad esempio un viaggio studio o il programma Erasmus
- prof impazziti e irreperibili, la nostra media e lo studio matto e disperato durante le sessioni d'esame
- amici, amanti e amori nati in facoltà
- materia preferita di tutto il corso
- la tesi, la discussione e il giorno della laurea
- qualcuno ha continuato con una specializzazione/master/dottorato?
- cosa ricordate con particolare affetto e cosa avete odiato di più del periodo universitario?
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Admin
7 agosto, 2013
Bei tempi di una volta ( no in realtà specie la magistrale me la sono vissuta MALISSIMO)
saccio ha detto
Qualcuno ha consigli su come scrivere sta cavolo di tesi? Mi sono fatto il mazzo alla magistrale per prendere una buona media, sto sul 28.30 ma non riesco a fare sta tesi del menga. Consigli?
Non sappiamo che facoltà fai, non sappiamo quali siano le tue difficoltà nello specifico. Che consigli vuoi?
Banned
7 aprile, 2014
mariomatt ha detto
Bei tempi di una volta ( no in realtà specie la magistrale me la sono vissuta MALISSIMO)Non sappiamo che facoltà fai, non sappiamo quali siano le tue difficoltà nello specifico. Che consigli vuoi?
Consigli generali per fare la tesi. Sto cercando di scriverla ma non riesco a combinare molto, se mi ci metto, sto 3-4 ore e scrivo massimo 1-2 pagine perché continuamente modifico ciò che ho scritto.
Poi ste cavolo di citazioni sono una bella spina nel fianco perchè ho sempre paura di esagerare a prendere la roba in giro e sfociare nel plagio, peró ecco senza documentarsi in giro è un pò difficile scrivere le cose
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Io sto ancora frequentando l'università (dove con "ancora" intendo che sono al secondo anno, quindi per finire mi manca un po' ).
In realtà i momenti dell'iscrizione sono stati TRAGICI. Sono da sempre un appassionato di scrittura e di lingue, ma la mia famiglia non mi ha mai appoggiato moltissimo perché a loro dire quelle sono "carriere rischiose". Sembra paradossale, ma ho pagato per certi versi il fatto di andare abbastanza bene a scuola: ottenendo buoni risultati anche nelle materie scientifiche, sono stato spinto da sempre verso quelle, perché "più sicure, ti garantiscono un lavoro".
Negli ultimi tre anni di liceo ho avuto dei professori in campo umanistico che non mi hanno fatto appassionare moltissimo alle materie, ed ero sicuro di scegliere, alla fine, medicina come mia madre, anche se con poca convinzione. Al momento della scelta per l'università, però, ho iniziato ad avere dubbi su dubbi, perché quelle passioni che avevo forse erano semplicemente "addormentate" da tre anni di nulla, e avevo deciso di riprenderle e iscrivermi a facoltà in ambito o linguistico/sociologico (relazioni internazionali o mediazione linguistica), o di management (dei media, in particolare, per tentare una carriera da manager televisivo/discografico o anche da giornalista).
Dopo aver appurato che la seconda opzione fosse abbastanza complicata (e costosa, per quanto riguardava le università che stavo considerando, oltre al fatto che mi imbarazza persino chiamare per ordinare pizze, figuriamoci gestire roba a livello di media), a febbraio del quinto anno tento di iscrivermi ad un corso a numero chiuso di Global Governance a Roma. Invio un testo in inglese in cui spiegavo perché fossi interessato a quelle cose e rientro tra i primi 20 che dovevano sostenere un colloquio. Essendo calabrese, mi veniva difficile salire a Roma da un giorno all'altro, quindi decisi di fare il colloquio via Skype. E nulla, la connessione saltava continuamente, il professore che stava tenendo il colloquio mi chiede se potessi salire lì ENTRO TRE GIORNI e vado nel panico più totale, rifiutando. Volevo morire.
Sfumata anche questa possibilità, torno a valutare il discorso scientifico, decidendo di iscrivermi a una facoltà del dipartimento di fisica (materia che, al liceo, mi è costata la prima insufficienza, ma che lentamente mi aveva conquistato), tra il classico corso in fisica e un corso in scienza dei materiali e nanotecnologie. Scelgo il secondo, faccio i TOLC, entro e gg, mi iscrivo.
Ovviamente, a giugno, quelli di Roma mi chiamano per rifare il colloquio un paio di giorni dopo il pagamento della preiscrizione, perché ero ri-rientrato negli altri 20 con il testo inviato a febbraio
E dunque a settembre, prima dei corsi, prendo casa vicino all'università con un compagno di classe e inizio a seguire dei corsi introduttivi, stringendo amicizia... Con tutti i ragazzi del corso di fisica, l'altro presente nel dipartimento oltre il mio, che seguivano i pre-corsi con noi. Ovviamente, quando sono iniziati i corsi veri e propri hanno completamente smesso di considerarmi, e i miei veri colleghi non mi avevano fatto un'impressione positivissima. Fortunatamente, con il passare del tempo mi sono reso conto che i miei colleghi fossero bravissime persone, mi trovo bene davvero con tutti quanti (eravamo tipo 40 il primo anno e ora siamo una ventina), mentre i ragazzi dell'altro corso si sono, a quanto ho capito, scannati abbastanza tra loro per un eccesso di competitività. Karma is a bitch.
E dunque, per il primo anno ho condiviso casa con un mio ex compagno di classe (ora anche collega) tranquillissimo, mentre quest'anno decido insieme ad un altro collega con cui avevo stretto tantissimo e al mio migliore amico del liceo di prendere una casa a tre. La cosa è sfociata un po' nel tragico, ossia con me che combattevo tra la voglia di pulire e sterilizzare ogni cosa e il fatto che non volessi passare per il fesso che fa da governante. Un esempio pratico: un mio coinquilino ha fatto esplodere una bottiglia di ketchup, ci ha avvisati ed è andato a mangiare in stanza. Dopo una mezz'oretta esco dalla stanza per andare in cucina e trovo una parete ravvivata da un simpatico murales di chiazze rosse. Una gioia per gli occhi.
Il prossimo anno prenderò un monolocale. Sono un po' preoccupato perché non amo stare da solo, ma almeno so di stabilirmi definitivamente in una casa per un paio d'anni senza dover cambiare ancora.
Per il resto, essendo ancora agli inizi non saprei cosa rispondere Non ho ancora un corso preferito perché i primi anni sono sempre propedeutici e non si fanno cose interessantissime, ma ho già delle belle esperienze da ricordare. Niente di eclatante, sia chiaro, semplicemente quei momenti piacevoli tra colleghi o a casa con amici. Con il coinquilino del ketchup (che, a parte tutto, è comunque una bravissima persona) e una collega abbiamo ormai formato un bel gruppetto, quando c'è da fare progetti lavoriamo sempre insieme, penso sia una bella amicizia.
Per quanto riguarda le varie sessioni, le vivo tutte malissimo. Non sono capace di studiare durante i corsi, arrivo sempre a studiare negli ultimi cinque/dieci giorni disponibili continuando anche la notte, se serve. Una cosa carina è che la notte prima di un esame sto sempre sveglio a studiare e aspettare l'alba, e dal balcone della camera, vedo una volpe che passa nella campagna sotto casa. So che sembra un po' una fanfiction, ma capita davvero sempre, e penso sia una delle cose che sicuramente ricorderò del mio periodo universitario (e ovviamente citerò la volpe nella tesi, se lo merita).
In ogni caso, l'ambiente universitario mi sta piacendo molto, è qualcosa di più libero e autonomo della scuola, che in alcuni momenti ho sofferto moltissimo (soprattutto a causa dei rapporti più personali con i professori, ma quella è un'altra storia). Spero davvero di restarne all'interno anche in futuro, perché quello che sto studiando mi sta lentamente conquistando, e mi piacerebbe fare ricerca o insegnamento all'interno dell'ateneo. Certo, per carattere non sto vivendo alcune esperienze folli che fanno altri (soprattutto chi è seriamente fuori sede, io in pratica sto a quaranta minuti di auto da casa), ma per me che sono cresciuto come figlio unico, avere finalmente un po' di autonomia è già perfetto.
Utente
7 agosto, 2013
saccio ha detto
Consigli generali per fare la tesi. Sto cercando di scriverla ma non riesco a combinare molto, se mi ci metto, sto 3-4 ore e scrivo massimo 1-2 pagine perché continuamente modifico ciò che ho scritto.
Poi ste cavolo di citazioni sono una bella spina nel fianco perchè ho sempre paura di esagerare a prendere la roba in giro e sfociare nel plagio, peró ecco senza documentarsi in giro è un pò difficile scrivere le cose
Scrivere una, massimo due pagine al giorno è normalissimo in realtà, per quello a scrivere la tesi magistrale ci vuole parecchio...per le citazioni a me consigliarono di non farne più di 2 in ogni pagina, però ovviamente dipende dalle direttive del tuo corso di laurea, io facevo scienze filosofiche.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Io ricordo gli anni dell'uni come i più belli. Per carità, una faticata anche fisica, dal momento che mi spostavo ogni giorno, però avendo frequentato in un campus è stata un'esperienza che ricordo con piacere, che mi ha fatto crescere e che mi manca tantissimo.
La cosa fondamentale è scegliere una strada che si può percorrere con piacere. Quando c'è questo anche le difficoltà si affrontano con un atteggiamento diverso e con una motivazione maggiore.
Utente
15 dicembre, 2015
- Il momento dell'iscrizione e la scelta definitiva
Inizialmente avevo scelto lingue, poi ho "ripiegato" su economia.
- i corsi, i colleghi e i primi esami
Dei primi esami non ricordo nulla, i corsi della triennale li ho frequentati ben poco (ora in magistrale sono diventato frequentante), i colleghi boh, alcuni ancora li sento, altri no a meno che non mi servono informazioni
- chi ha studiato fuori può raccontare anche la sua vita da fuorisede, tra coinquilini strani e il contatto con una nuova realtà
- esperienze all'estero come ad esempio un viaggio studio o il programma Erasmus
- prof impazziti e irreperibili, la nostra media e lo studio matto e disperato durante le sessioni d'esame
Ho imparato col tempo ad organizzare meglio le giornate di studio. Fino a circa due anni fa andavo di "full immersion", ossia preparavo tutto all'ultimo. Ora non più. La cosa che non è cambiata è il mio approccio allo studio: sempre carico di ansia e di stress, lo vivo malissimo.
- amici, amanti e amori nati in facoltà
Si dice di non rinnegare il passato, io invece lo rinnego eccome, tipo 'sta pseudo storia che era nata in facoltà Comunque non era proprio amore.
- materia preferita di tutto il corso
Internal Auditing e, nonostante i 2 mesi intensivi di preparazione, diritto privato
- la tesi, la discussione e il giorno della laurea
La laurea, stranamente, l'ho vissuta in maniera tranquilla. Credo che il mio unico pensiero del giorno fosse sperare di venire bene in qualche foto perché dovevo postarla su IG
- qualcuno ha continuato con una specializzazione/master/dottorato?
Devo ancora finire la magistrale.
- cosa ricordate con particolare affetto e cosa avete odiato di più del periodo universitario?
"Odiato" il mio relatore. Non mi ha minimamente seguito. Con affetto ricordo il docente di Diritto Pubblico, era un vecchietto dorcissimo e adorabile
Utente
6 agosto, 2015
Io dell'università non ho un ricordo nè positivo nè negativo in quanto alla fine non è stata un'esperienza che mi ha cambiato la vita.
Io venivo da ragioneria quindi ho scelto inevitabilmente la facoltà di Economia aziendale indirizzo libera professione non tanto perchè volessi fare il commercialista ma soprattutto perchè mi piaceva occuparmi di numeri e contabilità.
Nel corso degli anni mi sono accorto che il corso di studi non mi stava fornedo ciò che mi aspettavo. Ad esempio non scorderò mai che gli esami caratterizzanti come economia aziendale, ragioneria, tecnica professionale hanno previsto solo la prova orale e non quella scritta ed è una cosa di cui non ho mai capito le ragioni; inoltre il piano di studi prevedeva come obbligatorie materie tipo merceologia-storia economica-informatica (quest'ultima materia sarebbe utile se fosse applicata e non teorica per imparare cose elementari o cose non utili in quel percorso di studi perchè prive di qualsiasi applicazione concreta fatta eccezione per i database) mentre erano a scelta esami quali diritto tributario - diritto amministrativo ed altri.
Ricordo invece altri esami superati facendo la sola prova scritta che consisteva in quiz su cui ero diventato bravissimo ma che non ritengo un modo opportuno per verificare la preparazione degli studenti.
Alla fine tutto ciò mi ha portato a fermarmi dopo aver conseguito la triennale anche perchè se avessi fatto gli ulteriori due anni mi sarebbero capitati soprattutto gli stessi professori dei primi tre anni con esami e materie che erano il completamento di quelli già fatti.
Ora rispondo ad alcune domande di Pupi.
Pupi87 ha detto
- il momento dell'iscrizione e la scelta definitiva
- i corsi, i colleghi e i primi esami
- chi ha studiato fuori può raccontare anche la sua vita da fuorisede, tra coinquilini strani e il contatto con una nuova realtà
- esperienze all'estero come ad esempio un viaggio studio o il programma Erasmus
- prof impazziti e irreperibili, la nostra media e lo studio matto e disperato durante le sessioni d'esame
- amici, amanti e amori nati in facoltà
- materia preferita di tutto il corso
- la tesi, la discussione e il giorno della laurea
- qualcuno ha continuato con una specializzazione/master/dottorato?
- cosa ricordate con particolare affetto e cosa avete odiato di più del periodo universitario?
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- La scelta definitiva, come già detto, è stata abbastanza ovvia ma col senno di poi mi indirizzerai su altri corsi tipo statistica.
- Sui corsi ho già detto; il primo esame è stato quello di matematica per l'economia che era il più temuto perchè la maggior parte degli studenti lo ripeteva più volte. Ricordo che quando andai a vedere i risultati dello scritto sembrava di leggere una schedina con tutti voti bassissimi (voti sotto il 10), io presi 15 risultando uno dei migliori mentre le sufficienze si contavano su una mano; fortunatamente con l'orale riuscii a recuperare e presi un ottimo voto.
Il professore di matematica fu colui che ci accolse il primo giorno, era parecchio anziano e ricordo che entrava in aula e subito iniziava a scrivere alla lavagna e dovevi essere abilissimo a copiare tutto visto che questo esame non prevedeva neanche un libro per prepararsi ma solo una dispensa di 100 pagine in cui tutto era spiegato in modo striminzito quindi per me fu abbastanza un incubo perchè venendo da ragioneria non avevo una preparazione adatta come poteva essere quella di uno scientifico. Quindi in questo esame io e le mie colleghe finimmo per arrangiarci come potevamo tra libri dei superiori e ricerca delle tracce dei vecchi esami per esercitarci. Inoltre ricordo che il programma prevedeva esplicitamente l'imparare a memoria una ventina di teoremi
- La mia media era abbastanza alta, sul 28. Le materie che ho preferito sono state diritto pubblico (lo avevo studiato al quinto anno di scuola quindi lo avevo abbastanza fresco soprattutto perchè la professoressa ci interrogò tutto l'anno sull'intero programma per prepararci all'esame e comunque mi piaceva in generale come materia), le materie contabili (economia aziendale - ragioneria - tecnica professionale), statistica e l'esame di francese (eravamo pochi a seguire il corso, si creò un bel clima nel corso e l'esame fu interessante da sostenere per varie ragioni che non sto qui a spiegarvi altrimenti diventa infinito il post). Ho "odiato" l'esame di diritto commerciale (strutturato malissimo il corso), storia economica (ultimo esame dato), merceologia.
- La tesi di laurea l'ho fatta in diritto del lavoro ma non ho un grande ricordo soprattutto perchè non fu nulla di speciale, un lavoro abbastanza semplice e ridotto anche perchè non si instaurò nessun rapporto con la docente e l'assistente. Della mia seduta di laurea ricordo altro: mi sono laureato una settimana prima di Natale, eravamo in 18 e ero il primo del secondo sottogruppo; dopo aver aspettato la discussione di tutti si arriva al momento della proclamazione e io partivo come voto da 104, il presidente mi chiama e legge la formula di proclamazione e dice "la proclamo dottore in economia aziendale con voto 98 su 110" e la mia faccia fu questa ma fortunatamente la mia relatrice si accorse subito che il presidente aveva sbagliato rigo e legge il mio vero voto. Il tutto dopo aver indossato per tutto il pomeriggio la toga ( @JonSnow ha visto la foto) che era caldissima e puzzava tantissimo e avevo solo voglia di scappare verso l'aria fresca.
Utente
7 agosto, 2013
La mia esperienza universitaria è stata (lo è tuttora in realtà, visto che ancora non ho finito) più lunga del previsto
Prima della fine del liceo andavo con l'idea che avrei preso psicologia a Roma, opzione che in molti mi hanno fatto cadere dal cuore per via della scarsa prospettiva di lavoro post universitaria. Per questo motivo a fine liceo non avevo la più pallida idea di cosa fare... Per cui ho iniziato a dare un'occhiata alle varie offerte formative dell'Università di Cosenza e mi sono lasciato ammaliare dal piano di studio di Lingue e Culture moderne. Mi sono sempre piaciute le lingue straniere ma mai avrei pensato di iniziare un percorso di studi universitario in questo campo.
A parte il primo anno in cui ero riuscito a dare quasi tutti gli esami, dal secondo anno in poi ho iniziato a vivere malissimo questa esperienza universitaria... Non mi piacevano i corsi, non avevo stretto moltissimi legami di amicizia, non uscivo mai se non per i corsi, mi trovavo male in casa con il mio coinquilino di allora, non vedevo l'ora che arrivasse il giovedì per tornare a casa. Spesso e volentieri cercavo di rientrare anche prima a casa, con una scusa qualsiasi, perché mi pesava veramente tanto stare lì, per certi versi da solo....
Nonostante questi malesseri ho cercato di continuare, tant'è che sono arrivato al primo anno fuori corso, ma alla fine non ce l'ho fatta più... Ho parlato con i miei e ho detto loro chiaramente di voler lasciare l'università, nonostante non avessi alcun tipo di prospettiva davanti a me. Cosí mi sono preso del tempo per pensare (ho fatto anche due giorni in un call center che mi hanno fatto capire che stavo sbagliando tutto) e ho considerato l'unica cosa possibile da fare: darmi un anno di prova in un altro corso di studi per capire se il problema fosse il corso di laurea o se fosse un mio problema con lo studio.
Così ho deciso di provare ad entrare a Scienze della Formazione Primaria, dato che mi è sempre piaciuto lavorare con i bambini e l'ho sempre trovata una cosa soddisfacente... Cosí mi sono preparato per il test, che ho superato senza difficoltà e ho iniziato la mia vera esperienza universitaria.
Inutile dire che questo cambio di percorso ha cambiato anche il mio modo di vivere l'università. A parte i risultati accademici che sono riuscito ad ottenere (sono a 10 esami e ad un anno dalla fine) , è cambiato proprio il mio atteggiamento nei confronti di questa esperienza. Ho stretto tanti bei rapporti di amicizia che spero e credo mi porteró dietro anche dopo l'università, ho iniziato a vivere la vita universitaria anche fuori dalle aule, iniziando ad uscire, frequentando gente, organizzando viaggi e scampagnate. Mi pesa quasi ritornare a casa il fine settimana.
L'unica mia sfortuna è stata sempre quella di incontrare coinquilini che si sono sempre disinteressati di pulire casa (parlo proprio di gente che sembra aver vissuto sempre nella sporcizia e nella porcheria) e quindi sono sempre stato l'unico in casa ad occuparsi delle pulizie. Tra l'altro ho avuto coinquilini diversi per tutti e quattro gli anni, e solo quest'anno ho avuto la fortuna di trovarmi bene.
A livello di corsi e di esami non mi posso lamentare. La cosa bella di questo corso di laurea e quella di poter affrontare tante materie diverse fra loro. Non ci sono stati esami particolarmente complicati, ma di prof menefreghisti e fuori di testa quanti ne volete. Però anche questo lo ricorderò con piacere, perché perculare e lamentarsi di prof pazzi ha consolidato ancora di più il rapporto fra colleghi. Materia preferita, senza dubbio Antropologia
Edit. Sono uno che si riduce all'ultimo per studiare ma questo è un vizio che mi porto dietro dalle superiori purtoppo
Banned
7 aprile, 2014
Alessandra92 ha detto
Scrivere una, massimo due pagine al giorno è normalissimo in realtà, per quello a scrivere la tesi magistrale ci vuole parecchio...per le citazioni a me consigliarono di non farne più di 2 in ogni pagina, però ovviamente dipende dalle direttive del tuo corso di laurea, io facevo scienze filosofiche.
A quindi dici che è normale
Riguardo alle citazioni, poichè per scrivere le cose bisogna per forza documentarsi da altre parti sennò non si scrive assolutamente nulla, tu come ti approcciavi a riportate le cose? Citavi alcuni frasi e le spiegavi a tue parole, oppure ciò che leggevi lo riportavi in un altro modo con altre parole, oppure altro? Perchè con sta paura del plagio e del fatto che alla magistrale il controllo della tesi è piuttosto ferreo, sto trovando non molte difficoltà
Banned
7 aprile, 2014
Vi dò un consiglio che per alcuni può sembrare "scorretto"
Se non avete tanta voglia di seguire le lezioni per qualche motivo tipo mancanza di voglia o lontananza, scrivetevi ai gruppi di sbobbinature cosi che dovete seguire solo 2-3 lezioni del corso e poi studiatevi le sbobbinature. Successo assicurato...
Utente
7 agosto, 2013
“Buona sera a tutti, spagnoli e non” (cit) dopo una pessima esperienza alle superiori, cambio completamente ramo di studio, passo da elettronica a lingue straniere.
Parto completamente da zero, dal non avere un metodo di studio, ad essere un ignorante in materie umanistiche a tutto tutto, non conoscevo nessuno, ma mi sono fatto il mazzo e grazie a molti riassunti di romanzi e magheggi vari mi sono laureato in triennale e ora vi scrivo in diretta da Valencia, dove sono in erasmus (ma tra un paio di settimane tornerò in terra natia).
La mia materia preferita è Letterature Ispano-americane, mi sono laureato sia in triennale che adesso in magistrale.
Ma vi voglio raccontare alcune cose random della mia dipendenza da Spagna: dopo un primo erasmus a Tenerife in triennale e adesso qua da settembre, ho girato ogni possibile città, isola, pueblo, paese indipendentista della penisola iberica, tanto che non ho alcun dubbio sull’affermare che sia il paese più bello del mondo (ok magari col cibo italiano).
Queste due esperienze estere sono state totalmente fondamentali per la mia formazione accademia e umana.
Tutti oramai sapete cosa sia, quindi non starò a spiegarvelo, ma vi consiglio di partire se vi interessa e siete indecisi.
Per quanto mi riguarda vi posso dire che in erasmus in Spagna avete vita facile se studiate tipo economia o ingegneria perche veramente ci sono gli esami a crocette, se studiate spagnolo e venite in Spagna preparatevi all’inferno perché dovete farvi il mazzo (fate conto che è come se uno spagnolo venisse a studiare Lettere moderne in italia), gli esami sono scritti, tutti: letterature, linguistiche, lettorati. E NON È VERO CHE SI PASSANO TUTTI GLI ESAMI, perché io ne ho appena bocciato uno ieri e lo devo rifare il giorno prima di partire.
Poi vi dico che si, ho fatto 4 esami di linguistica e letteratura italiana qua a Valencia (in italiano) perche si voglio anche io facilitarmi la vita quando posso, quindi buttate un occhio a eventuali corsi di lingua italiana che vi posso aiutare a prendere crediti per esami a scelta in italia.
Per quanto riguarda il lato umano, vi annoierete da quante persone conoscerete, io ragazzi sono arrivato a un punto che non ho più voglia di presentarmi a gente che non conosco basta basta basta basta. Ovviamente per dire che si conosce un sacco di gente di ogni paese, europeo e non: Austria, Belgio, Francia, Portogallo, Spagna, Olanda, Bulgaria, Brasile, Rep.Ceca, Polonia, Germania, USA, Ecuador, pensate che io sono andato a giocare a paint ball con una ragazza cinese e dei colombiani.
Non so cos’altro aggiungere quindi se volete dei chiarimenti sull’erasmus scrivetemi
Utente
7 agosto, 2013
Che bell'esperienza @Rama08 complimenti!
Io onestamente sono un tipo troppo abitudinario e schematico per prendere e ricominciare tutto in un altro paese, altra lingua e altre abitudini l'idea di fare esami in un'altra lingua mi terrorizza!
Io comunque ho sempre strapreferito l'università alla scuola, sia in termini di orari che di libertà organizzativa. Sono due mondi totalmente diversi! Non ho nemmeno bei ricordi della scuola, a parte le gite e qualche amicizia rimasta salda.
Comunque io ho fatto ragioneria ma decisi di iniziare Lingue e letterature straniere a Messina. Facevo inglese, tedesco e francese come lingue. Purtroppo non presi casa e mi ritrovai costretto a viaggiare tutti i giorni, talvolta facendomi 4 ore di viaggio per 2 sole ore di lettorato tedesco! Il corso non era male e i colleghi nemmeno ma poi mi misi anche a lavorare e fu la botta definitiva: mi addormentavo ovunque! In biblioteca, sull'aliscafo ahahah
Così tornai al mio primo vero grande amore ovvero l'economia, come @Aderus. Sempre a causa del lavoro, ho impiegato 8 anni per la triennale. Mi vergogno pure a dirlo ma purtroppo è così e non posso farci niente. Però ho anche 10 anni di contributi lavorativi Ricordo che a 3 esami volevo mollare perchè ero stufo di pagare le tasse per fare uno o due esami l'anno così presi una decisione. Era gennaio 2015 e decisi di finire. Mi misi sotto e riuscii a laurearmi a marzo 2016. Fu il periodo più bello della mia vita anche perchè all'epoca stavo col mio ex e non nego che lui fu un'ulteriore motivazione per portare a casa la laurea. Il giorno della proclamazione l'unico mio pensiero era quello di farmi il weekend con lui a Taormina, che, per inciso, fu meraviglioso
Stranamente, dopo una settimana dalla laurea mi balenò l'idea di fare la magistrale. Mi diedi l'estate per pensarci e arrivai ad un compromesso: mi sarei dovuto laureare in 2 anni esatti, senza commettere lo stesso errore della triennale. Beh, un pò per questa promessa a me stesso che vedo come una sfida continua, un pò perchè ho trovato dei colleghi nerd fantastici e un pò perchè in questo periodo la vita non è che mi stia offrendo molto altro, siamo a giugno e sono a 2 esami dalla fine. Quindi molto probabilmente finirò, se tutto va bene, ad ottobre, riuscendo nell'impresa di raggiungere l'obiettivo prefissato!
Nel frattempo sto ancora lavorando e ho acquisito anche un paio di certificazioni. Diciamo che ho le idee abbastanza chiare su ciò che vorrò fare "da grande". Sicuramente non rimanere a Reggio Calabria perchè purtroppo come città offre pochissimo, inoltre a luglio farò un tirocinio di 2 settimane presso una azienda milanese e questa esperienza mi affascina perchè non vedo l'ora di entrare in contatto con questa realtà aziendale e lavorativa!
Utente
2 marzo, 2014
Io mi sono laureata un bel pò di anni fa, e si ormai ho un età
Ho iniziato l’Università solo un paio di anni dopo la maturità classica, perché l’anno successivo ho deciso di prendere anche la maturità magistrale (ho fatto 4 anni in uno) per avere la possibilità l’anno dopo ancora di partecipare al concorso per accedere all’allora graduatoria permanente, ora ad esaurimento (nervoso per chi ne fa parte da anni e anni) per poter insegnare nella Scuola dell’Infanzia. Concorso che non ho vinto ma ho superato e questo mi ha permesso non di avere una cattedra mia (che sono riuscita ad avere solo due anni fa) ma di poter lavorare come supplente.
Ecco forse più che della mia vita da universitaria potrei raccontarvi della mia vita da supplente.
Tornando a bomba in topic, mi sono sono iscritta due anni dopo la mia (prima) maturità a Scienze dell’Educazione (vecchio ordinamento, quindi laurea quadriennale) a Roma. Non sono stata una studentessa fuori sede (anche se mi sarebbe piaciuto fare quest’esperienza, che sono sicura mi avrebbe fatto molto bene) perché abito a una ventina di chilometri da Roma. Quindi 25 minuti di treno ed ero lì. La facoltà tra l’altro era ed è vicino alla stazione Termini!
L’Università in quanto tale l’ho vissuta solo il primo anno, perché poi ho iniziato a lavorare nella scuola e quindi andavo in Università più che altro per fare gli esami. Per fortuna avevo l’obbligo di frequenza solo per pochissime materie e quindi sono riuscita a portare avanti entrambe le cose. Il primo anno sono andata a lezione praticamente tutti i giorni, mi ricordo i corridoi affollati, i visi dei miei compagni, le risate ma anche l’ansia in attesa degli esami (che ti ha chiesto? È davvero tosto come dicono? Ripassiamo insieme? Incrocia le dita per me!!!) E poi ricordo la fila alla mensa che non era nell’edificio dov’era collocata la mia facoltà e per arrivarci dovevamo prendere l’autobus, ma a quel tempo erano belle anche quelle trasferte in giro per Roma!
Col senno di poi (premesso che sono felicissima del mio lavoro e che rifarei tutto il percorso che mi ha portato qui oggi) posso dire che un po’ mi dispiace non aver vissuto l’Università appieno. Quando ho iniziato a lavorare e ad andare pochissimo in Università, non ho più potuto frequentare i miei compagni, le lezioni con loro, niente più chiacchiere in corridoio, pranzi assieme in mensa, maratone di ripasso con loro (non quanto avrei voluto almeno), insomma tutte quelle cose che vive uno studente universitario, tutte quelle esperienze che lo fanno crescere. È un pezzo di vita che mi manca, so che sono anni che non torneranno più, ma ad un certo punto ho dovuto fare una scelta e adesso so che nonostante tutto è stata quella giusta!
Utente
31 maggio, 2016
È bellissimo leggere le vostre esperienze
Io ho appena terminato il mio terzo anno, ultimi esami, tirocinio, tesi e stop...una passeggiata di salute che mi porterà a laurearmi tra fine 2018 ed inizio 2019!
La scelta dell'università è stata semplice. Ho avuto la fortuna di avere vicino a casa un corso che (a prima vista) mi affascinasse ed interessasse. Volevo fare qualcosa che avesse a che fare con gli animali ma che non fosse la solita veterinaria. Nulla di meglio, o almeno così sembrava! Le attese almeno per quanto riguardava il primo anno sono state completamente smentite, è stato un anno "facile" con materie base quali chimica, matematica, statistica ecc che per me, proveniente da uno scientifico, non sono state uno scoglio insormontabile come per molti miei colleghi. Anno facile dicevo, ma completamente "inutile" all'acquisizione di informazioni nuove e soprattutto niente di ciò che realmente mi interessava. Gli altri due anni fortunatamente mi hanno fornito quelle informazioni che andavo cercando. Tanto che grazie al prof di uno dei corsi ho trovato lavoro in una Oasi della zona.
Per quanto riguarda la laurea magistrale ho una mezza idea ma ci penserò dopo la laurea, un passo alla volta
Banned
7 agosto, 2013
Quante ne avrei da dire, potrei scrivere fino a domani.
Consiglio a tutti i più giovani di fare l'università ma sopratutto di farla via di casa.
Andare via di casa è una botta: devi arrangiarti, devi abituarti, devi esplorare, devi crescere e non c'é semplicemente modo che non succeda, perché il tuo futuro così come semplicemente le tue giornate e il tuo periodo da "giovane adulto" è nelle tue mani e basta.
Consiglio anche di fare un Erasmus o cose simili perché sono esperienze che magari didatticamente non servono a moltissimo (ma chissenefrega!!!) ma ti fanno cresce a bomba, ti fanno capire tante cose del mondo esterno, e tante cose di te stesso pure. Opportunità che difficilmente torna nella vita.
Non ho nessun rimpianto visto che ho avuto modo di vivere da solo, di andare all'estero per un anno intero (anzi, ho mille storie che porterò nella memoria e nel cuore per sempre di quegli anni, sopratutto gli anni della residenza studentesca... un ca**o di Grande Fratello delirante ma pazzesco!) ma se potessi tornare indietro farei ancora di più di quest'esperienze, tipo anche un'Erasmus in triennale.
Fate fate fate fate. Studiate eh, perché dovete studiare, ma l'università è anche tantissimo altro, specie se vivete in posti nuovi, specie se vivete da soli.
Mamma mia che topic, mi ha riportato in mente mille mila cose.
Utente
13 marzo, 2014
Ho scelto legge a Catania e poi mi son trasferito a Pisa. Un po' ad esclusione in realtà, ma nessun rimpianto.
Ho sempre trovato i miei colleghi un covo di serpi, non ho mai provato particolare simpatia per loro, figuriamoci quindi quale amore poteva nascere .
Ho cambiato diversi coinquilini e sì, ne succedono di ogni. Nella primissima casa, ad esempio, eravamo in 6 e c'era anche un pazzo che coltivava un pianta di Maria in stanza. Una delle delusioni più grandi fu una ragazza da cui - erroneamente- mi aspettavo too much e francamente ci ha dato solo problemi. Cerco di frequentare i miei attuali coinquilini il meno possibile perché, vivendoci praticamente tutto l'anno, non sarebbe piacevole affrontare la quotidianità con astio o malumori.
Il mio aneddoto preferito legato all'uni: Esame d'inglese, ci fanno accomodare sparpagliandoci un po' e finisco a un palmo da un ragazzo a cui passo il foglio per le firme. Da quel momento ha iniziato a guardarmi senza sosta e onestamente non capivo perché visto che non mi ero di certo presentato in pigiama o con del prezzemolo tra i denti. Consegno il test e dopo pochi secondi mi segue e mi chiama. Shock. Voleva forse provarci?
NoEra un mio lontano cugino che mi aveva riconosciuto perché da piccoli ci frequentavamo, poi le nostre famiglie si sono allontanate e lui si è trasferito a Savona. Super cute perché già da piccoli c'era feeling e adesso che ci siamo ritrovati per caso, ci sentiamo spesso in barba ai nostri parenti che non si parlano più.
Io sono il peggior studente universitario del mondo e credo di detenere il record di "persona che ha dato più soldi dati ad UniBo da quando esiste UniBo".
Mi sono iscritto a Scienze della Comunicazione tanti anni fa ma senza volerla fare, era l'unico pretesto per fuggire dal mio paesello e raggiungere, in Abruzzo, quello che sarebbe diventato poi il mio fidanzato.
Due anni dopo, poi, mi sono iscritto a Beni Culturali. Na fatica disumana che a saperlo avrei continuato Scienze delle merendine
Gli attacchi di panico (che all'epoca erano più forti e frequenti di adesso) mi hanno impedito di frequentare le lezioni, quindi ho preparato tutti gli esami da non frequentante (il che vuol dire, mediamente, 3 libri in più per esame).
Spesso ho pianto, mi sono abbattuto, mi sono logorato... tante volte ho rimandato esami all'ultimo, il giorno prima o il giorno stesso...
Da quando ho scoperto di essere un DSA ho capito cosa c'era che non andava in me, e questo, per assurdo, mi ha dato la spinta per andare avanti... anche se non ho richiesto un piano di studi differenziato, come dovrebbe essere da norma, perché il più ormai è andato... anzi, mi ha fatto capire quanto posso valere, essere riuscito a portare a casa ottimi voti nonostante questa mia, chiamiamola, particolarità...
Ora sto arrancando, ma mancano davvero gli ultimi sforzi... giusto l'altro ieri ho iniziato a cercare le prime cose per la tesi che ho in mente di fare e che, se tutto va bene, chiederò dopo l'estate...
Nonostante sia stata una fatica immane, sono molto contento del mio percorso di studi, di quello che ho imparato e delle porte che, si spera, mi si apriranno in futuro...
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