Moderatore Junior
28 novembre, 2015
In queste ultime ore la Fimi ha appena postato un articolo basato sulle ultime relazioni dell'AGCOM che rilevano un calo della pirateria musicale in Italia( Dal 39% del 2014 al 20% del 2018) evidenziando anche come questo risultato sia dovuto in particolar modo grazie alla diffusione dello streaming legale che spopolola in particolar modo tra i giovani, soprattutto nella fascia di età tra i 13 e i 15 anni.
In occasione della relazione annuale di AGCOM, FIMI – Federazione Industria Musicale Italiana ha diffuso i dati sull’impatto, negli ultimi quattro anni, del regolamento per la tutela dei diritti d’autore.
Secondo le ricerche di IFPI, Federazione Internazionale dell’Industria Musicale, in Italia infatti la pirateria musicaleè scesa dal 39% del 2014 al 20% dell’aprile 2018.
Milioni di file illegali sono stati bloccati su decine di piattaforme pirata inibite da Agcom e allo stesso tempo la presenza di una vasta offerta legale online, in particolare tramite lo streaming, ha portato a un incremento degli utilizzatori legali di contenuti musicali.
In particolare, secondo i dati IFPI, il fenomeno legato ai siti Torrent è sceso del 21,9% solo nell’ultimo anno, l’accesso alle piattaforme cyberlocker è sceso del 14% e il p2p è sceso al minimo storico.
Di contro lo streaming legale sta attraendo le generazioni più giovani, tornati ad essere in grandi consumatori di musica in Italia. Lo rivela Connecting with music, la ricerca condotta da Ipsos Connect sulle abitudini d’ascolto che conferma la fascia 13-15 anni come quella più orientata all’offerta legale.
Fonte:
http://www.fimi.it/news/in-ita.....ento-agcom
Che ne pensate? È una notizia rincuorante per il mercato e il futuro dell'industria musicale oppure no?
Utente
7 agosto, 2013
Si è rincuorante.
Inoltre credo che lo streaming da un lato abbia definitivamento affossato le vendite fisiche, ma dall'altro sta aiutando tantissimo i cantanti a far conoscere i loro brani e a far appassionare i ragazzi e a riempire i concerti.
Sarei curioso di vedere i dati sui concerti negli ultimi anni
Utente
5 maggio, 2018
Che il mercato italiano musicale dipenda così tanto dall'ascolto della fascia d'età 13-15 anni mi preoccupa, sia per il fatto che la maggior parte dei ragazzini non so cosa ne capiscano di musica (é sempre stato che a questa età si ascoltino certe cose non che si possa influire così tanto sulle classifiche ufficiali) e poi perché questo falsa inevitabilmente il valore di un artista e questo spiega come mai i grandi artisti fanno ancora ottimi numeri nei concerti e poco o nulla nelle vendite rispetto ai colleghi seguiti per lo più dalla fascia di età suddetta.
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