Utente
7 agosto, 2013
In una conferenza Lodo Guenzi dello Stato Sociale faceva notare come in America si sappia di tutti i cantanti se appoggiano o meno Trump e questo, secondo lui, rendeva la loro musica più appetibile.
Il pubblico ormai non vuole solo identificarsi in una bella voce ed in un giro di accordi ma il proprio personaggio lo si costruisce anche socialmente. Un Bruce Springsteen per esempio non è musica e basta ma è anche ciò che pensa del mondo.
In Italia invece si era addirittura arrivati ad avere paura di andare al Concerto Del Primo Maggio per evitare di sembrare troppo di sinistra.
Che ne pensate? Trovate che vada bene che una Amoroso, una Annalisa, un Michele Bravi od una Michielin parlino solo della loro musica, della loro vita e dei loro studi e mai di sociale o siete d'accordo con lui che un cantante dovrebbe anche dimostrare al proprio pubblico che hanno le stesse idee politiche e/o sociali scoprendosi, per garantire maggiore immedesimazione?
Nicks Lannister
Utente
20 marzo, 2016
NicksFactor ha detto
In una conferenza Lodo Guenzi dello Stato Sociale faceva notare come in America si sappia di tutti i cantanti se appoggiano o meno Trump e questo, secondo lui, rendeva la loro musica più appetibile.Il pubblico ormai non vuole solo identificarsi in una bella voce ed in un giro di accordi ma il proprio personaggio lo si costruisce anche socialmente. Un Bruce Springsteen per esempio non è musica e basta ma è anche ciò che pensa del mondo.
In Italia invece si era addirittura arrivati ad avere paura di andare al Concerto Del Primo Maggio per evitare di sembrare troppo di sinistra.
Che ne pensate? Trovate che vada bene che una Amoroso, una Annalisa, un Michele Bravi od una Michielin parlino solo della loro musica, della loro vita e dei loro studi e mai di sociale o siete d'accordo con lui che un cantante dovrebbe anche dimostrare al proprio pubblico che hanno le stesse idee politiche e/o sociali scoprendosi, per garantire maggiore immedesimazione?
Questo secondo me è un argomento troppo delicato.
Nei nostri giorni soprattutto dai social, veniamo "influenzati". Da quest'azione sono derivati i così detti influencer, ora i cantanti famosi e con molti seguaci, possiamo considerarli tali e finchè "influenzano" la gente su quali vestiti, cibo, strumenti comprare ci sta ma con le idee politiche e sociali no.
ESEMPIO
Io sono un grande fan di Fragola, scopro che lui va contro i miei ideali sia politici che sociali, da quel momento nascerà un senso di "disprezzo" perchè contro i miei ideali e quindi probabilmente smetterei di seguirlo.
Spero di essere stato chiaro ed è un argomento che ho a cuore e ho dedicato tutta la mia tesina di maturità su questo argomento, sono contento che sia uscito l'argomento.
Utente
24 agosto, 2015
Vabbè che più o meno si capisce, NSOMMA, non credo che Michele e Francesca votino proprio estrema destra, per usare un eufemismo.
Detto ciò, va detto che da noi è un pò difficile entusiasmarsi per qualcuno politicamente parlando, anche perchè non si capisce veramente più nulla. Non è retorica quando si dice che ormai si fatica a distinguere destra e sinistra.
Altrove, in America soprattutto, gli schieramenti principali sono due e ben definiti: Trump è l'antitesi di Hillary e viceversa.
Quindi prendere posizione è più 'facile'. Senza contare che, in casi estremi come quello delle ultime presidenziali USA, per un qualsiasi artista, pop soprattutto, parteggiare per Trump sarebbe stato darsi non una ma quattro zappe sui piedi, con la Clinton a farsi garante dei diritti LGBT, di principi di accoglienza, empowerment femminile via dicendo.
Detto ciò in Italia ci sono le dovute eccezioni: penso a Fiorella Mannoia, non solo per i capelli chiamata 'la rossa'.
Moderatore Junior
28 novembre, 2015
Capisco il discorso che fa Lodo ma lo condivido in parte,un po' per quello che ha detto @antonino98 un po' perché in America questa cosa dello schierarsi apertamente in politica è diventata una caccia alle streghe e al complottismo contro chi la pensa diversamente da tutti gli altri (vedi il caso di Shania Tawit) Poi certo, in Italia é una cosa che tempo fa c' era, ma il rischio per un cantate di rimanere incastrato in delle etichette politiche e di conseguenza anche di pubblico é un rischio troppo alto.
Assolutamente d'accordo invece per quanto riguarda il fatto di come il pop italiano dovrebbe fare più leva sul sociale e sull'attualità nelle proprie canzoni.
Utente
5 aprile, 2018
NicksFactor ha detto
In una conferenza Lodo Guenzi dello Stato Sociale faceva notare come in America si sappia di tutti i cantanti se appoggiano o meno Trump e questo, secondo lui, rendeva la loro musica più appetibile.Il pubblico ormai non vuole solo identificarsi in una bella voce ed in un giro di accordi ma il proprio personaggio lo si costruisce anche socialmente. Un Bruce Springsteen per esempio non è musica e basta ma è anche ciò che pensa del mondo.
In Italia invece si era addirittura arrivati ad avere paura di andare al Concerto Del Primo Maggio per evitare di sembrare troppo di sinistra.
Che ne pensate? Trovate che vada bene che una Amoroso, una Annalisa, un Michele Bravi od una Michielin parlino solo della loro musica, della loro vita e dei loro studi e mai di sociale o siete d'accordo con lui che un cantante dovrebbe anche dimostrare al proprio pubblico che hanno le stesse idee politiche e/o sociali scoprendosi, per garantire maggiore immedesimazione?
@NicksFactor mi ricorda un'intervista ad Annalisa dove dichiarò esplicitamente che vota tendenzialmente verso il centro sinistra (mi pare fosse un'intervista pre Sanremo UFTLS) ed effettivamente rimasi abbastanza shockato dato che molte pop star attuali non dicono palesemente le loro preferenze politiche
Oltre al fatto della bandiera rainbow a Sanremo, un tweet dove scrisse "il razzismo fa schifo" e di SAUC. Magari non sono così politicizzati ma molti/e lo fanno capire più o meno chiaramente
Banned
7 agosto, 2013
Completamente contrario alla musica che parla del sociale o dell'attualità: vivo nella società 24 ore su 24, la mia vita è fatta di mutui, affanni, soldi mal spesi, lavori non presi, brexit e cavolate varie, quando ascolto una canzone voglio sognare e immaginare, lasciar andare.
Disegna una finestra tra le stelle da dividere col cielo, da dividere con te, e in un istante io ti regalo il mondo.
Per il cantante in se' e per se', mi piace quando dimostra che abbia delle cause a cui tiene (specie se allineate con le mie), ma la politica e' un affare molto delicato, non ci tengo a sapere che Annalisa vota sinistra o destra o M5S per dire.
Utente
1 maggio, 2016
Io sono sempre contraria alle generalizzazioni. Si deve sempre parlare di singolo cantante che corrisponde ad una singola persona.
Cioè------> ogni persona faccia ciò che vuole, se vuole parlare di politica, che ne parli, se no non ne parli.
Sinceramente di maestri di vita ne abbiamo fin troppi intorno, il 90% di loro danno consigli non richiesti. Ci mancano solo i cantanti e facciamo il pieno.
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
7 agosto, 2013
A me incuriosisce onestamente. E non perché un cantante è schierato con qualcuno che non condivido che le sue canzoni non mi piacciono (vedi Battisti, di cui si diceva fosse molto a destra, o Fedez che supporta i Cinque Stelle ma le sue cose le ascolto comunque).
Per quanto riguarda i talent comunque alcuni si sono esposti, proprio Annalisa per esempio un paio d'anni fa aveva detto di essere indecisa fra due partiti di sinistra e pure Emma in passato si era sbilanciata se non sbaglio.
Poi comunque secondo me è un 'pudore' (o un disinteresse? Boh) un po' degli ultimi 20-30 anni circa, prima - soprattutto se di sinistra - lo dicevano apertamente, tipo la Bertè azionista del Manifesto ecc.
Freedom comes when you learn to let go
Utente
7 agosto, 2013
Sono daccordissimo con Lodo.
Che poi non significa dire per chi voti nel segreto dell'urna. Significa però essere chiari su quale orientamento ideologico si ha.
Per esempio la Mannoia è una donna di sinistra. Si è allontanata dal PD renziano ed ha appoggiato il m5s di cui ha condiviso tante battaglie. Quando il m5s si è espresso non a favore dello ius soli, ha fatto capire di essere virata su LEU. Questo per farla breve.
Essere un artista ti dà la responsabilità secondo me di educare anche il tuo pubblico, non a chi votare, ma a quali ideali ispirarsi.
Detto ciò le persone che non palesano i loro ideali, di destra o di sinistra che siano( sempre se queste parole OGGI abbiano ancora lo stesso senso che avevano 20 anni fa e ne dubito), vuol dire che di veri ideali non ne hanno.
La società attuale è ignorante e divisiva. Ci vuole quindi più coraggio ad affermare le proprie idee; capisco che molti personaggi pubblici preferiscano restare nel loro per non avere problemi. Sono tuttavia convinto che chi è libero di testa e ha coscienza politica non può fare a meno di parlare apertamente e anche duramente a volte.
La generazione dei cantanti sotto i 40 anni è però, rispetto a quelle che furono, figlia proprio come noi del ventennio di berlusconismo che ha devastato l'istruzione pubblica etc etc ; quindi molti di loro credo che aldilà del loro orticello personale non ci possano neanche andare, perchè ignoranti in tutto ciò che esula le 7 note. E spesso anche in quello ZAN ZAN
Utente
24 agosto, 2015
Per riprendere un pò il discorso delle generalizzazioni e delle tematiche impegnate nelle canzoni, mi viene in mente il discorso in cui sbottò la Vanoni a Sanremo pochi mesi fa: è sbagliato generalizzare ma diciamo pure che, specialmente nel 2018, per fortuna, il mondo dell'arte è al 90% allineato a principi di uguaglianza e contrasto all'omofobia, il razzismo, il sessismo e la misoginia... che possiamo senza timore di essere smentiti attribuire più ad una corrente politica/ideologia piuttosto che ad un'altra.
Detto ciò, anche io ammetto di essere curioso a riguardo, spesso cerco informazioni sulle idee politiche di chi ascolto, ma questo perchè io seguo molto la politica in generale.
Mi sembra che all'italiano medio (Signorina passami la generalizzazione) della politica seria (che non siano due slogan buttati lì) importi ben poco.
Utente
5 maggio, 2018
Credo che nell'attuale mondo della musica non ci sia una convinzione politica o ideologica vera e propria, e forse è giusto così se no non sarebbero musicisti ma di professione farebbero il politico (ad esempio il bassista dei Nirvana é diventato tale, ma é stata una scelta post carriera musicale).
Poi schierarsi politicamente per un cantante/musicista è sempre controproducente alla lunga, mi vengono in mente i primi concerti di Venditti e De Gregori che dopo aver raggiunto il successo (e quindi anche un certo benessere economico) subivano vere e proprie invasioni di palco da parte di frange estreme del loro pubblico chissà poi perché visto che il loro messaggio nel frattempo non era cambiato.
Altri artisti poi schieratissimi sono proprio spariti come i C.S.I., preparatissimi tra l'altro musicalmente.
Personalmente vedo di mettere sempre al centro la musica, poi se un cantautore si sente di esprimere in un pezzo delle opinioni anche politiche ben venga, prendendosi ovviamente le sue responsabilità.
Utente
7 agosto, 2013
Non è che mi faccia impazzire l'idea di un cantante che si spenda troppo politicamente, perché nel 90% dei casi, nel panorama attuale, lo fanno in maniera altamente qualunquistica e oltretutto amo molto poco la pedagogia scoperta da parte degli artisti: un'artista deve saper parlare attraverso le proprie canzoni/opere, ed è la cosa più difficile. Lo sloganismo di parecchi artisti è più facile ma più stucchevole.
Concordo invece, proprio sulla falsariga di quanto detto sopra, che ci vorrebbe un po' più di spessore e di canzoni intelligenti (senza essere pesanti) che trattino un po' più di ciò che ci circonda, perché il panorama lo trovo desolante e sconfortante...anche molte canzoni d'amore, senza andare troppo sui massimi sistemi, sono veramente da "mi è caduto l'unico coglione che mi era rimasto". C'è un piattume spaventoso per quanto mi riguarda, e che mi pare pure foraggiato dalle radio...
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