Utente
15 aprile, 2016
E se Valeria Rossi avesse rivoluzionato la musica leggera italiana del XXI secolo?
Questa è una teoria a cui penso ormai da un bel pò di tempo, pur potendo all’apparenza sembrare come una presa in giro, ciò che mi accingerò a spiegarvi lo tratterò con serietà.
Valeria Rossi appare sulle scene musicali nell’estate del 2001 con la canzone Tre Parole, il brano dal suo testo "no sense", dalla melodia che oggi definiremmo "catchy" si impose come tormentone estivo di quell’anno, tormentone che ancora oggi tutti noi ricordiamo e sappiamo canticchiare. Esatto, noi ancora oggi dopo 17 anni ricordiamo quella canzone che ha acquisito uno status di iconicità e forse anche qualcosa di più.
Dopo quella canzone e il mega successo riscosso, per Valeria Rossi si aprirono le porte dell’oblio musicale, tant’è che oggi la vediamo prendere parte al programma condotto da Amadeus su Rai 1 "Ora o mai più" un talent per One hit singers, ma proprio venerdì, vedendo Valeria esibirsi su La Notte di Arisa mi è tornata in mente questa teoria.
Ma senza Valeria Rossi e la sua "Tre parole"... Arisa sarebbe mai esistita?
Il concetto che vorrei che arrivasse è il seguente: esiste un prima e un dopo Valeria Rossi nella musica italiana del nuovo secolo, secondo me. Molti degli artisti che noi oggi conosciamo e che sono emersi soprattutto dopo il 2001 sarebbero tutti "figli di" Tre parole, o meglio nella prima parte della loro carriera avrebbero "attinto" dagli elementi presenti in quella canzone: Il testo semplice, una melodia che ti entra in testa, ma il punto fondamentale è il trietto "Sole, Cuore, Amore".
La commistione di questi elementi sarebbero diventati il perno di molte canzoni soprattutto di cantanti che sono poi emersi dai talent show, e che avrebbero utilizzato selettivamente (come fossero concetti distinti) uno dei tre componenti presenti nel testo di Tre Parole, per far arrivare al successo i loro primi singoli.
Quante volte questi pezzi sono stati definiti dai critici: Le canzonette alla "sole, cuore, amore”.
Vi è da aggiungere in questa teoria un altro elemento però; molti pezzi della discografia post 2001 sia dei talent che non (ma soprattutto dei talent) avrebbero attinto anche da un altro filone esistente definito "Pausiniano" dove rientrano una tipologia di canzoni che prende spunto da quel "Marco se ne è andato e non ritorna più" un filone di canzoni che parlano di amore in modo viscerale (il più delle volte presentandosi come ballad) ma che per me hanno sempre comunque la presenza, a livello di testo, suono, interpretazione di qualche elemento (adattato ai nostri tempi) che la Rossi ha sdoganato.
Vorrei sottolinearvi un’ultima riflessione che riguarda proprio il testo delle canzoni post 2001, pensiamo ad esempio a Sincerità o Malamorenò di Arisa, queste due canzoni sono esempi evidenti di contaminazione diretta della Rossi, con la differenza però, che Arisa e molti altri, sono riusciti ad aggiungere alla loro carriera artistica un “mattone” in più, distaccandosi da questo filone "Rossiano" (necessario per arrivare al successo ma "debole" per mantenerlo) lasciandosi contaminare anche da altri generi musicali per evolversi, cosa in cui non è riuscita Valeria.
Infine il paragone che nessuno si aspetta, ma Valeria Rossi poteva definirsi anche “indie”?
Non tanto per “Tre parole” ma per tutta una serie di testi delle canzoni presenti nei suoi album quali "Luna di Lana", "Tutto fa l’amore", "Ossigeno" cosa c’è di tanto diverso in queste canzoni da testi come “Perdono” di Ferro, "Sotto il sole di Riccione … mangio un panino" o "Fiori sui balconi" Dove sarebbe la differenza tra "Ti mando un vocale di 10 minuti" e "Dammi Tre parole" tolta ovviamente la naturale evoluzione tecnologica?
Cosa ne pensate? Sono semplicemente un eretico a proporvi questa tesi o c’è qualcosa di vero?
Utente
7 agosto, 2013
La questione secondo me è interessante. Pensando alle artiste dei talent (Giusy,Noemi, Francesca,Emma e Ale) le canzoni che hanno concesso loro di arrivare al grande pubblico sono tutte più facilmente accostabili al filone pausiniano a mio parere: non ti scordar mai di me, cercavo amore,briciole,estranei a partire da ieri,distratto sono tutti brani che come filone conduttore hanno la fine di un amore (e quindi sono vicini alle storie strappalacrime cantate da Laura negli anni d'oro).
L'influenza di Valeria si è vista di certo in chi ha avuto bisogno di creare il tormentone senza densità di significato per potersi far conoscere/apprezzare dal pubblico italiano: approvo quindi il paragone che fai con Arisa ma anche coi thegiornalisti, che han sfruttato semplici strutture e testi quasi non sense per arrivare.
Detto questo però trovo che dietro questi ultimi ci sia anche un talento e una personalità artistica che alla Rossi è mancata e tuttora manca a vederla ad Ora o mai più.
Utente
15 aprile, 2016
Alessandra92 ha detto
La questione secondo me è interessante. Pensando alle artiste dei talent (Giusy,Noemi, Francesca,Emma e Ale) le canzoni che hanno concesso loro di arrivare al grande pubblico sono tutte più facilmente accostabili al filone pausiniano a mio parere: non ti scordar mai di me, cercavo amore,briciole,estranei a partire da ieri,distratto sono tutti brani che come filone conduttore hanno la fine di un amore (e quindi sono vicini alle storie strappalacrime cantate da Laura negli anni d'oro).L'influenza di Valeria si è vista di certo in chi ha avuto bisogno di creare il tormentone senza densità di significato per potersi far conoscere/apprezzare dal pubblico italiano: approvo quindi il paragone che fai con Arisa ma anche coi thegiornalisti, che han sfruttato semplici strutture e testi quasi non sense per arrivare.
Detto questo però trovo che dietro questi ultimi ci sia anche un talento e una personalità artistica che alla Rossi è mancata e tuttora manca a vederla ad Ora o mai più.
Per quanto riguarda il talento secondo me rispetto al 2001 è passato qualche anno può aver perso smalto e non nego che si veda, ciò non toglie che in quel periodo invece uno spiraglio di talento c'era ma ovviamente non è stato gestito al meglio in modo tale da costruirci sopra una carriera.
Admin
7 agosto, 2013
La teoria è interessante ma la domanda che mi pongo io è: E' stata davvero la Rossi la prima a portare alla ribalta un certo modo di fare canzoni, al punto tale da poterla considerare addirittura capostipite di un filone musicale? O lei stessa si è ispirata a qualcuno che l'ha preceduta? Non sono sempre esistiti i tormentoni estivi dal testo banalotto?
Non è una domanda retorica, è che davvero non so la risposta
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
mariomatt ha detto
La teoria è interessante ma la domanda che mi pongo io è: E' stata davvero la Rossi la prima a portare alla ribalta un certo modo di fare canzoni, al punto tale da poterla considerare addirittura capostipite di un filone musicale? O lei stessa si è ispirata a qualcuno che l'ha preceduta? Non sono sempre esistiti i tormentoni estivi dal testo banalotto?Non è una domanda retorica, è che davvero non so la risposta
La penso come te. I tormentoni "no sense" ci son sempre stati (pensiamo anche a Sugli sugli bane bane de Le figlie del vento del 1973). Mi viene poi in mente che alla fine degli anni 90 e primi 2000, prima della Rossi, ci son stati i tormentoni "simili": Carlotta con Frena, Davide De Marinis con Troppo Bella o anche Britti con Solo una volta (o tutta la vita). Quindi, nonostante la Rossi a me piaccia, non credo ci sia un prima o dopo Valeria 🙂
Utente
15 aprile, 2016
mariomatt ha detto
La teoria è interessante ma la domanda che mi pongo io è: E' stata davvero la Rossi la prima a portare alla ribalta un certo modo di fare canzoni, al punto tale da poterla considerare addirittura capostipite di un filone musicale? O lei stessa si è ispirata a qualcuno che l'ha preceduta? Non sono sempre esistiti i tormentoni estivi dal testo banalotto?Non è una domanda retorica, è che davvero non so la risposta
Certo i tormentoni (specialmente quelli estivi) ci sono sempre stati, il concetto del mio papiro è quello che si, la Rossi ha proposto nel 2001 un tipo di canzone nata come tormentone estivo, la particolarità, l'anomalia è che nel corso degli anni, molti degli artisti presenti oggi sulla scena e nati "artisticamente" dopo il 2001, hanno usato quella stessa formula di "Tre Parole" innestandola su dei singoli che magari non sono stati concepiti per diventare dei tormentoni "estivi", è questo il fatto.
Utente
7 agosto, 2013
Secondo me l'unico merito di Valeria Rossi e della sua canzone (a me piacciono entrambi, lo specifico) è quella di essere entrata nell'immaginario collettivo come simbolo delle meteore estive dal testo apparentemente banalissimo.
Per il resto, non trovo sia stata innovativa, ma soltanto incisiva.
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