Utente
11 gennaio, 2021
Ho trovato questa intervista a Marco Molendini, critico musicale, circa la liason tra cantanti e stadi. Egli cita anche Alessandra Amoroso, i Måneskin, Ultimo, Marco Mengoni e Cesare Cremonini.
Volevo sapere il vostro punto di vista in merito. [fonte: mowmag.com]
“Se non fai gli stadi non sei nessuno”, scrive. Si spieghi meglio.
Da qualche anno vige questa regola. E fare gli stadi è diventato un biglietto da visita. Infatti, chi è in grado di raccogliere un pubblico così importante vede crescere il suo status, e il suo nome acquista valore. Alla fine diventa come un obbligo, e se non hai un pubblico reale per riempire, qualche escamotage si trova comunque. Insomma, non è affatto detto che siano tutti realmente capaci di raccogliere 50/60 mila spettatori.
Escamotage di che tipo? E include anche i nomi che ha messo in fila? (Cremonini, Mengoni, Ultimo…)
No, li ho citati casualmente, anzi forse sono tra i pochi che riempiono veramente. Ma come non ricordare il caso dei Modà di qualche anno fa, protagonisti di un picco di successo improvviso, e grazie esclusivamente a Rtl. E fecero subito gli stadi, senza simili precedenti. Da allora il meccanismo di riproduzione del percorso non si mai arrestato. E così, l’artista che viene lanciato da radio e discografici, viene improvvisamente portato a fare il gladiatore nello stadio. Ma bisognerebbe verificare quanti biglietti si vendono, e quanti sono regalati.
Quindi si “gonfiano” i sold out…
Certo. Una volta gli stadi erano solo per i grandi artisti. Ed è giusto così, con tutta la voglia possibile di ritrovarsi, dopo oltre due anni di clausura, gli stadi non possono essere per tutti. Quest’estate, invece, c’è un eccesso impressionante. Basta una canzone in classifica, e regalano gli stadi…
Sa che su tik tok, specialmente, era in atto una vera e propria corsa a rivendere i biglietti di Ultimo? Come se lo spiega?
Lui paga di sfortuna. Infatti, nel suo momento di crescita maggiore, siamo stati attaccati dal Covid. E chiaramente la condizione è cambiata, rispetto all’estate del 2020, considerando la concorrenza di colleghi che nel frattempo sono diventati più appetibili.
Ma la Amoroso riempie San Siro come i Rolling Stones?
Questa è una bella domanda. Riempie? Come, non lo so. Con tutta la simpatia possibile, non è una cantante che può mettere insieme il pubblico di uno stadio. Se non con biglietti regalati o dimezzati. Insomma, non tutti i nomi sono rilevanti allo stesso modo. Alla fine è un’esagerazione che illude lo stesso artista.
E intanto spopola la polemica sulla mancanza d’acqua durante i live. Una storia che resiste da decenni, provocando malori, visto il caldo. La soluzione qual’ è, rivedere l’organizzazione?
Direi di sì, la mancanza d’acqua, e col caldo d’estate, specie per i ragazzi che sono in fila da ore, è inconcepibile.
E poi è un controsenso, buttare le bottigliette d’acqua (non solo i tappi!) prima di entrare, e rivenderle dentro a prezzi esorbitanti (oltre 3 euro per mezzo litro).
E certo, mica è sicurezza, è guadagno.
Come mai da Vasco tutto filò liscio?
Dipende sempre dall’organizzazione, dal suo staff e dalle loro disposizioni.
Intanto i Måneskin hanno suonato allo Stadio Teghil (Lignano Sabbiadoro). Quindi sono pronti per un vero tour negli stadi?
Sicuramente funzionano, ma il loro successo è gonfiato oltremisura. In fondo vanno avanti grazie a una cover. Per cui bisogna vedere nel tempo, se reggeranno ancora. Più che altro, è bravo lo staff che lavora al prodotto.
L'unico punto in cui questo giornalista mi trova d'accordo è il concetto che lo stadio non è per tutti.
Da fan di Alessandra da sempre penso che abbia fatto il passo più lungo della gamba, soprattutto perché le scorse due ere discografiche non hanno avuto il successo di Vivere a Colori, era dopo la quale avrebbe avuto molta più facilità a vendere biglietti. Stiamo comunque parlando di un'artista che nell'ultimo tour è riuscita a fare 3 date al Mediolanum e 3 date a Roma, quindi non un'artista che fa fatica a riempire i teatri.
Anche se di biglietti ne ha venduti parecchi, io trovo che su Alessandra gravi "la discriminante" donna e soprattutto donna ex-talent, etichetta che altri artisti, come Marco soprattutto, sono riusciti a togliersi facilmente ma che su di lei si sente ancora tanto
Utente
16 gennaio, 2021
ale94 ha detto
L'unico punto in cui questo giornalista mi trova d'accordo è il concetto che lo stadio non è per tutti. Da fan di Alessandra da sempre penso che abbia fatto il passo più lungo della gamba, soprattutto perché le scorse due ere discografiche non hanno avuto il successo di Vivere a Colori, era dopo la quale avrebbe avuto molta più facilità a vendere biglietti. Stiamo comunque parlando di un'artista che nell'ultimo tour è riuscita a fare 3 date al Mediolanum e 3 date a Roma, quindi non un'artista che fa fatica a riempire i teatri. Biglietti ne ha venduti parecchi, io trovo che su Alessandra gravi "la discriminante" donna e soprattutto donna ex-talent, etichetta che altri artisti, come Marco soprattutto, sono riusciti a togliersi facilmente ma che su di lei si sente ancora tanto
Sono d’accordo, c’è comunque da dire che Alessandra continua ad orbitare attorno al mondo di Amici ed è una presenza costante anche più volte all’anno. Non credo nemmeno che lei abbia voglia di staccarsi quella etichetta di dosso.
Per il resto io trovo la polemica sui live nel 2022 molto stantia… il mondo della musica è cambiato, facciamocene tutti una ragione..? Su Twitter qualche giorno fa ho discusso con alcuni utenti perché continuavano a sottolineare che Elodie non è nessuno perché non fa i live, tralasciando tutto quello che ha fatto negli ultimi due anni in classifica come donna solista, a na certa però è un argomento che mi stufa. Se queste qua non sono nessuno perché non fanno mai sold out nemmeno negli oratori amen ce ne faremo una ragione
Utente
24 aprile, 2015
ale94 ha detto
L'unico punto in cui questo giornalista mi trova d'accordo è il concetto che lo stadio non è per tutti.Da fan di Alessandra da sempre penso che abbia fatto il passo più lungo della gamba, soprattutto perché le scorse due ere discografiche non hanno avuto il successo di Vivere a Colori, era dopo la quale avrebbe avuto molta più facilità a vendere biglietti. Stiamo comunque parlando di un'artista che nell'ultimo tour è riuscita a fare 3 date al Mediolanum e 3 date a Roma, quindi non un'artista che fa fatica a riempire i teatri.
Anche se di biglietti ne ha venduti parecchi, io trovo che su Alessandra gravi "la discriminante" donna e soprattutto donna ex-talent, etichetta che altri artisti, come Marco soprattutto, sono riusciti a togliersi facilmente ma che su di lei si sente ancora tanto
Io credo che bisognerebbe affidarsi ai dati, più che a queste insinuazioni. Sono insinuazioni proprio perché vogliono insinuare il dubbio, ma ad Alessandra hanno dato lo stadio perché ha i numeri per poterlo fare, non fanno beneficenza. Riempire una simile location non significa per forza fare sold out in tempi record, quasi tutti arrivano ad un'ora prima del live che ancora vendono i biglietti. Sono eventi particolari, dove c'è gente che chiaramente viene da ogni parte d'Italia, non è un tour.
Lei ha venduto negli anni qualcosa come oltre 1 milione di biglietti (dati ufficiali), sappiamo bene i tour che ha fatto, l'ultimo con date doppiate e triplicate tra Mediolanum, Palalottomatica ecc. Quindi penso che, la naturare crescita di quello, sia stato proprio il live allo stadio, e credo che stia andando anche molto bene.
Il problema è che si prende di mira sempre e solo lei, o le donne in generale.
Abbiamo un Salmo che ha messo una data a San Siro dal 2019, sono passati 3 anni e non è ancora riempita del tutto. 3 anni, non 11 mesi come Alessandra o 12 come Marco. Ben tre anni. Però nessuno dei grandi critici ha mai accennato una cosa a riguardo.
Sminuiamo l'Amoroso che tanto è il bersaglio più semplice
Utente
12 marzo, 2021
Io penso che se voleva essere preso più sul serio doveva riportare qualche “fatto” un più.
Esempio la frase su Amoroso:
“Con tutta la simpatia possibile, non è una cantante che può mettere insieme il pubblico di uno stadio. Se non con biglietti regalati o dimezzati”
Cioè, che non sia una cantante che può riempire Sansiro lo decide lui? O spiega meglio la cosa, spiegando (specifico ora che sto tirando totalmente ma totalmente a caso perché non ho seguito minimamente la vicenda) che il palco è messo in modo tale da occupare tanti posti, che risulta un numero molto alto di biglietti regalati o in omaggio, che i prezzi sono stati ripetutamente abbassati da quando sono stati messi in vendita etc etc o non dice niente. In mancanza di spiegazioni, sono solo chiacchiere da bar e un critico musicale, quindi giornalista, dovrebbe evitarle.
Poi io sono il primo che pensa che negli ultimi anni si sia invertito il nesso causa-effetto: una volta se avevi successo facevi gli stadi, adesso sembra quasi che fare gli stadi serva a dimostrare di avere successo, quindi magari si fanno gli stadi quando non si può.
Insomma, l’argomento è affrontato in maniera così superficiale che se non lo si affrontava era meglio.
lukeyyy ha detto
Per il resto io trovo la polemica sui live nel 2022 molto stantia… […]
Quanto è vero. Ogni cantante ha un pubblico diverso: c’è chi ha xmila fan che farebbero tutto per lui (riempire palazzetto etc), c’è chi magari ha poca fan base ma è adorato dal “general public”, quindi occupa le classifiche con qualsiasi pezzo.
Utente
24 aprile, 2015
Questo credo sia l'ennesimo articolo "a mo' di Monin4", totalmente campato in aria, come scrivevo l'altro giorno anche nel topic fanclub di Marco.
Non capisco perché questa ossessione di sminuire per forza i live quando siamo di fronte ad un mercato totalmente "virtuale" ormai? I live sono praticamente l'unica cosa concreta per chi è appassionato appunto di questa sfera così importante della musica. Bisognerebbe essere solo felici di vedere così tanti concerti pieni, più che star lì ad insinuare cose.
Poi perché fare insinuazioni simili su Alessandra se, a domanda (provocatoria, chiaramente), rispondi "non lo so"? Se non sai nulla, perché devi insinuare? Alessandra, secondo lui, non è degna di uno stadio, sulla base di cosa? Perché è una donna e 13 anni fa ha fatto un talent?
I dati onestamente dicono il contrario e trovo veramente poco professionale mettere le mani avanti nei confronti di un live che nemmeno si è svolto, quando, tra le altre cose, si sa benissimo che da lei ci potranno essere un massimo di 51/52k persone perché ha il numerato, quindi è risaputo che non ci saranno i 57k dei Rolling Stones, così come non c'erano da Cremonini o da Marco.
Utente
7 agosto, 2013
Facile attaccare l'Amoroso, è sempre il solito discorso: viene attaccata perché è DONNA, non mi è mai piaciuto fare del populismo ma qui è così, e poi perché è sotto l'ala della De Filippi. (E smettetela di dire che lei ama essere legata ad amici perché viene ospitata).
Qualcuno ha detto che le ultime ere non sono state di gran successo, con tutto che non sono state di gran successo, vi voglio ricordare che nell'era del 10io Alessandra ha fatto più di 30 date. Ditemi perché un Mengoni viene osannato e lei invece viene trattata sempre come un emergente pronta a fallire da un momento all'altro.
kiko13 ha detto
Facile attaccare l'Amoroso, è sempre il solito discorso: viene attaccata perché è DONNA, non mi è mai piaciuto fare del populismo ma qui è così, e poi perché è sotto l'ala della De Filippi. (E smettetela di dire che lei ama essere legata ad amici perché viene ospitata).Qualcuno ha detto che le ultime ere non sono state di gran successo, con tutto che non sono state di gran successo, vi voglio ricordare che nell'era del 10io Alessandra ha fatto più di 30 date. Ditemi perché un Mengoni viene osannato e lei invece viene trattata sempre come un emergente pronta a fallire da un momento all'altro.
Io ho parlato di ere discografiche, non di tour. Sono un fan della prima ora di Alessandra, il mio commento era un'analisi critica del testo del giornalista e della situazione. Perché seppur caratterizzata da costanza, le ultime due ere di Alessandra sono imparagonabili al successo di Vivere a Colori, e le 30 e passa date del 10io tour (che tra l'altro ho citato io stesso come esempio del successo di Alessandra) sono state riempite anche grazie al successo del precedente lavoro discografico che l'ha fatta conoscere al "general public"
Per non uscire troppo off topic ma rimanere sulla tematica stadi, anche se credo, come ho scritto sopra, del passo più lungo della gamba, penso che tra gli artisti emersi negli ultimi 10-15 anni Alessandra sia una delle poche a potersi davvero meritare uno stadio, perché è stata una di quelle artiste che si è fatta la gavetta dei tour, passando dalle piazze ai teatri e poi ai palazzetti. Lo stesso percorso che ha fatto Marco d'altronde, ma nell'articolo non leggo le stesse insinuazioni per lui
4 ottobre, 2019
Io non sono una fan di Alessandra (anche se mi sta simpatica) ma spero che faccia SOLD OUT perché queste polemiche sono sterili.
E' cambiato il mercato, l'Amoroso non farà più i numeri di qualche anno fa ma non li fa nemmeno la Pausini o Cremonini (eppure Cesare riempe gli stadi senza problemi), ma farà le sue date senza problemi.
Ditemi perché un Mengoni viene osannato e lei invece viene trattata sempre come un emergente pronta a fallire da un momento all'altro.
Secondo me perchè lei gravita troppo ancora intorno al mondo Amici, mentre per Marco quasi non ci si ricorda che abbia partecipato ad XF. Non che ci sia nulla di male, ma evidentemente ancora non glielo perdonano.
Utente
24 aprile, 2015
@ale94 la questione live però sappiamo che non è strettamente legata al successo esorbitante o meno di un'era, perché le dinamiche musicali inerenti alle charts cambiano sempre (soprattutto ora con le mille piattaforme che ci sono), ma il pubblico fruitore di musica che compra i biglietti, se hai costruito negli anni quella credibilità, non cambia molto. Quella è una credibilità che si costruisce nel tempo. Tra le donne, purtroppo, sono poche quelle che negli anni sono riuscite a fare grandi cose nella sfera dei live.
Le più forti negli ultimi 10/15 anni sono sempre state Pausini, Alessandra, Elisa, Giorgia e in un certo periodo Emma (e spero per lei che torni con un bel tour nella nuova era).
Non credo sia un caso se anche attorno allo stadio (sia il primo che il secondo fatto) della Pausini ci siano state sempre polemiche, mentre non si leggono quasi mai attorno alle cose che riguardano gli uomini. Lungi da me fare populismo (come ha sottolineato qualcun altro), però è sempre più evidente che, spesso, alcune insinuazioni vengano fatte solo in base al preconcetto che c'è dietro, per il quale lo stadio viene associato solo alle figure sacre di uomini alfa della musica come Vasco e Ligabue e, se sei donna, è meglio evitare!
Io credo che il problema di alcuni critici nei confronti di Alessandra sia il fatto che, negli anni, ha fatto cose che sono andate oltre ciò che si aspettavano (e che pensavano meritasse), senza passare da Sanremo, che per tanti pare una tappa obbligatoria, forse perché è l'unica settimana dell'anno in cui i giornalisti sono rilevanti, e lei finora ha tolto loro la possibilità di massacrarla per 5 giorni di fila ...scherzo dai, ma non troppo!
SabriS ha detto
@ale94 la questione live però sappiamo che non è strettamente legata al successo esorbitante o meno di un'era, perché le dinamiche musicali inerenti alle charts cambiano sempre (soprattutto ora con le mille piattaforme che ci sono), ma il pubblico fruitore di musica che compra i biglietti, se hai costruito negli anni quella credibilità, non cambia molto. Quella è una credibilità che si costruisce nel tempo. Tra le donne, purtroppo, sono poche quelle che negli anni sono riuscite a fare grandi cose nella sfera dei live.
Le più forti negli ultimi 10/15 anni sono sempre state Pausini, Alessandra, Elisa, Giorgia e in un certo periodo Emma (e spero per lei che torni con un bel tour nella nuova era).Non credo sia un caso se anche attorno allo stadio (sia il primo che il secondo fatto) della Pausini ci siano state sempre polemiche, mentre non si leggono quasi mai attorno alle cose che riguardano gli uomini. Lungi da me fare populismo (come ha sottolineato qualcun altro), però è sempre più evidente che, spesso, alcune insinuazioni vengano fatte solo in base al preconcetto che c'è dietro, per il quale lo stadio viene associato solo alle figure sacre di uomini alfa della musica come Vasco e Ligabue e, se sei donna, è meglio evitare!
Io credo che il problema di alcuni critici nei confronti di Alessandra sia il fatto che, negli anni, ha fatto cose che sono andate oltre ciò che si aspettavano (e che pensavano meritasse), senza passare da Sanremo, che per tanti pare una tappa obbligatoria, forse perché è l'unica settimana dell'anno in cui i giornalisti sono rilevanti, e lei finora ha tolto loro la possibilità di massacrarla per 5 giorni di fila ...scherzo dai, ma non troppo!
Le ricordo molto bene quelle polemiche e ricordo anche la reazione di Laura all'inizio della seconda data a San Siro nel 2016. Quindi se le critiche vengono riservate ad una donna in carriera all'epoca da più di vent'anni, figuriamoci nei confronti di una donna ex-talent
Utente
11 novembre, 2015
SabriS ha detto
Questo credo sia l'ennesimo articolo "a mo' di Monin4", totalmente campato in aria, come scrivevo l'altro giorno anche nel topic fanclub di Marco.Non capisco perché questa ossessione di sminuire per forza i live quando siamo di fronte ad un mercato totalmente "virtuale" ormai? I live sono praticamente l'unica cosa concreta per chi è appassionato appunto di questa sfera così importante della musica. Bisognerebbe essere solo felici di vedere così tanti concerti pieni, più che star lì ad insinuare cose.
Poi perché fare insinuazioni simili su Alessandra se, a domanda (provocatoria, chiaramente), rispondi "non lo so"? Se non sai nulla, perché devi insinuare? Alessandra, secondo lui, non è degna di uno stadio, sulla base di cosa? Perché è una donna e 13 anni fa ha fatto un talent?
I dati onestamente dicono il contrario e trovo veramente poco professionale mettere le mani avanti nei confronti di un live che nemmeno si è svolto, quando, tra le altre cose, si sa benissimo che da lei ci potranno essere un massimo di 51/52k persone perché ha il numerato, quindi è risaputo che non ci saranno i 57k dei Rolling Stones, così come non c'erano da Cremonini o da Marco.
Vabbeh ma queste polemiche che hanno tirato fuori sono sterili.
Cremonini non ha fatto 57.000 come i RS, ha fatto 56.000 come fa Vasco quando fa 5 sold out di fila. E' la cifra dei sold out. Si sarà mai accorto qualcuno che c'erano 1000 persone in meno che dai Rolling Stones?
Poi dipende molto anche dai palchi che possono occupare più o meno spazio visivamente.
Marco erano 54.000. Nell'economia di 55.000 posti suppergiù i 1000 in più o in meno non fanno la differenza.
Capirei dicessi 30.000, allora ti dico ok era pieno ma 20.000 in meno si vedono. Ma a quelle cifre direi trascurabile.
E in effetti poi Molendini lo dice che loro han riempito.
Più che sul riempire o meno gli stadi, cosa su cui poi forse si è arenato, credo che volesse sottolineare un processo che è cambiato. Lo stadio non è più il punto d'arrivo per una carriera ma la partenza in alcune carriere boom, tipo Modà (citati pure da lui), Ultimo o Maneskin.
Che è vero ma tanto è un problema-non problema.
Se è una moda del momento poi passa, se non è una moda del momento ci saranno altri stadi e altri tour in futuro.
Se li riempiono senza omaggi e ci guadagnano ne faranno altri, se ci perdono se ne guarderanno bene almeno per un po'.
Se questi artisti al momento piacciono e ci investono tanto da mettere su un tour negli stadi che è molto oneroso e rischioso, evidentemente pensano di non andarci in perdita, non sono onlus.
Chi li ama ci va e si diverte, la città in cui li fanno respira col turismo, i lavoratori che ci lavorano recuperano un po', non vedo perché attaccarsi a tutto
Utente
24 aprile, 2015
GuSpe ha detto
Vabbeh ma queste polemiche che hanno tirato fuori sono sterili.
Più che sul riempire o meno gli stadi, cosa su cui poi forse si è arenato, credo che volesse sottolineare un processo che è cambiato. Lo stadio non è più il punto d'arrivo per una carriera ma la partenza in alcune carriere boom, tipo Modà (citati pure da lui), Ultimo o Maneskin.
Che è vero ma tanto è un problema-non problema.
Se è una moda del momento poi passa, se non è una moda del momento ci saranno altri stadi e altri tour in futuro.
Se li riempiono senza omaggi e ci guadagnano ne faranno altri, se ci perdono se ne guarderanno bene almeno per un po'.
Se questi artisti al momento piacciono e ci investono tanto da mettere su un tour negli stadi che è molto oneroso e rischioso, evidentemente pensano di non andarci in perdita, non sono onlus.
Chi li ama ci va e si diverte, la città in cui li fanno respira col turismo, i lavoratori che ci lavorano recuperano un po', non vedo perché attaccarsi a tutto
Sì, il concetto dello stadio visto oggi come punto di partenza in alcuni casi, più che di arrivo, ci può stare, però secondo me dipende anche da chi è l'artista in questione. E poi, se anche fosse, dovrebbero essere comunque dei posti accessibili a chi può permettersi di riempirli, non per forza dei "premi alla carriera" come venivano visti millemila anni fa ormai.
Ad esempio Marco e Alessandra si sono fatti letteralmente il mazzo nei live negli ultimi 13 anni. Non parliamo di artisti che sono spuntati ieri e che oggi miracolosamente fanno uno stadio, è tutto frutto di un grande lavoro fatto negli anni, di tour su tour con una mole di persone enorme nel tempo. E, al di là di preconcetti, pregiudizi, gusti personali, antipatie, simpatie, lo si dovrebbe constatare e basta, senza le affermazioni così volutamente denigratorie del Monina o Molendini di turno.
Poi si sa, non è che fai San Siro e allora da quel momento in poi farai solo stadi, magari un altro stadio ci metteranno anni a farlo di nuovo, ma nel frattempo però c'è dell'altro! Marco ha annunciato il tour autunnale nei palazzetti, Alessandra (suppongo) annuncerà il suo in occasione della conferenza stampa di San Siro.
Proprio perché il live è una dimensione così importante per gli artisti e gli addetti ai lavori, ed è forse la cosa più concreta che hanno, non capisco perché creare queste polemiche sul nulla quando l'industria musicale ha dei problemi ben più grossi ultimamente!
Utente
7 agosto, 2013
Mirton ha detto
In tutto ciò il crollo dei Modà (e sottolineo il fatto che ai tempi della loro "prezzemolaggine" non li sopportavo) mi genera sempre una certa tristezza
Infatti...mamma mia. Anche se lì più che un crollo loro è stato un crollo di Suraci che per qualche anno ha fatto il padre/padrone della musica in Italia spesso con manie di onnipotenza. Sgonfiatosi quel monopolio lì molti suoi prodotti sono scoppiati. E probabilmente i Modà sono gli unici che ancora riescono a raggranellare qualcosa, almeno coi live.
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