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Siete favorevoli agli "streaming party" ?
Capo Horn
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6 gennaio, 2019 - 20:10
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Nella giornata di oggi si è verificato un curioso dibattito su Twitter: Massimiliano Longo, direttore del sito All Music Italia, ha scritto questo tweet riguardo un post scritto dallo staff di Marco Mengoni, che in questi giorni sta promuovendo uno #AtlanticoStreamingParty :

Longo non è nuovo alle critiche verso il sistema dello Streaming, né ha parlato più volte nel corso negli anni sul suo sito e in questo caso critica il fatto che sia uno staff ufficiale a sponsorizzare un streaming party per fare aumentare gli ascolti  di un singolo o di un album. Dal tweet sono seguiti dei like da parte di cantanti noti (Laura Pausini, Nesli e la società editoriale della Warner) e una discussione tra Fan del cantante e il direttore stesso, reo di essere stato esagerato nei toni ("neanche fossero ad una messa, recuperiamo dignità")e non aver preso altri casi in considerazione prima, come le iniziative fatte da Emma o Elisa per le loro nuove release 

Gli streaming party sono iniziative che abbiamo visto spesso organizzate da artisti internazionali(penso a Britney Spears o  recentemente alle Little Mix) o dai loro fan che prevedono un ascolto collettivo e di massa, potendo quasi  considerarle alla stregua dei Download day. Guardando anche l'importanza che  lo streaming sta prendendo sempre di più nelle classifiche sembra essere diventato fondamentale spingere i fan ad ascoltare un album su servizi come Spotify o Apple Music nonostante possono avere già acquistato un disco in formato fisico. 

Voi quindi, alla luce, dei fatti che vi ho riportato, cosa ne pensate di questa vicenda?? E siete d'accordo che queste attività possano essere utili o meno discograficamente e spinte anche dalle case discografiche e gli stessi artisti?? Discuss 

carpediem86
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2
6 gennaio, 2019 - 20:19
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All'estero si fanno da anni ormai. Tra pochi anni iTunes scomparirà e il fisico sta perdendo sempre più. Quindi le trovo delle iniziative di marketing al pari degli instore. Tanto più che con le nuove regole di Spotify che limitano gli ascolti validi a 10 per ogni account non c'è rischio di un nuovo caso Annastreaming. Un tempo vi erano i download day, ora gli streaming day. 

Io trovo un po' eccessiva questa demonizzazione delle piattaforme di streaming. È il futuro. E uno staff con un senso di proiezione verso il futuro deve spingere su questa piattaforma. Strategia che io trovo condivisibile e al passo coi tempi. 

Signorina Silvani
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3
6 gennaio, 2019 - 20:20
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Lo streaming sta sostituendo l'acquisto del CD fisico, in più è "gratis" nel senso che un ascolto in più o in meno di un disco non grava sul portafoglio, quindi per me è giusto. Anni fa non lo avrei detto, ma i tempi sono troppo cambiati.

Non fa nessuna differenza, oggi, scrivere: "Il disco lo potete comprare nei migliori negozi di musica" o "Ascoltate il disco su Spotify"

Quindi ormai va così.

È singolare però che, dopo mesi di richieste di streaming da parte di tutti o quasi i cantanti o staff, si caschi dal pero proprio oggi prendendo a pretesto un tweet dello staff di Mengoni.

Ma fondamentalmente... Chisseneimporta.

" Ah ... anche poeta ! "

Signorina Silvani
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4
6 gennaio, 2019 - 20:22
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carpediem86 ha detto
All'estero si fanno da anni ormai. Tra pochi anni iTunes scomparirà e il fisico sta perdendo sempre più piede. Quindi le trovo delle iniziative di marketing al pari degli instore. Tanto più che con le nuove regole di Spotify che limitano gli ascolti validi a 10 per ogni account non c'è rischio di un nuovo caso Annastreaming. Un tempo vi erano i download day, ora gli streaming day. 

Io trovo un po' eccessiva questa demonizzazione delle piattaforme di streaming. È il futuro. E uno staff con un senso di proiezione verso il futuro deve spingere su questa piattaforma. Strategia che io trovo condivisibile e al passo coi tempi.  

Condivido pure le virgole.

" Ah ... anche poeta ! "

ouro
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Utente DIAMANTE

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5
6 gennaio, 2019 - 21:48
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Per me sono validissimi, come gli instore, come i download party dei tempi andati, come tante altre cose che ogni mercato fa per aumentare il successo, i ricavi e la risonanza (penso in Corea gli Hi-Touch events o in Giappone le Elezioni dei gruppi 48G).

Lo streaming nel caso Occidentale non è il futuro: è il presente e ci siamo proprio in mezzo.

Giulio23
Utente DIAMANTE

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6
6 gennaio, 2019 - 21:54
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io penso che non ci sia niente di male, come avete gia detto lo streaming sta prendendo sempre piu piede quindi ci sta che I fan cerchino di fare qualcosa per aumentare il successo del loro idolosadida

carpediem86
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7
6 gennaio, 2019 - 22:06
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Ho recuperato un po' la discussione. A me sembra che ancora ci sia questa visione demoniaca del marketing legato ad un artista/cantante. Per di più nel caso specifico trattato dal direttore parliamo di un cantante pop vincitore di un talent che lavora per una major. Non è Jeff Buckley. 

La questione della dignità poi è del tutto fuori luogo. Dove starebbe la perdita di dignità nell'ascoltare un giorno su Spotify invece di mettere su il CD? Dove starebbe la differenza nel chiedere di comprare un CD per avere la firma all'instore o chiedere di ascoltare il CD su Spotify? Per dire, una Pausini che mette like e poi fa un instore come quello di Milano in cui i fan per partecipare devono acquistare il CD più costosi e con le modalità pessime con cui è stato organizzato di cui si è parlato anche qui... lì la dignità rimane intatta? Mentre uno che la domenica sul divano ascolta su Spotify e tiene il CD nella custodia la perde. Mi sfugge proprio la differenza...

Signorina Silvani
Utente 5xP

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8
6 gennaio, 2019 - 22:13
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Sì, ha sbagliato i toni, i tempi, le parole, il bersaglio.

Fosse stato uno che passava per caso su twitter, senza conoscere la materia di cui si parla, avrei capito, ma da uno che queste cose le mastica tutti i giorni, uscirsene con una sparata così con mesi di ritardo sui tempi, mi lascia alcune domande. Non gli fa onore, insomma. Comunque non ha importanza, i tempi corrono e non aspettano nessuno.

" Ah ... anche poeta ! "

carpediem86
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9
6 gennaio, 2019 - 22:28
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Lui è partito da quel tweet per fare un discorso generale. Poi i fan di Marco possono crederci o meno ma io mi attengo a quanto scritto e dichiarato dal direttore nei tweet successivi. Anche perché il punto della questione per me, e la cosa su cui è interessante ragionare (e che Capo Horn come sempre ha brillantemente messo in luce nel post iniziale) non è tanto Mengoni, Emma, Elisa ecc. ma l'importanza dello streaming e di queste iniziative oggi nella promozione di un cantante.

E io non concordo nella demonizzazione dello streaming e del marketing. E il tirare in ballo la dignità per queste cose. Così come ad esempio si tira in ballo la dignità se una cantante fa uno spot in intimo, quando all'estero se uno si "sporca" con iniziative commerciali non perde considerazione artistica come spesso accade qui in Italia.

Signorina Silvani
Utente 5xP

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10
6 gennaio, 2019 - 22:32
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Sì, ma se ne accorge oggi ?

Non credo e se così fosse, non gli farebbe onore in quanto noi, che siamo utenti e non direttori, di queste cose ne parliamo da mesi se non anni.

Sul discorso dignità, poi, mi pare veramente un'assurdità, quando si sta parlando di streaming regolari e regolamentati (10 per ogni utente premium) e non di chissà quale invenzione.

" Ah ... anche poeta ! "

Alessia Fargini
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6 gennaio, 2019 - 22:40
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In linea di massima se si era contro i “download day” si dovrebbe essere contro anche agli “streaming day” tanto più se organizzati direttamente dallo staff del cantante o dal cantante stesso. Fino a pochi mesi fa andavano di moda le storie degli artisti con lo screen della canzone ascoltata e le critiche fioccavano. Diciamo che i giudizi dipendono anche dalla simpatia o antipatia/stima-non stima verso il cantante o lo staff (i due pesi e due misure conalcuni artisti sono storia vecchia). Forse Mengoni non ne avrebbe bisogno perché l’aumento è stato minimo è perché è supportato adeguatamente ovunque, soprattutto su Spotify, ma se il mercato funziona così fanno bene a stargli dietro.

La domanda dovrebbe essere se essere d’accordo con il marketing applicato alla musica o meno.

C’è chi lo fa così, chi, come Pierdavide e Dear Jack, cerca di far conoscere e far ascoltare il pezzo con l’endorsement dei colleghi. È sempre marketing, diverso nei mezzi e nei numeri, ma se si critica l’uno si dovrebbe criticare l’altro e viceversa e Longo in parte ha fatto ciò quindi in questo lui è coerente. Io invece sono favorevole. Ognuno dispone dei propri mezzi per arrivare a un fine e il marketing è linfa oggi. 

[Più che sullo streamingday, sarebbe più utile che qualcuno come Longo provasse a capire come funziona l’inserimento arbitrario dei brani nelle playlist, ciò che oggi determina buona parte delle certificazioni].

carpediem86
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12
6 gennaio, 2019 - 22:41
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Signorina Silvani ha detto
Sì, ma se ne accorge oggi ?

Non credo e se così fosse, non gli farebbe onore in quanto noi, che siamo utenti e non direttori, di queste cose ne parliamo da mesi se non anni.  

Probabilmente è una riflessione che parte da lontano e oggi si è concretizzata. Magari ha voluto anche sfruttare la risonanza che da un Mengoni sui social (con la massa di fan accaniti che si porta dietro) rispetto ad una Elisa. Ma ribadisco che questa è una riflessione marginale, almeno per me. Il perché nomini Tizio o Caio mi importa relativamente.

Mi interesserebbe più capire perché uno streaming day fa perdere dignità e un instore no. È quello che non capisco nel ragionamento. Perché potrei capire se uno mi facesse un discorso generale sul marketing nella musica (lo troverei un discorso antico e anacronistico ma lo capirei) mentre il differenziare lo streaming dall'acquisto di un CD fisico agli instore non lo capisco.

Gen931
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6 gennaio, 2019 - 22:49
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Premetto che non ne capisco nulla di marketing, ma alla fine uno streaming party lascia il tempo che trova. Se un album o una canzone non piacciono sprofondano in classifica. (vedasi che ne so buona vita pensando a Marco, ma anche voglio). Se i pezzi sono forti e piacciono viaggiano da soli (vedesi hola, o il primo album di ultimo che è diventato virale col passaparola).

Ci sono artisti, senza fare nomi, che si sono fatti il disco di platino comprandosi il singolo di i tunes, c'è stato il fenomeno annastreaming che le ha regalato addirittura delle certificazioni. Eppure in questi casi la pubblicità non è servita a nulla.

In un mondo musicale dove ormai interi album e discografie sono alla portata di tutti in 5 minuti gratuitamente il concetto stesso di pubblicità credo stia entrando in crisi. Alla fine parla la musica

Signorina Silvani
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14
6 gennaio, 2019 - 22:55
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carpediem86 ha detto

Signorina Silvani ha detto
Sì, ma se ne accorge oggi ?

Non credo e se così fosse, non gli farebbe onore in quanto noi, che siamo utenti e non direttori, di queste cose ne parliamo da mesi se non anni.  

Probabilmente è una riflessione che parte da lontano e oggi si è concretizzata. Magari ha voluto anche sfruttare la risonanza che da un Mengoni sui social (con la massa di fan accaniti che si porta dietro) rispetto ad una Elisa. Ma ribadisco che questa è una riflessione marginale, almeno per me. Il perché nomini Tizio o Caio mi importa relativamente.

Mi interesserebbe più capire perché uno streaming day fa perdere dignità e un instore no. È quello che non capisco nel ragionamento. Perché potrei capire se uno mi facesse un discorso generale sul marketing nella musica (lo troverei un discorso antico e anacronistico ma lo capirei) mentre il differenziare lo streaming dall'acquisto di un CD fisico agli instore non lo capisco.  

Sì, la penso uguale. Non capisco nemmeno io, perchè appunto i tempi cambiano velocemente e anche i metodi di fruizione e , di conseguenza, di vendita e di promozione. La dignità si perde in altri modi, boh sadida

" Ah ... anche poeta ! "

KassaD1
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6 gennaio, 2019 - 22:58
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C'è gente che si è fatta 3-4 ori con gli streaming partytizianaride_png

Comunque per me gli streaming party sono ridicoli se organizzati dallo staff, finchè è un gruppo di fans ci può anche stare.

All'estero sono andati oltre eh: i fans koreani degli artisti k pop cambiano geolocalizzazione per far in modo che il proprio stream valga per la classifica degli stati uniti. Poi ci sono altri, ma anche gli artisti stessi, che chiedono di condividere la canzone per scalare la Top Viral Globale o addirityura di ascoltare una canzone da una particolare playlist così facendo sale di posizioni nella playlist stessa. Noi siamo i più arretrati.

smiley
Utente DIAMANTE

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16
6 gennaio, 2019 - 23:01
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carpediem86 ha detto
All'estero si fanno da anni ormai. Tra pochi anni iTunes scomparirà e il fisico sta perdendo sempre più. Quindi le trovo delle iniziative di marketing al pari degli instore. Tanto più che con le nuove regole di Spotify che limitano gli ascolti validi a 10 per ogni account non c'è rischio di un nuovo caso Annastreaming. Un tempo vi erano i download day, ora gli streaming day. 

Io trovo un po' eccessiva questa demonizzazione delle piattaforme di streaming. È il futuro. E uno staff con un senso di proiezione verso il futuro deve spingere su questa piattaforma. Strategia che io trovo condivisibile e al passo coi tempi.   

*5 non 10, però concordo che sia questo quello da sottolineare. 

Poi uno può pensare che iniziative del genere sarebbe meglio se si lasciassero all'organizzazione dei fan senza intervenire, ma essendo una piattaforma "nuova " per una grande parte del pubblico, i team si fanno prendere la mano. Io preferisco quando l'account ufficiale non dice nulla, ma capita spesso il contrario anche all'estero.

Detto ciò, trovo più fuori luogo parlare di perdita di dignità perché l'account ufficiale fa un tweet del genere. Mi sfugge proprio la logica che gli fa dire ciò, esagerò a mia volta ma lo trovo un discorso da "vecchi brontoloni". Il mi piace di Laura non fa altro che confermare quanto ami fare la passivo aggressiva nei confronti dei nuovi cantanti. L'ho difesa spesso, ma in questi casi sbaglia perché sa quanto farà discutere. Vediamo se sarà stato un nuovo hacker Lol.

ouro
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17
6 gennaio, 2019 - 23:08
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KassaD1 ha detto

All'estero sono andati oltre eh: i fans koreani degli artisti k pop cambiano geolocalizzazione per far in modo che il proprio stream valga per la classifica degli stati uniti.  

Questo non mi pare vero. Che informazioni hai? Forse ti confondi con i fan (cinesi.......) di Kris Wu e quello che è successo su Itunes. 

-

Per me invece i team fanno benissimo a gestire e orchestrare, è il loro lavoro e la musica è anche sempre di più saperti coltivare una fanabase.

Signorina Silvani
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18
6 gennaio, 2019 - 23:18
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ouro ha detto

Questo non mi pare vero. Che informazioni hai? Forse ti confondi con i fan (cinesi.......) di Kris Wu e quello che è successo su Itunes. 

-

Per me invece i team fanno benissimo a gestire e orchestrare, è il loro lavoro e la musica è anche sempre di più saperti coltivare una fanabase.  

E' anche compito di uno staff cercare di fare conoscere queste nuove piattaforme streaming a quella parte di pubblico più restia o più attaccata all'acquisto del CD fisico. Fanno il loro lavoro.

Vado oltre. Nell'ultima Fimi Salmo era primo e Marco secondo, grazie allo streaming. E' ovvio che si cerchi di aumentare là dove si è più scarsi (streaming) rispetto alle vendite classiche.

Trovo tutto molto ovvio, tra l'altro lo fanno tutti, usando ogni social.  

" Ah ... anche poeta ! "

carpediem86
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19
6 gennaio, 2019 - 23:21
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smiley ha detto

carpediem86 ha detto
All'estero si fanno da anni ormai. Tra pochi anni iTunes scomparirà e il fisico sta perdendo sempre più. Quindi le trovo delle iniziative di marketing al pari degli instore. Tanto più che con le nuove regole di Spotify che limitano gli ascolti validi a 10 per ogni account non c'è rischio di un nuovo caso Annastreaming. Un tempo vi erano i download day, ora gli streaming day. 

Io trovo un po' eccessiva questa demonizzazione delle piattaforme di streaming. È il futuro. E uno staff con un senso di proiezione verso il futuro deve spingere su questa piattaforma. Strategia che io trovo condivisibile e al passo coi tempi.   

*5 non 10, però concordo che sia questo quello da sottolineare. 

Poi uno può pensare che iniziative del genere sarebbe meglio se si lasciassero all'organizzazione dei fan senza intervenire, ma essendo una piattaforma "nuova " per una grande parte del pubblico, i team si fanno prendere la mano. Io preferisco quando l'account ufficiale non dice nulla, ma capita spesso il contrario anche all'estero.

Detto ciò, trovo più fuori luogo parlare di perdita di dignità perché l'account ufficiale fa un tweet del genere. Mi sfugge proprio la logica che gli fa dire ciò, esagerò a mia volta ma lo trovo un discorso da "vecchi brontoloni". Il mi piace di Laura non fa altro che confermare quanto ami fare la passivo aggressiva nei confronti dei nuovi cantanti. L'ho difesa spesso, ma in questi casi sbaglia perché sa quanto farà discutere. Vediamo se sarà stato un nuovo hacker Lol.  

Ah grazie per la correzione. Lo avevo letto tra i tweet di Longo e manco sono andata a verificare.mess

Io penso che lo staff si debba guadagnare la pagnotta. E quello di Mengoni sui social sa fare il suo mestiere. Ha visto che nei confronti di altri tipo Salmo è penalizzato dalla mancanza di streaming (evidentemente dai dati che hanno avranno visto che Salmo lo ha passato in classifica grazie agli stream) e han provato ad agire su questa mancanza. Così come ho amato l'iniziativa fatta per la Michielin dell'ascolto su Spotify legato al piantare gli alberi. Sanno che loro hanno delle lacune su Spotify e ci lavorano. Con i Maneskin che invece volano su Spotify puntano su un altro tipo di marketing.

Io poi sono "pazza" per queste cose di marketing se fatte bene. Pure per esempio l'endorsment a Carone/Dear Jack non l'ho criticata (semmai ad una certa hanno esagerato facendo troppo sgamare la strategia, quando bastavano una decina di nomi di peso e non mezzo mondo per ottenere la stessa risonanza con una credibilità maggiore)

elisass
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6 gennaio, 2019 - 23:24
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ouro ha detto

Questo non mi pare vero. Che informazioni hai? Forse ti confondi con i fan (cinesi.......) di Kris Wu e quello che è successo su Itunes. 

Posso confermare, ma non sono solo i fans degli artisti k pop a farlo... quasi tutti i (grandi) fandoms di artisti americani su twitter si organizzano in questo modo

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