Utente
24 ottobre, 2013
Durante un'intervista a Repubblica, per presentare la riedizione del suo album "Il mestiere della vita" con una selezione di brani reinterpretati in versione urban & acoustic e 4 bonus track, Tiziano Ferro parla del suo prossimo album ma anche della situazione attuale della musica.
Con che spirito si è applicato a queste riletture?
«Mi ha guidato solo l’idea del divertimento. Certo, le case discografiche chiedono sempre un repackaging per rivitalizzare un album, ma sta a te poi farla diventare un’opportunità e non un meccanismo asettico di ristampa con tre inediti e quattro remix. Poter fare una release nuova e divertente diventa allora un privilegio. E non è la prima volta che mi prendo la libertà di rischiare in nome del divertimento: l’ho già fatto con le riletture swing dell’album L’amore è una cosa semplice, c’è gente che con un album così ci sarebbe andata avanti un anno».
Il suo mondo di riferimento è l’hip hop, il nuovo soul, generi che in questi ultimi tempi propongono soprattutto suoni elettronici. Nella trap è diventato addirittura più importante il produttore rispetto al rapper o al cantante…
«E’ vero, e sono scomparsi l’inciso, la melodia, non conta più neanche il testo. Saranno canzoni anche cool ma le vedo come il risultato di un periodo drammatico per la musica. Lo streaming sta distraendo le persone da un ascolto reale delle canzoni, una cosa ormai vale l’altra: ho molti dubbi sul fatto che queste canzoni rimarranno nel tempo come accaduto a tante grandi canzoni del passato. E poi c’è il problema enorme delle classifiche italiane che sono state adattate sul numero degli streaming, mentre sappiamo bene che molti degli ascolti sono acquistati o acquistabili, dunque si può andare in classifica con un investimento di danaro. Il risultato è che abbiamo ormai di fronte una canzone pronto-uso, facile da produrre, da acquistare e da inserire in una playlist. E tutto questo fa paura»
Lei ha spesso parlato in modo positivo dei talent show televisivi, possono davvero rappresentare una via di uscita per far tornare al centro la musica?
«Ripeto, è stato un errore affidare la classifica agli streaming, anche quando sono gratuiti, non c’è supporto vero, nessun acquisto, i ragazzini che passano il tempo ad ascoltare gratuitamente la musica lo fanno solo per dare sostegno ad un artista. Così stanno creando un mostro. Discorso diverso per i talent, che sono ciò che Castrocaro era 20 anni fa, dipende da come li si utilizza. Ogni tanto ho dato il mio sostegno, a Giusy Ferreri, a Michele Bravi, ad Alessandra Amoroso. Il problema di fondo è che se per fare musica parti dalle telecamere, solo i più forti sopravvivono: fossi stato obbligato anch’io, all'inizio, non ce l’avrei fatta, ho avuto bisogno di qualche anno da topo di studio prima di uscire
Fonte: repubblica
Cosa ne pensate? Ha ragione oppure lo streaming sta facendo emergere nuove realtà quindi non è il male?
Moderatore Junior
28 novembre, 2015
Non credo che abbia detto cose sbagliate(il discorso della musica gratis è abbastanza condivisibile)però alla fine lo streaming almeno qui in Italia sta aprendo nuove porte al cosiddetto "Indie Pop" o a gente che viene snobbata dalla radio e in tv,riuscendo comunque a trovare una loro nicchia di ascoltatori oltre ai talent,non ci vedo nulla di male in questo.
Insomma io credo che sia meglio della pirateria. È un concetto stupito quello che ho appena esposto ma è la realtà: se non esistesse lo streaming non avrebbero neanche quel poco guadagno che hanno ora.
Già con la vendita degli album online e non più fisici, racconta la Pau, molti di loro (e la discografia intera) inizialmente andò contro a questo fenomeno... e infatti online si potevano tranquillamente scaricare gratis gli album (ovviamente in maniera illegale) (non esisteva ancora iTunes ecc o non era ben fornito)
Il problema sta nel fatto che esistono modi, più o meno palesi, di gonfiare il numero degli streaming e tutti i discorsi a essi legati (annastreaming, playlist di spotify, certificazioni album basate su streaming, certificazioni fuffe, ecc) ed è lì che gli addetti ai lavori devono intervenire
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