
Utente
1 febbraio, 2020
Onlinecalacolo ha detto
Ma sta roba dei rimborsi come funziona? Anche perchè ad esempio Warner ha 10 artisti, 9 la Sony e 6 Universal. In totale 25 artisti su 30 hanno la major.La Warner ad esempio non dovrà sostenere comunque le spese per 10 artisti? Oppure si va per importanza di nome? Quindi per Irama, Ghali, Annalisa etc avrebbero dovuto sganciare più money?
Forse dipende anche dalle pretese degli artisti, non saprei.
Ricordo che Mengoni nel 2023 fece "Lido Mengoni" come campagna promozionale. Probabilmente, ad oggi, sia insostenibile fare una cosa del genere.

Utente
1 febbraio, 2020
OnlineDavidex ha detto
Ma in realtà per il prossimo festival la Rai, proprio su richiesta delle case discografiche, ha aumentato i rimborsi![]()
Per ogni big è previsto un rimborso di quasi 75.000 euro, rispetto ai 63.000 dello scorso anno.
Due, allora, le motivazioni essenziali: o era davvero troppo tardi per organizzare il tutto o semplicemente quest'anno era figo non presentarsi.

Utente
28 maggio, 2018
OfflineEdwynivan ha detto
Due, allora, le motivazioni essenziali: o era davvero troppo tardi per organizzare il tutto o semplicemente quest'anno era figo non presentarsi.
Mah ci credo poco che si faccia una scelta del genere per "moda", anche perché fuori da Sanremo non è che in questo periodo storico si stappino spumanti: crollo di Spotify, soglie delle certificazioni proibitive, i concerti dell'ultimo anno sono stati i più tribolati di sempre tra biglietti svenduti, settori chiusi e declassamenti di location

Utente
1 febbraio, 2020
OnlineDavidex ha detto
Mah ci credo poco che si faccia una scelta del genere per "moda", anche perché fuori da Sanremo non è che in questo periodo storico si stappino spumanti: crollo di Spotify, soglie delle certificazioni proibitive, i concerti dell'ultimo anno sono stati i più tribolati di sempre tra biglietti svenduti, settori chiusi e declassamenti di location
E allora torniamo al discorso del televoto che avrebbe premiato colui con la fanbase più grande.
Una motivazione, alla base, ci deve pur essere. Ripeto, non credo sia la questione "sesto posto di Giorgia". Per me è il fatto che il regolamento e tutte le certezze sui compensi siano arrivati i primi di novembre e quindi il tempo di convincere discografiche a investire su grossi nomi era troppo poco.

Utente
11 gennaio, 2021
OnlineSecondo me Giorgia e presunte coalizioni in suo favore non c’entrano niente.
Anche perché Giorgia ha fatto il botto pur arrivando sesta e si è rilanciata la carriera, a dimostrazione che la classifica non conta se porti una proposta musicale forte. E in più son convintissimo che sia stata proprio l’indignazione della sesta posizione a solidificare il suo successo quest’anno. Se fosse arrivata seconda, non credo che avrebbe avuto lo stesso exploit.
In più ha vinto Olly che ha sia la più grande hit dell’anno che l’album più venduto dell’anno.

Utente
23 dicembre, 2015
OfflineAnti-Hero ha detto
Secondo me Giorgia e presunte coalizioni in suo favore non c’entrano niente.
Ma sta di fatto che le donne scelte non sono la musica attuale italiana. Arisa lo era anni fa, Malika pure. Ditonellapiaga è entrata nei Big grazie alla Rettore ai tempi ed è stata una sorpresa. Mara Sattei è in difficoltà, l'estate con Fedez è stata il suo boom. Elettra Lamborghini poteva essere interessante nel 2020 (a questo punto magari si poteva provare con Baby K?)
Patty Pravo l'unica che ha un senso logico (ma ci potevano inserire Nada al massimo), Serena Brancale torna dopo il 2025 e ci sta perchè ha fatto bella figura e il singolo estivo con la Amoroso ha spaccato. Per Levante non c'è più la curiosità che c'era anni fa.
Quindi o tutte hanno brani stupendi oppure mi chiedo come mai le varie Anna Pepe, Annalisa, Elodie, Noemi, Gaia, Sarah Toscano, La Nina, Emma, Elisa, Amoroso siano fuori dal Festival.
Faccio questo discorso con le donne perchè appunto si nota che non c'è un nome di spicco che catalizza interesse come Elodie o Annalisa. La Brancale ok e poi?
Ma anche gli uomini... Leo Gassmann ancora in gara, Renga lasciamo perdere. LDA e Aka di nuovo? I nomi più "importanti" per il pubblico RAI sono Ermal Meta e Tommaso Paradiso in pratica. Forse Raf se la voce non lo abbandona! Eravamo abituati a Mahmood, Blanco, Mengoni, Tananai...
Con tutto il rispetto per Samuray Jay, Chiello, Sayf, Nayt che magari mi stupiranno. Come dicevo ieri, il nome di Ermal Meta me lo aspetto in gara ma come nome secondario, non come nome di punta.
Anche Malika e Arisa mi aspetto ma in questo caso anche loro sono i nomi di punta femminili. Di certo non dovrebbero esserlo Elettra, Mara e Ditonellapiaga per il pubblico Rai ovviamente. Le cantanti giovani come Clara e Sarah non esistono più?
Carlo Conti poteva attendere un'altra settimana e ci inseriva nei Big Delia 
Tutti questi nomi fortissimi hanno voluto prendersi una pausa tutti insieme? Andranno tutti in ritiro spirituale durante Sanremo o ce li becchiamo come ospiti delle cover? Qualcosa è successo al 100% perchè non ci sta un nome FORTISSIMO quest'anno.
Probabile che per le donne forse lo stesso regolamento del 2025 dopo aver visto Giorgia, le ha bloccate. Quindi a cascata si sono tirate tutte indietro. Ok che poi fuori dal palco contano le classifiche etc ma la top5 tutta maschile non si può vedere.
Vedremo se 1 donna riuscirà ad agguantare la top5 stavolta con questo festival scarico di nomoni forti.

Utente
28 maggio, 2018
OfflineAnnalisa, Elodie, Noemi io penso proprio non abbiano presentato nulla o se lo hanno fatto poi non hanno dato disponibilità. Insomma Elodie e Noemi che tornavano a fare dopo un anno? Annalisa non è mai stata veramente nei rumors perché il suo progetto sembra da tempo impostato per terminare a Sanremo 2027. Anche su Alessandra ho forti dubbi che avesse davvero intenzione di andare così a ridosso del parto.
Che Baby K sia stata esclusa a favore di una Lamborghini non è che mi faccia gridare allo scandalo. Così come Sarah Toscano e La Nina, seppur di tendenza, non sono nomi irrinunciabili se le proposte sono ripetitive (la prima) o troppo complesse (la seconda). Non so, ipotizzo 
Su Elisa Conti avrà provato di tutto per averla ma non ho idea di che cosa possa essere successo, io ripenso ancora al post di TEBY boooooh
Stessa cosa Emma, non mi spiego quale sia la strategia per nuovo disco e ippodromi.

Utente
23 dicembre, 2015
OfflinePuò essere anche questa una motivazione?
Il boicottaggio? Non c’entrano nulla Carlo Conti e il regolamento, sono teorie che non reggono in piedi.
Il cast di #Sanremo2026 è un chiaro segnale che l’industria discografica ha voluto mandare: spostare il Festival da Sanremo, perché la città dei fiori non è più adeguata.
— Cinguetterai (@Cinguetterai) December 1, 2025

Utente
1 febbraio, 2020
OnlineSecondo me questo articolo racchiude un po’ tutto

Utente
23 dicembre, 2015
Offlineun altro articolo della Sambruna: la colpa è dei nuovi nomi che arrivano facile in top5 (vedi Corsi, Brunori, Olly) con Irama Elodie Gabbani etc che a questo punto preferiscono stare a casa. Si parla anche dei finti sold out etc
#Sanremo2026 senza Big: si son cag*ti sotto! Scorso anno, sconosciuti “cuscinetti” sul podio, ecatombe tour annullati/ridimensionati, #soldout fake: Festival ora è rischio d’immagine (e TANTI 💸).Chi glielo fa fà?🤌Infatti, va chi non ha niente da perdere➡️https://t.co/gzh2d3iQiM https://t.co/lGxJwM5ho7 pic.twitter.com/M56oFG7HKQ
— GraceSomehow (@LaSambruna) December 1, 2025

Utente
24 dicembre, 2017
OfflineGrazia Sambruna aveva già scritto in passato di concerti dei big di Sanremo 2025 cancellati o ridimensionati (è una giornalista che apprezzo molto e leggo spesso i suoi articoli) e, in effetti, la sua lettura di questo presunto "fuggi-fuggi" dei big mi sembra molto verosimile.
Alla fine un pezzettino di ragione c'è in ogni teoria: chi pensa che la location sia obsoleta, chi ritiene che l'innalzamento delle soglie FIMI abbia reso meno appetibile l'impegno sanremese, chi afferma che, a causa dell'elevato numero di canzoni in gara, non c'è ritorno in termini di vendite e tour fatta eccezione per i 6 o 7 su 30 (senza considerare le nuove proposte...) sui quali si concentra tutta l'attenzione mediatica (giornalisti, social, etc.), chi sostiene che un super big non accetterebbe di classificarsi alle spalle di un emerito sig. Nessuno (magari fosse una sig.ra Nessuna
non sia mai) e/o critica il regolamento troppo Televoto-centrico!
Comunque sono curioso di conoscere la controprogrammazione Mediaset in quella settimana 

Utente
31 ottobre, 2020
OnlineCapisco, però effettivamente abbiamo avuto dei cast fortissimi anche dopo che Mr Rain e Tananai avevano scalzato Giorgia dalla top 5, anche dopo che i Negramaro sono finiti dietro ai Santi Francesi ed ad Il Tre.
Più banalmente nessuno aveva il pezzo, e il che mi sembra molto in tema con quanto successo quest'anno. Gli artisti ispirati in questo momento sembrano pochi, altri funzionano grazie ad una formula che hanno ideato da relativamente poco tempo, e magari non si sono presentati a Sanremo o per evitare il burnout (specie artisti più giovani), o perchè banalmente lo avevano vinto l'anno scorso, o perchè sono personaggi "strani" che rischiano l'effetto Tony Effe.
Banalmente gli unici emergenti che abbiamo avuto quest'anno sono gente venuta dal nulla che ha imbroccato il pezzo su TikTok... e che è finita di riffa o di raffa nel cast.

Utente
7 agosto, 2013
OfflineSecondo me questo articolo racchiude un po’ tutto
Però la signora Sambruna si dimentica di sottolineare come senza Sanremo sarebbe ancora peggio, tipo Rkomi non sarebbe nemmeno entrato in platea nei teatri senza Sanremo 
Cioè è la teoria che ha più senso ma andare a Sanremo è sempre meglio che non andarci. Anche paradossalmente ammettendo che questo festival non lo guardino nemmeno i parenti di Conti, impossibile pensare che arrivare 28esimi in diretta televisiva mondiale sia peggio che far uscire una canzone a casaccio da soli senza esposizione
Nicks Lannister

Utente
23 dicembre, 2015
OfflineQui un altro articolo https://www.italiaoggi.it/marketing-e-media/media/sanremo-2026-un-cast-senza-big-del-mercato-musicale-r0agj6jd
Le case discografiche si sono stufate di Rai e del comune di Sanremo. E al Festival 2026 mandano solo seconde linee, e non più gli artisti che fanno realmente il mercato.
Come scritto più volte su ItaliaOggi, riportando il pensiero di Enzo Mazza, ceo di Fimi (Federazione industria musicale italiana), l'impatto di Sanremo sul mercato è molto relativo, vale appena l'1,5-2% del totale degli incassi dello streaming dei singoli (quindi una cifra inferiore ai 6 milioni di euro, quando Rai, in sola pubblicità, incassa per Sanremo circa 70 milioni di euro). Insomma, al centro dell'eco-sistema Sanremo c'è l'industria discografica, che investe sugli artisti. Ma poi, a guadagnarci sono soprattutto Rai, gli hotel e i ristoranti di Sanremo, e gli organizzatori dei tour estivi degli artisti che si affermano a Sanremo.
Ricordava Enzo Mazza che Rai e Ariston si sarebbero dovute attivare a livello economico e infrastrutturale, perché ci sarebbe stato un concreto rischio di un disimpegno dell'industria discografica: serve «un consistente rimborso economico per le imprese partecipanti. Perché senza la discografia, sul palco di Sanremo ci sarebbero giusto i fiori. Il Festival senza musica è una scatola vuota.
Per ora, tuttavia, a livello infrastrutturale non c'è stata nessuna novità, l'Ariston è sempre lì, vecchio e inadatto come non mai per uno spettacolo del livello di Sanremo. Nessun accordo è stato concluso tra Fimi, Rai e comune di Sanremo, tutto è in ballo, «mancano ancora diversi aspetti, e il dialogo con il comune di Sanremo è ancora agli inizi», racconta Mazza a ItaliaOggi. Nel 2025 le case discografiche hanno avuto dalla Rai un contributo di 62 mila euro per ciascun artista in gara (+12% rispetto al 2024), cui aggiungere 3 mila euro per ciascun ulteriore artista oltre il primo (ovvero se si canta in coppia il rimborso sarà di 65 mila euro, se si canta in tre di 68 mila euro, e così via), e di 3 mila euro anche per gli artisti che parteciperanno alla serata dei duetti.
Ma questi importi non coprono neanche lontanamente gli investimenti che l'industria mette in campo per Sanremo. E che sono sempre più elevati: nel 2025 i costi per hotel, ristoranti, trasporti per Sanremo sono aumentati del 25% rispetto al 2024. Senza dimenticare che oltre ai 30 artisti in gara e a quelli dei duetti ci sono pure gli staff, con uffici stampa, social media manager, stylist, ecc, con una spesa, per le case discografiche, di circa 120 mila euro ad artista.
E allora, visto che Rai e comune di Sanremo fanno orecchie da mercante, nel 2026 l'industria discografica tira i remi in barca. All'Ariston arriveranno artisti di seconda fascia, che potremmo definire sanremesi nella vecchia accezione un po' negativa dei Festival di Pippo Baudo (cantanti che oggi vendono poco, per semplificare).

Utente
18 gennaio, 2021
Offlinecalacolo ha detto
Qui un altro articolo https://www.italiaoggi.it/marketing-e-media/media/sanremo-2026-un-cast-senza-big-del-mercato-musicale-r0agj6jdLe case discografiche si sono stufate di Rai e del comune di Sanremo. E al Festival 2026 mandano solo seconde linee, e non più gli artisti che fanno realmente il mercato.
Come scritto più volte su ItaliaOggi, riportando il pensiero di Enzo Mazza, ceo di Fimi (Federazione industria musicale italiana), l'impatto di Sanremo sul mercato è molto relativo, vale appena l'1,5-2% del totale degli incassi dello streaming dei singoli (quindi una cifra inferiore ai 6 milioni di euro, quando Rai, in sola pubblicità, incassa per Sanremo circa 70 milioni di euro). Insomma, al centro dell'eco-sistema Sanremo c'è l'industria discografica, che investe sugli artisti. Ma poi, a guadagnarci sono soprattutto Rai, gli hotel e i ristoranti di Sanremo, e gli organizzatori dei tour estivi degli artisti che si affermano a Sanremo.
Ricordava Enzo Mazza che Rai e Ariston si sarebbero dovute attivare a livello economico e infrastrutturale, perché ci sarebbe stato un concreto rischio di un disimpegno dell'industria discografica: serve «un consistente rimborso economico per le imprese partecipanti. Perché senza la discografia, sul palco di Sanremo ci sarebbero giusto i fiori. Il Festival senza musica è una scatola vuota.
Per ora, tuttavia, a livello infrastrutturale non c'è stata nessuna novità, l'Ariston è sempre lì, vecchio e inadatto come non mai per uno spettacolo del livello di Sanremo. Nessun accordo è stato concluso tra Fimi, Rai e comune di Sanremo, tutto è in ballo, «mancano ancora diversi aspetti, e il dialogo con il comune di Sanremo è ancora agli inizi», racconta Mazza a ItaliaOggi. Nel 2025 le case discografiche hanno avuto dalla Rai un contributo di 62 mila euro per ciascun artista in gara (+12% rispetto al 2024), cui aggiungere 3 mila euro per ciascun ulteriore artista oltre il primo (ovvero se si canta in coppia il rimborso sarà di 65 mila euro, se si canta in tre di 68 mila euro, e così via), e di 3 mila euro anche per gli artisti che parteciperanno alla serata dei duetti.
Ma questi importi non coprono neanche lontanamente gli investimenti che l'industria mette in campo per Sanremo. E che sono sempre più elevati: nel 2025 i costi per hotel, ristoranti, trasporti per Sanremo sono aumentati del 25% rispetto al 2024. Senza dimenticare che oltre ai 30 artisti in gara e a quelli dei duetti ci sono pure gli staff, con uffici stampa, social media manager, stylist, ecc, con una spesa, per le case discografiche, di circa 120 mila euro ad artista.
E allora, visto che Rai e comune di Sanremo fanno orecchie da mercante, nel 2026 l'industria discografica tira i remi in barca. All'Ariston arriveranno artisti di seconda fascia, che potremmo definire sanremesi nella vecchia accezione un po' negativa dei Festival di Pippo Baudo (cantanti che oggi vendono poco, per semplificare).
Ecco, questo mi sembra un riassunto credibile che parla di una problematica reale e tutt'altro che facile da risolvere. Altro che il "boicottaggio per via del sesto posto di Giorgia" 

Utente
11 agosto, 2021
Offlinetrovo abbastanza debole sia la "teoria dei cuscinetti" della Sambruna che la teoria "del grande complotto delle case discografiche" che impedirebbero ai big di partecipare
la teoria dei cuscinetti della Sambruna fa un pò acqua perchè quelli che lei chiama cuscinetti non sono mai stati tali, anzi si sono rivelati delle sorprese che hanno spesso scavalcato in classifica i cantanti più quotati e questo è successo in tutte le edizioni e non l'anno scorso ( e l'elenco sarebbe lunghissimo e di esempi ce ne sarebbero in tutte le edizioni.
la stessa vittoria di Angelina Mango è stata la vittoria di un outsider con sei mesi di carriera e mezza canzone nota all'attivo e questo non ha impedito l'anno successivo di fare il pienone di big
anzi al contrario quella della Mango è stata una vittoria molto più discutibile, per certi versi di quella di Olly che con il senno di poi e con l'incredibile successo, e i record che ha avuto con quella canzone, con i singoli successivi, con i live etc, credo che se non avesse vinto staremmo a parlare di lui come vincitore morale, di vittoria derubata e magari dal discorso sociologico femminista ("ah la mancata vittoria di Giorgia, il paese che boicotta le donne etc etc") ora faremo un discorso sociologico " ah la mancata vittoria di Olly è un paese vecchio che boicotta i giovani ... etc etc)
la stessa teoria del "complotto delle case discografiche" non sta in piedi.. Voi immaginate una casa discografica che dice alla Nannini, alla Pausini, a Tiziano Ferro, a Sfera Ebbasta o chi per essi " no, io non ti mando a Sanremo" come se fosse la mamma che dice al bambino "no, non ti mando alla festicciola del tuo amichetto domenica, hai fatto il cattivo"....i big hanno un'autonomia che certo non prendono diktat perentori e immotivti dalle case discografiche, i discografici sarebbero sfanculati il giorno dopo
senza contare che le case discografiche ci hanno solo che guadagnato dai Sanremo di successo (ad iniziare da tutti i soldi che si risparmiano in promozione), quindi anche la storia dei costi sta poco in piedi anche perchè banalmente non è che pagare la stanza d'Hotel a un Tiziano Ferro costi molto di più che pagare la stessa stanza a Francesco Renga, o il pagare il pranzo al ristorante a Laura Pausini costi molto di più che pagarlo chessò alle Bambole di pezza.
i costi di fatto ce li hanno lo stesso a prescindere da chi mandano....non è che questi che vanno adesso li mandano in roulotte con il tramezzino dell'Eurospin e l'acqua della fontana insomma.... quindi anche queste teorie non stanno in piedi
anzi al contrario facendo i conti in tasca trovo molto più controproducente mandare e spendere per la loro partecipazione che a livello puramente di mercato sono delle "cause perse" (come un Renga o simili)....piuttosto che dei cantanti big che invece pur se in una fase non brillantissima della loro carriera possono avere ancora delle enormi possibilità di mercato (come appunto successo con Giorgia)
quindi che le case discografiche ostracizzino i big per mandare i peones mi sembra da zappa sui piedi...quindi non credo affatto che dipenda dalle case discografiche
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