amers ha detto
 Discriminazioni che riguardano fondamentalmente il mancato riconoscimento del professionismo delle giocatrici di calcio femminile, che hanno fatto della loro passione un lavoro, dedicandosi a tempo pieno, proprio come i loro colleghi maschi, ma che non hanno ancora ottenuto la parità nè dal punto di vista contrattuale nè da quello salariale.

Onestamente non sarei troppo d'accordo in questi casi.

Quanto prende un uomo che giochi a Rugby in Italia, e quanto prendono i rugbisti di primo livello in media rispetto ai calciatori nelle "serie A" dei vari campionati?
Quanti sono gli sport in cui non si guadagni praticamente nulla?

Uno lo sa già quando inizia.
Sci, tennis*, nuoto, tuffi, pattinaggio, ginnastica ecc.: in tali sport la discrepanza di riscontro tra i sessi è minore.

Pur non negando (assolutamente) la componente di preconcetti, resta che di fatto il livello del calcio femminile sia ovviamente ben più basso ma soprattutto sia anche molto meno profondo il talent pool all'interno di quello che sia solo il panorama delle donne (ad es. a 10-12 anni almeno il 25% dei maschi gioca, o giocava, a calcio in un club; tra le ragazze quante saranno?).
La cosa può essere più o meno determinante ma è comunque dei fattori per cui lo si possa ritenere di minore appeal.

Valentina Shevchenko l'ho recuperata subito stamattina, come faccio sempre quando so che competa, ma sinceramente certi sport femminili trovo non abbian proprio attrattiva e anche in svariati di quelli che un po' ce l'abbian il livello tecnico regge solo ai massimi livelli: appena esci, chessò, dalla top10, si abbassa davvero troppo rapidamente. 

Secondo me il calcio femminile ha comunque un potenziale di ricezione diverso da casi come WNBA che, nonostante la sovvenzione di 10M di dollari l'anno da parte dell'NBA, è proprio manifesto quanto rifiutato dal pubblico sia: non piace, non c'è verso.
Però, pur avendo calcio un po' di margine per essere più popolare - poi quanto, difficile dire - rispetto ad altri sport presenta pure delle complicazioni.
La Cagnotto e la Pellegrini le vedi 2 volte l'anno; nel nuoto e nelle MMA, le gare/gli incontri (3-20 minuti) li puoi "inframezzare" a quelli maschili durante un evento; nello sci ad ogni gara segui la top30 del mondo.
Il calcio sono 90 minuti ogni volta e già quello maschile porta via un sacco di tempo. Diventa dura guardarsi Vicenza-Bari calcio femminile.

*nonostante ciò, il fatto che abbian equiparato i premi degli slam di tennis femminili a quelli maschili, non lo trovo necessariamente giustissimo. 
Al giorno d'oggi è addirittura controverso dirlo.

Non mi è chiaro cosa significhi 'riconoscimento professionistico':
non generando abbastanza soldi per dar luogo ad una realtà maggiormente professionistica, è una pretesa un po' eccessiva.

Ci sono una serie di ragioni per cui alcuni sport femminili riescano ad essere più lucrativi ed altri per nulla.

amers ha detto
La FIFA dice 'Un professionista è un giocatore che ha un contratto scritto con un club ed è pagato più per la sua attività calcistica che per le spese effettivamente sostenute. Tutti gli altri giocatori sono considerati dilettanti' 

Ok, ma ovviamente non intendevo letteralmente la definizione.

La domanda è se ci possano mai essere i presupposti economici avere maggiori contratti professionistici.
E' lo stesso discorso di altri sport minori anche maschili: quanti saranno mai i professionisti nella, boh, pallamano? 
Che "riconoscimento" potranno mai pretendere?

Un sacco di sportivi degli sport minori, come sappiamo, in Italia prendono lo stipendio sotto i corpi di stato.