Utente
1 maggio, 2016
Uno dei momenti più suggestivi è Dialogo tra due pazzi.
Marco si siede al bordo della botola (quella da cui esce all'inizio del concerto), sotto c'è una videocamera che trasmette l'immagine in diretta sul megaschermo, a simboleggiare il doppio, i due pazzi, "e mi chiedo se tu non sia me".
Al momento ci sono solo delle foto, appena uscirà un video lo metterò qui.
Edit: Ecco il video
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
11 novembre, 2015
Eccoci qua, finalmente ho qualche minuto per scrivere due parole sul tour!
Non saprei bene da dove iniziare...
Sicuramente il tour ha seguito un filo logico iniziato con l'album. Come hanno sottolineato anche alcuni giornalisti, Atlantico è un album libero, dove si è preso la responsabilità di fare come gli pareva, spiazzando tutti, e così è questo spettacolo.
E' partito togliendo tutto, cancellando tutto quello che aveva già fatto e che potevi aspettarti da lui.
Ha creato un palco che sembra leggerissimo, agile, capace di cambiare in corsa, che nasconde in realtà tonnellate di materiale scenico, schermi capaci di rendersi trasparenti arrivati su misura da oltreoceano, strutture dalle diverse funzioni.
La cosa stupenda è che ha specificatamente chiesto a tutti gli addetti ai lavori, come accade a volte a teatro, di non chinarsi quando salgono sul palco, di non cercare di rendersi invisibili. Anzi, di camminare a testa alta, perchè il loro lavoro, il loro trasformare il palco, è parte integrante dello spettacolo.
Il palco si trasforma diverse volte, ed è sempre elegantissimo.
Veramente spettacolare, come l'entrata in scena. Veramente fortissima e di grande impatto.
Lui ispiratissimo, vocalmente libero, liberissimo.
Ha tirato fuori degli arrangiamenti stu-pen-di.
I mash up azzeccatissimi. Credimi Ancora ha preso una forza pazzesca, è intrigantissima e veramente affascinante.
Lui si diverte da morire, gioca, balla, suda, ti fa capire che risposta vuole.
Il pubblico ha risposto alla grande, ho letto che nella seconda data pure di più e mi chiedo come sia possibile
Ad Assago non oso immaginare...
Tantissime volte ho avuto la pelle d'oca all'inizio su Mohammad Alì, su Proteggiti da me che ha fatto implodere il palazzetto, sul momento in cui ha suonato il piano e poi ha fatto spegnere le luci, su Hola cantata per buona parte solo piano e voce, prima di lasciare che si inserissero anche altri strumenti...ma anche su La casa Azul, Amalia o THVBV...il pubblico era in delirio.
E sotto la mia tribuna, in parterre erano praticamente tutti uomini.
C'è stata un'evoluzione nel pubblico incredibile negli anni. Su Voglio erano scatenati.
Come sempre aveva ragione lui, è stato lungimirante, questo pezzo doveva uscire, ha svolto al 100% la sua funzione!!
Essendo una data zero e non arrivando preparata ovviamente mi sono persa alcuni particolari, ma rimedierò l'1 ad Assago.
E alla fine ho deciso di fare anche l'ultima data. Questo tour merita troppo, veramente
Utente
11 novembre, 2015
Il nuovo Marco Mengoni si trasforma dal vivo: "Ora più sicuro sul palco"
Uno show di due ore che passerà da Milano: «L'idea mi è venuta grazie ai Talking Heads»Allora diciamolo subito: Marco Mengoni non è mai stato così convincente sul palco.L'altra sera al PalaAlpitour ha battezzato l'Atlantico Tour italiano dopo aver fatto un po' di rodaggio in alcune capitali europee e ha portato in scena uno spettacolo vivo, articolato, capace di rinascere sera dopo sera senza perdere mordente.Come una vera climax, parte scarno di colori, quasi un bianconero alla Giorgio Armani (che lo veste) e poi progressivamente si accende, inizia a pulsare e il pubblico alla fine balla e salta manco fosse in discoteca. «Mi sento più consapevole e addirittura più freddo quando salgo sul palco perché riesco a trascinare l'emozione fin davanti al pubblico. Prima spesso me ne lasciavo sopraffare, avevo paura e perdevo energie», ha spiegato dopo nei camerini.E si vede subito, sin da quando in un mare di fumi bianchi arriva lui vestito di bianco a cantare Muhammad Alì con il manifesto d'intenti ben scritto sopra al palco: «I'm gonna show you how great I am» (sto per dimostrarvi quanto sono grande), la dichiarazione che Mengoni mette in pratica alla sua maniera, armoniosa e varia.Due ore di concerto. Ventisei brani e due monologhi. E un palco che si trasforma, si muove e forse rappresenta la miglior realizzazione finora di Giò Forma. «Anni fa rimasi folgorato da uno show dei Talking Heads, forse è nata lì l'idea di uno spettacolo in continua evoluzione».
Un crescendo che all'inizio quasi stordisce il pubblico quasi incalzato da Voglio, Ti ho voluto bene veramente fino ad Atlantico e Pronto a correre, dove oltretutto Mengoni mette in chiaro quanto si sia evoluto anche nell'uso stesso della voce, nella sua padronanza e nella capacità di attribuire il colore giusto ai singoli accenti.
Poi c'è il primo monologo, che si intitola Sei tutto e riflette su ciò che siamo e su ciò che ci manca. «A me manca soprattutto il tempo», dirà dopo. Poi, bum!, arrivano i colori, le luci diventano arcobaleno e fulminano raggi in platea.
Il ritmo si allarga e gli arrangiamenti iniziano a diventare più profondi, più tribali e contaminati in La casa Azul (splendida) e Amalia in un tripudio di percussioni. Non c'è stato bisogno dell'invito di Mengoni («Sudate!») perché il pubblico iniziasse a ballare sempre meno composto e sempre più chiassoso. «Qui arriva il secondo monologo che sostanzialmente vuole dire: riflettiamo». Lui dice che «siamo stati più belli di così, più buoni», poi accenna al flusso dei social che tolgono la memoria e poi alla regola di vita che è anche sua nella vita di tutti i giorni: «Sii gentile, sempre».
Prima aveva cantato a mezz'aria su di una passerella sospesa. Si era mosso come Michael Jackson, aveva «mashuppato» citazioni anche di Kanye West e Adele. Era stato insomma un perfomer eclettico e per nulla «ingessato dall'aria pesante di ogni debutto. Poi però il colpo di scena: ha fatto spegnere le luci seguendo, come ha spiegato, «un escamotage per togliere i telefoni» che fino a quel momento lo avevano mitragliato (come insopportabilmente quasi sempre accade ai concerti) per condividere immagini zoppicanti sui social.
«Vado a vedere tutti i concerti possibili e immaginabili e guardo anche cosa fa il pubblico. Ho pensato che in due ore di spettacolo fosse possibile concedersi tre minuti di silenzio». Mossa riuscita, chapeau.
Da lì in avanti un concerto in discesa, con una Esseri umani praticamente perfetta e i due bis avvolti da un coro enorme. Prima L'essenziale (accennata in precedenza solo al piano) e poi una sinuosa, intensa Hola che sul disco Atlantico (già 40 milioni di streaming) lui condivide con Tom Walker. «Verrà a trovarmi in tour? Chissà» sorride lasciando intendere più un sì che un no. Paradossalmente, lo show non ha bisogno di ospiti perché non sembra avere punti deboli, a parte forse una limata nel numero dei brani nella parte centrale.
Per il resto è un concerto che vale il biglietto e conferma un'altra volta che, nei suoi tormenti e nella continua voglia di cambiare, Mengoni è uno dei pochi artisti che continui a crescere.
Utente
11 novembre, 2015
Questa foto mi fa impazzire.
Tu eri lì che sentivi i vocalizzi del coro e vedevi le loro ombre dietro il kabuki, ti aspettavi di vederlo comparire sullo sfondo.
Poi all'improvviso in un nanosecondo si spengono le luci e un fascio incrociato illumina la fine della passerella, da cui inaspettatamente Marco balza fuori letteralmente lanciato in aria in mezzo al pubblico.
PAZZESCO. Il boato del pubblico la prima sera quando non te lo aspetti è stato una cosa che difficilmente dimenticherò.
E poi lui rimane lì fermo immobile nella luce, e parte con Mohammad Alì, ma giocando con suoni e silenzi, con la musica che si stoppa in alcuni punti lasciando lui lì immobile e beffardo e il palazzetto muto, nel silenzio più totale a volte interrotto da scrosci di applausi.
Veramente suggestivo.
Utente
11 novembre, 2015
Riporto solo alcune annotazioni, lo spettacolo raccontato quello è
Marco Mengoni, Atlantico Tour uno show innovativo. Nasce il cross-posting su Fb
Marco Mengoni, l'Atlantico Tour è uno show senza precedenti.
Uno spettacolo che celebra la vita e una rinascita musicale e personale
Il tanto atteso ritorno di Marco Mengoni sui palchi italiani non poteva che lasciare spazio ad uno show senza precedenti.
Con le prime due date di Torino del suo #MengoniLive2019 siamo trasportati in quello che è un vero e proprio spettacolo dove a fondersi sono due diverse anime, quella più R&B, soul e quella più pop che lo ha portato ad avere un grande successo nella scena musicale italiana.Con Atlantico Tour siamo di fronte ad un'evoluzione artistica e personale di Mengoni che sul palco trova particolare risalto in un crescendo di emozioni ed elementi scenografici che richiamano quello che per l'artista è stato un viaggio di scoperta e riscoperta.
Incontro con culture e tradizioni diverse, il contatto con le persone, la ricerca di una propria vera identità, i due anni che lo hanno visto lontano dalle scene live sono stati portatori di nuove consapevolezze e di crescita musicale per l'artista di Ronciglione che ritorna in una veste più matura e sicuramente più determinata portando in scena uno spettacolo tutto da scoprire.Il suo viaggio come una rinascita personale che lo ha portato alla creazione di Atlantico, un album di inediti, oggi già doppio disco di platino e che ha ottenuto 40 milioni di stream.
Una data evento la prima di Torino che ha sancito il ritorno dell'artista in pompa magna e che non ha deluso le aspettative, portando lo spettatore a ritrovare sul grande palco un Mengoni sicuramente cambiato.Due ore di show dove la componente tecnica e scenografica lascia spazio ad uno spettacolo visivo davvero d'impatto...
Una scaletta ricca di brani quella cantata da Mengoni dove le diverse fasi artistiche si incontrano permettendo di rivivere quella che è l'evoluzione di un artista, ma ancora di più di una sensibilità personale che trova particolare pregnanza nei testi e nella componente musicale.
In Atlantico Tour essa viene integrata ad un messaggio sociale grazie a monologhi intensi, diretti e rivolti al pubblico.....L'Atlantico Tour 2019 è un inno alla libertà e alla necessità di riallacciare un rapporto diretto col mondo circostante, anche allontanandosi per qualche tempo dalle connessioni tecnologiche che ci legano apparentemente gli uni con gli altri. Non a caso uno dei momenti più emozionanti e avvolgenti dello show è stato quando lo stesso Mengoni ha invitato i presenti al Pala Alpitour di Torino a mettere via per un istante gli smartphones e facendo spegnere le luci godendosi veramente il proseguo del concerto.
Marco Mengoni ritorna sul palco e lo fa perseguendo uno degli ideali che forse più di tutti oggi come oggi si sta perdendo e che in parte ha rovinato la scena musicale nostrana: l'essere se stessi.
La naturalezza e l'avere davvero qualcosa da raccontare sono alla base dello show di Mengoni che riesce così a trovare un equilibrio costante nella sua performance.
L'artista ci ricorda quanto siamo il frutto delle nostre esperienze, dei nostri errori e delle nostre scelte portandoci così a vivere nella prima parte dello spettacolo il monocromatismo urbano, la noia cittadina che a tratti incupisce, sostituita successivamente da quella che è una vera e propria catarsi in una vitalità nuova, di colori e sound portoghesi in un Hola collettivo che costituisce forse il vero testamento dell'artista che sembra così salutare un passato musicale e personale per abbracciarne uno nuovo, dove l'artista stesso si augura e augura a tutti Buona Vita.
Utente
11 novembre, 2015
Marco Mengoni si racconta a FQ Magazine: “Negli altri tour me la facevo sotto dalla paura, stavolta…”
Il cantautore a 30 anni fa autocritica, cerca di migliorare sé stesso, invita alla riflessione e alla condivisione. Il Mengoni pensieri si riversa sul palco e ci regala un giovane artista elegante e sicuro di sé, con le idee chiare e qualche piccolo rimpianto.
Elegante, sicuro sul palco e con una gran voglia di comunicare e condividere.
Marco Mengoni è cambiato molto rispetto al tour precedente di tre anni fa e a Torino per la prima data dell’Atlantico tour ha dimostrato il risvolto positivo di una ricerca personale che parte da lontano. “Questo è uno show che mi ha permesso di aprire un po’ la mia anima e soprattutto ho fatto un lavoro su me stesso a livello emozionale”, ha raccontato l’artista a FqMagazine.
Diversi i momenti spiazzanti, ad esempio, quando Mengoni chiama il buio totale e invita il pubblico a spegnere gli smartphone, per godere pienamente il momento dello show nel momento del medley con “20 sigarette”, “Le cose che non ho” e “Non passerai”. Poi l’artista ha confessato: “Era l’unico escamotage per un momento intimo e raccolto, in effetti tutti lo hanno fatto!”.
Sono tre i momenti affidati ai monologhi in cui Mengoni, coadiuvato anche da alcuni filmati animati, invita alla riflessione su alcuni temi. “Sei fatto per il 60 per cento di acqua. Per il 30 dalle persone che ami e per 10 di quello che ti manca”, recita uno dei momenti. Poi nel secondo monologo c’è l’invito a riflettere su titoli forti dei giornali di tutto il mondo che compaiono sugli schermi. La citazione in apertura è dello scienziato James Dewar “La mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”. Tra le parole che scorrono sull’enorme led c’è la parole “indifferenza” che viene citata più volte.
..Tante date sold out per i prossimi appuntamenti dal vivo, successi europei, musicali e dieci anni sempre sulla cresta dell’onda, ma Marco Mengoni fa anche autocritica a luci spente, quando i riflettori si abbassano e rimane solo sul palco: “Mi manca il tempo per godermi le cose che spesso ci sfuggono tra le mani, questo è il mio grande rimpianto. Il tempo va avanti inesorabile come un treno e non guarda in faccia nessuno. Mi manca quello che penso non avrò mai“.
Utente
11 novembre, 2015
In spoiler due articoli cartacei di La Repubblica e QN
Utente
1 maggio, 2016
In questo video, al minuto 01,32, l'entrata in scena vista frontalmente
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
1 maggio, 2016
Playlist STUPENDA della prima data a Torino.
Le riprese sono frontali, fatte dalla tribuna da una delle più brave e storiche videomaker del fandom di Marco, la mitica Pina.
Si vede l'entrata in primo piano, tutte le scenografie in ripresa totale, la passerella, la carrucola, tutto Dialogo tra due pazzi in visione diritta, i monologhi, i primi piani di Marco, di tutto e di più. E' veramente uno spettacolo.
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
1 maggio, 2016
Atlantico Tour: Marco Mengoni sold out al Pala Alpitour di Torino. Riassunto, video e foto
Lo show di Mengoni cresce: non solo per il percorso straordinario che in pochi anni ha portato Marco ad essere uno dei protagonisti più interessanti della scena musicale italiana, ma soprattutto perché realmente lo spettacolo “cresce”, “evolve” e “si trasforma” da analogico a digitale. In due ore la scenografia, volutamente scarna e minimale all’inizio, in un crescendo svela nel corso dello show parti inaspettate con elementi scenici rivelati poco alla volta, sorprendendo e spiazzando lo spettatore.
Atlantico Tour, prodotto da Live Nation, è partito da Torino, da uno splendido Pala Alpitour tutto esaurito. Anticipato dal successo delle cinque anteprime europee di Berlino, Zurigo, Monaco, Parigi e Madrid, il tour ha già venduto quasi 200 mila biglietti e continua a collezionare sold out.
Atlantico Tour è uno show ideato da Marco Mengoni, un attesissimo ritorno live che arriva esattamente a tre anni dal debutto del tour precedente (era proprio il 28 aprile 2016).
Dopo aver raccolto suoni, emozioni e colori di due anni di viaggi in ATLANTICO, il nuovo album di inediti già doppio platino con oltre 40 milioni di stream, questa volta il viaggio non è solo geografico, ma soprattutto inteso come evoluzione, trasformazione, crescita personale e artistica.
Preshow_L’esperienza per lo spettatore inizia già fuori dal palazzetto: ancora una volta sarà coinvolto in alcune speciali attività grazie a due particolari sezioni dell’App di Marco Mengoni, che conta ben 200 mila download.
Nel foyer del palazzetto compariranno gli Atlantico Gate, particolari cornici che fungeranno da veri e propri ingressi che, utilizzando la tecnologia della realtà aumentata, condurranno il pubblico in tre diverse esperienze. Inquadrando con il telefono l’ATLANTICO GATE sarà possibile immergersi nelle prove del live, entrare sul set del video di Muhammad Alì a Ronciglione o raggiungere Sabaudia per camminare insieme a Marco sulla spiaggia della campagna Planet or Plastic?. Anche da casa si potrà vivere l’esperienza della realtà aumentata attraverso una speciale modalità descritta nella App. Alla fine della loro vita gli Atlantico Gate saranno donati all’Associazione Outsider, che da sempre si occupa dell’integrazione e del sostegno alle persone con disabilità e che darà una nuova vita ai materiali, valorizzandone il riciclo, realizzando oggetti come borse, sacche e accessori.
Nell’attesa di vedere Marco salire sul palco, il pubblico sarà invitato a giocare al Marco Mengoni Live Quiz, un omaggio al gioco interattivo più scaricato del momento – con 500.000 download e un milione di utenti attivi, che metterà alla prova tutti i fan, presenti e non, a colpi di domande e curiosità sul loro beniamino. Presentatore d’eccezione Alessandro Cattelan che, vista l’amicizia con Marco, si è prestato al gioco dopo la divertente partecipazione del cantautore ad EPCC che ha recentemente fatto anche il giro del web.
Facebook_Quello di #MengoniLive2019 è un debutto davvero unico: per dare a tutti un’anteprima esclusiva dello show che Marco ha ideato per i suoi fan, anche a chi non fosse riuscito ad avere un biglietto per questa prima data da tempo sold out, è stata organizzata una diretta sulla sua pagina Facebook che, con la tecnica del Cross-Posting, è stata visibile sulle numerose pagine che hanno voluto condividere questo evento. Si tratta della prima volta che l’inizio di un concerto viene trasmesso in live streaming e su un numero così ampio di pagine media e digitali.
Lo Show_Uno spettacolo di quasi due ore sviluppato con Claudio Santucci per Giò Forma, che già ha collaborato con Marco al precedente tour. Il concerto è diviso in tre parti: nella prima prevale il bianco e nero ad evidenziare anche la linearità del palco. Nella seconda i colori invadono la scena e, in un crescendo, si arriva alla totalità dello show del terzo blocco. Sono tre anche i livelli che costituiscono la scena: un fondale industriale che delimita la scatola scenica, un vero e proprio muro di ferro e lamiera, da 7 tonnellate di peso, customizzato con barre led, a cui si sovrappone uno schermo trasparentead altissima risoluzione (16 x 7 mt), senza cablaggi a vistae realizzato su misura per questo show, in grado di scomparire completamente all’occorrenza e il kabuki sul proscenio che inizialmente cela l’intero impianto scenico.
Le luci, curate da Jordan Babev, già collaboratore di Phoenix ed Editors, seguono il ritmo dello show e incorniciano la scena movimentata da 150 motori. Sono 500 i corpi luminosi e 12 le sorgenti laser di ultimissima generazione realizzati per l’occasione negli USA.
«Sono un assiduo frequentatore di concerti; per me seguire la crescita della dimensione del live non è solo un dovere, ma sempre un vero piacere. Anni fa rimasi folgorato da uno show dei Talking Heads, forse nasce proprio da lì il mio desiderio di creare uno show che si trasforma», ha dichiarato Mengoni.
La Band_ Sul palco con Marco Mengoni, che ha curato anche gli arrangiamenti, un gruppo di straordinari musicisti con la direzione musicale di Christian Rigano (piano e tastiere):Giovanni Pallotti (basso), Peter Cornacchia (chitarre), Davide Sollazzi (batteria), Massimo Colagiovanni(chitarre), Leonardo Di Angilla (percussioni) e, ai cori, Barbari Comi,Moris Pradella (anche chitarra) e Yvonne Park. Gli arrangiamenti vocali sono di Marco Mengoni.
Prima Parte_Si comincia con uno speciale arrangiamento di Mohammed Alì, una sorta di canto tribale che incita il pubblico, si parte! I coristi danno il via allo show celati dal kabuki dove appare la celebre frase di Muhammed Ali, “l’ma show youhowgreat I am”.
A sorpresa all’estremo della passerella, circondato al pubblico, appare Mengoni elegantissimo. Tre sono anche i cambi dello show, realizzati esclusivamente per Marco da Giorgio Armani, che firma anche gli abiti della band e le speciali tute indossate dai tecnici che lavorano allo show.
Ed è durante Voglio che viene svelato il palco: i musicisti e i coristi sono in controluce, in scena solo due trabattelli. Su Ti ho voluto bene veramente una cascata di nebbia crea una sorta di barriera che si fonde con un mare in movimento. In Un giorno qualunque, il brano che ha lanciato la sua carriera, Marco appare anche nei visual mentre continua il suo cammino in direzione opposta e contraria a tutto quello che lo circonda. Dove si vola è l’occasione per omaggiare la città che ospita il tour, attraverso la proiezione la sua visione aerea notturnae l’arrangiamento si trasforma sul finale in una emozionante versione di Someone like you di Adele. Con Sai che e Atlantico lo show decolla.Pronto a correre è l’ultimo brano del primo blocco e qui il palco inizia a prendere forma. Appaiono dall’alto tre POD: blocchi luminosi che animano la scenografia di un palco ancora spoglio che, brano dopo brano, si trasformeranno in box estensibili svelando luci e schermi.
Il primo blocco si chiude con un cartone realizzato per Atlantico Tour da Cristian Eduardo Carlos Caipa e Diego Molina. L’animazione segue il monologo Sei tutto, scritto dallo stesso Mengoni con Alessandra Scotti, già autrice e collaboratrice nel precedente progetto. Nel crescendo del testo il cartone, come lo show, prende colore. La chiusura del monologo, “Sei fatto per il 60 per cento di acqua. Per il 30 dalle persone che ami e per 10 di quello che ti manca”, cede il passo a La ragione del mondo, uno dei brani più emozionanti di Atlanticoe la luce dell’alba apre la nuova fase dello show.
Seconda Parte_ Dopo La ragione del mondo, l’intro di Buona vita si contamina con Chan Chan, il celebre brano di CompaySegundo - Buena Vista Social Club, sonorità che tanto hanno ispirato Marco nella produzione del nuovo album. Sul ledwall un video che celebra la vita, dalla natura alla città metropolitana.
Su Parole in circolo video di bambini di tutte le etnie accompagnano Marco sottolineando alcune parole chiave del brano. Sono immagini davvero speciali perché realizzate da tutte le persone che lavorano a questo tour: i protagonisti sono infatti i loro figli, fratelli, nipoti. Proteggiti da me è introdotto da un omaggio, affidato ai coristi, a Sam Cooke con il classico A ChangeIs Gonna Come, mentre lo schermo si trasforma in due grandi specchi. Dialogo tra due pazzi è il brano successivo, nato con mood afro ma che in realtà cela un antico canto calabrese, un omaggio alle sonorità in levaredi Graceland, mentre la scena ci regala un cielo africano abbracciato dai colori caldi di un’alba che arriva, Marco osserva in primo piano da una speciale soggettiva come seduto sul bordo di un pozzo dei desideri.
L’esplosione visual arriva con le immagini pop fluo di ispirazione latina de La casa Azul e lo show vola con il brano dedicato al coraggio di Frida Kahlo. Su Onde i laser si impossessano della scena che diventa una scacchiera fatta di luci verde e rosse. Sull’outroi tecnici a vista innalzano la scenografia, sulla quale si arrampicano i musicisti. L’estensione dei POD mostra 9 ulteriori schermi che si srotolano.
La seconda parte si avvia alla conclusione con Amalia che ci trasporta sui balconi di un quartiere popolare portoghese/brasiliano tra le luci calde di una jam notturna dove spiccano la voce di Barbara Comi e le percussioni di Leonardo Di Angilla.
Arriva un secondo monologo, sempre firmato Mengoni-Scotti, dove la voce di Marco invita a riflettere su titoli forti dei giornali di tutto il mondo che compaiono sugli schermi. La citazione in apertura è dello scienziato James Dewar “La mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”, il punto di partenza di tutto e allo stesso tempo l’unica soluzione per sopravvivere in questo mondo, “Be pitiful, for every man isfighting a hard battle” di Ian McLaren invece chiude il momento di spunto in chiave positiva.
«Ho capito l’importanza dell’uso delle parole già nel precedente tour. I monologhi vogliono essere uno spunto di riflessione per tutte le persone che mi seguono, ma anche e soprattutto per me stesso.- ha dichiarato Mengoni - Corriamo sempre, e credo sia importante di tanto in tanto fermarsi e guardare il mondo che ci circonda».
Terza Parte_ Si riparte con Guerriero uno dei brani più evocativi del repertorio di Marco, dedicato agli eroi moderni: le immagini di diversi salvataggi danno nuovo respiro al testo di uno dei brani che maggiormente ha segnato la sua carriera. In scena calano due lunghe passerelle laterali, su una di queste Mengoni conclude il brano a 7 metri d’altezza.
La melodia ritmata di Mille lire, scandita da alcune date importanti della vita di Marco, ci porta all’Essenziale dove per la prima volta Mengoni si propone al piano per uno speciale momento acustico. E qui Marco chiama il buio totale e invita il pubblico a dimenticare per un attimo gli smartphone, per godere pienamente il momento dello show dove arriva l’unico medley con 20 sigarette, Le cose che non ho, Non passerai.
Su Esseri umani,Marco scala la parete industriale del fondale, sospeso nel cuore pulsante della scenografia 3D, che batte in synch con i movimenti di Marco. Credimi ancora offre una nuova occasione di mash up con Amazing di Kanye West e Pastime Paradise di Stevie Wonder. Lo show chiude con Io ti aspetto, successo dell’estate 2017, dove la scenografia raggiunge il suo apice con tutti gli elementi ormai svelati.
Per i bis, una versione riarrangiatade L’Essenziale riporta il palco al minimalismo iniziale, eHola, con Marco che torna al piano, in un trionfo di luci e laser chiude lo show che, in poco più di due ore, ha proposto ventisei brani.
“Dopo dieci anni di carriera non è stato facile definire la scaletta. Mi sono affidato all’istinto e ai brani che, più di altri, hanno segnato il viaggio di Atlantico e questo mio fortunato momento artistico.” – ha concluso Mengoni.
Planet Or Plastic?_ Marco Mengoni è ambasciatore per l’Italia della campagna internazionale di National Geographic. Il video con protagonista Marco, sarà proiettato sugli schermi dei palazzetti prima dell’inizio dello show.
Radio Ufficiale_ Radio Italia è Radio ufficiale di ATLANTICO TOUR.
Atlantico Tour_Set List
Muhammad Ali (Atlantico_2018)
Voglio (Atlantico_2018)
Ti ho voluto bene veramente (Le cose che non ho_2015)
In un giorno qualunque (Re Matto_2010)
Dove si vola (Dove si vola_2009)
Sai che (Marco Mengoni Live_2016)
Atlantico (Atlantico_2018)
Pronto a correre (Pronto a correre_2013)
Monologo Sei tutto
La ragione del mondo (Atlantico_2018)
Buona vita (Atlantico_2018)
Parole in circolo (Le cose che non ho_2015)
Proteggiti da me (Marco Mengoni Live_2016)
Dialogo tra due pazzi (Atlantico_ 2018)
La casa Azul (Atlantico_2018)
Onde (Marco Mengoni Live_2016)
Amalia (Atlantico_2018)
Monologo Mondo_Loon
Guerriero (Parole in circolo_2015)
Mille lire (Atlantico_2018)
L’Essenziale/piano(Pronto a correre_2013)
20 sigarette (Pronto a Correre_2013)/Le cose che non ho (Le cose che non ho_2015)/Non passerai(Pronto a correre_2013)
Esseri umani (Parole in circolo_2015)
Credimi ancora (Re Matto_2010)
Io ti aspetto (Parole in circolo_2015)
L’Essenziale (Pronto a correre_2013)
Hola (Atlantico_2018)
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
1 maggio, 2016
GuSpe ha detto
che meraviglia!
Domani riparto non ci credo ancora. Signorina ci sarai anche tu ad Assago1 vero? Ci incontriamo!
Certo! Settore A20, con la carrucola direttamente sul naso.
Arriverò alle 18,30 e mi piazzerò nella zona bar a fare caciara.
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
11 novembre, 2015
Signorina Silvani ha detto
Certo! Settore A20, con la carrucola direttamente sul naso.
Arriverò alle 18,30 e mi piazzerò nella zona bar a fare caciara.
Io sono felicissima di aver preso il biglietto nel lato opposto rispetto a Torino, poi a Casalecchio parterre, così l'avrò visto da ogni possibile angolazione.
Se sei A20 non avrai la carrucola sul naso. Io invece ci appoggerò i piedi
Ci vediamo a berci due birre al bar, ce n'è assolutamente bisogno
Utente
1 maggio, 2016
GuSpe ha detto
Io sono felicissima di aver preso il biglietto nel lato opposto rispetto a Torino, poi a Casalecchio parterre, così l'avrò visto da ogni possibile angolazione.
Se sei A20 non avrai la carrucola sul naso. Io invece ci appoggerò i piedi
Ci vediamo a berci due birre al bar, ce n'è assolutamente bisogno
E dopo il concerto ci ritroviamo per un doppio whisky, che ce ne sarà assolutamente bisogno
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
1 maggio, 2016
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
1 maggio, 2016
Per le date ancora in verde, il numero di biglietti rimasti si conta sulla punta delle dita, escludendo i lateralissimi a visibilità sottozero (considerando la conformazione del palco) che sono stati aggiunti di recente a tutte le date.
Per uno che ad ottobre aveva gente che gli recitava il De Profundis, direi che sta andando alla grandissima!
" Ah ... anche poeta ! "
Utente
11 novembre, 2015
Se consideri che la seconda data di Torino ha finito di riempirsi la sera stessa, dopo che la gente avendo visto o letto della prima data ha deciso o di comprare, o di tornare...
Ha venduto un'enormità, quasi 200.000 biglietti, sono davvero felice per lui. E' riuscito a coniugare cose che non sempre si coniugano facilmente, quantità, qualità, riflessione, svago, intimo e grandioso.
Il suo miglior tour.
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