"Niente bellone e palestrati – dice – sarà un game psicologico e d’intelligenza. Mi sono basata su un format americano".
"Quando finisco un programma, mi viene una specie di depressione". Parola di Maria De Filippi che è ora alle prese con un programma nuovo che prende spunto dai serial Usa. Unan1mous è un gioco psicologico: 9 concorrenti sono chiusi in un bunker, in palio soldi che possono cambiare la vita. Vince chi riesce a convincere gli altri a votare per sé all’unanimità. "Mi piace perché non ci saranno né bellone né maschi palestrati", dice la conduttrice. La conduttrice si racconta a tutto tondo sulle pagine di Grazia. "Quando finisco un programma in tv, mi prendo un mese di pausa e cerco di non pensare a niente. Ma mi assalgono tutti i dubbi esistenziali, del tipo: ‘Che-senso-ha-tutto-questo?, Che-senso-ha-lavorare?’. Lì inizia l’inferno: mi viene una specie di depressione, mi trascino. Ora ho capito che mi servono anche questi momenti, ma prima li vivevo malissimo. Perché, quando mi fermo, devo fare i conti con me stessa. E il bilancio, a volte è positivo, a volte negativo". Maria De Filippi parla del programma che si accinge a condurre Unan1mous, per il quale sta terminando la selezione dei concorrenti. "Tutto è nato – dice – dal mio amore per i serial statunitensi, 24, con Kiefer Sutherland, e Grey’s Anathomy, con Ellen Pompeo. Unan1mous è un format americano, niente nomination, niente televoto, senza durata fissa. Ci sono nove concorrenti chiusi in un bunker, con in palio soldi che possono cambiare la vita (in America un milione e mezzo di dollari, circa 1 milione e 180 mila euro ndr). Quello che devono fare è convincere gli altri a votare per loro all’unanimità, da qui il titolo. Mi piace perché non ci saranno né bellone né maschi palestrati. I concorrenti che hanno risposto agli annunci fatti in tv pensavano di partecipare a un dibattito". E poi confida che dentro di sé convivono due anime non necessariamente in conflitto dato che è riuscita a stabilire un difficile equilibrio, quello tra il suo istinto materno e la sua anima adolescenziale: "dentro sono un’adolescente, mi è sempre piaciuto essere figlia. Con l’arrivo di mio figlio (adottato nel 2004 quando aveva 12 anni) sono un po’ cresciuta, ma non troppo. Adoro giocare con lui alla Playstation. Non capisco quelli che si schierano contro i videogiochi. Ce ne sono alcuni bellissimi. Di solito la parte strategica tocca a me, mentre a lui lascio la fase del combattimento perché è più veloce. Con lui mi comporto come una coetanea: ha 15 anni e si è appena fidanzato con una ragazzina. E’ pazzo di lei. E quando mi parla di lei, lo sto ad ascoltare per ore". Con il figlio la De Filippi ha un rapporto aperto, basato sul dialogo: "La sera – sottolinea – mi aspetta e mi racconta di questo suo amore che dura da tre anni, ma essendo timido, è riuscito a dichiararsi da poco. Mi diceva: ‘Non riesco a trovare il momento giusto per baciarla’. Allora gli ho suggerito di prenderle la mano. Gli ho detto: ‘Se lei distrattamente te la sposta, vuol dire che non c’è niente da fare. Sennò, il giorno dopo puoi provare a darle un bacio’. Alla fine ce l’ha fatta". TgCom