[img align=left]http://img88.imageshack.us/img88/7310/cinquefinalistilisolade.jpg[/img] "Tanto è scritto tutto da Peppi Nocera", diceva Morgan delirando come di consueto sul finale di una puntata di X Factor 5. Lungi da me riabilitare la figura di un giudice che mai come quest’anno s’è trovato nel faticoso ruolo di colui-che-non-vince-più; certo è che l’egemonia e il ruolo sempre più attivo (ah, l’ironia) che gli autori italiani hanno avuto e stanno avendo sui programmi televisivi è ciò che più lascia l’amaro in bocca noi ‘fan di vecchia data’. In principio fu Amici: strappi alle regole, regolamenti cambiati in corso d’opera per includere od escludere particolari concorrenti, fino al geniale termine (coniato da [url="www.daveblog.net"]Daveblog[/url]) di [b]pongoregolamento[/b], che di fatto permetteva alla produzione di fare ciò che voleva. Al punto che ora nessuno si meraviglia più se un cantante può entrare anche dopo aver perso una sfida, se un ballerino può entrare direttamente nella scuola, portato da un professore, o altri, innumerevoli esempi. Poi fu il Grande Fratello, che dopo qualche annata in cui i migliori della settimana (scelti prontamente tra i personaggi più discutibili e sovraesposti) erano immuni dalle nomination, è passato direttamente a decretare, puntata dopo puntata, chi si può mandare a casa e chi, invece, fa gola agli autori, perché può creare dinamiche e deve venire salvaguardato. Ilenia, per dire, quest’anno si è fatta quattro mesi di immunità, salvo essere eliminata al primo televoto. L’Isola, a suo modo, è sempre stata un’oasi felice. Nessun programma si sarebbe mai fatto scappare dopo una settimana personaggi come Fernanda Lessa, Cristina Quaranta, vittime delle nomination aperte a tutti (come dovrebbe essere in un gioco in cui tutti partono pari) e di un televoto che nella sua forma al negativo (chi vuoi eliminare anziché chi vuoi salvare) miete vittime e salva i personaggi più sciapi.

Poi, qualcosa è cambiato anche all’Isola. Prima gli interventi molto forti di Simona, che pilotava letteralmente il pubblico a favore di un gruppo in minoranza per ribaltare ciò che i meccanismi del gioco decidevano. Sicuramente spettacolare, francamente ingiusto per chi va sull’Isola per vincere, pure svilente per il pubblico, trattato da scemo perché imbeccato su chi salvare e chi eliminare. Si è raggiunto l’apice l’anno scorso, con prove-amuleto fuffa per salvare le Eleonore Brigliadori o le Nine Moric di turno sui titoli di coda. Quello che s’è raggiunto quest’anno, è oltre. Nessun regolamento chiaro dall’inizio, eliminati che cambiano isola, ma senza una spiegazione logica (sono in gioco? Perché riportare anche i ritirati? Perché proporre a Rossano di ritornare sull’altra Isola per sventare un suo ritiro?). E ancora: televoti prima in negativo e poi in positivo, Eletti che prima mandano in nomination un Eroe, poi – per il clima teso – vedono uno dei propri andare in nomination, poi ancora vedono i loro voti aggiungersi a quelli degli Eroi. Non basta: un Eletto passa tra gli Eroi, ma la settimana dopo non succede lo stesso. Per non parlare delle prove: spesso inique, spesso raffazzonate con materiali da due soldi (complimenti per le collane di ieri, non vi si chiede la cura di Survivor, ma neanche le opere di Barbara Gulienetti di Paint Your Life) e a senso unico, quasi mai spettacolari. "Vince chi trattiene più il fiato sott’acqua". È una produzione Rai o un gioco in giardino tra bambini? L’Isola ha tutto per essere un programma evento. L’ambientazione, i personaggi, le polemiche. E mai come quest’anno in tutti questi ambiti s’è raggiunta la quasi eccellenza. A rovinare tutto c’han pensato loro: gli autori. Che sia il plurinominato Peppi Nocera, che sia uno che a pane e pongoregolamento c’è cresciuto (Chicco Sfondrini, ex Amici), o che sia Angelo Ferrari dall’Honduras poco importa. Non si può rovinare un’edizione così. Non si può essere pagati a peso d’oro (e non si parla certo di modelle di Lagerfeld) per riunirsi stancamente attorno a un tavolo e buttare idee prima della puntata per salvare uno o l’altro concorrente. Il telespettatore (quello attivo, stavolta sì) si sente preso in giro. E si trova di fronte una semifinale come quella di ieri, dove i due alleati di sempre devono decidere chi mandare in finale tra il terzo alleato e una ragazza che ha fatto un’ottima isola (con buona pace di Carmen Russo e dei suoi cani da passeggio). Ragazza eliminata così, in semifinale, dopo aver superato col 73% un televoto in negativo ma senza aver poi avuto la stessa fortuna su un altro – di colpo – in positivo. E viceversa, per quanto riguarda Antonella Elia. Vincerà Aida, il cui merito è stato di stare due settimane da sola a Cayo Solitario. Una pluri-indagata per le note vicende Vallettopoli, ma ora riabilitata agli occhi del pubblico dormiente dal pessimo conduttore e dalle prevedibili opinioniste. Il male di questa tv sono questi loschi figuri che, annoiati e sicuri del loro lauto stipendio, rubano il posto a giovani emergenti che avranno pure entusiasmo e idee fresche, ma non hanno avuto le giuste conoscenze. I siti, i forum e i blog pullulano di queste persone. Alti dirigenti, aprite gli occhi e cominciate a lavorare davvero.

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