Recensione 

Recensire un album a quasi un anno dalla sua uscita non è facile. In questo caso si potrebbe essere influenzati dallo scarso riscontro commerciale, ma essendo onesti si può parlare dell'ALBUM più SOTTOVALUTATO DEL 2014. A parte "Controvento", le radio hanno deciso di non trasmettere i singoli successivi, nonostante avessero una forza radiofonica oggettiva e dirompente. Sabotaggio a parte, passiamo alla recensione, che è meglio!

Se l'album precedente, Amami, era caratterizzato da una continuità musicale  (un solo produttore, un solo autore e due pezzi firmati Pippa), Se vedo te è caratterizzato da una discontinuità musicale (più produttori e più autori) che permette ad Arisa di fare un ulteriore passo in avanti: cimentarsi con canzoni molto differenti tra loro e riuscire ad essere credibile su ogni pezzo. L'unico legame con l'album precedente, poiché porta la firma del suo autore storico, G. Anastasi, è il pezzo vincitore di Sanremo 2014: Controvento (8,5), ossia la dimostrazione che si può costruire un pezzo pop senza cadere nella banalità. Testo bellissimo che si appoggia su melodie orecchiabili, non sono nell'inciso, ma anche nelle strofe. 

Il resto dell'album può essere diviso in due parti: la collaborazione con Cristina Donà e la collaborazione con autori giovani italiani, alcuni sconosciuti al grande pubblico.

Quattro i brani scritti dalla Donà: Lentamente (8) è un brano che si apprezza soltanto ascoltandolo più volte: commuovente e con influenze classiche. Racconta un amore finito che ha portato via tutto, ma dal quale è possibile ricominciare. Infatti arriva l'alba e dà speranza. Se vedo te (8) è il brano che richiama maggiormente, sia nel testo che nella musica, lo stile della Donà (che canta anche lo special). Testo sublime per un pezzo non orecchiabile come gli altri, ma con il quale Arisa dimostra di essere a fuoco anche in pezzi pop con influenze rock. Dici che non mi trovi mai (7,5) è il pezzo più rock dell'album e parla di maschere, di finzioni (è un'arte fingersi felici). Attraverso questo brano Arisa mostra la sua oscurità e invita ad amarla. Infine abbiamo Chissà cosa diresti (7): la voce di Arisa torna ad essere quella di "Sincerità" per un brano molto ironico e caratterizzato da difficili esercizi tecnici di respirazione. 

Il resto dell'album è caratterizzato da collaborazioni con diversi autori semi-sconosciuti: Di Martino, Dente, Lavoro, Guazzone e Trabace. Il brano che spicca maggiormente è Quante parole che non dici (9): testo semplice che racconta il rapporto tra un padre ed una figlia. Ciò che lo rende unico è la voce di Arisa nell'inciso: tocca note altissime, mettendo in luce delle sfumature che non si erano ancora sentite nei suoi lavori precedenti. Un pugno allo stomaco! Passiamo al pezzo più doloroso dell'album, cioè Dimmi se adesso mi vedi (8,5):qui la voce di Arisa urla e sprigiona tutto il dolore causato dall'amore. Un grido per non nascondersi più, per mostrare tutte le proprie debolezze. Molto interessante anche L'ultima volta (8), il pezzo con il sound più moderno di tutto l'album. Richiami elettronici, testo semplice e immediato, e un ritornello molto orecchiabile. Un brano molto intimista é Sinceramente (8): la spontanea evoluzione di "Sincerità". La sincerità, costante dell'amore vero, che aveva caratterizzato Arisa agli esordi, ora è l'amara consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per salvare una storia insalvabile che è giunta alla fine. Il brano più sensuale è Stai bene su di me (8) che descrive un attimo di felicità, in cui la coppia si perde completamente. Forse è un brano che cela dell'erotismo e lo fa con tanta grazia: descrive il momento in cui due anime diventano una sola. Infine, il terzo singolo estratto, La cosa più importante (7), dimostra che anche con un testo semplicissimo e una canzone d'amore classica Arisa resta credibile ed efficace. 

L'album è uno dei più belli del 2014 e sicuramente il più interessante tra quelli in promozione a Sanremo. Boicottatela quanto volete, ma Arisa resta una delle voci migliori del panorama musicale italiano, capace di scegliere pezzi pop, mai banali e sempre consoni alle sue doti interpretative. 

VOTO: 80/100