Comunque lo ho risentito tutto andando a leggere anche i testi ed è davvero curato e bello. 
Poi personalmente con questo album ho capito di preferirla leggermente in portoghese. Non conosco la lingua ma non è così impossibile da capire leggendola e non solo sentendola, e trovo che in portoghese Gaia riesca a esprimere dei concetti più complessi e che in Italiano risulterebbero sicuramente più complicati da inserire nei pezzi sia a livello metrico sia a livello di concetto. Tutta l’analisi che fa su madre natura in Ginga, o quella femminista di Marina risulterebbero ahimé lontane dalla concezione urbanizzata italiana rispetto a quella incontaminata di Bahia che lei ha vissuto. Fino a prima di leggere i testi di questo album non avevo compreso appieno quanto fosse vero che quest’artista è esattamente 2 persone in un corpo solo: l’Italia e il Brasile davvero coesistono nel progetto GAIA ed è assurdo come, ad un ascolto passivo, l’ascoltatore non si renda conto di questa doppia anima se non per la diversa lingua. Con ciò intendo dire che le 2 tradizioni sono perfettamente amalgamate a dimostrazione di quanto tanto diversi non siamo 

lety ha detto

Salina, per quanto è bella, meriterebbe di esplodere ed essere conosciuta da tutti. Quella canzone è una vera perla  

Secondo me a Sanremo avrebbe portato quella piuttosto che cuore amaro, ma purtroppo da quanto ho capito l’ha scritta dopo la sua partecipazione