Utente
21 maggio, 2021
GuSpe ha detto
Sì anche se non credo proprio sia una cosa di favore, lui si presta poco a cose di altri, solo se c'è una grande amicizia, vedi Giorgia, Boosta e poi appunto Ernia. Sì sono trovati bene a lavorare insieme, nel pezzo di Ernia la parte Marco se la è scritta da solo, quindi ci sta un altro feat.
Ovviamente la mia era una battuta, ero ironico visto che in questo caso è Ernia ad essere ospite nel disco di Marco, che si siano trovati bene a collaborare insieme è fuori discussione visto che hanno deciso di replicare (e di casi come questo nella nostra discografia ce ne sono tanti)
Utente
7 agosto, 2013
Tra gli autori Calcutta e Franco 126
Alzo le mani 🙌🏻 pic.twitter.com/PMBLcSnvor
— Anna Torbetto (@AnnaTorbetto) May 24, 2023
s=19
Si segnala anche canzone scritta con Ilacqua "The damned of the Earth" che i giornalisti stanno apprezzando molto. Non radiofonica ma molto "politica".
Utente
11 novembre, 2015
Che belle interviste
Nel momento d’oro di Mengoni c’è anche il nuovo album della trilogia, forse il più ispirato: “Mi sento come un prisma che filtra la luce”. Lui ne parla così: https://t.co/dPUKDPGb4A #Mengoni #MarcoMengoni @mengonimarco pic.twitter.com/Y9tLEj7W7f
— Paolo Giordano (@IlPaoloGiordano) May 24, 2023
Marco Mengoni sui diritti civili: «Il governo è anacronistico»https://t.co/y2KUsbxHHa
— Rolling Stone Italia (@RollingStoneita) May 24, 2023
Utente
11 novembre, 2015
Si percepisce un disco politico nel senso ampio del termine, con moltissima attenzione alle musiche e ai ritmi diversi, con sperimentazione di usi svariati della voce
Assolutamente 9! E' un disco arrabbiato, pieno di citazioni e pieno di vita, forse il suo più personale di sempre. Dal vivo le canzoni saranno pazzesche. Anzi ancora più pazzesche!
— Fabrizio Basso (@BassoFabrizio) May 24, 2023
Utente
11 novembre, 2015
Marco mengoni ha presentato Materia (Prisma), un album in cui esprime con ancora più forza la sua visione di un mondo che dovrebbe essere più inclusivo.
A cura di Francesco Raiola"Materia (Prisma)" è il terzo capitolo della saga musicale di Marco Mengoni che vedrà la luce venerdì 26 maggio. Un album che vuole rappresentare le singole sfaccettature dell'uomo, spiega il cantautore: "Il prisma ha la capacità di scomporre la luce e mostrare i colori che la compongono. Dicono sia fisica, per me è pura magia. L’uomo è un prisma: ha la capacità di assorbire esperienze, filtrarle e scomporle per analizzarne ogni possibilità e ogni significato… Esiste solo una differenza: l’uomo ha una coscienza, il prisma no" e lo specifica meglio ancora in conferenza stampa, quando dice che questo disco rappresenta "tutti i colori che compongono le mie idee, le mie riflessioni, gli input che mi sono arrivati in 34 anni di vita e in 13 di carriera".
È un album in cui ripercorre alcune tematiche presenti in "Materia (Pelle)", accentuandone il senso. Non è un caso che ancora una volta Mengoni citi l'antropologo e psichiatra francese Frantz Fanon, autore de "I dannati della Terra" che nell'album diventa "The damned of the earth" con tanto di citazione finale a Nelson Mandela: "C'è veramente tanta roba in questo pezzo, ma più che parlare di un brano politico, parlerei di una canzone che riflette su tante cose: sulla storia e sugli errori che sono stati fatti e su quanto si debba camminare ancora per raggiungere l'uguaglianza per tutti" mostrando "la voglia che ho io di vivere e di cambiare determinate cose". Non sente odore di "fascismo": "Persino la parola mi fa paura. Ma, più che essere contro le posizione del governo, vorrei capirle.Vorrei capire perché vengono dette determinate cose, se è un esercizio per richiamare un qualcosa di dittatoriale o magari è un qualcosa per far parlare di questi argomenti. se fosse questa seconda opzione non mi sembrerebbe il modo più giusto".
Una voglia che Mengoni cerca di mettere in tutte le sue canzoni e che a livello simbolico ha provato anche a esplicitare sul palco dell'Eurovision Song Contest, salendo sul palco con la bandiera italiana e quella arcobaleno: "Quella bandiera significa tanti messaggi, nella mia carriera ho sempre cercato di mettere in ogni palco che calcavo dei messaggi che sono quasi sempre gli stessi perché la nostra società non sta facendo tanti passi in avanti. Anzi ho paura che ne stia facendo indietro. Basta aver paura di dire le cose" Quella bandiera significa tanti messaggi- spiega- nella mia carriera ho sempre cercato di mettere in ogni palco che calcavo dei messaggi che sono quasi sempre gli stessi perché la nostra società non sta facendo tanti passi in avanti. Anzi ho paura che ne stia facendo indietro. Basta aver paura di dire le cose".
"Sono cresciuto, ho le idee chiare su chi voglio essere e in che società voglio vivere – continua il cantante -: mi aspetto un mondo più aperto e inclusivo. So che non basta una canzone, che non è una bacchetta magica, ma è quello che io vedo tutti i giorni, quello che vivo". Insomma, Mengoni ha voluto pubblicare "un disco pregno di significato e di amore". Nell'album ha voluto farsi accompagnare anche da alcuni amici e alcune amiche come Ernia in ‘Fiori d'orgoglio', Jeson in ‘Lasciami indietro' e Elodie, ovviamente, con cui ha annunciato il singolo "Pazza musica": "Oltre che apprezzarla artisticamente, ho imparato a conoscerla molto bene. Da un anno ho un rapporto anche personale molto profondo, ci scambiamo un sacco di riflessioni sulle cose più disparate. Ci eravamo sempre ripromessi di fare qualcosa insieme, qualcosa di pazzo e libero. È un augurio che ci siamo fatti di correre sopra le paure e il panico per quanto riguardo la vita e i momenti di carriera che ti portano a essere più stressato".
Utente
11 novembre, 2015
La direzione musicale è di Marco con Giovanni Pallotti. Mengoni ha curato personalmente le produzioni e gli arrangiamenti vocali.
Il pezzo con Jeson è di influenza gospel.
Si chiude con questo album la trilogia Materia. L’artista spinge l’Italia a mettersi al passo dell’Europa in tema di diritti umani e civili. E adesso il tour.
Con "Materia (Prisma)" Marco Mengoni esplora nel profondo ogni singola sfaccettatura che caratterizza l’essere umano, traducendo in musica le esperienze e gli insegnamenti che ha fatto propri grazie al suo spirito d’osservazione che da sempre lo accompagna, come lui stesso racconta in questa intervista.
Marco con “Materia (Prisma)” si chiude la tua trilogia. Partiamo con “Pazza Musica”, il brano condiviso con Elodie.
Si va incontro all’estate, nel nostro pezzo non c’è molta Latino-America, siamo contro corrente e spero sia accolta bene. Scivolare sopra le paure e le ansie è un tema che condividiamo Elo ed io, è un lavoro che attraversa paura e ansie. Speriamo che la musica, questa pazza cosa inventata dall’uomo, ci porti fuori da quella situazione. Questo è un disco arrabbiato per come le cose non vanno bene.
Con Ernia hai fatto “Fiori d’’Orgoglio”.
E’un brano che già ho fatto sui palchi europei come anteprima. In fase di scrittura nasce come un pezzo totalmente mio e che avrei cantato io ma volevo provare, nonostante la natura melodica serrata e la sua velocità alimentata da tante parole, a vedere la seconda parte con uno che mastica di più il rap. L’ispirazione è Kendrick Lamarr, una elettronica che viene di più dal tribal, non proprio europea, più figlia del Sud.
Allargando il ragionamento, il ritmo caratterizza i colori del tuo Prisma.
C’è un accento alla ritmiche particolare in questo album, il mondo della batteria e percussivo è ampio. Volevo dare colori diversi alla mia voce usando per la prima volta plug-in che non avevo sperimentato per dare sfumature e paste diverse. In molti pezzi è cruda e naturale ma ho giocato a fare da prisma alle mie corde vocali.
“The Damned of the Earth” è la canzone più dura dell’album, come nasce?
Scaturisce da un saggio di antropologia psichiatrica di Frantz Fanon e contiene spunti sulla società che vivo e sulla sua storia che qualcuno ha studiato e qualcun altro no. Il problema, o la bellezza, di questo pezzo è che ci sono tanti spunti, a partire dal caporalato fino a comprendere il pensiero di Fanon. E’ un pezzo complesso che parla di tanti temi e di quanto cammino si debba ancora fare. Parla delle paure del passato che si riflettono sul presente. Il caporalato non è solo italiano, è un problema del mondo. Ogni volta che lo ascolto mi sorprendo per tutto quello che ho messo in pochi minuti di pezzo. La batteria martella costantemente, la donna è libera di gestire il suo corpo e ognuno libero di essere se stesso. Pesco nelle battaglie e nelle marce del passato senza le quali oggi non saremmo uomini abbastanza liberi. Ma non deve più esserci la parola abbastanza.
“Due Nuvole” ha una fascinazione particolare.
E’ un regalo di Calcutta, è arrivato spoglio e io lo ho rivestito. Mi alleggerisce. Devo fare un viaggio il prima possibile perché se non vivi non hai idee anche se ci sarebbe ancora da scrivere. Ho bisogno di vivere all’estero per due mesi, come in passato ho fatto in Spagna e negli Stati Uniti.
All’Eurovision hai marciato con la bandiera arcobaleno: un momento senza…abbastanza.
La bandiera rainbow è quella dell’inclusività che all’interno ha mille rappresentanze. Le minoranze compongono la nostra società, l’Italia non deve fare passi indietro anche se l’Europa è un po’ più avanti di noi. Ho ricordato all’Europa che tanti la pensano come me, siamo uniti per la libertà dell’uomo. Per la mia scelta ho ricevuto anche commenti cattivi e ti dico che se avessi davanti quelle persone prima le abbraccerei, perché sono per la non violenza, e poi le incenerirei con lo sguardo. E’ giusto comprendere quello che c’è dietro ai giudizi, voglio capire cosa si cela dietro un pensiero diverso dal mio e lo faccio anche frequentando amici che non fanno il mio lavoro.
Sempre più stretto è il sodalizio con Fabio Ilacqua.
Continueremo a collaborare, siamo un puzzle che si incastra, per me è un fratello. E’ un mentore e maestro come lui, credo, pensi di me anche se io ho meno libri letti e meno quadri dipinti. Sembra radicato a un certo tipo di musica ma poi accoglie tutte le novità che gli porto.
Come porterai live questo progetto?
Il progetto continua ma si muterà e cambierà, tanto è dato da Prisma e altro da me che voglio cambiare, non amo ripetermi.
...
Te lo dici mai 'bravo Marco'?
Dopo questo disco sì, del resto io dovevo fare il meglio divertendomi e godendomi ogni momento, cosa che non ho fatto nella prima vita. Non mi aspettavo né la vittoria di nuovo a Sanremo né la reazione così bella dell’Europa alla mia musica. Sono soddisfatto, da uno a dieci…cento.
Si è chiuso il progetto Materia: il primo pensiero?
Mai più una trilogia in un anno e mezzo. Di solito hai tempo di riprenderti dalle tue esperienze. E’ stato stancante e ne ho viste tante ma è stato un bel viaggio, mi sono svegliato all’alba in mezzo al deserto, ho portato zaini pesantissimi, ho incontrato animali mai visti e anche solo per questo deve rimanere un’opera unica. Qui ho seguito un sogno e non era possibile raccontarlo in disco solo. Sono molto contento di questo disco.
In “Materia (Prisma)” vedi un punto debole?
Ci saranno sicuramente. Forse ho ecceduto in messaggi e riflessioni ma lo scoprirò più avanti, lo scoprirò solo vivendo.
Utente
11 novembre, 2015
E così, con il completamento della tracklist, si rendono visibili tutte le tessere che compongono un disco lacerante e rabbioso, poetico e appassionato, di carne e pioggia, temerario e frangibile; un disco il cui livello artistico si presenta davvero alto, compiutamente maturo dal punto di vista tecnico e sfrontatamente sincero sul versante emotivo, che Marco ha raccontato in una lunga e amichevole chiacchierata con la stampa.
In “The damned of the Earth” ci sono tantissime voci che urlano, che gridano, c’è una batteria che martella costantemente… ecco, credo che sia giusto continuare a martellare su alcuni temi: che la donna sia libera di usare il proprio corpo come vuole, che tutti si possano sentire liberi di essere se stessi. Parlo di questo cammino. Ovviamente, racconto e cerco di spiegarlo prendendo delle cose del passato, come le marce per la libertà e le battaglie che si sono combattute per diventare quello che abbiamo la possibilità di essere oggi: uomini liberi… abbastanza. Però non è abbastanza: c’è da camminare ancora. E mi spaventa che si possano fare dei passi indietro.
La collaborazione con Fabio Ilacqua
Le collaborazioni con Fabio in questo album non sono le prime e non saranno le ultime, perché ormai è mio fratello. Con lui ci compensiamo completamente, come due tessere di un puzzle perfettamente incastrate. Lui è una delle persone, nel mio ambiente di lavoro, che amo e alle quali voglio più bene in assoluto. È un po’ un mentore e un maestro come penso io sia per lui, nonostante io sia un po’ più giovane, con meno esperienza, con molti meno libri letti e con molti meno quadri dipinti, perché lui dipinge: abbiamo anche questa passione in comune.
Credo che ci si compensi perché lui riesce a mettere a posto i miei pensieri meglio di me e perché sembra superficialmente rimasto a un certo tipo di musica e ispirazioni, ma in realtà si lascia assolutamente trasportare da tutta la novità che io gli porto facendogli ascoltare, per esempio, James Blake: lui è rimasto a Guccini, che non è proprio male! (ride, n.d.r.)
Sono un po’ il fratello piccolo che porta cose un po’ più moderne all’altro, che invece riesce a mettere a posto e con profondità dei pensieri.
Pezzi simpatici e altri… meno
C’è un pezzo che mi sta simpatico, mentre altri mi stanno antipatici: sono quelli ai quali hai lavorato con maggior fatica, e quindi sicuramente hai ascoltato un po’ di più… questo pezzo (che mi è simpatico), in particolare, è un regalo: ho lavorato tanto sulla produzione, sull’arrangiamento, ma è un pezzo di quelli che, quando non mi va di ascoltare musica, posso ascoltare perché non mi stufa e non mi ricorda cose laboriose.
Invece uno che mi ricorda tante cose laboriose, anche se ha pochissimi strumenti, è “Appunto 5: Non sono questo”: quattro note di pianoforte e un synth bass. Comunque, sono molto contento di questo disco, e non mi capita da 13 anni di essere così contento.
Come dicevo prima, c’è un pezzo che è un regalo di Edoardo, Calcutta (“Due nuvole”, n.d.r.): mi è arrivato tutto spoglio e ho cercato di rivestirlo un po’ dell’ultimo Battisti, quello più sperimentale e psichedelico. È il pezzo che mi mette più gioia ascoltare perché ti senti una nuvola, mi alleggerisce, e fa da contrappeso a tutta la sostanza un po’ più “pregna” degli altri brani: cioè, “Lasciami indietro” è arrabbiatissimo, “In tempo” è un po’ arrabbiato, contro tutti quelli che non ti pensano veramente, che non sono completamente in connessione con te, che non ascoltano quando gridi e chiedi aiuto.
Utente
11 novembre, 2015
Vacalabre su Il Mattino, che una volta era molto critico su di lui, dice cose molto belle e ha anche scritto:
'Marco per andare all'Ariston ha interrotto il lavoro del disco, e tutto quello che è arrivato dopo l'Ariston gli ha ulteriormente complicato le idee, ma doveva avere le idee chiare, perchè il lavoro brilla di luce propria'
e sul pezzo con Ilacqua sul caporalato dice:
Versi lontani dall'hype del momento. In radio passeranno altri pezzi, più veloci e ballabili, più modernamente e disinibitamente figli della passione per la black music, ma al centro dell'album c'è, di sicuro, il brano sui dannati della terra che tiene insieme, appunto, Fanon e Mandela, ma non evita di fare i conti con il neoschiavismo.
Utente
7 agosto, 2013
misni ha detto
Che belle recensioni! Supercontenta per lui perchè si merita tutto!
Lui ormai king della critica 😂
Servizio al tg5
“Anni straordinari di impegno e caparbietà per far capire che si può essere unici in mezzo a tanti
Nessun segreto solo la voglia di farcela senza cambiare pelle ”
Marco al TG5
P.s💌 Anche noi non vediamo l’ora di stare sotto al tuo Palco ♥️ #MarcoNegliStadi2023 #MateriaPrisma pic.twitter.com/NkUBoCBtny— marinapetito (@spenkita) May 24, 2023
s=19
4 ottobre, 2019
Fiori d'Orgoglio incisa con Ernia bellissima.
Due Nuvole
Si possono ascoltare qui: https://twitter.com/nodangerinsoul_/
Utente
11 novembre, 2015
È pazzesco.
Uso della voce veramente incredibile, la usa in mille modi la contorce la abbassa la alza, ci fa qualsiasi cosa ma è vero che è molto calda come disse un giornalista.
È veramente eclettico, suoni anche molto diversi e insoliti e inaspettati.
Lui è completamente a nudo, ha una rabbia e una delicatezza assurda in questi pezzi.
È vero è un album lucido e potente. Intimo
Utente
21 maggio, 2021
GuSpe ha detto
Io penso che non tutto debba per forza diventare una canzone con struttura classica spendibile.Lui la considera comunque come fosse un pezzo alla fine e secondo me ci sta bene così com'è. Ha un senso così, per me ovvio.
Penso che in quel caso avrebbero semplicemente esaltato di più le potenzialità della melodia che già sono evidentissime (me la immaginavo già su una bella base classica e orchestrale), ma amen...a me resta solo il rammarico che non sarà mai del tutto una canzone vera e propria, per il resto va benissimo anche così
4 ottobre, 2019
Io credo che abbia fatto un lavorone in questa trilogia a livello qualitativo e di varietà.
Ho amato e amo Atlantico ma anche qui ci sono delle perle e sicuramente questo ultimo capitolo è il più personale e ispirato.
A me commuove Un'ALtra Storia e mi piace molto Lasciami Indietro (bella voce Jeson).
The Damned of the Earth per me non è una novità, una canzone con questi temi e ritmi c'è sempre da Atlantico in poi e trovo che siano tutte riuscitissime. Questo è il Marco che conoscono solo chi compra i suoi cd ed è un peccato che non venga mai fuori per il grande pubblico.
Gli Appunti in tutti 3 i capitoli son bellissimi.
Utente
11 novembre, 2015
Lasciami indietro mi fa impazzire, che uso della voce, che pezzone.
E non so come fai tu
a trovare il coraggio di vivere
la vita di un altro
a lasciare le parti migliori in una stanza d’albergo
e trattarmi di merda come se fossi solo uno sbaglio
ma io sono stanco, stanco di te
E lasciami indietro
come tutto quello che è diverso
Cercherò dentro
una ragione per tenere il passo
La vorrei come singolo ma vorrei anche Fiori d'Orgoglio.
O Un'altra storia
E ti vorrei rincorrere
Lo so bene che vuoi scappare
Ma non ti puoi nascondere
Come un abbraccio sulle scale
Ma lo sai da te
Anche adesso che sei lì da soloChe cos’hai da sorridere?
Te lo giuro, non sto scherzando
Ti ricordi quando ti dicevo
“Ho avuto solo te”?
Poi The damned of the earth...
Mi ha colpito l'ambizione di questo album.
Lui dice che l'ha scritto l'ha composto e l'ha sognato.
Un album così veramente va sognato
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