Non ha rotto il gomito. Gli è uscito mentre provava la coreografia con i professionisti. Gli è stato messo apposto ma deve stare fermo per 6 settimane altrimenti diventa necessario l'intervento.

Alessio LP ha scritto un bellissimo messaggio per lui su Instagram <3

Tra l'altro ho letto che venerdì entrano in casetta e mi chiedo come mai così presto. 

Il racconto di una ragazza presente ieri sera fuori dal residence. Sembra un romanzo di Liala, invece è tutto vero.

"Per chi volesse sapere ciò che è successo ieri…
E’ stato tutto parecchio confuso. Fino a tardi ad aspettare lui e i suoi compagni sotto l’hotel. Vederli uscire dagli studi di registrazione con il dolore inciso sul volto e vedere Andreas con quegli occhi gonfi è stato una pugnalata al cuore. Non era in lui. Aveva pianto, dio se aveva pianto. Inutile dire che appena l’ho visto in quelle condizioni il cuore mi si è improvvisamente fermato. Si sono tutti diretti nel ristorante, senza dire nessuna parola. Uscivano, fumavano qualche sigaretta, qualche telefonata e rientravano. Nessuna parola. Ad un certo punto esce Cristiano e ci inizia a spiegare un pochino la situazione. Tra le lacrime capivo ben poco. Riguardava il braccio o il gomito, due mesi di stop. Ci ha fatto vedere il modo in cui Andreas aveva messo male il braccio e ci ripeteva “è una bella botta quando perdi un ragazzo così in gamba”. Nulla da dire. Io non sapevo cosa dire. Avevo scritto una lettera ad Andreas, e non era la tipica lettera infantile, credetemi. Con quelle parole avevo provato ad andare oltre. Io dovevo dargliela, era “”giusta”” per ciò che era accaduto, soprattutto una parte di essa sembrava l’avessi scritta apposta per quella situazione. Ero rassegnata, si stava facendo tardi e sapevo che non l’avrei più rivisto. Esce Arianna e in tutta la sua dolcezza mi ha ascoltato. Lei mi rassicurava dicendo di non piangere, facendomi capire che non esiste solo amici, ma c’è altro. “Gliela puoi dare ad Andreas?”, porgendogli la lettera e spiegandogli parte del suo contenuto. Lei mi accarezzava i capelli e mi ha abbracciato e c’è stato quel suo “se gliela dai tu gli farà più piacere, ora si sta mettendo il giacchetto ed esce”. Mi sono messa seduta e l’ho aspettato. Sono usciti dal ristorante. Lui, Elodie, Alessio, Gabriele e Ale. Ricordo il particolare che Elodie gli ha accesso una sigaretta prima che io mi avvicinassi. C’erano delle ragazze, ma io ero proprio davanti a lui. Ho pensato “ora o mai più”. Mi sono avvicinata e come una cretina non sono nemmeno stata in grado di trattenere le lacrime. Tutti loro mi guardavano. Se l’avessi chiesta tutta quell’attenzione, nemmeno l’avrei ottenuta. Ho iniziato a parlare e oltre ad Andreas anche gli altri sono rimasti ad ascoltarmi. Ho chiesto scusa per l’emozione ed Elodie con il suo “io sono troppo sensibile per ste cose” mi ha un attimino rassicurata. Non riuscivo a collegare bene il cervello con la bocca, avrò sbagliato mille verbi ma non importa. Gli ho detto un pezzo della lettera, che per scriverlo ci ho messo l’anima perché volevo bilanciare la vita con la danza creando una sorta di metafora che potesse servigli come “motto”. Ho iniziato a dirgli “la vita è un po’ come una ballerina che arriva in punta di piedi…” e sono andata avanti a parlare. I suoi occhi erano su di me e io non ero nemmeno in grado di sostenere il suo sguardo. “Penso sia adatta”, dicevo cose insensate. E’ arrivato il suo GRAZIE MILLE e il suo abbraccio. Avevo paura di fargli male, credetemi. Mi stringeva e ripeteva “grazie mille”. Sapevo che quel che aveva costruito ad amici era grande, grandissimo, che arrivare a questo punto e vedere il suo sogno scappargli dalle mani è stato straziante ma con il cuore ho detto queste parole “amici è solo un passaggio, tu da qualche parte arriverai veramente”. E continuava a ringraziarmi, assurdo. Poco prima di prendere la lettera ha sorriso. E vi giuro che quel sorriso è stato meglio di mille parole. Mentre metteva in tasca la lettera ha detto “in stanza la leggo”. Spero l’abbia fatto. Io mi stavo allontanando, era stanco, doveva andare a riposare e ad assimilare quel che era successo. Capivo la situazione e non volevo essere invadente. Mi stavo mettendo da parte quando è stato lui che si è riavvicinato e mi ha stretto a se. “Grazie a te,grazie te”, perché me lo diceva? Era ed è lui la meraviglia che mi emoziona, non io. E’ un artista.
Ha appoggiato la sua testa sulla mia spalla e mi ha stretto così forte…e c’è stato il suo ultimo “Grazie”, sussurrato all’orecchio.
Non so che altro dirvi…
Andreas è un guerriero, non aggiungo altro.
Quando balla porta il sole nelle mie giornate e posso dirvi di aver abbracciato il sole anche nel bel mezzo del buio. L'infinità di quegli abbracci."