Utente
24 agosto, 2015
La notizia sta facendo molto discutere
A partire dall'edizione 2024 degli Oscar, infatti, un film, per poter ambire a vincere il premio principale della serata, dovrà soddisfare alcuni requisiti di inclusività.
Da Badtaste.it:
La missione dell’Academy di rendere gli Oscar dei premi che riconoscano maggiormente l’inclusione e la diversificazione nel cinema prosegue: oggi l’associazione ha annunciato una vera e propria riforma del meccanismo di selezione dei film che promuova l’equa rappresentazione sullo schermo in termini di identità di genere, orientamento sessuale, etnia e disabilità.
Quattro le categorie di rappresentazione che verranno prese in considerazione: davanti alla macchina da presa, nella troupe, nello studio cinematografico e nelle aree legate ad altri aspetti dello sviluppo e uscita del film. Per essere presa in considerazione per l’Oscar a miglior film, una produzione dovrà soddisfare almeno due dei quattro nuovi standard (pare che praticamente tutti vincitori dell’Oscar degli ultimi decenni rientrerebbero in tali criteri se venissero presi in considerazione oggi). Ogni standard ha una serie di sottocategorie, per soddisfare lo standard di rappresentazione davanti alla macchina da presa, per esempio, un film deve avere almeno un protagonista o un non-protagonista di rilievo, o il 30% dei ruoli secondari, interpretati da un gruppo etnico sottorappresentato; oppure la storia, il tema o la narrativa principale devono essere focalizzati su un gruppo sottorappresentato
...
Come sottolineato nell'articolo, tutti i film che hanno vinto negli ultimi anni, in realtà, hanno già soddisfatto questi criteri.
Ovviamente Internet è già on fire e molte persone parlano di limitazione della libertà artistica.
Va detto che, giustamente, gli Oscar già da diversi anni premiano e incentivano i film di questo tipo, non vedo la necessità di vincolare addirittura determinate tematiche alla possibilità o meno di vincere il premio principale.
Pur sposando le loro cause, non so se trovare giusto che il lasciapassare per poter ambire al premio principale, o almeno una delle quattro categorie, debba necessariamente passare per la rappresentazione di determinate storie o di determinati personaggi.
Certo si parla anche di troupe e studio cinematografico, in modo da non 'inteferire' con la storia del film, ma ci sono dubbi sull'effettiva utilità e opportunità di queste proposte.
Che ne pensate?
Admin
7 agosto, 2013
È un po' il discorso delle quote rosa, quando arrivano gli illuminati libertari a dire che sono discriminatorie verso le stesse donne, perché nel mondo utopistico di cui solo loro fanno parte bisognerebbe valutare le competenze a prescindere dal genere.
Visto che però non è così e viviamo in un mondo in cui le minoranze NON hanno gli stessi diritti e le stesse possibilità dei bianchi, è anche giusto cercare di sistemare un po' la stortura del sistema.
Utente
24 agosto, 2015
Infatti la questione dei 2 parametri su 4 da rispettare rende tutto più morbido e comprensibile. Nondimeno, che uno dei parametri imponga l'inserimento di almeno un co-protagonista o almeno di una sottotrama inerenti ad una minoranza è comprensibile faccia storcere il naso anche ai cinefili più prog.
Utente
14 febbraio, 2014
Pensavo fosse Lercio quando ho letto l'articolo.
Questi nuovi standard non hanno alcun senso da ogni punto di vista li vogliamo prendere. Intanto, come sempre, vogliono introdurre un criterio di uguaglianza basato sulla disuguaglianza (primo paradosso).
In secondo luogo, se un regista volesse ipoteticamente creare un film che racconti la storia della sua vita dovrebbe introdurre degli elementi che magari non ha incontrato (quindi persone di colore, coppie omosessuali...) perché sennò verrebbe tagliato fuori da questi premi. Quindi c'è una limitazione totale del processo artistico, dovrebbe creare qualcosa di finto e costruito per assecondare le "minoranze".
Andiamo avanti e parliamo di merito. Ipotizziamo che un regista abbiamo un team fidato costruito nel corso degli anni. Bene, deve iniziare ad effettuare una scrematura perché deve stare attento che ci siano delle persone di diversa nazionalità o LGBTQ+?? Ma ci rendiamo conto che è proprio questo il significato di discriminazione??
Discriminazione: consiste nel trattamento, nella considerazione e/o nella distinzione non paritari attuati nei confronti di un individuo sulla base di un particolare gruppo sociale, classe sociale o categoria in cui la persona viene percepita come appartenente, anziché basandosi sui suoi singoli attributi
Inoltre una persona che merita di meno potrebbe rubare il posto ad un'altra persona più meritevole solamente per una questione di rappresentanza.
Ma il paradosso si verifica ancor di più se pensiamo che nel caso ci fosse un team di sole donne, andrebbe tutto bene. Un team di persone di colore al 100%? Perfetto tutto nella norma. Però se nel team il 71% delle persone è etero, bianca e di sesso maschile, apriti mondo, il film non è degno.
La cosa divertente è pensare al processo di selezione, perché prima vogliamo gli uguali diritti, quindi non importa colore della pelle, religione, da dove vieni, il tuo orientamento sessuale etc etc ma adesso in un eventuale curriculum devi mettere ad esempio "Gay" così puoi tranquillamente essere selezionato anche in quanto gay. Non è rilevante con chi vai a letto per la persona che sei, ma lo è se devi trovare un lavoro. Questa è pura discriminazione.
Concludo dicendo che solo perché ci sono dei soprusi e delle violenze, questo non legittima a creare dei nuovi standard sbagliati solo per eguagliare il gap creato fino ad oggi. "Visto che hai avuto meno fino ad oggi, da domani io ti farò avere di più di tutti gli altri". Questo è l'errore: la battaglia all'uguaglianza si vince con l'ottenimento dell'uguaglianza. Perché se così non fosse crei nuova discriminazione, che è esattamente ciò che stavi combattendo.
Utente
24 agosto, 2015
Gabriele1 ha detto
Pensavo fosse Lercio quando ho letto l'articolo.Questi nuovi standard non hanno alcun senso da ogni punto di vista li vogliamo prendere. Intanto, come sempre, vogliono introdurre un criterio di uguaglianza basato sulla disuguaglianza (primo paradosso).
In secondo luogo, se un regista volesse ipoteticamente creare un film che racconti la storia della sua vita dovrebbe introdurre degli elementi che magari non ha incontrato (quindi persone di colore, coppie omosessuali...) perché sennò verrebbe tagliato fuori da questi premi. Quindi c'è una limitazione totale del processo artistico, dovrebbe creare qualcosa di finto e costruito per assecondare le "minoranze".
Leggilo bene, l'articolo. Vanno soddisfatti almeno 2 criteri su 4. Quindi la storia può tranquillamente avere come protagonisti 5 uomini bianchi etero, purché nel dietro le quinte del film, in senso lato, sia rispettato il tetto minimo del 30% per le 'minoranze'.
Qua il succo del comunicato dell'Academy tradotto:
A1. Protagonisti principali o significativi
Almeno uno degli attori principali o non protagonisti significativi deve provenire da un gruppo etnico o razziale sottorappresentato.
• Asiatico
• Ispanico/Latino
• Nero/afroamericano
• Indigeno/nativo americano/nativo dell’Alaska
• Mediorientale/Nordafricano
• Nativo hawaiano o altro isolano del Pacifico
• Altra razza o etnia sottorappresentata
A2. Cast generale dell’ensemble
Almeno il 30% di tutti gli attori in ruoli secondari e minori deve provenire da almeno due dei seguenti gruppi sottorappresentati:
• Donne
• Gruppo razziale o etnico
• LGBTQ+
• Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
A3. Trama principale/argomento
La trama principale, il tema o la narrazione del film devono essere incentrati su un gruppo sottorappresentato.
• Donne
• Gruppo razziale o etnico
• LGBTQ +
• Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
STANDARD B: LEADERSHIP CREATIVA E TEAM DI PROGETTO Per raggiungere lo Standard B, il film deve soddisfare UNO dei criteri seguenti:
B1. Leadership creativa e capi dipartimento
Almeno due delle seguenti posizioni di leadership creativa e capi dipartimento – direttore del casting, direttore della fotografia, compositore, costumista, regista, montatore, parrucchiere, truccatore, produttore, scenografo, scenografo, suono, supervisore VFX, sceneggiatore – devono provenire dai seguenti gruppi sottorappresentati:
• Donne
• Gruppo razziale o etnico
• LGBTQ+
• Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
Almeno una di queste posizioni deve appartenere al seguente gruppo razziale o etnico sottorappresentato:
• Asiatico
• Asiatico
• Ispanico/Latino
• Nero/afroamericano
• Indigeno/nativo americano/nativo dell’Alaska
• Mediorientale/Nordafricano
• Nativo hawaiano o altro isolano del Pacifico
• Altra razza o etnia sottorappresentata
B2. Altri ruoli chiave
Almeno sei altri membri della crew/squadra e posizioni tecniche (esclusi gli assistenti alla produzione) devono provenire da un gruppo razziale o etnico sottorappresentato.
Queste posizioni includono ma non sono limitate a First AD, Tecnico delle luci, Segretario di edizione, ecc.
B3. Composizione complessiva della crew
Almeno il 30% della troupe del film proviene dai seguenti gruppi sottorappresentati:
• Donne
• Gruppo razziale o etnico
• LGBTQ+
• Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
STANDARD C: ACCESSO AL SETTORE E OPPORTUNITÀ
Per raggiungere lo standard C, il film deve soddisfare ENTRAMBI i criteri di seguito:
C1. Apprendistato retribuito e opportunità di stage
La società di distribuzione o finanziamento del film deve pagare apprendistati o stage per persone che provengono dai seguenti gruppi sottorappresentati e soddisfano i criteri seguenti:
• Donne
• Gruppo razziale o etnico
• LGBTQ+
• Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
I principali studios/distributori sono tenuti a fornire apprendistati/ stage retribuiti per i gruppi sottorappresentati (devono includere anche gruppi razziali o etnici) nella maggior parte dei seguenti dipartimenti: produzione/sviluppo, produzione materiale, post-produzione, musica, VFX, acquisizioni, affari commerciali, distribuzione, marketing e pubblicità.
Le mini-major o gli studios/distributori indipendenti devono avere un minimo di due apprendisti/stagisti dei suddetti gruppi sottorappresentati (almeno uno di un gruppo razziale o etnico sottorappresentato) in almeno uno dei seguenti dipartimenti: produzione/sviluppo, produzione materiale, post-produzione, musica, VFX, acquisizioni, affari, distribuzione, marketing e pubblicità.
C2. Opportunità di formazione e sviluppo delle competenze (crew)
La società di produzione, distribuzione e/o finanziamento del film deve offrire opportunità di formazione e/o lavoro per lo sviluppo delle competenze a persone che lavorano in seconda linea ai seguenti gruppi sottorappresentati:
• Donne
• Gruppo razziale o etnico
• LGBTQ+
• Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
STANDARD D: SVILUPPO DEL PUBBLICO
Per ottenere lo standard D, il film deve soddisfare il criterio seguente:
D1. Rappresentanza in marketing, pubblicità e distribuzione
Lo studio e/o la compagnia cinematografica deve avere più dirigenti senior interni tra i seguenti gruppi sottorappresentati (devono includere individui di gruppi etnici o razziali sottorappresentati) nei loro team di marketing, pubblicità e/o distribuzione.
• Donne
• Gruppo razziale o etnico:
• Asiatico
• Ispanico/Latino
• Nero/afroamericano
• Indigeno/nativo americano/nativo dell’Alaska
• Mediorientale/Nordafricano
• Nativo hawaiano o altro isolano del Pacifico
• Altra razza o etnia sottorappresentata
• LGBTQ +
• Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
Non approvo il primo, gli altri 3 ci stanno invece.
Utente
24 agosto, 2015
Gabriele1 ha detto
Concludo dicendo che solo perché ci sono dei soprusi e delle violenze, questo non legittima a creare dei nuovi standard sbagliati solo per eguagliare il gap creato fino ad oggi.
Eh, invece si. Per arrivare all'uguaglianza probabilmente si deve passare per questo.
E comunque parliamo del 30%. Un regista potrà si avere rapporti lavorativi fissi con, esempio, il direttore della fotografia o del sonoro, non certo con TUTTE le maestranze che lavorano per un film (parliamo di centinaia di persone, usually).
Insomma, i detrattori del politicamente corretto si sono allarmati un po' per niente.
Poi ripeto, in ambito artistico non mi piacciono mai le forzature, ma a leggere il comunicato intero la questione è molto meno impattante di quanto non sembrasse inizialmente.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
In pratica questa discussione (nel complesso, non parlo del forum) è un grande bait per persone che sguazzano nel razzismo sistemico e vari fake woke libertarians. Ma buono a sapersi, è sempre conveniente capire chi stia attorno a te.
Sono quattro criteri, è letteralmente impossibile non rispettarne almeno due (soprattutto quando si parla di stage e sviluppo del pubblico, figure numerosissime nel primo caso e in generale scollegate dal cast del film) se non si ha qualche piccolo problema di misoginia, razzismo, omofobia o simili.
Per quelli che sono i gruppi citati (dove sottolineo la presenza della parola "donne", ossia metà della popolazione mondiale, in tre di essi), una produzione che non rispetta questi criteri, a prescindere dal cast, sarebbe una produzione interamente composta da maschi bianchi eterosessuali. Interamente. Non venitemi a dire che una cosa del genere possa essere giustificata dal fatto che "magari quelle persone hanno più capacità!!", soprattutto nel mondo dello spettacolo.
Qualcuno potrebbe obiettare sulla necessità di inserire questa regola quando è implicitamente già rispettata, ma, oltre al fatto che è sempre bene essere il più chiari possibile quando c'è in palio un premio così importante, a me sembra corretto che si specifichi quanto più possibile che alcuni atteggiamenti discriminatori siano sbagliati. Non stiamo parlando di pochi gruppi rappresentati, parliamo di gruppi che, se sommati insieme, compongono una maggioranza schiacciante sul totale della popolazione mondiale. Sono minoranze solo perché è "chi gestisce il mondo" ad aver deciso che lo siano.
EDIT: aggiungo un'altra cosa relativa al caso del cast, per tranquillizzare alcuni. Questo regolamento potrebbe, paradossalmente, "consentire" cast totalmente privi di minoranze, qualora siano rispettati gli altri criteri. Cosa che troverei anche corretta in alcune rappresentazioni storiche o trasposizioni. Magari solleverà qualche regista dal proporre personaggi appartenenti a minoranze stereotipati e raccontati malissimo, inseriti solo per fare "inserisci minoranza"-bait. Quindi non mi sembra una cosa così tragica e limitante la libertà personale del regista, a meno che questa libertà personale significhi non volere attorno in nessun possibile ruolo donne, qualsiasi persona non bianca, qualsiasi persona non etero, qualsiasi persona non cis e via discorrendo.
Utente
14 febbraio, 2014
Edre ha detto
Sono quattro criteri, è letteralmente impossibile non rispettarne almeno due (soprattutto quando si parla di stage e sviluppo del pubblico, figure numerosissime nel primo caso e in generale scollegate dal cast del film) se non si ha qualche piccolo problema di misoginia, razzismo, omofobia o simili.
Per quelli che sono i gruppi citati (dove sottolineo la presenza della parola "donne", ossia metà della popolazione mondiale, in tre di essi), una produzione che non rispetta questi criteri, a prescindere dal cast, sarebbe una produzione interamente composta da maschi bianchi eterosessuali. Interamente. Non venitemi a dire che una cosa del genere possa essere giustificata dal fatto che "magari quelle persone hanno più capacità!!", soprattutto nel mondo dello spettacolo.
Penso tu abbia proprio centrato il punto, hai ragione quando dici che è una regola che è quasi impossibile da non rispettare perché include praticamente tutto.
Peccato che con la creazione di questa regola posta in questo modo puoi creare un film con sole persone di colore e rispettare la regola, un film di sole donne e rispettare la regola mentre un film di soli uomini bianchi è vietato. Ti rendi conto che la regola (che a tuo dire è praticamente inutile) posta per lottare per l'uguaglianza dei diritti, crea un'ipotetica grossa limitazione dei diritti?
Waves of Music ha detto
Gabriele1 ha detto
Concludo dicendo che solo perché ci sono dei soprusi e delle violenze, questo non legittima a creare dei nuovi standard sbagliati solo per eguagliare il gap creato fino ad oggi.
Eh, invece si. Per arrivare all'uguaglianza probabilmente si deve passare per questo.
E comunque parliamo del 30%. Un regista potrà si avere rapporti lavorativi fissi con, esempio, il direttore della fotografia o del sonoro, non certo con TUTTE le maestranze che lavorano per un film (parliamo di centinaia di persone, usually).
Ipotizziamo che due ragazzi stiano facendo dei colloqui per un posto di lavoro. Entrambi si siano impegnati molto nella vita, abbiano studiato e stiano cercando il lavoro che li possa rendere orgogliosi. Il ragazzo X risulta più convincete al colloquio. Purtroppo dobbiamo bilanciare le quote rappresentative, quindi chiediamo al ragazzo N il suo orientamento sessuale. Gay, perfetto ha la priorità.
Ma voi lo vorreste un lavoro preso in quanto omosessuali? Saresti disposti a ricevere un lavoro ipoteticamente non per merito, ma per il vostro orientamento?
Cioè così facendo si pone sullo stesso piano le persone appartenenti alle categorie protette (quindi persone con disabilità che anche nelle aziende hanno uno quota rappresentativa per evidenti deficienze) con le persone omosessuali in questo ambito. Siamo dicendo "hei, questi sono diversi, facciamo qualcosa per loro". O diversi oppure siamo tutti uguali, questa è da decidere.
Alex87 ha detto
non di nuovo la favola del razzismo al contrario
Alex fino a che non trovo delle risposte precise nel merito la ripeto anche altre 4-5 volte se vuoi. Ti assicuro che sono più aperto al dialogo di quanto pensi, però il cerchio deve avere quantomeno una chiusura. Se mi parli di diritti e poi sei disposto a sacrificarli "per arrivare all'uguaglianza" è come professare il bene ed essere disposti ad uccidere per ottenerlo
Utente
10 agosto, 2016
https://www.youtube.com/watch?v=qEh7FTs1CIw
Non ci si poteva aspettare altro da loro
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Gabriele1 ha detto
Penso tu abbia proprio centrato il punto, hai ragione quando dici che è una regola che è quasi impossibile da non rispettare perché include praticamente tutto.
Peccato che con la creazione di questa regola posta in questo modo puoi creare un film con sole persone di colore e rispettare la regola, un film di sole donne e rispettare la regola mentre un film di soli uomini bianchi è vietato. Ti rendi conto che la regola (che a tuo dire è praticamente inutile) posta per lottare per l'uguaglianza dei diritti, crea un'ipotetica grossa limitazione dei diritti?
In realtà non è così, dal testo ufficiale si deduce che debbano essere rispettati due dei quattro parametri, quindi è incorretto dire che "un film di soli uomini bianchi è vietato". Si può tranquillamente fare, basta che siano rispettati gli altri tre parametri e, ancora una volta, è veramente difficile non rispettarli, soprattutto lo standard C, ma anche il B considerando che si parla di rispettare almeno una delle due clausole, e si includono le donne come minoranza.
A voler pensare male, in realtà, questa storia potrebbe sembrare più un "lasciapassare" per film in cui non sono incluse minoranze, poiché in realtà non è necessario che quel criterio sia rispettato. Come già detto nell'edit, mi sembra che sia un discorso che semmai "libera" il regista dalla necessità di inserire determinate minoranze nei film e dal peso di eventuali critiche a riguardo, perché se gli altri parametri sono rispettati non c'è alcun problema.
Ipotizziamo che due ragazzi stiano facendo dei colloqui per un posto di lavoro. Entrambi si siano impegnati molto nella vita, abbiano studiato e stiano cercando il lavoro che li possa rendere orgogliosi. Il ragazzo X risulta più convincete al colloquio. Purtroppo dobbiamo bilanciare le quote rappresentative, quindi chiediamo al ragazzo N il suo orientamento sessuale. Gay, perfetto ha la priorità.
Ma voi lo vorreste un lavoro preso in quanto omosessuali? Saresti disposti a ricevere un lavoro ipoteticamente non per merito, ma per il vostro orientamento?
Cioè così facendo si pone sullo stesso piano le persone appartenenti alle categorie protette (quindi persone con disabilità che anche nelle aziende hanno uno quota rappresentativa per evidenti deficienze) con le persone omosessuali in questo ambito. Siamo dicendo "hei, questi sono diversi, facciamo qualcosa per loro". O diversi oppure siamo tutti uguali, questa è da decidere.
Mi permetto di rispondere anche a questo, sebbene non fosse riferito al mio commento, perché mi sembra sempre che si guardi oltre la realtà dei fatti. Questo è un po' lo stesso discorso che si fa sempre nelle critiche alle quote rosa, che ha una base che potrebbe apparentemente essere convincente, ma nella pratica non lo è.
Possiamo assumere, ad oggi, che il mondo del lavoro sia effettivamente meritocratico verso le minoranze (nei rispettivi ambiti)? Se così fosse, prendendo ad esempio la politica, sarebbe come dire che le donne siano implicitamente meno capaci degli uomini, considerando quanta discrepanza ci sia tra la presenza di uomini e donne nella politica. Se così fosse, prendendo ad esempio il campo scientifico, sarebbe come dire che le donne siano implicitamente meno capaci degli uomini, considerando quanta discrepanza ci sia nei salari tra uomini e donne per quanto concerne scienza e ingegneria. Potrei andare avanti con questo esempio pressoché all'infinito.
Il punto è che il mondo del lavoro non funziona così, una minoranza, in quanto tale, è svantaggiata rispetto alla cosiddetta "maggioranza" per ragioni completamente esterne alle reali capacità. Politiche che introducono quote sono sicuramente controverse, ed è anche giusto che lo siano, però non vedo altri modi per "educare" chi sta ai piani alti della società (perché, ricordiamolo, il problema più grosso è chi siede in alto nei grattacieli, non chi sta per strada a fare le risse tra poveri).
Hai fatto l'esempio dell'omosessualità, e ti posso rispondere che una cosa del genere a me darebbe estremamente fastidio. Ma onestamente mi dà ancora più fastidio l'idea che nonostante stia costruendo un ottimo curriculum, nella ricerca di un lavoro dovrò andare a cercare su internet "gay friendly companies", perché semmai la mia sessualità uscisse fuori una volta impiegato in un'azienda più conservatrice, rischierei di finire in mezzo ad una strada. Quindi sì, concettualmente è sbagliato inserire delle quote, ma nella pratica non viviamo comunque in una società libera e meritocratica. Nessuna politica attuata con le parole e basta ha mai introdotto dei cambiamenti seri nel meccanismo di recruiting di moltissime aziende, e non è assolutamente corretto continuare ad escludere "le minoranze" (che, ancora una volta, se sommate diventano una maggioranza schiacciante - e il punto del problema è proprio questo). Quindi fin quando si può parlare di meritocrazia, se è il concetto stesso di uguaglianza che non funziona? O il discorso sulla meritocrazia è valido solo quando si parla della categoria già più rappresentata? Il discorso che hai fatto, in realtà, allo stato attuale è molto più comune che si applichi al contrario. Le quote dovrebbero servire proprio a bilanciare la forza lavoro in modo che sia coerente con la statistica del numero di persone specializzate in un determinato ambito.
Utente
25 novembre, 2017
È tutto il giorno che non faccio altro che leggere critiche verso questo "nuovo" sistema di candidatura alla categoria Miglior film. Che sia chiaro, le sommosse popolari di oggi non mi hanno praticamente stupito perché l'Academy ha dato un buon motivo al popolino per scagliarsi contro il politically correct e il presunto favoreggiamento verso le minoranze che sembra incutere tanta paura alle persone (magari esistesse, magari...).
Durante gli anni ho capito che è meglio aspettare prima di esprimere un'opinione e usare questo tempo per informarsi. In questo modo si riesce ad avere una visione totale del problema ed evitare cosí l'errata convinzione che tale modifica porti a cambiamenti nelle trame dei film o nel criterio di valutazione delle capacità attoriali.
Invito tutti a leggere l'articolo di Cinefacts perché espone con chiarezza tutti i punti del nuovo regolamento e non ha come fine quello di creare nelle persone sentimenti di indignazione (= piú condivisioni = piú risalto della notizia), cosa che ho ritrovato in diversi articoli pubblicati dalle testate giornalistiche piú importanti in Italia.
Utente
14 febbraio, 2014
Edre ha detto
In realtà non è così, dal testo ufficiale si deduce che debbano essere rispettati due dei quattro parametri, quindi è incorretto dire che "un film di soli uomini bianchi è vietato". Si può tranquillamente fare, basta che siano rispettati gli altri tre parametri e, ancora una volta, è veramente difficile non rispettarli, soprattutto lo standard C, ma anche il B considerando che si parla di rispettare almeno una delle due clausole, e si includono le donne come minoranza.
A voler pensare male, in realtà, questa storia potrebbe sembrare più un "lasciapassare" per film in cui non sono incluse minoranze, poiché in realtà non è necessario che quel criterio sia rispettato. Come già detto nell'edit, mi sembra che sia un discorso che semmai "libera" il regista dalla necessità di inserire determinate minoranze nei film e dal peso di eventuali critiche a riguardo, perché se gli altri parametri sono rispettati non c'è alcun problema.
Intanto bell’argomentazione, mi è piaciuta.
Cerco di risponderti per punti, dal mio punto di vista ti sfugge un dettaglio.
Se un gruppo composto di sole donne etero volesse creare un film, con sole protagoniste donne e con una qualsiasi trama, potrebbe tranquillamente farlo. Se invece un gruppo di soli uomini etero volesse fare la stessa cosa, non potrebbe (in quanto non rispetterebbero il criterio di inclusione della minoranza al 30%). Quindi se l’azione viene fatta dalle donne risulta ipoteticamente legittima (in quanto il minimo del 30% viene rispettato) mentre per gli uomini non lo sarebbe. E ho capito il giochetto del 2/4 ma ciò non toglie che questo sistema permette ad una minoranza di poter diventare potenzialmente una maggioranza non rispettando la regola stessa.
Se avessero voluto creare una regola valida, avrebbero dovuto attuare un criterio di inclusione della diversità.
Con l’obbligo di rappresentanza si crea una sorta di diversità forzata, ma che può chiaramente essere generativa a livello sociale. La possibilità di introdurre variabili diverse, mentalità, culture può aiutare ad ampliare il modo di vedere e percepire le cose. Questo sarebbe un programma di educazione sociale, avrebbe la funzione di obbligare le persone a convivere con ciò che è diverso da loro per capire che probabilmente c’è qualcosa da imparare e anche qualcosa di realmente simile.
In questo modo un gruppo di persone nere sarebbe invitato ad includere della diversità come anche un gruppo di maschi bianchi, o donne bianche dovrebbero introdurre varietà. Per quanto questa politica potrebbe portare ad alcune problematiche meritocratiche comunque il fine da perseguire potrebbe essere nobile e valido. Io sarei disposto ad appoggiare un programma di questo tipo con pure le sue limitazioni.
Qui invece persone di colore, omosessuali, gruppi etnici etc etc vengono trattati alla stregua di persone con disabilità, come se avessero un deficit che deve essere colmato. La cosa che davvero mi turba e che mi fa star male è che questa identificazione viene da loro stessi, quando sono anni che si sta lottando per poter essere semplicemente degli esseri umani con gli stessi diritti degli altri. Sarò noioso ma non è questa la strada giusta.
E questo refrain ormai è comune agli idealisti di sinistra che negli ultimi anni, stanno avanzando proposte che io personalmente nei più dei casi trovo discriminatorie e che non fanno altro che allontanarli sempre di più dal loro obiettivo.
Oltretutto aggiungo una cosa visto che il mio sembra un attacco da persona che non sa cosa significhi essere discriminato. Colgo quindi l’occasione per fare outing nel forum, io sono omosessuale e aggiungo vegetariano e aggiungo facente parte di svariate associazioni di volontariato. So benissimo cosa significa essere discriminati, e proprio perché lo so, non voglio farlo provare agli altri.
Aggiungo che questa dinamica di vittima e carnefice, dove ogni piccola contestazione viene additata come razzismo secondo me rende poco onore alle persone che la attuano perché è chiaro che si sentono deboli e fragili e cercano di attaccare come difesa. Non è che ogni proposta fatta dai gruppi LGBTQ+ è di sua natura corretta, si può anche pensare di avere un minimo di onestà intellettuale e cercare di porsi qualche domanda.
In questo caso, ho capito che tutti vogliamo più diritti però cavolo appena uno mette un paletto del tipo: “nella trama di un film ci deve essere minimo il protagonista o co-protagonista appartenente ad una minoranza oppure il 30% del cast appartenente ad una minoranza” ci dovrebbe far partire un campanello in testa molto forte che ci dice: attenzione questa cosa è una limitazione alla creatività, all’arte, alla voglia di creare qualcosa di vero e frutto dell’ispirazione. Poi ho capito che è raggirabile, però ragazzi è posto come uno dei 4 punti fondamentali. Se metti un punto, credi che la sua applicazione sia quantomeno corretta.
Quindi a me dispiace dirlo, però le critiche mosse per questa presa di posizione degli oscar vi assicuro che non sono TUTTE razziste. Ci sono dei validi motivi per trovare fuori luogo una proposta del genere e fino a che si continuerà ad additare tutti come una massa di ignoranti razzisti, vi assicuro che non si andrà tanto avanti.
Admin
7 agosto, 2013
Ma l'avete capito che se non si rispettano questi criteri semplicemente non si è candidabili agli oscar? Non è che arriva la polizia sul set e uccide il regista. A leggervi sembra l'abbiate interpretata così.
Vien da sé che i film più belli (quelli che verosimilmente si giocano gli oscar) spesso raccontano storie di discriminazione, gruppi minoritari e difficoltà, quindi presto si spiega il perché tutti gli ultimi film premiati rientrerebbero in questi criteri.
Utente
7 agosto, 2013
Alex87 ha detto
Ma l'avete capito che se non si rispettano questi criteri semplicemente non si è candidabili agli oscar? Non è che arriva la polizia sul set e uccide il regista. A leggervi sembra l'abbiate interpretata così.Vien da sé che i film più belli (quelli che verosimilmente si giocano gli oscar) spesso raccontano storie di discriminazione, gruppi minoritari e difficoltà, quindi presto si spiega il perché tutti gli ultimi film premiati rientrerebbero in questi criteri.
Nemmeno, solo al miglior film non si è candidabili.
Se non erro tutte le altre categorie rimangono esattamente come prima
Nicks Lannister
Admin
7 agosto, 2013
NicksFactor ha detto
Nemmeno, solo al miglior film non si è candidabili.
Se non erro tutte le altre categorie rimangono esattamente come prima
ecco, peggio ancora
Cosa stiamo rischiando, di derubare un film fatto da soli maschi bianchi etero con maschi bianchi etero (trama: vanno al concerto di Bruno Mars con l'amante, tornano a casa e portano un ciondolo DoDo in regalo alla moglie) dall'oscar per Miglior Film?
Utente
14 febbraio, 2014
Alex87 ha detto
ecco, peggio ancora
Cosa stiamo rischiando, di derubare un film fatto da soli maschi bianchi etero con maschi bianchi etero (trama: vanno al concerto di Bruno Mars con l'amante, tornano a casa e portano un ciondolo DoDo in regalo alla moglie) dall'oscar per Miglior Film?
Mamma mia,
mi sembra di parlare con un leghista o con un membro del m5s (il più delle volte) emotivamente troppo coinvolto per poter aver una visione razionale e logica della questione.
Adesso la contro tesi è che "tanto stiamo parlando solo di una nomination all'oscar come miglior film, una cosa da niente"?
Come per dire, anche se ci fossero le incongruenze che tu fai notare è un problema irrilevante?
Eppure ho esposto molto chiaramente il paradosso:
- Team di tutte donne in un film di sole donne -> Potenzialmente candidabile come miglior film
- Team di tutti uomini in un film di soli uomini -> Non candidabile come miglior film
Per come è stata posta la questione, non si punta ad una uguaglianza di diritti tra tutti ma ad una compensazione di deficit (che fa emergere che c'è una deficienza di qualche tipo).
Quindi ad un'autodeterminazione di inferiorità. Non riesco a capire cosa centri che il discorso è raggirabile con gli altri 2/4 dei punti oppure che stiamo parlando "solo" di una nomination all'oscar come miglior film.
Qui è l'approccio al problema che è sbagliato, è ciò che alimenta la maggior parte di quelli che voi chiamate razzisti.
Perchè è chiaro che una persona che è stata discriminata difficilmente tenderà a far provare questa dinamica ad altre persone; quindi capisco chi trova ridicola l'affermazione del razzismo al contrario, ma cavolo per come è posta la regola
la possibilità di discriminazione resta possibile. Quindi se coloro che lottano per l'uguaglianza propongono una regola che in caso ipotetico potrebbe non assicurare l'uguaglianza a tutti, è chiaro che possono sorgere delle forti critiche (perchè ci si aspetta una difesa dei diritti, non solo dei LORO diritti).
Chiudo con un piccolo aneddoto. Io faccio parte di un'associazione di beneficenza con una struttura ben solida. Ogni anno vengono definite 5 cariche che comporranno il direttivo del club che hanno il compito di "organizzare" l'annata.
L'anno scorso mi candidai ad un ruolo specifico del club. Il presidente (che ha il compito di nominare il team esecutivo) ha preferito nominare una ragazza perchè voleva fare il primo team composto da sole ragazze.
La ragazza in questione ad un certo punto dell'anno non si è fatta più sentire. La presidente mi ha recentemente chiesto scusa per la scelta.
Questo è un chiaro esempio di discriminazione "al contrario". Purtroppo può succedere, è probabilmente più raro, ma può esistere.
Quindi possiamo creare degli iter solidi che evitino la possibilità che si possano presentare discriminazioni?
Visto che gli altri non pensano "a noi" e pensano solo a loro stessi, possiamo essere noi a pensare "a tutti"? Sennò se anche noi pensiamo "solo a noi" siamo esattamente uguali a loro (certo in misura minore e con anni di discriminazioni, ma stiamo seguendo quella strada).
Concludo dicendo che non sto affermando che i razzisti non esistono. E neanche i fan del dello scagliarsi contro il "politicamente corretto". Purtroppo queste categorie ci sono.
Secondo me vanno affrontati con intelligenza, non come lotta tra fanatisimi (fascisti vs i difensiori del politicamente corretto). Penso di essere stato esaustivo.
Se non sono riuscito a farti quantomeno capire la mia prospettiva mi arrendo davvero @alexz87
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