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Italy Calling 3 - La battaglia musicale tra le regioni d'Italia - Vincitore a pag. 13
Casadelvino
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12 marzo, 2021 - 10:59
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ITALY CALLING 3
Seconda Semifinale
Regioni estreme

cliccare sui banner per YT

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Playlist Spotify

Playlist Youtube

Casadelvino
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12 marzo, 2021 - 11:12
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Video Recap

 

Come votare

Obbligatorio mandare classifica completa dei nove pezzi (escluso il proprio) e obbligatorio mandare la classifica anche della semifinale non propria (in questo caso di tutti i 10 pezzi).

QUINDI DOVETE VOTARE TUTTI.

I voti saranno in stile esc: 12-10-8-7-6-5-4-3-2-1.

Anche il pubblico può votare? No. Sarà una scelta interna.

 I primi cinque della classifica degli appartenenti alla propria semifinale passeranno automaticamente. I due più alti nella classifica dei partecipanti dell’altra semifinale, tra i non qualificati automaticamente, lo faranno a loro volta.

AVVISO CHE LA CALABRIA NON C'E' SU SPOTIFY

Avete tempo fino al 16/3 ore 19

@xello @JoJo @Edre @mrnace @Alpha @AbiuraDiMe @Evil @drugo92 @Oblivion. @Alby @Foski @Salva @KassaD1 @edorf @NotturnoManto @monechiapi @Krishoes @sparso @Alabama Monroe @CrYs 

 

   

KassaD1
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12 marzo, 2021 - 11:22
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JACK JAMES -

Jacopo Venturini, in arte Jack James, nasce a Vicenza nel 1996. Il nome d’arte richiama due momenti diversi della vita del giovane artista: Jack è il soprannome che i suoi amici londinesi gli avevano affibbiato durante la sua permanenza nella capitale anglosassone; James, invece, rimanda al pilota automobilistico James Hunt, a cui veniva sempre associato quando da ragazzino correva con i kart.

Il brano, Giovani, fonde sonorità Pop/Rock e Hip Hop, mettendo in luce chi eravamo e nel contempo chi ritorneremo ad essere facendo spazio nel cuore a quel pizzico di sana incoscienza e curiosità, insieme alla speranza per un domani migliore: “giovani incoscienti” che si perderanno ancora in auto per tornare a godersi la vita.
“Giovani” non si ispira al concetto anagrafico di “età”, ma punta il focus sull’anima, quello spirito adolescenziale che, in misura differente, è presente in ciascuno di noi, senza distinzioni.

Aspettiamo i vostri votiiiii, non siate cattivi!
base talk] Is Witness more genuine than Joanne? - Base - ATRL

Krishoes
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12 marzo, 2021 - 11:37
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Yassss, put your hands up for REGIONI ESTREME!

Oggi parto con l'ascolto, con un bel bicchiere di Tintilia di fiancoexcited

Edre
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12 marzo, 2021 - 11:42
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Ho questa presentazione pronta da una settimana lol quindi ecco a voi.

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Marzo 2021, un utente generico di RH ascolta il brano calabrese a Italy Calling (rigorosamente su Youtube perché non ce né spotifai #welovecomplicarelecose), il computer di fronte a sé e delle cuffiette wireless aggrappate alle orecchie. Volge lo sguardo verso la finestra alla sua sinistra, fuori piove. Nella sua mente, un solo pensiero: “ma che c@**0 sto ascoltando?”.

Ebbene figlioli, è esattamente quello che sembra: una canzone ispirata a un canto funebre in un dialetto calabrese, you’re welcome. E credo si capirà tranquillamente che questa non sia una scelta nata tanto per gareggiare, quanto per raccontare, quindi non vedo perché fingere che non sia così.

Ho scelto di portare questo brano per presentare la mia regione nel modo che sento più coerente con ciò che sento al momento. Questo brano mi dà la possibilità di farlo, inanellando un discorso che non credo avrei modo di fare in altri contesti sul forum. Bear with me, quindi, perché sarà una lunga descrizione. Vi prego di considerare il post principalmente come un discorso che associo al brano partendo da alcuni spunti che lascia e non ad una descrizione in sé da leggere per comprenderlo. Semmai, è una descrizione che potrebbe essere interessante per comprendere me. Lascerò a fine post la traduzione del testo, è abbastanza chiaro, è l'invettiva di un figlio contro il padre mafioso alla sua morte.

Il primo anno, a Italy Calling, avevo tentato di giocare la Calabria con qualcuno tra Aiello, Cimini e Scarda (Brunori ed Eman avevano troppe visualizzazioni). Volevo mostrare che anche dalla mia regione potesse nascere qualcosa di interessante e al passo coi tempi da un punto di vista musicale. Non riuscii a prenderla, ma fortunatamente ci pensò Juve a giocare la mia regione così come avrei voluto fare, portandola ai primissimi posti in classifica. Negli anni successivi, tra talent e competizioni musicali, questa visione della Calabria è stata, fortunatamente, portata avanti: l’esplosione di Brunori a livello di successo, la partecipazione a Sanremo di Aiello, le inclusioni in XF di Naip, Eda Marì e di Amici con Raffaele. Questa visione, ormai, sembra consolidarsi, portando la musica calabrese ad un livello più al pari del resto d’Italia quanto a immediatezza e produzioni.

Non avevo previsto, quindi, di giocare la Calabria quest’anno o nell’immediato, perché ciò che avrei voluto raccontare è ormai qualcosa che si sta lentamente consolidando. Poi ho scoperto questo brano. Non ho potuto fare a meno di portarlo, perché l'ho sentito tantissimo, è tutto ciò che ho bisogno di raccontare della mia Calabria. Con tutte le sue controversie, ma con tutta la sua forza.

A San Michele è il brano vincitore di Musica contro le Mafie 2020, primo brano in dialetto a vincere la manifestazione. Si basa sullo scardinare un concetto chiave della ‘Ndrangheta: il legame familiare che solitamente unisce i suoi adepti. La forza della ‘Ndrangheta, purtroppo, sta proprio qui. Lo scarso numero di collaboratori di giustizia a confronto con altre cosche è legato al fatto che il nucleo fondamentale sia proprio la sfera familiare, e questo complica molto le cose, poiché innesta un gioco di legame e tradimento che compromette il proprio posto non solo in un generico gruppo di adepti, ma nel contesto in cui si è nati e cresciuti. A San Michele ha un testo a cavallo tra la preghiera e l’invettiva di un figlio alla morte del padre mafioso, con domande incalzanti e rabbiose, ma che celano al fondo una sorta di affetto che è complesso arginare anche di fronte al disprezzo che si potrebbe provare per un padre di questo tipo. E questo è un discorso orribile, ma è possibile provare a scardinarlo solo accettandone la realtà e la complessità di fondo.

Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in un’area della Calabria in cui la presenza della criminalità organizzata è percepita diversamente dalle zone più “problematiche” della regione. Una sorta di rumore sordo, qualcosa che sai che esiste e ti porta ad essere diffidente, ma che non si palesa necessariamente con la stessa violenza che permea altri luoghi (sia in Calabria che più in generale nel meridione). Sai che c’è qualcosa, non sai chi sia a portarla vicino a te. Nel momento in cui mi sono trasferito all’università, poco distante dal mio paese, ho avuto modo di conoscere e confrontarmi con colleghi provenienti da altre aree della regione. Quello che per me è diffidenza, per altri è certezza. Nel momento in cui ho ascoltato questa canzone, non ho potuto fare a meno di pensare alla mia migliore amica, proveniente da un paese della piana di Gioia Tauro, che mi raccontò di come tante persone che la circondavano, persone della nostra età, avessero lo stesso problema messo in musica in A San Michele. Figli di boss mafiosi o in generale di famiglie ad essi connesse che non sentivano di avere possibilità di affrancarsi da quel contesto. Ciò che credo sia importante passi è che questa canzone non è una metafora, non è un racconto fantasioso di immedesimazione in una situazione plausibile, è una realtà.

Correlato alle mie esperienze e opinioni personali, questo brano tocca tre temi fondamentali. Il rapporto complesso tra un padre criminale e un figlio che ha e ha avuto paura di distaccarsene è associabile per confronto, e lo dico senza mezzi termini, al rapporto che lega anche me alla Calabria stessa. Questo mio strano legame con la Calabria è il primo tema.

Una regione che ho odiato, da cui volevo e vorrei ancora fuggire, che ha un sacco di cose che non vanno. Ma mi ha formato. Mi ha reso la persona che sono oggi proprio attraverso l’odio che ho provato verso alcune mentalità che ancora imperano nei suoi piccoli paesi. Così per me, così per tanti miei amici. Non è strano, per far comprendere meglio questo discorso farò un paragone che alcuni di voi comprenderanno sicuramente. Far parte di una minoranza come quella LGBTQ+ porta necessariamente a valutare la propria posizione nel mondo, a migliorarsi quanto più possibile, a costruire una corazza, ad essere attenti a ciò che ci circonda e a chi ci circonda. E questa cosa è importante anche solo per non crollare sotto il peso di una situazione non socialmente agevole quanto quella in cui vivono altri. Crescere in un posto dove le possibilità sono poche, sia a livello sociale che economico, ha lo stesso effetto: o ci si lascia trascinare da cliché che stanno bene a molti, o si cresce lottando contro la mentalità che ci vuole attribuire poche possibilità. Tra i miei amici, c’è un netto divario tra chi si è arreso e chi ha assunto una maturità e una coscienza sociale diversa dal resto, che porta ad essere più attenti a che ci circonda, più attivi e vicini ai temi sociali e politici. Siamo una minoranza anche qua, ma ci siamo.

Da anni ho modo di conoscere persone provenienti da altre regioni tramite internet, ormai più di 10, tra questo forum e altre esperienze su forum a tema Pokémon. Spesso mi è stato detto, approfondendo alcune conoscenze, “ah, sei calabrese, se non avessi sentito il tuo accento non l’avrei detto”, vedendomi magari più aperto rispetto ai cliché sulle persone della mia regione, che ci vedono come un po’ chiusi, un po’ tradizionalisti. Un po’ ignoranti, diciamocelo. La verità, maturata dopo anni, è che io sono così proprio perché sono calabrese, così come tanti altri miei coetanei. Abbiamo avuto esempi, nella vita, di comportamenti e mentalità retrograde da cui abbiamo sentito la necessità di affrancarci, e questo ci ha formati, ci ha fatto capire cosa vogliamo essere tramite i cattivi insegnamenti chi ci circonda.

E questo si inanella a un secondo tema: il dialetto. Se, quando ero più piccolo, avevo una sorta di ritrosia nei confronti del dialetto e del forte accento di molti miei corregionali, col tempo ho imparato ad apprezzarlo. Ad oggi, uno dei miei rimpianti è di essere cresciuto in una famiglia che non me l'ha insegnato. La mentalità imperante è che si tratti di un linguaggio legato ad una bassa cultura o a una bassa estrazione sociale. Questa idea è inculcata anche dal resto d’Italia, per cui chi ha un accento meridionale è subito inquadrato come caricaturale.

Il cantante in un talent che deve “scandire meglio” le parole affinché venga preso seriamente, l’OTT regionale di Masterchef, il presentatore che per pubblico e critici televisivi dovrebbe fare lezioni di dizione, il politico preso in giro perché parla con un accento strano e sembra stupido. Cose normali, che fanno scattare una risata. Anche su queste pagine. Potremmo parlare di microaggressioni, a questo punto, ma non voglio spingermi troppo oltre. Sicuramente parlerei di doppi standard, in cui è raro che lo stesso discorso si applichi a parti invertite con molti accenti centro-settentrionali. Siamo pieni di presentatori con accenti romani, toscani, milanesi. Qualcuno fiata? Nah. Così come dovrebbe essere, d’altra parte, ognuno porta con sé un proprio bagaglio: perché nasconderlo, quando si tratta solo di forma e non di sostanza?

Con gli anni, ho rivalutato l’orgoglio di avere un accento (o di conoscere un dialetto), e ho smesso di “controllare” il mio, di pronunciare le parole in maniera quanto più possibilmente vicina alla corretta dizione italiana, come se essere me stesso sia quasi una provocazione. Ciò che dico non diventa meno valido se apro molto le vocali o raddoppio le consonanti. Così come ciò che si canta non diventa trash se cantato in dialetto. E la provocazione, con questa canzone, è proprio quella di portare un testo davvero importante e pesante in un dialetto che nel resto d’Italia è ridicolizzato e associato all’ignoranza.

Terzo tema, le sonorità, che si legano alla storia della mia regione. Per comprendere il nostro posto nel mondo e perché sia proprio quel posto lì, è importante conoscerne la storia. Se, ad oggi, la Calabria è una regione arretrata rispetto al resto d’Italia, ciò è imputabile principalmente ad una mentalità assistenzialista che ancora permea la società (e va detto, perché se non si parla dei problemi non si può avere la forza di risolverli), ma ho sempre ritenuto ci fosse qualcosa di un po’ più profondo.

Il ritmo del brano riprende alcuni canti tradizionali della Tracia. Anche qua, forse senza volerlo, ho ritrovato un tema che ho sempre percepito, da calabrese: un’appartenenza dubbia alla storia italiana. La Calabria è sempre stata una spettatrice di molti avvenimenti, a partire dall’antica Roma, unico periodo ad accomunare l’intera Italia prima dell’Unità. Periodo su cui si fonda una consistente parte della nostra identità da italiani. La Calabria ha raggiunto, tuttavia, il suo massimo splendore con la Magna Grecia, non con Roma. Le popolazioni autoctone sono state cancellate dalla storia, bollate in maniera negativa, sebbene il nome stesso dell’Italia provenga da una di loro. Caso eclatante, che d’altra parte è quello che conosco meglio per ragioni geografiche, è quello dei Bruzi, o Brettii, tra le ultime popolazioni italiche a combattere per l’indipendenza contro i romani. Dell’eredità dei Bruzi non è rimasto quasi nulla, furono marchiati come popolazione ribelle e lentamente cancellati dopo che il loro sostegno a Pirro si rivelò fallimentare.

Per rappresentare la Calabria, allora, mi è piaciuta molto l’idea di portare un brano con una ritmica ispirata a qualcosa di percepibile come etnico ed esotico, ma che storicamente potrebbe essere associato alla Calabria tanto quanto alcune sonorità che associamo più classicamente alla musica italiana. A che storia appartiene la Calabria, quindi, e a che storia appartengo anche io? A cosa dovrei sentirmi vicino? Tendiamo ad associare noi stessi ai nostri antenati più “di successo”, ma per me questo discorso non può essere applicato all’antica Roma come, né ad alcuni temi, estetiche, forme d’arte, testi letterari che sono alla base della cultura italiana. Nella storia d’Italia, semplicemente, la storia della Calabria non è rilevante per gli altri, quindi si è semplicemente persa nel tempo. Dove possiamo trovare, allora, un collante storico e non solo geografico tra noi e il resto d’Italia? Per carità, queste sono principalmente domande retoriche, ma pongono le basi per una sorta di disconnessione tra la storia di una regione e la storia di una nazione che non è mai stata realmente colmata o considerata. Non sarà mai semplice colmare questo divario, ma, per quanto i calabresi del presente e del futuro debbano cambiare la propria mentalità per poter migliorare, lo sforzo non può essere univoco. Ci sono ancora troppi preconcetti radicati, portati dietro da molto, molto tempo. Non si potrà mai scalare una montagna se in cima non c'è un appiglio.

In conclusione, questo brano per me è stato lo spunto perfetto per poter condensare alcuni discorsi sul mio posto nel mondo, e ho davvero sentito la necessità di portarlo.

Non mi aspetto, e sarebbe stupido farlo, che comunichi a voi quanto ha comunicato a me, ma, per riprendere quanto ho detto in apertura, credo fosse necessario tutto questo discorso per far capire che Edre ha portato una canzone ispirata a un canto funebre in un dialetto calabrese per un discreto ammonto di motivi, non perché ha sbattuto la testa da qualche parte. Anche quello, ma tipo un anno fa e non credo sia più rilevante.

E ora che il sangue si è rappreso e il fuoco ti ha inghiottito
Sussurrami: ce l’hai un letto per sognare?
E ora che l’aria t’è fuggita E la mano si è fermata
Dimmi: ce l’hai un tamburo su cui battere?
E ora che gli occhi sono chiusi e i Fratelli si sono voltati indietro
Gridami: ce l’hai un mare in cui nuotare?

E ora che i fiori ti avvolgono, ma sono i figli che ti piangono
Cantami: con quante lame ti hanno baciato?
E ora che la mamma sempre incinta perde un figlio e non se ne accorge
Maledicila: con quanti lame ti hanno punto?
E ora che sei foglia tra le foglie
E il vento ti ha portato all'Altro Mondo
Raccontami: t’è rimasto un cielo o sei finito sul fondo?

In quel mondo non c’è una stanza reale
Nemmeno un letto per riposarci
che c’è la terra nera e sei messo li a squagliarti
A San Michele

In quel mondo non c’è cortina
Nemmeno un letto per dormirci
che c’è la terra nera e sei lì a scomparire
A San Michele

edorf
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TRENTINO - ALTO ADIGE

 ANNA CAROL

https://www.lavocedibolzano.it/wp-content/uploads/2020/04/16_Tiberio-Sorvillo-2-1.jpg

Dopo il folk rock bergamasco dei Folkstone, l'elettro pop di “Il Giocatore” di Eva Poles, sono arrivato in Trentino.

Il progetto musicale trentino più famoso sono i Pop X ma io ho deciso di puntare su Anna Carol, giovane cantautrice di Bolzano, classe'92( il fatto di sottolineare che sia giovane ed è del'92 è per rabbonirmi @Fob92 https://realityhouse.it/app/uploads/avatars/10197/5ac12fc5a1395-bpfull.jpg ) che l'anno scorso ha debuttato con un ottimo EP intitolato “Evoluzione”.

Da un punto di vista testuale, l'EP rientra nell'ambito dell'indie pop odierno ma a livello vocale e sonoro ha un sound decisamente variopinto dovuto al fatto che ha studiato canto jazz, ha frequentato addirittura una masterclass alla New School for Jazz and Contemporary Music di NYC, e dopo le superiori ha vissuto per 7 anni all'estero tra Londra, Colonia, Amsterdam e Rotterdam.

Durante il periodo olandese incide un EP con lo pseudonimo “Carol Might Know”, ma decidendo di tornare in Italia, nella sua città natale, Bolzano, ha deciso di abbandonare definitivamente l'inglese per cantare in italiano.

MALDIMARE

Tra le 6 tracce che compongo l'EP, ho deciso di puntare su “Maldimare”.

Anna Carol | SpotifyImage Enlarger

“Maldimare” è una canzone che sto ascoltando molto negli ultimi mesi perchè rispecchia il periodo che sto vivendo. Non è un mistero che sto affrontando un percorso psicoterapeutico e questo brano parla di una rivoluzione interiore che Anna affronta con la musica, la scrittura di una canzone.

Il brano affronta diverse tematiche:

1. lo smarrimento interiore “Chi sono io, per Dio?”

2. la paura del giudizio altruiPotrei sbagliare, ma mi guardi male, dovrei forzare un “lasciami andare””,

3. la sensazione di non sentirsi mai abbastanza brav*, adeguat* che ti inibisce di fronte a ciò che vorresti/desideresti fare“Ecco a te la lista delle cose che farei se non avessi la paura di sbagliare, nei film che vedo sono io la spia, io che non sono brava a recitare. Vedi qui la lista delle cose che vorrei a dirle tutte in fila io non so contare”

4.la voglia di leggerezza e spensieratezza Corro senza scarpe a liberare la testa e per curare questo male dai, che andiamo a ballare, così impariamo a dimenticare, dimentichiamo e lasciamo andare”

5. la speranza di rinnovarsi e meravigliarsi anche per le piccole cose “Penso di potermi rilanciare, vedo molte luci in fondo al mare, vivo le giornate con stupore”

Ieri per me è stata una giornata bellissima come non ne vivevo da temposmitten Finalmente Tom, uno dei due cani della mia amica Elena, si è fatto accarezzare dal sottoscritto, dopo che la scorsa volta gli ho dato tre biscottini a forma di osso. Con lei, nelle ultime settimane, ci trovavamo nel suo capanno e parlavamo in giardino mentre i cani giocavano intorno a noi. Ben, l'altro cane, è più coccolone e affettuoso e sin dalla prima volta si è messo vicino a me per farsi accarezzare insomma Pet therapy gratislol

Maldimare” non è altro che un'esortazione a vivere appieno la propria vita ed è così che ora mi sento.

Vi lascio con questa performance live di "Maldimare" mentre sorseggiate un calice di  Gewurztraminer Cheers GIFs | Tenor

Fob92

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12 marzo, 2021 - 11:57
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edorf ha detto

( il fatto di sottolineare che sia giovane ed è del'92 è per rabbonirmi fob_92 )

Ma Casa non mi fa votare

@JoJo che porta chiello plsnot Poor Err3acc4

Evil

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12 marzo, 2021 - 12:01
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Bellissimo post, Edre heart

Conoscevo già ELASI e Hån, le avevo considerate entrambe con le stesse canzoni per questo contest. Adesso mi metto all'ascolto di tutta la playlist.

Oblivion.
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12 marzo, 2021 - 13:06
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bZZYDwr.gif

* Perdonate lo scarabocchio soprastante, a mia discolpa è la prima volta che mi cimento con un sito di grafica. rofl

In una realtà nazionale così contaminata e variopinta come quella lombarda, come il buon Edre ha già focalizzato in maniera solerte prima di me, ad oggi è difficile inquadrare il contesto come un microcosmo dello stivale, è molto più pratico immaginare che stiamo parlando di una regione in cui i flussi sonori e gli innesti culturali presenti ci restituiscono l’immagine di un macrocosmo con un occhio e un orecchio orientati sul mondo: è bello ad esempio poter pensare all’inglese come ad un qualcosa di ormai annesso e assodato, e non come ad un qualcosa di esterofilo e pretenzioso, e magari ad un genere musicale non più come nicchia ma come epicentro di una scena interna viva e pulsante.

In questo quadro si inserisce Jenny!, che qualche anno fa poteva essere inteso solo come un affresco cosmopolita, e che per me oggi invece assume il valore I would say di cartolina italiana 2020s, una tra le mille che possiamo trovare a Milano. E ci pia, e ci piace così, direbbe una conterranea.

HÅN, che si è fatta conoscere aprendo i concerti dei Cigarettes After Sex, si differenzia da altri baluardi dell’elettronica aka LA NIÑA, L I M, la stessa Myss, per il suono più soft e minimal, per i synth soffusi, per il mood etereo e distensivo. Di lei apprezzo l’involucro di pacatezza col quale permea gli arrangiamenti, molto chill, molto nordeuropeo, e per me che non sono un fan della prima ora dell’autotune, ne riesco addirittura ad apprezzare l’uso completivo che ne fa come strumento. Insomma, dopo qualcosa di satanico e sferzante all’EV, volevo portare un’altra parte del mio corredo emotivo, quella più dreamy e catartica.

Proprio in simbiosi con la rinnovata eterocromia musicale che si respira in questa terra, ho scelto un brano che parla di inclusione e di coesistenza: il tema è dunque ricorrente nelle intenzioni di base, nell’inquadramento del contesto culturale e nella poetica della canzone stessa, che vi introdurrò attraverso le sue stesse parole:

Jenny! è una canzone che parla di inclusione e sessualità attraverso la storia di un pianeta immaginario in cui le etichette non esistono, le diversità sono importanti, valorizzate e non soffocate (...) Un giorno la canzone si è come materializzata nella mia testa. Stavo pensando molto a chi sono, a chi voglio essere, e ho iniziato a immaginare questa ragazza che si lascia alle spalle il suo mondo per approdare ad un altro, verso cui sentire uno spirito di appartenenza. Penso che sia in qualche modo curiosa la nostra necessità di utilizzare etichette per qualsiasi cosa. A volte vorrei che non esistessero, ma immagino che questo genererebbe caos. Nel pianeta che ho sognato questo tipo di caos non esiste.

Jenny, in altre parole, è l'alter ego di HÅN. In un primo momento, nel video, l'artista idealizza questo mondo dove vengono abbattute le convenzioni di pensiero, e si contorna di spennellate di colore perché è così che lo decodifica, come un mondo in cui l'inclusione passa attraverso la scelta della tinta di colore a sé più congeniale. In un secondo momento, in quel mondo ci approda, e, in veste di viaggiatrice in avanscoperta verso uno spazio ignoto, incontra una presenza con un outfit weird, ma che le assomiglia nei minimi dettagli. 

Fob92

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12 marzo, 2021 - 16:38
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Eccomi

FSK Satellite serving quality as always. Ovviamente finirà peggio di quando ho portato i Fuera a I don’t know heRH ma quello di chiello è, così a memoria, il primo pezzo trap che vedo in gara a Italy Calling e solo per questo andrebbe premiato. Oltre al fatto che è un Signor pezzo: testo catchy, base che strizza l’occhio al pop, produzione on point.

Dopo un nomone, bello trovarne un altro. Sapete che sono basic e apprezzo trovare schierati anche nomi più noti. Come nel caso di chiello, i Sick Tamburo con questo non tradiscono la loro identità ma si aprono comunque a un pubblico più trasversale ed eterogeneo. Ben fatto!

Una bella scoperta HÅN, che invece non conoscevo. La canzone, a essere sincero, non è che mi esalti. Certamente porta a casa il risultato ma credo che per apprezzarla dovrei ascoltarla all’interno dell’intero album o comunque in una playlist che la valorizzi. Qui si dissolve.

Non sapevo che ELASI fosse mia conterranea! Azz! Lei devo averla ascoltata qualche mesetto fa, uno di quei giorni in cui avevo la sensazione di aver consumato tutto Spotify. Fu una bella scoperta che oggi trova conferma. Non a caso Spotify la associa a GINEVRA, Voodoo Kid ma anche a Laila Al Habash e Emma Noble, in gara nell’altra Semi. Sinceramente non la trovo né truzza né “pagantesca”, anzi. Ha molto gusto la ragazza e non vedo l’ora di risentirla.

Poor Aiello! Grecale mi ha conquistato fin dalle prime note: mi piace la voce, mi piace la base, grezza ma evocativa, mi piacciono le immagini quasi fotografiche. Devo assolutamente recuperare il suo EP, sarà la prima cosa che ascolterò finita questa Playlist. Complimenti per la scelta che, oltre a essere veramente di rilievo, rappresenta perfettamente la Puglia e lo spirito del contest. Abbiamo un vincitore? 

Da una “madonna” all’altra, con Lamine. Ecco un’altra ragazza che sa il fatto suo. Mi piace meno, a essere sincero, di ELASI. A un tratto, ho sentito un qualcosa de LA NIÑA, ma poi si è un po’ chiusa a riccio, nell’intimità del jazz.

Ma che belle sono le cover delle Playlist di Anna Carol? E che occhi, lei! Scorgo tantissimo potenziale. Forse non ancora del tutto ben incasellato ma la ragazza si farà.

Ma Dolche sta per Dulce de leche? Un po’ la novelty act di questa edizione di Italy Calling and that’s why we love her. Bella la scelta del francese per la Valle d’Aosta. Io la farei passare! Magari non è qualcosa che mi ascolterei 24/7 ma apprezzo moltissimo queste proposte, in questi contest(i).

Beh lui bono. Parlo ovviamente di Jack James. Un nome d’arte un po’ à la Carlo Coraggio in arte Carl Brave ma chissà che non gli porti bene. Basterebbe il suo timbro per fargli prendere quattro Sì al bancone di X Factor ma lui ci aggiunge anche un inedito interessante e spendibile che lo porterebbe anche ai Live. Eliminato alla terza puntata? Ovvio, ma per ora we stan him!

Ho lasciato per ultimo un altro bellone, Davide Ambrogio, che mi costringe ad aprire YouTube ma lo fa per una buona causa: il suo brano mi prende per la testa, come un artiglio, e mi porta direttamente in Calabria, nel bel mezzo di un festival al calar del sole. Quasi una performance d’arte, senz'altro più di una semplice canzone.

Casadelvino
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12 marzo, 2021 - 17:33
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@Fob92 we love our opinionista non pagato che mi tiene attivo il topicpiango2

comunque l'associazione che la cara e vecchia Silvany ha fatto tra pagante e elasi era solo perchè settimana bianca e valanghe sono entrambi nomi che rimandano alla neve rofl poi c'era infatti not that truzza, but such a bopppp

Fob92

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12 marzo, 2021 - 17:50
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Casadelvino ha detto
@Fob92 we love our opinionista non pagato che mi tiene attivo il topicpiango2

In che senso non pagato?

Casadelvino
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12 marzo, 2021 - 18:43
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Fob92 ha detto

Casadelvino ha detto
@Fob92 we love our opinionista non pagato che mi tiene attivo il topicpiango2

In che senso non pagato?

  

Questo tipo che pressa i DM, non firmo TN
Giuro che non pago quell'ATM5ac12fc5a1395-bpfull.jpg

Fob92

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12 marzo, 2021 - 18:50
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Comunque vorrei fare i complimenti a Dimartino che, dopo due edizioni di Italy Calling, la prima sfortunata, la seconda chiusa al 7° posto, arriva 4° a Sanremo. clap2

 

Did Italy Calling invented Dimartino?

Alabama Monroe

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13 marzo, 2021 - 0:55
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dolche

 

Christine Herin, classe 1981 di Aosta, da anni risiede e lavora tra Roma e New York, ha già all’attivo 5 album e si è esibita in centinaia di concerti in tutta Europa sotto lo pseudonimo di Naif Herin.
Dolche è il suo nuovo progetto, un omaggio alle atmosfere retrò e nostalgiche raffigurate nel capolavoro cinematografico di Federico Fellini “La Dolce Vita” (aggiunge la lettera H per rimandare alle iniziali del suo nome).
L’artista si presenta con un particolare e accattivante look impreziosito da una corona di fiori e corna come tributo alle sue origini valdostane. Sono una citazione di qualcosa che nei suoi occhi è impresso a fuoco come l’immagine della bellezza. Le mucche, le "reine" ("regine" le chiamano in Valle d’Aosta) quando tornano alla fine dell’estate dai pascoli alpini vengono adornate e festeggiate da tutta la valle. Questa fusione con la natura le appartiene da sempre e non poteva non mostrarlo anche nel suo progetto. 
All’attività musicale affianca da sempre l’impegno nel sociale sostenendo numerose cause che difendono la libertà e i diritti degli esseri umani e degli animali e da anni, insieme alla moglie, è ambasciatrice della comunità LGBTQ+.

Dolche spicca per il suo stile musicale eclettico in grado di toccare diversi generi (folk, chanson française, funk, elettronica), scrive tutte le sue canzoni e sa suonare diversi strumenti tra cui il pianoforte, la chitarra, il basso e le tastiere elettroniche.

Supernova è uno dei brani totalmente in francese contenuto in Exotic Diorama, album che mescola vari idiomi e vari strumenti, provenienti anche da altri Paesi. Il tema centrale del disco infatti è l’unione e l’uguaglianza: in qualunque nazione si viva, qualunque lingua si parli, qualsiasi tradizione ci si trovi ad onorare, siamo figli dello stesso mondo.

Supernova è un affresco filmico enfatizzato alla perfezione dal connubio fra violini e liuti arabi (registrati a Beirut con la collaborazione di musicisti locali). Dolche parla dell’innamoramento per la sua compagna, che è nato pian piano fino ad esplodere come una stella (da qui il titolo).

Spero che Dolche e Supernova riescano ad affascinarvi come hanno fatto con me.

 

 

TESTO e TRADUZIONE

 

Pauvre celui qui vit sans impatience et sans désir
il est condamné a une misérable vie, pourtant
toi aussi tu as vu avec tes yeux humides
ce qui peut arriver si tu as le courage de le voir

C'est l'amour qui s'en fout
détruit tout idéal
que du bruit des étoiles
on l'a dit entre nous
il n'y a plus rien à faire
fou l'amour nécessaire

Il nous a mis au dessus de
nos petites limites humaines,
des promesses, des fausses présomptions
pauvre celui qui vit sans oxigène
condamné au goût du poison

Mais toi aussi, tu le savais bien
et aujourd'hui tout a changé d'un coup
qu'est ce que vous savez d'une supernova?
comment pouvez-vous juger,
du coup c'est l'Amour

Fou
dans l'ouvrage du noir
l'explosion d'une étoile
on l a dit entre nous
il n'y a plus rien a faire
fou l'amour nécessaire


 et tout est vraiment fou
et tout est vraiment fou
et tout est vraiment fou
et tout est vraiment fou
on l a dit entre nous
il n'y a plus rien a faire
fou l'amour necessaire
fou l'amour

on l a dit entre nous
il n'y a plus rien a faire
fou l'amour nécessaire
fou l'amour

_________________________

Povero chi vive senza impazienza e senza desiderio
è ancora condannato a una vita miserabile
anche tu hai visto con i tuoi occhi umidi
cosa può succedere se hai il coraggio di vederlo

È l'amore che non importa
distruggere ogni ideale
solo il suono delle stelle
lo abbiamo detto tra di noi
Non c'è più niente da fare
amore folle e necessario

Ci ha messo sopra
i nostri piccoli limiti umani,
promesse, false supposizioni
povero che vive senza ossigeno
condannato a gustare il veleno

Ma lo sapevi anche bene
e oggi tutto è cambiato all'improvviso
cosa sai di una supernova?
come puoi giudicare,
all'improvviso è amore

Pazzo
creato dall'oscurità
l'esplosione di una stella
lo abbiamo detto tra di noi
Non c'è più niente da fare
amore folle e necessario

e tutto è davvero pazzo
e tutto è davvero pazzo
e tutto è davvero pazzo
e tutto è davvero pazzo
lo abbiamo detto tra di noi
Non c'è più niente da fare
amore folle e necessario
amore pazzo

lo abbiamo detto tra di noi
Non c'è più niente da fare
amore folle e necessario
amore pazzo

 

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Casadelvino
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14 marzo, 2021 - 22:29
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INTERVAL ACT 2
Lilly Meraviglia

With a special international champion ballet dancer, multitalented artist, nonstopping and brilliant superstar of television...

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e infine...
with our special host
the one and only
Milan's Diva

Thank you all
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And votate pleaseeee

Casadelvino
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14 marzo, 2021 - 22:33
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Fob92 ha detto
Comunque vorrei fare i complimenti a Dimartino che, dopo due edizioni di Italy Calling, la prima sfortunata, la seconda chiusa al 7° posto, arriva 4° a Sanremo. clap2

 

Did Italy Calling invented Dimartino?

  

E non solo, Diodato ha vinto dopo la super finale di IC1 e abbiamo piazzato a sanremo anche Aiellone e abbiamo dato lavoro a GINEVRA come autrice per Veronica nazionale.

monechiapi
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14 marzo, 2021 - 23:24
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LAMINE - NON È TARDI

 

Non è tardi... per presentarvi questo brano e quest'artista di grande talento.

Cercherò di fare le veci di bili, limitandomi a dare qualche informazione sulla canzone e sulla sua interprete.

LAMINE è il nome d'arte di Viviana Strambelli, giovane interprete di Erice, in provincia di Trapani. Viviana nasce come attrice, tant'è che ha studiato recitazione al teatro stabile di Genova, oltre a essere comparsa in diversi film e fiction per la tv. Il progetto Lamine nasce invece nel 2014, ma raggiunge la sua espressione massima nel 2019, anno in cui inizia a collaborare col produttore artistico Simone De Filippis. Il massimo riconoscimento per ila lavoro da cantautrice arriva però un anno dopo, quando vince il Premio De André 2020, seguito dal premio I'm Next.

 

Non è tardi racchiude tutta la forza del progetto partito nel 2019, unendo sonorità retrò, dal sapore quasi noir, con un incedere dal ritmo moderno. La canzone è un vero e proprio inno al non arrendersi, sia nell'amore che nella vita. Il testo mostra tutto il talento di autrice di Lamine, come metafore originali (come quella del farsi guardare come si guarda la Madonna o il sentirsi come un'antenna tra i palazzi), citazioni classiche ("corro come Antigone prima del funerale") e assonanze (calci di rigore/il rigore di restare calma).

Il video della canzone, invece, racchiude tutta la passione per il cinema e la recitazione dell'interprete. Infatti, esso è ispirato al film Million Dollar Hotel ed è reso ancora più affascinante dall'uso dell'animazione. 
Vi lascio proprio col videoclip del brano.

Casadelvino
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16 marzo, 2021 - 12:39
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avete tempo fino alle 19, non ammetto ritardiiiii

Casadelvino
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16 marzo, 2021 - 19:00
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I giochi sono fatti! Ho le 14 delegazioni finaliste.

Chi? Lo scoprirete dalle 22.30 in questo topic.

Qualcuno partecipi in presenza perchè sennò mi deprimo vi prego vi supplico

Fino a quell'ora seguite la classifica di Sanremo di RH by Onde di Musica ihih

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