Utente
24 agosto, 2015
Un testo evocativo e sognante, intriso di immagini vivide, di voglia di riscatto e della malinconia che caratterizza molta della discografia di questa eccezionale artista e voce italiana che è Arisa, 'La domenica dell'anima' è la quinta traccia di 'Una nuova Rosalba in città', album pubblicato a febbraio 2019 dopo la partecipazione sanremese.
Appari fragile
Come chi non ha abbastanza
Come candele al vento
È quasi il silenzio
Perdermi ti fa sentire immenso
Il cielo sopra la montagna
Piove suppliche
Come te mi sento persa
Come una cosa sciocca si asciuga al vento
Di bocca in bocca
Ho sognato di fare gol al Brasile
Prima di riaddormentarmi
Dopo una fuga di corsa sulla sinistra
Sei come il coraggio
Mentre sogno di inseguire un pallone
Prima di riaddormentarmi
Dopo una fuga di corsa
Sei la mia domenica dell'anima
Amatissima dai fan e da diversi 'addetti ai lavori' (tra cui Tiziano Ferro, che la postò nelle sue storie Instagram), il brano è un incrocio tra l'impronta un po' campy e vintage propria dell'album (amatissimo qua sul sito ma rivelatosi purtroppo un insuccesso commerciale) e le ballatone che hanno fatto innamorare tanti ascoltatori di Arisa.
Utente
22 febbraio, 2018
Mentre per la categoria maschile ho deciso di giocare un pezzo più pop, nel femminile ho scelto di osare un pò , scegliendo una traccia di una giovane (t)rapper pugliese , che a molti sarà già nota: Priestess.
Questa scelta sta nel fatto che essendo che ormai in cima alle classifiche ci sono solo trapper
apper maschili , in Priestess vedo una possibile e credibile figura femminile che possa rappresentare questo mondo in Italia.
Il pezzo secondo me è molto forte e tranquillamente avrebbe potuto scalare la classifica italiana :
Utente
24 agosto, 2015
Contento di trovare nel mio girone Francesca e Annalisa esattamente con le canzoni che avrei portato io per loro (erano la mia prima e terza scelta, mentre Arisa era la seconda).
Fantastica anche 'La gigantessa' di Giusy e le scelte per Levante, Dolcenera e Nina, tra le canzoni che già conosco. Per Noemi avrei preferito 'L'attrazione', ma capisco la scelta.
Giustissima anche 'Dove sei' per Federica Carta, davvero inspiegabile che non sia stata estratta nonostante l'apprezzamento generale.
Utente
26 ottobre, 2017
Scusa se non ho gli occhi azzurri
Non amo le presentazioni, ma per Franceschina almeno 2 righe mi vedo costretto a metterle
Scusa se non ho già trent'anni
E non ho gli occhi azzurri
E la disco non mi va
Ma mi piace ascoltarti
Se parli o ti lamenti
E anche se ti incazzi
Che ridere che faiScusa se mi perdo un po' spesso
E vivo dentro ai filmE le serie tv
Ma vorrei solo amarti
I fine settimana
E tutti gli altri giorni
Che differenza fa?Ma tu dimmi se mi vuoi
Se ti va bene o non lo sai
Da che parte andare
Io sto qui ad aspettarePerché questo cuore l'ho tirato in faccia
Scusa se sei stato male non l'ho fatto apposta
Ma il bene che ti voglio è così grande
Che neanche lo riesci a capire
Il bene che ti voglio è così grande
Che neanche lo riesci a capireScusa se non ho gli occhi azzurri
E non mi importa nienteDi stare in curva nord
Ma mi piace abbracciarti
Planare in motorino
Che poi non guidi bene
Ammettilo anche tuMi vergogno a dirti che ti penso sempre
Tu non mi pensi mai o non mi dici niente
Ma va bene così, lo saiPerché questo cuore l'ho tirato in faccia
Scusa se sei stato male non l'ho fatto apposta
Ma il bene che ti voglio è così grande
Che neanche lo riesci a capire
Il bene che ti voglio è così grande
Che neanche lo riesci a capire
Che neanche lo riesci a capireIl bene che ti voglio è così grande
Che neanche lo riesci a capire
E adesso basta correre
Io voglio solo restare… qui
Scusa se non ho gli occhi azzurri è a mio parere una vera perla della musica italiana di questi ultimi anni. Un testo emozionante che mi commuove ogni volta che la ascolto e che fa percepire al meglio una delle caratteristiche innate di Francesca Michielin, e cioè la dolcezza. Quel modo così tenero di giustificarsi l'ho sempre trovato piuttosto toccante.
Ho deciso di fare una presentazione a tema Ashley Benson perché sì
Del resto quando ho scoperto che IO ero io non era stata mai scelta né nelle precedenti edizioni di La Fenice né a BSO?3 ho reagito più o meno così
Insomma, una canzone così da Levante, in cui la nostra amata Claudia fa emergere sia il suo lato più energico sia la sua penna più raffinata... Assurdo che in alcun contest di Reality House non fosse mai stata portata alla ribalta.
Voglio dire, quando parte il pezzo
Sei il male di me
C'ero io tra le tue lacrime
Come hai fatto a non accorgerti dov'ero
Al fianco del guerriero fiero
Beh...
E quando poi dice
Ai sospiri addio, saprò dirlo io
Voltati e in un attimo sarò scomparsa via
Tra le pieghe del tuo cuore
Senza più paure
Me:
Ora vi aspetto al varco: credo che questo gioiellino che, se vogliamo, è un po' un prodromo di Magmamemoria (il tema del ricordo è molto vivido, così come quello dell'addio), meriti non solo di passare il turno ma anche - vogliamo dirlo? - di vincere questo contest! Quindi mi accuccerò dietro al mio schermo e vi terrò sotto controllo, qualora decideste di farlo floppare.
E se mi farete arrivare ultimo come ultimamente sembra vi divertiate a fare...
Che dire?
Enjoy!
Utente
15 aprile, 2016
SEI LA MIA VITA
Credo venga abbastanza spontaneo etichettare questa scelta, come la volontà di presentare l’ennesima canzone di Noemi che avrebbe dovuto partecipare al Festival di Sanremo, all’inizio questi pensieri appartenevano anche a me.
Ma per Sei la mia vita è diverso. In quella che io annovero tra le più intense ballad della discografia di Noemi, l’artista racconta la storia di due persone, una storia d’amore che supera la tragicità degli eventi con l’amore per l'appunto, che rimane impresso per sempre, in ogni parte di noi al di là di tutto. Il perché di questa scelta è che fin dal primo ascolto, ho sempre associato le immagini evocate dalla canzone alla storia d’amore dei miei nonni materni, di come anche mio nonno sognasse di portare mia nonna (Maria) su quella veranda sul mare per un’ultima volta, non riuscendoci.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Lo so, lo so, lo so. "Alby, ancora con Nina Zilli? Ancora con Il punto in cui tornare?"
Assolutamente sì. Non tanto perché questa canzone è il singolo mancato, nonché la perla più preziosa di Modern Art, quanto perché ritengo che sia la mia canzone manifesto. Nina, non so come, sembra sempre avere la canzone perfetta per accompagnare la mia vita (e il fatto che il prossimo singolo si chiamerà Schiacciacuore dice già tutto). Se proprio in questo momento scattassero un'istantanea al mio cuore, dopo aver agitato un po' apparirebbe esattamente questa canzone. Se dovessi raccontare chi sono adesso risponderei con questo link:
"C'è un momento per amare, uno per dimenticare. C'è un momento in cui il silenzio ... il silenzio fa rumore"
Causa di forza maggiore, sto trascorrendo questi mesi da solo, rinchiuso in una specie di quadrato in cui escogito modi per complicarmi la vita. Se c'è una cosa per cui c'è spazio in abbondanza è proprio il silenzio. È uno di quei coinquilini che non stanno mai zitti, che ogni tanto ti sorprendono dicendo cose piacevoli e interessanti, ma che il più delle volte sanno essere insopportabili. Qui dentro, però, non c'è soltanto il mio silenzio, ma tanti silenzi, dolorosi, inevitabili, forse necessari. Sono silenzi che parlano di mancanze, esattamente come fa questa canzone. E la mancanza per me è ciò che mi fa perdere la bussola, che fa saltare le coordinate del mio stare bene.
"Con la bandiera bianca di chi sta per naufragare"
Le rotte del mio cuore vanno dritte verso la tempesta, ma i nuvoloni neri sono l'altra faccia delle notti stellate. Trovo sempre rifugio in quelle persone che riescono a far luce nel mio cammino, a farmi provare quella "felicità distratta" di cui ho tanto bisogno. Senza quella luce io vado in tilt. Mi sento come un naufrago su una barca che sta affondando, seduto con la schiena contro un buco da cui continua ad entrare acqua gelida. Poi comincia a piovere. Mentre affronti il nubifragio, esausto, torna il silenzio a darti il tormento, e a parlare, a parlare, a parlare ... "quanto sei sciocco ad affidarti alle stelle, dov'è che sono adesso?", mi chiede, invece di darmi una mano e fare qualcosa.
"E resto ancora qui nella vana convinzione che la tua costellazione sia la stanza in cui abitare, il punto in cui tornare"
In amore, come negli affetti e nelle amicizie, ho sempre seguito la rotta delle stelle e lasciato che gli altri fossero le costellazioni da seguire, i miei riferimenti, le coordinate da raggiungere per sentirmi in acque sicure. A volte, però, cala la nebbia e mentre alzo gli occhi al cielo per cercare le stelle penso che le mie stelle non brillino per nessuno, che nessuno in quella nebbia abbia bisogno di me. Che posso essere solo io il mio punto in cui tornare.
Utente
7 agosto, 2013
Tersø - Libellule
Chi sono i Tersø? Sono quattro ragazzi bolognesi (Luca Ferriani, Alessandro Renzetti, Alessio Festuccia e Marta Moretti) che dal 2016 si sono uniti e mescolano testi in italiano a sonorità elettroniche. Hanno avuto la possibilità di farsi notare come opening act dei concerti di Frah Quintale e Cosmo e, dopo di allora, anche grazie all'incontro con Marco Caldera, fanno uscire l'album "Fuori dalla giungla", da cui è tratto "Libellule".
Oltre al genere elettropop, alla scarsa fama e al fatto che restano ferme in semifinale, un altro punto in comune che riscontro tra le mie due scelte (Yosh Whale e Tersø) è questa capacità di creare atmosfere suggestive, che si presterebbero così bene ad un video musicale. Nel testo di "Libellule" si rincorrono tante immagini che evocano un senso di libertà, di alienazione, di desiderio di fuggire. Desiderio che, tra l'altro, è anche un po' il leit motiv dell'album stesso, come evidenziato anche dalla recensione su rockit. Nel brano, a mio avviso, c'è anche un bel contrasto tra la voce suadente e ipnotica di Marta Moretti e il tappeto melodico elettronico e un po' gelido su cui questa si innesta.
Vi lascio anche la versione live:
Utente
31 marzo, 2020
Maria Antonietta - Oceani
Riflessiva. Incazzata. Raffinata. Punk. Eterea. Leggera . Pesante come un macigno. Immediata. Complicata. Maria Antonietta è una moltitudine, un caleidoscopio di emozioni.
È difficile da descrivere ed è facile da etichettare.
Maria Antonietta siamo un po’ tutti noi.
Ho scelto Oceani perché trovo sia una buona rappresentazione della sua anima colorata dalle tante sfumature; è un mix che unisce i suoi lavori passati più punk e sfacciati ai suoi lavori recenti più riflessivi e raffinati.
Oceani è un accorato appello contro i pregiudizi, contro “l’esser giudicati come si giudica un libro di figure”; è un inno alla libertà di essere tutto ciò che si vuole.
Testo:
Mi piace dire un mucchio di stronzate
Almeno sono divertente
Mentre tutte le cose tristi che mi dite mi fanno essere peggiore
Alzare le mani e lasciarmi fare a pezzi
Di sicuro molto più semplice, ma non per me
Anche il regno dei cieli viene solo se lo hai aspettato
E adesso tieni bene chiusa quella bocca da stronza
Che io non ti voglio sentire
Se solo l'Universo mi fornisse la capacità di scomparire
Perché di fronte a tutto questo male, io, io non sono niente
E non riesco a restare indifferente
Mi piace dire un mucchio di stronzate
Almeno sono divertente
Mentre qui sarebbe molto semplice
Alzare le mani e lasciarmi fare a pezzi
Di sicuro molto più semplice
Se solo l'Universo mi fornisse la capacità di scomparire
Perché di fronte a tutto questo male, io, io non sono niente
Io non riesco a restare indifferente
Non riesco a restare indifferente
Utente
30 aprile, 2020
ERICA MOU
Domenica
Nel 2009 usciva “Bacio ancora le ferite”, l’album d’esordio di Erica Mou (pseudonimo di Erica Musci), all’epoca diciannovenne. Molti brani di questo lavoro, praticamente introvabile, vennero ripubblicati nel disco successivo… ma non “Domenica”. Perciò, ho pensato, quale migliore occasione di questo Contest per recuperare il brano dal cassetto e dargli finalmente la visibilità che merita?
Domenica è un pezzo dalle sonorità folk pop trascinanti, che cattura al primo ascolto senza, per questo, rinunciare a un arrangiamento accurato. Con uno sguardo cantautorale sensibile e senza filtri, Erica osserva con lucida arguzia la complessità del quotidiano che, spesso, nasconde risvolti non propriamente edificanti e lo interpreta con una voce potente, elegante ed armoniosa.
In definitiva, vuole dirci che “non è tutto oro ciò che luccica” e anche il giorno apparentemente più bello della settimana può diventare la metafora delle meschinità dell’esistenza.
Le bugie si servono calde
Come i cornetti
La domenica…
…I pomeriggi uguali si ripetono
Come i discorsi
Urlati a tavola
E tu dormi
Dormi e sogna
Tempi migliori
Per l’altra gente
E tu dormi
Dormi e sogna
Sonni migliori
Per te
Tergiversi senza decidere
Come una boa
Sospesa in acqua
E segui con lo sguardo il mio fuggire
Come fai con la partita
Della domenica
E tu dormi
Dormi e sogna
Tempi migliori
Per l’altra gente
E tu dormi
Dormi e sogna
Sonni migliori
Per te
Tempi migliori
Il pianto lascia le bocche assetate
Come i pop corn
Mangiati al cinema
La mentalità rimane chiusa
Come gli uffici
La domenica
E tutto quanto nonostante tutto
Sembra sempre
Che vada meglio
E tutto ciò che è brutto si cancella
Come sui giornali
Della domenica
E tu dormi
Dormi e sogna
Tempi migliori
Per l’altra gente
E tu dormi
Dormi e sogna
Sonni migliori
Per te
Dormi e sogna
Tempi migliori
Per l’altra gente
E tu dormi
Dormi e sogna
Sonni migliori
Per te
La verità si deve salvare
Come l’anima
Accompagnata in chiesa
Ma se si sporca
Nascondine la macchia
Come sui vestiti
Della domenica
E tu dormi
Dormi e sogna
Tempi migliori
Per l’altra gente
E tu dormi
Dormi e sogna
Sonni migliori
Per te
Dormi e sogna
Tempi migliori
Per l’altra gente
E tu dormi
Dormi e sogna
Sonni migliori
Per te
E tu dormi
Dormi e sogna
Sonni migliori
Per te
Tempi migliori
Sonni migliori
Aggiungo anche questa intensa versione solo voce e chitarra, dove, nell'introduzione, lei stessa ci racconta com’è nato il brano.
A distanza di 11 anni dall’uscita, io la troverei una splendida colonna sonora per l’estate (e non solo).
“E tu dormi, dormi e sogna, tempi migliori, per l’altra gente… E tu dormi, dormi e sogna, sonni migliori, per te”… non la state già canticchiando anche voi?
Utente
5 aprile, 2018
GIORGIENESS
[Impossibile trovare l'immagine]
Quando un mese fa Giorgia D'Eraclea, cantautrice e leader dei Giorgieness, uno dei progetti indie rock più interessanti degli ultimi anni, ha annunciato che sarebbe tornata sulle scene con un nuovo singolo, "Maledetta", uscito giovedì 28 maggio, non ho avuto dubbi su chi giocare a "La Fenice".
MYA
Come nel brano "Horror Vacui" di Immanuel Casto e Romina Falconi, anche in "Mya" torna "il vuoto" come protagonista del brano ma con una veste decisamente più rock.
Che fa paura
È il vuoto e ora lo sai
Il vuoto non si cura
Vi posto un paio di interviste fatte per promuovere "Siamo Tutti Stanchi", la loro seconda fatica discografica.
Da IoDonna
Nel disco c’è un malessere di fondo che viene a galla, in Mya parla di «vuoto». Che cosa significa?
Se sapessi cos’è il vuoto, credo vivrei meglio. Per me è assenza: assenza di me, di altri, di bisogni primari, di sensazioni. Come sentire un dolore atroce, ma non riuscire a localizzarlo. Per fortuna la mia vita è anche molto piena, ma quando arriva questo velo nero, la pressione è così forte che smetto di sentire tutto. Una specie di eterno senso di solitudine. Nel brano parlo di come ogni trucco che ho provato per sconfiggerlo finisca solo per riempirmi sul momento e farmi sentire svuotata subito dopo; e poi si ricomincia.
Da IndieZone
Restiamo sul punk, ci ho preso gusto. L’autolesionismo e il masochismo sono tipici di questa filosofia. Dai tuoi testi sembra che questo tipo di atteggiamento (inteso in senso spirituale e non fisico) sia una costante nei tuoi rapporti (“Ti odio ma ti faccio le fusa”, “Ecco, così, anche più forte, fammi a pezzi”, “Ci baciavamo coi coltelli”). È così? Parlare di aspetti così intimi delle tue relazioni è un modo per raggiungere una catarsi?
Beh, sicuramente questa volta ho toccato temi molto diversi, anche se magari da fuori non subito arriva questa cosa, ma se questo è un album d’amore credo sia un amor proprio in primis. Pezzi come Mya, Controllo, Vecchi e soprattutto Fotocamera parlano di un lato di me che ancora fatico ad accettare, che mi ferisce e ferisce gli altri. A questo proposito, sono sempre molto commossa quando le persone che ci ascoltano mi dicono che mi vogliono bene, che sono una bella persona, che merito cose belle, perchè io proprio non sento di essere così meritevole. E sicuramente, è un modo per “farmi male” da sola, una sorta di trappola per topi mentale, che poi è lo strumento di tortura più diffuso, la nostra mente. Ne parlo perchè non potrei parlare d’altro, non sono capace di scrivere canzoni in cui prometto che andrà tutto bene nel momento in cui sorge il sole, non funziona così. Credo che la forza uno la trovi proprio quanto tocca il fondo, e ognuno ha il suo personale fondo ovviamente. Personalmente, quando sto male, non ho bisogno di qualcuno che mi dica che passerà, ma di qualcuno che mi dica che capisce. Per questo parlo abbastanza apertamente di certe cose, e credo che sia questo che arrivi, il fatto di non essere da soli a passare quelle cose. Magari un giorno farò un disco felice, ma per quel che mi riguarda, questo lo è già, perchè come dicevi è stato catartico vedermi prima da dentro e poi da fuori e iniziare a lavorare su me stessa senza addossare sempre ad un ipotetico TU i miei problemi e i miei fallimenti.
Giorgia non ha mai fatto mistero di aver sofferto in passato di disturbi alimentari
Ma è su tutti i giornali
Si ammette a bassa voce e poi
Non si riposa in pace
Restassero lì a vita
Quei segni coprirò
Anelli sulle dita
Ti svuota
Ti consuma
Ti consuma
Ti consuma
Ti consuma
Ti consuma
Ti consuma
Utente
8 febbraio, 2020
NADA
Nada Malanima è tanto una cantante d'altri tempi, quanto un'artista attualissima. Ciò che apprezzo di lei è che ha saputo rinnovare la sua poetica sonora, spaziando dalla canzone d'autore al pop di matrice eighties, fino a impreziosire il famelico mondo delle ballad, il tutto mantenendo sempre un proposito qualitativo alto e una versatilità di fondo che in pochi hanno, riuscendo a risultare convincente in tutte le vesti proposte.
Per le nuove generazioni è quasi passata nel dimenticatoio, in realtà però le sue produzioni sono tuttora pietre miliari del nostro patrimonio musicale. Chi, pensando ad una squisita perla anni '80, non richiama Amore disperato ? Chi, attingendo dalle più ispirate colonne sonore italiane degli ultimi tempi, non scomoda Senza un perché ? Chi, pensando un immortale pezzo vintage da coverizzare in tutte le salse, non è pervaso dalla suadente melodia di Ma che freddo fa ?
In pochi, però, conoscono la Nada più intima, quella che preferisce far leva sulla forza espressiva dei testi, sulle immagini che essi racchiudono, sull'intensità con cui prendono forma le parole nella mente dell'ascoltatore. Quando penso ad un non singolo che abbia le carte in regola per essere considerato alla stregua di un singolo, penso a questi requisiti: efficacia autoriale, padronanza espositiva del tessuto narrativo, arrangiamento che ricalchi ed amplifichi lo stato d'animo che si vuole permeare. Nel mio piccolo ritengo che Ballata triste ci stia dentro, con un uso magistrale del sassofono e gli echi blues nel cantato.
In tanti hanno trattato il tema del femminicidio in Italia, in pochi vi ci sono immersi con cautela, con quell'anelito di misurata sensibilità, liberandosi dagli orpelli della retorica. Il video mette in scena la crisi interiore di una donna in camicia da notte prima dell'avvento della tragedia, i cui sussulti di dolore sono evocati dai movimenti sofferti del corpo, simbolo eterno di un'anima sfregiata dalla violenza.
Lei l'han trovata con una mano sulla porta ed una sul cuore
sul cuore che si è spaccato quando l'ha colpita
Perché nessuno l'ha fermato?
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
SIMONA MOLINARI - COME SABBIA
Non volevo fare le presantazioni ma ho pensato che il pezzo di Simona Molinari meritasse almeno due righe per farvelo conoscere.
Avevo in mente diversi pezzi, sino all'ultimo volevo cambiare idea, però credo Come Sabbia unisca vari aspetti della musica di Simona e che la presenti perfettamente. La sua voce nel ritornello la trovo magnetica ed è impossibile trattenersi dal cantarlo con lei. Il pezzo ha undici anni ma sarebbe perfetto anche oggi, chissà magari farà una raccolta e deciderà di presentarlo.
Sale, e un'onda e sale
Divento acida, un po' cinica, antipatica, lunatica
Anche asmatica, frenetica, nevrotica.
Viaggia, su e giù in me viaggia
Viaggia la rabbia, chiusa in gabbia nella nebbia
E quasi sembra che ora voglia dalle labbra uscire come sabbia.
Sale, e un'onda e sale
Divento acida, un po' cinica, antipatica, lunatica
Anche asmatica, frenetica, nevrotica.
Premete play e lasciatevi trasportare.
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