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Utente
7 agosto, 2013
GHOST - FANTASMA
Trailer
Trama
Sam Wheat e Molly Jensen, due giovani innamorati e felici che vivono insieme a New York, hanno appena deciso di sposarsi, quando una notte, in una strada deserta, vengono affrontati da un rapinatore armato che uccide Sam. Molly è disperata e ignora che accanto a lei c'è sempre la costante e amorosa presenza del fantasma di Sam: non lo vede e non sente le sue parole. Sam frattanto scopre presto con dolore che il suo assassino, il portoricano Willie Lopez, è stato appositamente pagato dal suo migliore amico e collega Carl Bruner per impedirgli di scoprire un intrigo da lui combinato insieme a dei mafiosi per riciclare il denaro sporco. Poiché Carl continua a cercare inutilmente di nascosto in casa di Sam un'agendina, che gli permetterebbe di usare il computer del morto e appropriarsi dei soldi, il fantasma comprende che la vita di Molly è in pericolo, e vuole proteggerla. Non potendo comunicare direttamente con lei, trova una medium di colore, Oda Mae Brown, che finora è stata solo una ciarlatana, ma che ha invece dei veri poteri paranormali, e che, dopo molta riluttanza, si decide ad aiutarlo.
Colonna sonora + Scena madre
Curiosità
- Per il ruolo di Molly venne inizialmente convocata Meg Ryan, che però si rifiutò di valutare la parte.
- Si dice che Demi Moore alla fine fu scelta tra le tante candidate perché aveva un dono: riusciva a piangere spontaneamente da entrambi gli occhi.
- Lo sceneggiatore Bruce Joel Rubin volle Patrick Swayze per la parte di Sam dopo aver visto una intervista in cui l’attore era scoppiato in lacrime nel ricordare il padre morto. Rubin pensò che se un macho come Patrick riusciva a commuoversi pensando a una persona cara, era perfetto per il ruolo del fantasma Sam.
- Patrick Swayze ha raccontato che per anni, dopo l'uscita di Ghost, le donne lo avvicinavano e gli chiedevano di dire "idem" (frase tormentone del film).
Utente
7 agosto, 2013
CHIAMAMI CON IL TUO NOME
Quando meno te lo aspetti, la natura ha astuti metodi per trovare il tuo punto più debole. Tu ricordati che sono qui. Adesso magari non vuoi provare niente, magari non vorrai mai provare niente e, sai, magari non è con me che vorrai parlare di queste cose. Però prova qualcosa, perché l’hai già provata. Senti, avete avuto una splendida amicizia, forse più di un’amicizia, e io ti invidio. Al mio posto, un padre spererebbe che tutto questo svanisse, pregherebbe che il figlio cadesse in piedi ma non sono quel tipo di padre. Strappiamo via così tanto di noi per guarire in fretta dalle ferite che finiamo in bancarotta già a trent’anni. E abbiamo meno da offrire ogni volta che troviamo una persona nuova, ma forzarsi a non provare niente per non provare qualcosa…che spreco. Ho parlato a sproposito? Allora, dico un’ultima cosa. Per chiarire meglio. Forse ci sono andato vicino, ma non ho mai avuto una cosa così. Qualcosa mi ha sempre frenato prima, si è messa di mezzo. Come vivrai saranno affari tuoi, però ricordati: il cuore e il corpo ci vengono dati soltanto una volta e, in men che non si dica, il tuo cuore è consumato e, quanto al tuo corpo, a un certo punto nessuno più lo guarda e ancor meno ci si avvicina. Tu adesso senti tristezza, dolore, non ucciderli, al pari della gioia che hai provato.
https://www.youtube.com/watch?v=A2kDF_olB28
Candidato agli Oscar 2018 come Miglior film e vincitore della statuetta come Miglior Sceneggiatura Non Originale, la pellicola Chiamami col tuo nome racconta la storia di formazione adolescenziale e di crescita sentimentale di un diciassettenne di nome Elio, interpretato da Timothée Chalamet. Durante le vacanze estive trascorse nelle campagne del Cremasco insieme alla sua famiglia, il giovane conosce Oliver, che prende il volto di Armie Hammer, uno studente straniero di archeologia in visita per redigere la sua tesi di dottorato e di cui finirà per infatuarsi. Ma l’amore sarà corrisposto? Tra incomprensioni, sotterfugi, occhiate seducenti e situazioni cariche di doppi sensi, i due vivranno un’intensa estate di passioni che li farà riflettere sulla loro vita.
Il film è un adattamento dell’omonimo romanzo di André Aciman pubblicato per la prima volta nel 2007 è si è rivelato un inaspettato trionfo di critica e di pubblico, ottenendo un’ottima accoglienza presso i festival nazionali e soprattutto esteri, nonostante una gestazione durata quasi dieci anni.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
"Questa è la storia di un lui e di una lei,
ma tanto vale chiarirlo subito: non è una storia d'amore"
Questo film l'ho scelto nel momento esatto in cui ho saputo di questo contest. Se dovessi scegliere un personaggio cinematografico che mi rispecchia totalmente, che sembra essere stato scritto su di me, indicherei senza ombra di dubbio Tom Hansen, il protagonista maschile di 500 days of Summer.
Preferisco di gran lunga chiamare il film con il suo titolo originale (è uno di quei film storpiati malamente dalla traduzione, un po' come Eternal Sunshine of the Spotless Mind, ciao @smiley ). Summer è il nome della protagonista nella versione originale (in Italia quegli scellerati l'hanno chiamata Sole ). Il gioco di parole mi sembra molto azzeccato perché la vita del protagonista in quei 500 giorni è totalmente inebriata, deliziata, condizionata, intossicata dalla persona che ama. Io sono un po' così, quando mi innamoro di qualcuno non riesco più a dare un nome ai miei stati d'animo, ma so che quello che sento è semplicemente quella persona lì, che quelle emozioni hanno il suo nome.
Il film è proprio una riflessione in chiave ironica sull'innamoramento, sul caleidoscopio di emozioni, anche opposte, che proviamo nell'arco di una storia d'amore o semplicemente quando siamo innamorati di qualcuno, dalle fasi più euforiche a quelle più buie, quei giorni in cui non riesci neanche ad alzarti dal letto perché sai già che un giorno senza la persona che ami sarà un altro giorno inutile.
La particolarità sta nel giocare con il racconto di questi 500 giorni grazie ad un montaggio per nulla lineare che ci porta a fare avanti e indietro lungo questi giorni così intensi e travagliati.
La trama è presto detta. Tom è innamorato perso di quella che immediatamente mitizza come la sua anima gemella. Summer, invece, non vuole una storia d'amore seria e definita e vive tutto alla giornata. Tom finge che a lui stia bene, ma muore dentro. divorato da un amore irrimediabile che sa in partenza che non potrà essere ricambiato come vorrebbe. Nonostante questo, si lascia trascinare in una relazione con lei.
Giocando anche con i generi cinematografici, 500 Days of Summer prende un po' in giro il modo in cui lasciamo che la nostra vita venga interamente stravolta dall'amore. Spesso cominciamo a guardare tutto attraverso quel filtro e regoliamo il nostro umore in base a come la persona che amiamo ci fa stare. A volte, in un certo senso, perdiamo di vista noi stessi e diventiamo la persona che amiamo. Lasciamo che ci definisca.
Alcune scene, a mio avviso, descrivono tutto ciò in modo geniale. Una delle mie preferite è la scena del musical, con cui il regista mette in scena, prendendoci bonariamente in giro, il modo in cui ci sentiamo quando finalmente ci sentiamo ricambiati.
Ma Tom Henson, come vi ho detto, è ispirato chiaramente a me, e quindi scordatevi il musical, la banda musicale e gli uccellini animati.
Inevitabilmente, arriva il momento in cui tutta quella felicità, quella in cui hai voluto credere, quella che quando ti innamori di qualcuno si trova probabilmente soltanto nella tua testa, si dissolve.
Il film lo racconta ancora una volta in modo meravigliosamente crudele, nel momento in cui aspettativa e realtà si scontrano.
Questa trovo che sia una delle scene più belle del film e sia un ottimo esempio di come 500 days of Summer sia un film geniale tanto nella forma che nei contenuti.
La frase "Perché lavorare a qualcosa di effimero come un edificio se puoi fare una cosa che dura per sempre come un biglietto d'auguri" trovo che sia la frase simbolo di tutti i Tom Hansen del mondo, quelli che continuano a credere nell'anima gemella, in quell'amore sognante che sappiamo già che ci farà sentire vivi esattamente come ci saprà distruggere.
Tom stesso, infatti, pur essendo innamorato del modo in cui si innamora, arriverà allo stesso modo ad odiarlo. Ed è così che, mentre scorriamo i giorni, "Amo il suo sorriso, amo i suoi capelli, le sue ginocchia. Quella piccola voglia a forma di cuore che ha sopra il seno. Amo il modo in cui ogni tanto si inumidisce le labbra prima di parlare. Amo la sua risata, l'espressione che ha quando dorme. Amo il fatto che sento questa canzone ogni volta che penso a lei" diventa "Odio i suoi denti storti, odio la sua acconciatura anni '60, odio le sue ginocchia sporgenti. Odio la chiazza a forma di scarafaggio che ha sopra il seno. Odio il modo in cui si inumidisce le labbra prima di parlare. Odio il suono della sua risata. Odio questa canzone".
Il rapporto tra l'amore e la musica è un'altra componente in cui mi ritrovo moltissimo. Nel film troviamo dei pezzi bellissimi, Gli Smiths, ma anche Regina Spektor e i Pixies. Tom in diversi momenti vissuti in questi 500 giorni è accompagnato dalla musica. Le canzoni che associa a Summer, il modo in cui alza il volume per fare colpo su di lei, i dischi di cui amano parlare. Eppure, nelle fasi più dolorose, è lo stesso Tom a rinnegare queste associazioni, affermando che biglietti d'auguri, musica e cinema fanno parte della grande bugia, quella che impedisce alle persone di dirsi in faccia ciò che provano davvero.
Sul finale del film mi sono sempre interrogato tantissimo. Il mio cuore romantico non me lo ha fatto assimilare subito, ma più guardo il film e più mi convinco che sia ancora una volta una trovata geniale. "Non si possono attribuire significati cosmici a banali eventi terrestri". A volte siamo troppo concentrati sulle cose sbagliate per renderci conto che la felicità è dove eravamo troppo distratti per guardare, dove la vita continua e nuove storie non aspettano altro che essere scritte.
"I giorni dell'anno sono perlopiù irrilevanti. Cominciano e finiscano, senza che nel mezzo accada nulla di memorabile. I giorni dell'anno sono perlopiù privi di conseguenze sul corso della nostra vita. Il 23 maggio era un mercoledì"
Utente
7 ottobre, 2018
Coraline (2009)
Dall'incontro tra le menti visionarie dello scrittore Neil Gaiman, autore dell'omonimo libro, e di Henry Selcik, già regista dell'oscuro cult Nightmare before Christmas, non poteva non nascere un film fascinoso, suggestivo, sottilmente inquietante, giustamente candidato agli Academy Awards per il miglior film d'animazione del 2009 (il premio venne però vinto da Up).
Coraline Jones, doppiata da Dakota Fanning, è una ragazzina che, insieme ai suoi genitori, si è appena trasferita in Oregon, in una ampia casa malmessa che la giovane protagonista comincia a esplorare, nell'indifferenza del padre e della madre (quest'ultima doppiata da Teri Hatcher - ciao, Susan ). L'universo nel quale è stata portata controvoglia le sta stretto, ed è per questo che la curiosa ed intrepida Coraline non esita a varcare la soglia della porta magica del titolo italiano, porta che la conduce in un mondo alternativo, nella quale incontra le versioni alternative degli abitanti del suo quartiere e dove la realtà si rivela fantastica, magica, interessante. Ma che significato hanno i bottoni che gli abitanti di questo mondo hanno cucito sui loro stessi occhi? Coraline, stai attenta, forse è solo una trappola creata da qualcosa che troppo dolore ha trasformato in egoismo e follia! Ritrova la strada di casa, scappa, sii tu a costruire bellezza nel tuo grigio mondo!
Utente
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
Intrighi, spregiudicatezza, menzogne, sesso, ironia. E tanto romanticismo.
Per questa (per me) difficile categoria, ho scelto un cult:
CRUEL INTENTIONS di Roger Kumble
Premetto che non è la mia categoria preferita, ma sono però romantico. Ho solo bisogno di una spinta per avvicinarmi al genere. E questo film, decisamente me la dà
Uscito nel 1999 - il film che secondo la critica sancì la scomparsa del genere 'film per adolescenti' così come lo si conosceva -, io lo vidi solo due anni dopo. Nel 2001 le mie amiche mi regalarono la cassetta (si c'era ancora ahahah) per il mio 14° compleanno, visto che era vietato agli under 14 Ricordo che rimasi estasiato, e amo tutto di questo film.
TRAMA: È la trasposizione cinematografica, ai giorni nostri e nella New York dei quartieri ricchi, del romanzo francese settecentesco 'Le relazioni pericolose'. In brevissimo: Sebastian Valmont e Kathryn Merteuil sono due ricchissimi e spregiudicatissimi fratellastri che frequentano un esclusivo college. A un certo punto fanno una scommessa: Sebastian dovrà conquistare la vergine Annette per potere avere la donna che più desidera: Kathryn. Ma le cose non vanno come pianificato.
PERSONAGGI:
Sebastian Valmont (Ryan Phillippe)
È il personaggio che in assoluto conosce la più grande trasformazione. Ragazzo ribelle, con un passato scolastico difficile e una famiglia disastrata, vive nella lussuosa villa col padre, la matrigna e la sorellastra. Ha una passione per le auto e le ragazze, tanto che la sorellastra per vendicarsi delle sue amiche lo utilizza come giocattolo sessuale. I due comunque non hanno ma consumato e per farlo, lui accetta la sfida: conquistare Annette. Il gioco sfugge presto di mano: della ragazza lui s'innamora e questo gli fa cambiare totalmente personalità, ma una volta che la sorellastra lo capisce cerca in tutti i modi di impedire il lieto fine. INOLTRE: Questo è un forum aperto a tutti, quindi evito evidentemente di postare alcune foto, ma vi garantisco che c'è UNA scena che farebbe diventare gay chiunque
Kathryn Merteuil (Sarah Michelle Gellar)
La mitica Buffy è diventata un'icona del periodo anche grazie al ruolo di villain in questo iconico film. Leader del comitato studentesco, all'apparenza brava ragazza, è in realtà una cocainomane sessualmente disinibita e manipolatrice (adoro mentre scrivo ahahaha), che nasconde la droga nel rosario (!). Utilizza gli altri, fratellastro compreso, come pedine utili unicamente ai propri scopi. A differenza di Sebastian, non vi è nulla in lei che fa supporre in una redenzione, sebbene anche lei abbia sofferto per amore.
Annette Hargrove (Reese Witherspoon)
Quella che nella vita reale diventerà la moglie di Ryan Phillippe (già solo per questo possiamo odiarla), interpreta la figlia del preside del college frequentato dai protagonisti. Una ragazza che - non ho mai capito perché - sbandiera la propria verginità come valore sulla prima pagina di una rivista, inizia un po' malvolentieri a frequentare Sebastian. Inizialmente le differenze fra i due sono tali da essere più come cane e gatto, ma poi scoppia l'amore vero (e che amore! ). Sebbene l'epilogo non sia dei più felici, si può dire che anche Annette viva un'evoluzione, che la porterà a diventare più consapevole e forte.
Cecile Caldwell (Selma Blair)
Selma interpreta la figlia di una signora dell'alta società che viene affidata dalla madre a Kathryn, affinché la introduca nei giri giusti del college. Da ingenua e tontarella che era, sotto le grinfie dell'astuta Kathryn, Cecile diventa smaliziata e facile tanto quanto lei. La perfida 'amica' ne fa ciò che vuole: la fa diventare il giocattolo sessuale del fratellastro, le rovina la nascente relazione col maestro di musica del quale è invaghita, la porta a un (iconico) bacio saffico e la spinge a farsi chiunque. La ragazza, una volta capito il doppiogioco di Kathryn, avrà modo di vendicarsi.
Nel film ci sono poi diversi altri attori iconici del periodo, da Joshua Jackson a Tara Reid, con ruoli tuttavia minori.
Come ho già detto più volte, è stato un film iconico per i teenager di quegli anni (anche per me ha rappresentato una sorta di rito di passaggio ), ed è stato molto premiato.
Numerose le scene rimaste nell'immaginario, dal bacio fra Kathryn e Cecile
a Sebastian che va all'aeroporto a prendere Annette, dopo che le ha mentito e che lei ha deciso di andarsene
... fino a quelle che non posso mettere
La scena più iconica di tutte è comunque senza dubbio lo strepitoso finale, accompagnato da una delle colonne sonore più azzeccate di sempre. Sì, perché alla fine, Annette, Cecile e indirettamente Sebastian ottengono la propria rivincita su Kathryn:
E naturalmente, il trailer:
Freedom comes when you learn to let go
Utente
7 agosto, 2013
Ed eccoci arrivati alla nostra decima e ultima categoria
RESTO DEL MONDO
Ricordo che sparso aveva la priorità su tutti essendo stato il primo iscritto e amers l'aveva scelta come priorità.
Vado a presentarvi ora i film in gara in ordine di iscrizione al gioco:
@sparso ha deciso di concorrere con...
@xello ha deciso di concorrere con...
@NotturnoManto ha deciso di concorrere con...
@smiley ha deciso di concorrere con...
@Rio91 ha deciso di concorrere con...
@Alex8806 ha deciso di concorrere con...
@amers ha deciso di concorrere con...
@Alby ha deciso di concorrere con...
@Sushi ha deciso di concorrere con...
Le votazioni sono aperte fino a sabato 6 luglio alle ore 18.00
Ricordo che per votare ogni utente avrà a disposizione 10 punti, da distribuire a proprio piacimento per un massimo di 5 film. Non si potrà votare il proprio film.
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
"I won't talk. I won't say a word"
Dovete sapere che io e i miei non riusciamo a guardare mai un film insieme perché ogni volta che cerchiamo di accordarci su cosa guarda mi sento dire che a me piacciono solo mattoni. Vorrei poter dire che quando ho proposto loro di vedere The Artist (che io avevo già visto ) le cose siano andate diversamente, ma mentre provavo a spiegare che è un film muto in bianco e nero sono stato mandato alacremente a quel paese.
Quel paese, in questo caso, è la Francia, patria del regista Michel Hazanavicius e del protagonista Jean Dujardin (premio Oscar come miglior attore per la sua interpretazione. Francese, ma di origini argentine, anche la bellissima protagonista Bérénice Bejo, musa e moglie del regista. The Artist è anche l'unico film muto, insieme ad Ali del 1927, a vincere l'Oscar per il miglior film, nel 2012.
Ho scelto questo film perché lo trovo bellissimo e perché trovo geniale girare negli anni '10 del nuovo millennio un film muto e in bianco e nero. Si tratta, in realtà di una scelta più che pertinente dato il carattere meta-cinematografico del film. The Artist, infatti, è ambientato nel mondo del cinema, un mondo tanto effimero quanto eterno, fatto di sogni ma anche di soldi. Il racconto è quello del passaggio critico dal cinema muto al cinema sonoro, incarnato nelle difficoltà del protagonista.
La lotta tra il vecchio e il nuovo, tra il passato e il futuro, non può che passare da una storia d'amore. Il divo del muto George Valentin incontra per caso l'aspirante attrice Peppy Miller, un incontro segnato dai passi di danza di lei.
Proprio le sue abilità di ballerina permettono a Peppy di entrare come comparsa in uno dei film di George, dove tra i due nasce una tenera simpatia. I due, però, prenderanno strade diverse e, mentre la carriera di Peppy è in continua ascesa, quella di George comincia a vacillare, anche a causa del suo categorico rifiuto nell'utilizzare la sua voce all'interno di un film sonoro.
Una delle scene più belle del film, a mio avviso, riguarda proprio il tormento di George di affrontare questo passaggio. Così, unendo tecniche classiche del cinema ad idee innovative, The Artist riesce a rendere questo timore creando il singolare sogno del protagonista, un sogno in cui il mondo comincia ad avere i suoi rumori, mentre George resta senza voce, inascoltato da un pubblico che ormai è alla ricerca della novità.
George sprofonda in un baratro sempre più buio proprio mentre Peppy, per cui ha sempre provato qualcosa di speciale, diventa il volto simbolo di tutto ciò in cui crede.
Nonostante qualche incomprensione, sarà proprio Peppy ad aiutare George nei momenti di maggiore difficoltà, dimostrando nei suoi confronti, oltre che amore, una forte riconoscenza per il grande aiuto datole agli esordi.
In un finale scoppiettante, anche due mondi diversi come quelli a cui appartengono George e Peppy, ma anche come il muto ed il sonoro, trovano il loro modo creativo per coesistere con successo.
Seppur con una trama molto semplice, The Artist è un vero e proprio gioiellino degli ultimi anni. Raccontando una fase importante dell'industria cinematografica, riesce a farci immergere in una storia emozionante, a tratti anche divertente.
Valori aggiunti di questo film sono la bravura e la tecnica nel realizzare alla perfezione un film che richiede necessariamente una determinata forma e un determinato stile. La profonda conoscenza delle tecniche d'epoca. La capacità di saperle maneggiare in modo da innovarle per realizzare un film moderno di altissimo livello. L'eccellenza degli attori nel sapersi calare in uno stile recitativo del tutto distante da quello attuale, mantenendo una padronanza eccelsa soprattutto nelle movenze del corpo (e in particolare nelle scene di ballo, quelle che Jean Dujardin ha dichiarato essere la sua vera sfida nell'interpretare The Artist). Nessun attore cane, quindi, semmai un cane attore.
"Silence, please. And ... Action!"
Utente
7 agosto, 2013
Tuo, Simon
Tratto dal romanzo young adult Non so chi sei, ma io sono qui (in originale: Simon vs The Homo Sapien's Agenda), Tuo, Simon racconta la storia di Simon Spier, un ragazzo diciassettenne come tanti, che vive una vita normale, con una bella famiglia e con grandi amici con cui trascorre il tempo libero. Simon, però, non ha ancora rivelato a nessuno il suo più grande segreto: è gay.
Un giorno sul blog del suo liceo viene pubblicata una lettera con il coming out di un ragazzo che, per rimanere anonimo, si nasconde dietro lo pseudonimo di "Blue", Simon decide di scrivergli (firmandosi con un nome falso) iniziando una corrispondenza virtuale attraverso delle mail. I due ragazzi iniziano così a conoscersi, a confidarsi e a darsi consigli, uno scambio di mail che fa nascere in Simon un sentimento e la curiosità di scoprire chi tra i ragazzi della sua scuola si nasconde dietro quell'identità segreta di cui si è innamorato.
Un giorno però le mail di Simon finiscono accidentalmente nelle mani sbagliate, e il ragazzo si ritrova così incastrato in una situazione complicata e ansiogena che ben presto finirà per sfuggirgli di mano e con il suo segreto che rischia di diventare di dominio pubblico.
Ho scelto questo film perché lo trovo delizioso. È un teen-movie moderno, scritto bene, capace di mischiare sapientemente comicità, ironia, dramma e romanticismo. Nelle sua semplicità - indipendentemente dal proprio orientamento sessuale - riesce ad emozionare e coinvolgere anche grazie ad un protagonista con cui è facile empatizzare. È un film che tutti dovrebbero guardare almeno una volta, e che può fare del bene soprattutto ad un adolescente che sta scoprendo la sua sessualità e sta imparando ad accettarsi.
Utente
7 agosto, 2013
CHRISTIANE F – NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO
Ognuna voleva solo parlare di sè per ore intere e nessuno voleva ascoltare l’altra per due minuti
Nb i video sono abbastanza forti
Christiane vive con sua madre separata nel quartiere dormitorio di Gropiusstadt, a Berlino Ovest, situazione che si aggrava per la decisione di sua sorella di andare a vivere con il padre, e per la frequentazione materna con un tale Klaus, nonostante questi si mostri con lei gentile ed affettuoso, tanto da regalarle un disco del suo cantante preferito David Bowie. Per sfuggire dallo squallore, Christiane la sua compagna di classe Kessi, passa le sue serate alla centralissima discoteca Sound. Una sera ella assume per la prima volta dell'LSD, e fa conoscenza di Detlef e i suoi amici Axel e Bernd.
Il suo diversivo diventano le notti nel locale, assumendo droghe e compiendo bravate con i ragazzi. Una mattina presto, la madre di Kessi trova le due ragazze a una fermata della metropolitana, scoprendo così i loro inganni e proibendo a sua figlia la loro frequentazione. Christiane, sempre più sola, apprende che i suoi amici, tra i quali Detlef, di cui si è innamorata, fanno uso di eroina, sicché durante il concerto berlinese di David Bowie, decide di provare ella stessa per inalazione. La ragazza passa una notte con Detlef, ospite del suo amico Axel. Il ragazzo le spiega che per procurarsi la droga, si prostituiscono nei pressi della Bahnhof Zoo. Il giorno del suo quattordicesimo compleanno Christiane ospita a casa sua Babsi, più giovane di lei, anch'essa caduta nel giro di droga, e raggiunto Detlef alla stazione, compie il proprio "salto" iniettandosi dell'eroina in vena. Da allora in poi passa delle notti a casa di Axel, dormendo assieme a lui ed avendo rapporti sessuali.
Arriva presto per Christiane la prima crisi di astinenza e mancando dei soldi per procurarsi la dose, si prostituisce per la prima volta, masturbando un uomo per cento marchi. La madre di Christiane si accorge che la ragazza è una tossicodipendente e decide di occuparsi di lei e di Detlef, chiudendoli in una stanza per alcuni giorni e facendoli disintossicare tra atroci sofferenze.
Il beneficio dura poco. I due ragazzi tornano alla stazione e ricadono nella droga e quindi nella prostituzione per procurarsela. Tornati a casa di Axel, i due ragazzi trovano il loro amico morto di overdose. La disperazione aumenta e i due iniziano a litigare separandosi per un certo tempo. Christiane vende tutti i suoi dischi e torna a prostituirsi sulla Kurfürstenstraße, scambiandosi spesso i clienti con Babsi e Stella. Detlef è andato a vivere con un cliente facoltoso innamorato di lui e Christiane decide di seguirlo. Una notte scopre che il ragazzo si offre completamente così ella fugge e torna alla Bahnhof Zoo per cercare Babsi ed insieme tentare di disintossicarsi. Ella però apprende da un giornale che la sua amica è morta per overdose. Disperata, decide di suicidarsi con la stessa modalità ma fallendo. Epilogo con la vista della campagna nei pressi di Amburgo, dove ella è stata portata da sua madre, per seguire un ciclo lungo un anno di terapia disintossicante.
Utente
7 ottobre, 2018
Rio91 ha detto
Tuo, Simon
È un film che tutti dovrebbero guardare almeno una volta, e che può fare del bene soprattutto ad un adolescente che sta scoprendo la sua sessualità e sta imparando ad accettarsi.
E non solo a lui io infatti l'anno scorso avevo quasi 30 anni e sento che questo film (insieme a quel capolavoro di Pride, visto poco dopo) mi ha parlato in modo particolare. Chiaramente era la mia scelta originaria per la categoria, e il fatto che per il mio primo semestre da utente attivo io abbia voluto essere identificato, a livello visivo, con il bel volto del giovane protagonista* è già spia del fatto che la storia raccontata da Love, Simon non solo mi ha emozionato, ma mi ha addirittura reso più forte e motivato come persona gay. Ti voglio bene, Simon
*forse si è arrabbiato per essere stato sostituito (anche se l'ho messo come immagine di copertina) ed è per questo che ha preferito essere portato da Rio
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Utente
7 agosto, 2013
HOLDING THE MAN
TRAILER
TRAMA
Timothy e John si innamorano da adolescenti, quando entrambi frequentano una scuola per soli ragazzi. Mentre John è il capitano della squadra di calcio, Tim è un aspirante attore. La loro storia d'amore dura per oltre 15 anni, durante i quali affronteranno discriminazioni, periodi di felicità, difficoltà e tumulti. Quando entrambi scopriranno di essere sieropositivi, saranno chiamati a confrontarsi con la loro battaglia più grande.
PERCHE' VEDERLO
Per piangere
Per vivere un'intesa storia d'amore
Per assistere al grande male che afflisse la comunità gay tra gli anni '70 e '90
Per osservare una recitazione autentica e forte
Per ascoltare una colonna sonora degna di questo nome
Per vedere su schermo una storia realmente accaduta/vissuta
Per piangere fino allo sfinimento
Utente
7 agosto, 2013
Molto belle le scelte per questa categoria, in particolare a un film avevo pensato anche io xD
Vado con la mia ultima presentazione anche io:
BAR BAHAR di Maysaloun Hamoud
Si tratta di un film israeliano del 2016, uscito internazionalmente col nome In Between (Bar Bahar è in arabo infatti) o in italiano: Libere, disobbedienti, innamorate.
Ho scoperto questo film l'anno scorso, in un cinema alternativo che frequento regolarmente e che mi ha fatto scoprire diversi gioiellini. Fra questi, anche Bar Bahar: ambientato nella dinamica e liberale Tel Aviv, racconta la non semplice vita di tre giovani donne palestinesi.
LE PROTAGONISTE:
Layla (Mouna Hawa)
La mia preferita: si tratta di un'avvocata letteralmente 'con le palle'. Palestinese ma di famiglia musulmana secolarizzata, è una donna forte, con principi e valori diversi dalla società conservatrice che la vorrebbe sposata, in casa a fare figli. Lei e Salma sono amiche e coinquiline con uno stile di vita affine, che viene parzialmente messo alla prova dall'arrivo di Nour. Tuttavia, con la loro forza aiutano quest'ultima a capire cosa è realmente importante. Nonostante questo, la felicità per Layla non è dietro l'angolo: le sue relazioni - sebbene scelga ragazzi all'apparenza con una mentalità come la sua - sono difficili. Inoltre, combatte con le discriminazioni delle quali sono vittime i palestinesi in generale in Israele.
Salma (Sana Jammelieh)
E di discriminazioni è vittima anche Salma, che cambia diversi lavori, sebbene di base faccia la dj. Oltre alla sua precarietà professionale, a differenza di Layla deve combattere i pregiudizi di una famiglia ultra conservatrice. Malgrado non sia musulmana - Salma è una palestinese cristiana -, la sua famiglia è profondamente religiosa e anche socialmente altolocata nel piccolo paese dal quale proviene. E questo è un problema in particolare per l'orientamento sessuale di Salma, che è lesbica. La ragazza decide a un certo punto di affrontare la questione in famiglia, ma le cose si complicano. Coraggiosa anche lei, ma con un carattere forse meno forte rispetto a Layla, lega prima con Nour.
Nour (Shaden Kanboura)
Nour si trasferisce dalla Palestina a Tel Aviv per studiare scienze informatiche. Proveniente da una famiglia musulmana praticante, farà fatica a integrarsi con le sue due coinquiline, in particolare con Layla che tuttavia riuscirà pian piano a farle capire che quelli che lei ritiene dei valori non sono necessariamente adeguati. La ragazza inizialmente non cede, ma le cose cambiano quando il rapporto con il suo promesso sposo prende una piega inaspettata. Anche Nour - pur non abbandonando il velo o la sua religiosità - acquisisce maggiore consapevolezza di se e fa delle scelte importanti. E queste - visto il suo contesto di provenienza - risultano forse maggiormente coraggiose rispetto a quelle delle due ormai amiche.
MOTIVO DELLA SCELTA:
Mi ha colpito per la sua provenienza (Israele, Palestina e Giordania sono tutti Paesi che da anni sogno di visitare), per la qualità con la quale il film è girato e interpretato e chiaramente per i temi affrontati. Trovo infatti che presenti in maniera diretta e molto intrigante tante contraddizioni di due Paesi così diversi ma così simili, di una società (quella israeliana) tanto moderna e liberale quanto discriminatoria e di un'altra società (quella palestinese) tanto conservatrice di facciata quanto pronta al cambiamento sotto la maschera. E mi piace poi che temi così complessi siano resi senza pesantezza: il film è leggero e scorre veloce.
Mi piacerebbe quindi che lo votiate, ma se anche non fosse vorrei che trovaste tempo per guardarlo: ne vale la pena
Vi lascio con il trailer:
Freedom comes when you learn to let go
Utente
7 agosto, 2013
Your Name.
Your Name. è un film d'animazione giapponese che ci porta nella vita di Mitsuha e Taki. Mitsuha è una studentessa che vive a Itomori, una piccola città rurale, mentre Taki è uno studente di liceo che vive a Tokyo ed ha un lavoro part-time in un ristorante. Un giorno, Mitsuha sogna di essere un ragazzo e si ritrova in una stanza che non conosce in una casa di una grande metropoli; nello stesso momento, Taki sogna di essere una ragazza che vive in una cittadina di montagna che non ha mai visitato. Ben presto i due comprendono che non si tratta solo di sogni: l'esperienza di vivere l'uno nel corpo dell'altra è reale. Da quel momento, ogni volta che si scambiano misteriosamente i corpi, cercano goffamente di adattarsi allo stile di vita dell'altro e con il tempo cominciano quasi a prenderci la mano cercando anche di comunicare attraverso messaggi con cui si avvertono reciprocamente di cosa fare e cosa no, finendo inevitabilmente col cominciare a conoscersi e ad instaurare un'intesa. I due protagonisti, però, non riescono a ricordare i rispettivi nomi quando tornano nel proprio corpo, come se il loro rapporto fosse destinato a non concretizzarsi mai.
La premessa è quella di una classica storia d'amore adolescenziale con un'espediente già visto come quello del body swap, ma il film è molto più originale di quello che ci si può aspettare. Ad un certo punto la storia prende una svolta sorprendente grazie alla quale la vicenda abbandona i toni da commedia romantica per diventare un'incalzante corsa contro il tempo. È un film emozionante, divertente, con una storia elettrizzante arricchita di fantasia, misticismo ed un tocco di spiritualità orientale. Inoltre a livello grafico è uno spettacolo, con disegni e colori splendidi e un'attenzione per i dettagli pazzesca. Adattissima pure la colonna sonora che definisce bene il ritmo della narrazione. Merita di essere visto.
Utente
7 agosto, 2013
KISSED
Questo è il film che ho portato durante il cineforum del tirocinio che ho svolto all'interno di un istituto sessuologico. Dovevamo portare un film a tematica sessuale che non fosse però banale. Quale miglior scelta se non quella di affrontare un tema "perverso" come quello della NECROFILIA?
TRAMA:
Sin da piccola la graziosa Sandra mostra una particolare predilezione per il mistero della morte, sviluppando una insana passione per i macabri rituali funebri che riserva alle piccole vittime animali con cui entra in contatto. Una volta cresciuta, le sue ossessioni necrofile la portano a trovare lavoro come imbalsamatrice in un'impresa di pompe funebri. Un giorno conosce un ragazzo, Matt, al quale rivela la sua "perversione". All'inizio quest'ultimo sembra essere attratto e interessato all'argomento ma col passare del tempo capisce che l'ingombrante e insana passione di lei lo fa sentire trascurato; decide così di ricorrere a un folle e risolutivo gesto d'amore: il suicidio. La speranza di Matt è che, una volta morto, Sandra possa occuparsi di lui come non ha potuto fare quando era in vita.
N.B. Per dovere di professione, ad oggi il termine "perversione" è stato abolito; al suo posto viene usata la parola "parafilia".
Non so se posso pubblicarlo qui ma su Youtube potete trovare il film intero. Non è in italiano ma ci sono i sottotitoli in spagnolo. Al di là del gioco, è un film che a me ha veramente inquietato ma diretto in una maniera tale che fa capire quanto la nostra mente delle volte è completamente fuori dal nostro controllo.
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Mi spiace non essere riuscita a presentare bene i miei film, cui tengo tanto, quindi spendo qualche riga per ognuno.
ANIMAZIONE: Ralph Spaccatutto
Ho scelto questo film perché lo ritengo tra i film di animazione più recenti meglio riusciti, riesce a coniugare umorismo e sentimento in maniera perfetta. Lo vidi al cinema e fu amore a prima vista. Successivamente con la scusa dei bambini l'ho rivisto tantissime volte ma non annoia mai. Se non l'avete visto recuperate subito!
Trailer:
DRAMMATICO: Crash
Per questa categoria ho scelto un film cui son legata, che meriterebbe molta più attenzione (anche se l'anno vinse tre premi Oscar) e composto da un cast davvero bello e che dà al film indubbiamente un valore aggiunto.
Non è facile spiegare Crash in poche righe, Crash è formato da tante storie indipendenti che con il passare dei minuti si intrecciano e diventano un unico meraviglioso racconto. Guardatelo se non l'avete mai visto, anche solo per criticarlo, e guardatelo una seconda o terza volta se invece l'avete già fatto, perché le emozioni che lascia son sempre intense.
Trailer:
Utente
7 agosto, 2013
Katie ha diciassette anni, adora la musica e ama profondamente suo padre, genitore, educatore, amico. Orfana di madre, Katie è affetta da Xeroderma Pigmentoso, una rara patologia genetica che causa ipersensibilità alla luce del sole. Costretta dalla culla a un'esistenza ritirata e oscurata dietro vetri speciali, Katie guarda passare la vita degli altri e prova a vivere la sua con l'aiuto di Morgan, l'amica del cuore. Sotto alla sua finestra scorrazza da sempre anche Charlie, il ragazzo con lo skate che le ha rubato il cuore alle elementari. Una notte, seduta in stazione a cantare una delle sue canzoni, lo incontra; i due iniziano a frequentarsi e tra di loro nasce un sentimento. Katie vorrebbe fuggire per proteggere se stessa ma soprattutto Charlie da un dolore e un destino segnato dal quale lei stessa, in primis, vorrebbe scappare ma si sa, l'amore è come il sole: impossibile proteggersi.
Si è capito che mi piacciono i film con un finale drammatico?
Anche questo film è disponibile su Youtube. Di seguito la scena finale:
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
Ed ecco infine gli ultimi due film
ROMANTICO: Saving Face
Vidi Saving Face per la prima volta tanti anni fa, quando ero alla ricerca di un film che parlasse d'amore tra due donne ma senza nessuna tragedia. La storia è semplice e non rivoluzionaria, però è estremamente dolce e romantica. Il titolo si riferisce sia alla protagonista, che non riesce a vivere liberamente la sua sessualità e ha paura dei giudizi, sia alla madre della protagonista, vedova e incinta.
TRAILER:
RESTO DEL MONDO: Thelma
Non son brava a spiegare il perché un film debba essere visto (secondo i miei gusti ovviamente) e dico sempre "Guardalo, è fantastico!". Ho consigliato Thelma a chiunque, con scarsi risultati ovviamente, quindi per incuriorisirvi cercherò di dilungarmi leggermente più del solito.
Thelma è un film norvegese che spazia tra vari generi (drammatico, thriller, sentimentale e pure fantastico) e ci parla di Thelma, una ragazza timida e introversa proveniente da una famiglia molto religiosa, e dei suoi dubbi sessuali e spirituali quando incontra all'università Anja. Il film, come la maggior parte dei film nordici, è lento e cupo ma anche molto intenso e struggente. La protagonista è estremamente espressiva e credibile, le musiche son bellissime e se vi lasciate guidare dalla visione non resterete delusi.
Trailer:
E vi lascio anche la scena migliore dell'intero film.
Utente
7 ottobre, 2018
120 BATTITI AL MINUTO (FRANCIA, 2017)
Grand prix e Queer Palm al Festival di Cannes, premio al miglior montagglio agli European film Awards, miglior film straniero ai Dorian Awards, Premio Cèsar per il miglior film, candidatura come miglior film europeo ai David di Donatello, premio Sebastiane al Festival internazionale del cinema di San Sebastian: ed è ancora parziale la lista dei riconoscimenti ottenuti da questa sanguigna e vibrante pellicola francese del 2017.
Mi viene naturale, nell'introdurre questa mia ultima proposta, operare un collegamento con un’altra delle mie scelte, quel magnifico Pride che vi ringrazio ancora di avere portato alla fase successiva . Di altri problemi e di altre questioni, ricorderete, parlava quella pellicola, eppure già attorno ai suoi protagonisti aleggiava l’ombra dell’AIDS (e difatti lo stesso film ci ricorda che il protagonista, Mark Ashton, sarebbe morto di AIDS solo qualche anno dopo, nel 1987).
120 battiti al minuto si colloca circa un decennio oltre, e segue una parte delle vicende del gruppo di attivisti Act Up-Paris, gruppo impegnato, da una parte, a dare voce e visibilità ai malati di AIDS, condannati dalla società all'invisibilità e all'emarginazione, dall'altra parte a sollecitare, anche con forti azioni di protesta, come quella che apre il film, le comunità mediche e scientifiche ad accelerale le loro ricerche e a diffonderne i risultati. Altro scopo era quello di intervenire direttamente su una società riluttante a comprendere, cercando di offrire corrette informazioni sul modo di trasmissione del virus e sulle modalità di prevenzione (meravigliosa la scena nella quale un gruppo di attivisti fa ‘irruzione’ in una scuola interrompendo le lezioni e distribuendo profilattici, sollevando l’isteria e la reazione indignata di docenti e preside). Una cosa fondamentale da sottolineare è che il regista, Robin Campillo, ha realmente militato in Act Up- Paris, e che quindi il film si offre come fedele ricostruzione del periodo.
“Mi sono unito a Act Up-Paris nell’aprile del 1992, più o meno a 10 anni dall'inizio dell’epidemia di AID (…) Fin dal primo incontro a cui ho partecipato, sono rimasto profondamente colpito dall'entusiasmo del gruppo, considerando che quegli anni sono stati i più duri dell’epidemia. I gay che avevano subito inermi la malattia negli anni Ottanta erano diventati attori chiave nella battaglia per sconfiggerla, e a loro si affiancavano altre persone come tossicodipendenti, ex carcerati, emofiliaci… La forza del movimento veniva dalle scintille che scoccavano tra gruppi diversi di individui che imparavano sul campo a costruire un discorso e una posizione comune al di là delle differenze (…). È importante capire che a quel tempo anche solo parlare di preservativi nelle scuole superiori o chiedere un cambio di siringhe per i tossicodipendenti non era per niente facile. L’omofobia era moneta corrente nella società dell’epoca, anche se lo abbiamo dimenticato”.
E buona parte del film si nutre, con uno stile quasi documentaristico, delle assemblee, delle riunioni, della azioni di protesta che il gruppo mette in atto allo scopo di perseguire i propri obiettivi, pur in quelle differenze di visione (per esempio sul ‘tono’ da dare al Pride, o sulle modalità di sensibilizzazione della stessa comunità gay) di cui fa cenno lo stesso regista, che infatti non è interessato a comporre una agiografia, e decidendo dunque di mettere in evidenza inimicizie e tensioni insite nel movimento. Ma il film ha in sé un altro polo, quella della resistenza alla malattia e alla discriminazione attraverso la rivendicazione dell’uso dei corpi, che nel film ballano freneticamente dopo ogni azione di protesta, fanno sesso, si stringono, si mostrano (“senza contare che una delle strategie chiave di Act UP era mostrare la malattia attraverso il corpo dei suoi membri, che la società voleva relegare all'Invisibilità. I malati vivevano la loro infermità ma al tempo stesso la rappresentavano, enfatizzandola e usandola come arma per sensibilizzare il pubblico”): il titolo così particolare, 120 battiti al minuto, allude infatti, nelle parole del regista, a
“un tempo musicale, usato soprattutto per la House music. Non perché all’epoca tutti amassero questo genere o passassero ogni sera in discoteca, ma questo tipo di musica mi ha aiutato a inquadrare quel periodo e non posso fare a meno di pensare che la house music e il suo carattere insieme festoso e sinistro sia perfetta per fare da colonna sonora a quella stagione”.
Un film, dunque, che, forte di una regia dotata di una grande potenza espressiva, se non visionaria in alcuni momenti (come nel tratteggiare una Senna rossa come il sangue), cattura e restituisce la complessità di una stagione così mossa, contraddittoria e anche violenta. Un film, quindi, che non ha alcuna intenzione di cadere nel melodrammatico più spinto, nemmeno quando, nella seconda parte, il focus della narrazione si concentra sul rapporto personale tra due degli attivisti, il malato, sanguigno Sean, e Nathan, una delle ultime leve, e uno dei pochi a non avere contratto il virus. Un film che spero aggiungerete alla lista dei film da vedere, miei piccoli cari
Utente
7 agosto, 2013
Ally fa la cameriera di giorno e si esibisce come cantante il venerdì sera nel pub locale. È lì che incontra per la prima volta Jackson Maine, star del rock, di passaggio per un rifornimento di gin. E siccome nella vita di Jack, dalla più giovane di età, un super alcolico tira l'altro, i due proseguono insieme la serata e Ally si ritrova a prendere a pugni un uomo grande il doppio di lei, reo di essersi comportato da fan molesto. Il resto della storia lo conosciamo: la favola di lei comincia quando lui la invita sul palco, rivelando il suo talento al mondo; poi sarà con le sue mani che scalerà le classifiche, mentre la carriera e la tenuta fisica e psicologica di lui rotolano nella direzione opposta, seguendo una china oramai inarrestabile.
CURIOSITA':
- Debutto alla regia per l'attore protagonista Bradley Cooper
- La pellicola è un remake del musical E' nata una stella, diretto nel 1937 da William A. Wellman e si tratta del terzo rifacimento dopo il musical del 1954 ed il musical rock del 1976.
- 8 candidature ai Premi Oscar 2019
- Premio Oscar per la colonna sonora:
- Avendo incassato circa 434 milioni di dollari è diventato il film con protagonista una cantante ad aver incassato di più nella storia, superando Guardia del corpo con Whitney Houston
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