Utente
7 agosto, 2013
Trailer:
Trama: comingsoon
Tutti i componenti della famiglia Belier sono sordomuti tranne Paula, la primogenita di 16 anni. Paula è un'interprete indispensabile per i suoi genitori e il fratello minore, preziosa per il funzionamento della loro fattoria. Un giorno, spinta dal suo insegnante di musica che ha scoperto il suo dono per il canto, decide di fare le selezioni per una nota scuola di canto parigina. Una scelta di vita che significherebbe la distanza dalla sua famiglia e un passaggio inevitabile all'età adulta.
Il cinema di finzione ha spesso fatto dei sordomuti - quasi sempre incarnati da personaggi femminili - figure tragiche ma combattive, decise a dimostrare la propria capacità di vivere una vita normale nonostante tutto. Anche i Bélier in apparenza sono così, tanto che il padre, proprietario di una piccola azienda agricola in Normandia, decide perfino di presentare la propria candidatura come sindaco in opposizione a quella dell'idiota approfittatore di turno. Hanno inoltre una vita sessuale iperattiva, si vogliono un mondo di bene e anche il figlio minore sembra vivere la sua condizione con serenità. Ma in realtà si appoggiano tutti pesantemente sulle spalle di una ragazzina che non a caso non ha ancora avuto il ciclo, perché troppo impegnata a occuparsi dei suoi per ritagliarsi degli scampoli di vita da normale sedicenne.
Non è che i Bélier siano egoisti e insensibili, ma ai loro occhi quella non normale è Paula, che adorano e hanno accettato nonostante il dolore iniziale nello scoprire che era in grado di sentire, reazione a quanto pare diffusa fra genitori audiolesi con figli udenti. Danno dunque per scontato che tra i doveri quotidiani di una brava figlia ci sia anche quello di far loro da interprete in situazioni imbarazzanti come una visita dal ginecologo per problemi venerei o durante un'intervista televisiva. E nella vita di tutti i giorni è sempre Paula che parla con clienti, banche e fornitori, che aiuta a vendere i loro prodotti al mercato e in compenso, anche se vive in un piccolo paese dove tutti sembrano conoscersi, tiene nascosta la situazione dei suoi famigliari. Non ne fa parola finché può col ragazzo di cui si innamora e col maestro di canto della scuola, che scopre il suo talento naturale e la spinge a partecipare a un concorso per giovani voci a Parigi, innescando in lei un conflitto lacerante tra il desiderio di spiccare il volo con le proprie ali e la paura di ferire i propri cari.
Ed è proprio alla fine – che non vi sveliamo – che il film mostra il suo vero cuore, mostrandoci quanto sia sconcertante per dei genitori non udenti avere una figlia che non solo parla ma vuole lasciarli per coltivare l'arte del canto, di cui loro non hanno percezione e dunque comprensione. In due scene importanti e toccanti vediamo il catartico superamento di barriere in apparenza insormontabili: tutto è possibile quando le parti in causa si vengono incontro con amore, comunicando davvero e mettendo in contatto i rispettivi mondi.
Scene più belle:
Paula canta la canzone "Je vole" (a me viene sempre da piangere...la prima volta l'ho visto con mia sorella e mi ero trattenuta XD)
Paula fa da traduttrice per i genitori dal ginecologo XD
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Utente
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
CHANGELING
TRAMA: Coming Soon
Los Angeles, marzo 1928: un piacevole sabato mattina in un quartiere popolare alla periferia della città; una madre nubile, Christine Collins (il premio Oscar Angelina Jolie) saluta il figlioletto Walter di nove anni e si incammina verso la società telefonica dove lavora come centralinista. Rientrata nella modesta abitazione dove vive con il figlio, si trova davanti al peggior incubo di qualunque genitore: la scomparsa del figlio. Le lunghe ed estenuanti ricerche di Walter, che sembra sparito senza aver lasciato traccia, non portano a nulla …finché, cinque mesi dopo, un bambino, che afferma di essere Walter, viene riconsegnato alla polizia che non vede l’ora di sfruttare l’ondata di popolarità che seguirà al ricongiungimento della madre col figlio. Stordita dalla confusione di poliziotti, reporter e fotografi e sopraffatta da un insieme di emozioni contrastanti, Christine accetta di riprendersi il ragazzo pur sapendo, nel profondo del cuore, che quel bambino non ha nulla a che fare con il piccolo Walter. Nei vari tentativi per convincere la polizia a riprendere le ricerche del figlio, Christine si rende conto che, nella Los Angeles dell’era del Proibizionismo, le donne non sfidano il sistema e si limitano a raccontare la loro storia. Tacciata di paranoia e infermità mentale, trova un alleato nel reverendo Gustav Briegleb (John Malkovich), attivista della comunità presbiteriana locale, che la aiuta a trovare risposte alla scomparsa del figlio. Basato su fatti realmente accaduti.
Io per natura non sono uno dall'emozione facile. Non mi lascio commuovere facilmente, o almeno cmq non lo do a vedere all'esterno; per cui solitamente non mi commuovo quando guardo un film o quando ascolto una canzone.
Questo è l'unico film che ho visto nella mia vita che sia riuscito a commuovermi. Sarà stata per la storia toccante, per l'interpretazione della Jolie, per la durezza di alcune scene, che al meglio riescono a raccontare la chiusura mentale di quegli anni (che a volte mi chiedo se siamo riusciti a superare o se rimarrà cmq radicata dentro di noi). Questa pellicola è capace di scuoterti dentro, di arrivare fino alle viscere, colpirti nei nervi scoperti. Non vi tedio con altro, ma vi consiglio di guardarlo, perchè solo guardandolo si riesce ad apprezzarlo veramente. (E non dimentichiamoci che è un film di Clint Eastwood, mica uno a caso)
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Utente
7 agosto, 2013
IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE
Trailer
Trama
Amélie vive a Parigi ma in un mondo tutto suo. Traumatizzata dalla morte improvvisa di sua madre e dalla conseguente freddezza di suo padre, ora subisce il fascino delle piccole cose: fare una torta, tuffare la mano in un barile di riso, immaginare quanti orgasmi si stiano verificando in città nello stesso momento. Prende in affitto un appartamento a Montmartre. Si occupa del gatto della sua amica hostess Philomène quando lei è via per un volo e, pur sentendosi colpevole, spia il vicino Dufayel, un uomo con le ossa fragili. Lavora in un caffé chiamato "Les Deux Moulins" dove la sua capa Suzanne sogna la sua vita passata nel circo, e la sua collega Gina respinge seccamente le attenzioni dell'ex fidanzato geloso Joseph. La vita di Amélie è abbastanza felice, ma le va stretta. Un giorno, Amélie scopre una vecchia scatola di tesori d'infanzia nel suo appartamento. Presa dall'eccitazione, decide che la sua missione sarà ritrovare il proprietario.
Curiosità
- Il regista Jean-Pierre Jeunet aveva pensato la parte per l’attrice inglese Emily Watson, chiamando il personaggio per l’appunto Emily. Tuttavia Watson declinò la proposta per dedicarsi alle riprese del film Gosford Park. Così si decise di rendere la protagonista al 100% francese traducendo il suo nome in Amélie.
- Nel 2000, l’anno precedente l’uscita del film, solamente 12 neonate fra Inghilterra e Galles furono chiamate Amélie. Nel 2002 il numero salì a 250 e nel 2007 si contavano ormai più di 1000 nuove piccole Amélie ogni anno. Questo numero è rimasto stabile da allora.
Citazioni preferite
- Fallire la propria vita è un diritto inalienabile.
- Strana la vita. Quando uno è piccolo, il tempo non passa mai. Poi, da un giorno all'altro ti ritrovi a cinquant'anni, e l'infanzia o quel che ne resta è in una piccola scatola, che è pure arrugginita.
- Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro: lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione, con il tempo sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile come il mio scheletro. Perciò si lanci, accidenti a lei!
Brani preferiti tratti dalla colonna sonora
Scene preferite
Utente
7 agosto, 2013
Bene, eccoci qui. È tempo di presentare Tutto su mia madre.
È un film del 1999 del regista spagnolo Pedro Almodovar. Vinse anche l'Oscar come miglior film straniero e decisamente a ragione. È il capolavoro di Almodovar, nel senso che racchiude in sé tutto il genio stilistico del regista, i suoi temi più cari trattati con una sensibilità probabilmente mai più raggiunta. (Anche se pure Mala educacion...).
Per la trama vi rimando a Wikipedia o MyMovies. Amo questo film perché trovo che sia uno stupendo tributo alla femminilità e alla sessualità umana. Almodovar combatte la tradizionale dicotomia fra bene e male ereditata dal Cristianesimo inserendo del bene e del male in tutti i noi, in una Barcellona per taluni perversa e per altri incredibilmente sensibile, umana e vicina. Un intreccio di storie drammatico, che nella miglior tradizione almodovariana fa piangere, ridere e riflettere nello stesso film, con la consapevolezza - una volta terminato - che chi sta dietro la macchina da presa è qualche passo avanti alla società.
Tutto su mia madre ha lanciato definitivamente Penelope Cruz, i suoi personaggi sono diventati parte dell'immaginario collettivo. Pensiamo solo alla transessuale Agrado e al suo famosissimo monologo:
Impossibile non condividere con lei: l'autenticità è data dalla nostra facoltà di saper riconoscere quello che siamo e quello che vogliamo essere e dalla nostra capacità di arrivarci.
Non mi piace molto sbilanciarmi in maniera così pesante nei confronti di un film, ma dal mio punto di vista questo film rappresenta l'essenza stessa del Rinascimento spagnolo avvenuto dopo la fine del Franchismo, un film che decisamente merita.
Freedom comes when you learn to let go
Moderatore - Mentore
Moderatore Junior
7 agosto, 2013
IL SOSPETTO
Ho scelto di presentare Il sospetto in questa categoria perché lo ritengo un vero capolavoro ed era il mio preferito agli Oscar del 2014. Il film ci racconta come una bugia, anche se di un bambino, possa distruggere la vita di una persona.
Trama (da FilmUP):
Lucas è un maestro d’asilo in un piccolo paese della Danimarca. Quando la bambina del suo miglior amico racconta una bugia, Lucas diventa la vittima di una caccia alle streghe di cui è la preda.
In realtà queste due semplice righe non rendono giustizia al racconto a cui assistiamo, la bugia detta della bambina è forse una delle peggiori accuse che possano fare: infatti Lucas viene accusato di essere un pedofilo. E questa accusa, che lo spettatore sa da subito non essere reale, rende la vita del protagonista un inferno: tutti i suoi conoscenti credono alla bambina e lui inizia a essere esiliato e a subire violenze verbali e fisiche (e insieme a lui anche il figlio). Il titolo italiano può trarre in inganno e far pensare che Lucas possa in realtà essere colpevole mentre il titolo danese, Jagten ovvero La caccia, rende decisamente meglio ciò a cui assistiamo, una vera e propria caccia all'uomo.
Perché guardarlo? Perché è un film sublime, con una regia fantastica e attori credibili (un Mads Mikkelsen da Oscar) e mai sopra le righe e dopo la visione ci porta a riflettere a quanto magari anche noi a volte giudichiamo senza avere prove o solo perché crediamo vere "le voci". E vi consiglio la visione a prescindere dal voto perché son sicura lo amerete.
CLIP 1:
CLIP 2: una delle scene più intense e significative di tutto il film
CLIP 3:
Utente
7 agosto, 2013
"Ho l'impressione di fare finta, di fare finta su tutto!”
LA VITA DI ADELE
(RDM)
Trama da MyMovies
Adele è una ragazza di 15 anni e un appetito insaziabile di cibo e di vita. Leggendo della Marianna di Marivaux si invaghisce di Thomas, a cui si concede senza mai accendersi davvero. A innamorarla è invece una ragazza dai capelli blu incontrata per caso e ritrovata in un locale gay, dove si è recata con l'amico di sempre. Un cocktail e una panchina condivisa avviano una storia d'amore appassionata e travolgente che matura Adèle, conducendola fuori dall'adolescenza e verso l'insegnamento. Perché Adèle, che alle ostriche preferisce gli spaghetti, vuole formare gli adulti di domani, restituendo ai suoi bambini tutto il bello imparato dietro ai banchi e nella vita. Nella vita con Emma, che studia alle Belle Arti e la dipinge nuda dopo averla amata per ore. Traghettata da quel sentimento impetuoso, Adèle diventa donna imparando molto presto che la vita non è sempre un (bel) romanzo.
Ancora una volta Abdellatif Kechiche guarda a Pierre de Marivaux, maître dei sentimenti nella società francese del diciottesimo secolo, spiando il cuore della 'petites gens' dove si nasconde l'amore. L'amore che il suo cinema come la letteratura dello scrittore fa uscire allo scoperto, segnato da un movimento della parola e da una naturalezza di espressione che incanta. Sul romanzo "La Vie de Marianne" apre La vie d'Adèle, storia d'amore e di formazione di un'adolescente che concede alla macchina da presa ogni dettaglio e ogni sfumatura di sé. Eludendo il compiacimento dell'esibizione, il regista tunisino racconta una stagione d'amore dolorosa e irripetibile, senza psicologismi e con una carnalità priva di morbosità. Al centro del film due giovani donne che leggono la realtà con gli occhi del desiderio, il loro, che esplode sullo schermo accordando i capitoli della loro esistenza. L'abilità dell'autore a dirigere gli attori, produce periodi di pura bellezza come in occasione della lunghissima scena dell'amplesso, delle cene di presentazione e delle letture scolastiche. Con un movimento dall'esterno verso l'interno, Kechiche realizza un film che quanto più si distende nel tempo, tanto più si stringe nello spazio di una camera, di un'aula, di una cucina, placandosi nel ritmo e dentro un'appassionata ricerca di interiorità. Adèle Exarchopoulos è l'Adèle del titolo, colta nell'incandescenza di un sentimento fervidissimo e totalizzante per Emma e congedata con una raggiunta consapevolezza. Dentro un abito blu, 'preso in prestito' dalla bande dessinée di Julie Maroh ("Le Bleu est une couleur chaude"), la protagonista comprenderà di poter sopravvivere agli amori che non possiamo trattenere, preferendo le lacrime (tante lacrime) e lo struggente languore all'innaturale rimozione. E la bellezza di La vita di Adele nasce proprio nei momenti di frattura, chiavi per aprire il futuro alla protagonista rimasta sola col suo sentimento infelice. Come nei romanzi, tutti francesi, che divora da studentessa e poi da insegnante, Adèle si cerca nel fondo del proprio amore, sopportando una solitudine che ha imparato a curare. Alla maniera di Antoine Doinel, la protagonista di Kechiche è iniziata alla vita adulta nel tempo di due capitoli, che la formano e la rimandano a una nuova avventura esistenziale, dopo averne determinato il sé sociale ed emotivo con tenace aspirazione. 'Ricomposto' il corpo freak di Saartjie Baartman, su cui si fissava il potenziale oppressivo dello sguardo, il regista 'assedia' quello vitalistico di Adèle, a cui corrisponde quello impressionista e languido di Léa Seydoux, magnifica ossessione che la introduce alla 'belle arti', all'arte amatoria e alla celebrazione dell'energia del corpo.
Utente
24 agosto, 2015
Bastardi senza gloria, di Quentin Tarantino, 2009.
A mio parere, forse il suo film più riuscito, è un manifesto del suo cinema: Eleganza, violenza esagerata e spesso irrealistica, una cura enorme ai suoni e ai dettagli, alle inquadrature e al montaggio. E, ovviamente, grandi attori: Brad Pitt, grandioso protagonista, Cristoph Waltz, indimenticabile colonnello Hans Landa, ruolo per il quale ha ottenuto l'Oscar. E poi Melanie Laurent, una bionda letale e vendicatica, Diane Kruger, spia doppiogiochista e ambigua, e ancora Michael Fassbender, Daniel Bruhl e la prima apparizione importante della futura star Lea Seydoux.
Il film racconta a modo suo la storia di un gruppo di soldati, I Bastardi, che combattono il nazismo a modo loro, e la storia di una giovane ebrea assetata di vendetta.
Il film è pieno di scene cult, ve ne lascio alcune.
https://www.youtube.com/watch?v=tDXGoeQr-qE
https://www.youtube.com/watch?v=GMOQ72OnBoM
Quest'ultima, poi, la trovo di una tecnica ed un'emozione pazzesca, che ne dite?
Utente
24 agosto, 2015
Carnage, di Roman Polanski, 2009.
Tratta da un'opera teatrale, questa co-produzione internazionale è girata (tolti prologo ed epilogo) interamente in un appartamento, dove due coppie medio/alto-borghesi (una delle quali propietaria dell'appartamento), stanno discutendo su come risolvere una questione, apparentemente, di poco conto, come una piccola rissa tra i rispettivi figli di 11 anni. Partendo con la massima tranquillità, ci vengono presentati questi quattro protagonisti:
Penelope (Jodie Foster, vulcanica ed espressiva al 100%), donna di mezza età, apprensiva e con a cuore i problemi del terzo mondo
Nancy (Kate Winslet, sempre strepitosa, intensa e appassionante), giovane donna in carriera, tranquilla e pratica
Alan (Christoph Waltz, serafico e calibrato, fantastico), marito di Nancy, Business Man sempre attaccato al telefono, cinico e sbrigativo
Michael (John C. Reilly, rassicurante e tranquillo prima, un gran bastardo poi), marito di Penelope, uomo di casa rassicurante.
Apparentemente....
Già, perchè con lo scorrere dei minuti ( e dell'alcol ) ogni maschera sociale cade, la discussione si accende... e la vera natura di ognuno esce fuori dirompente, straripante.
Per chi ama i dialoghi ben scritti e la grande recitazione.
Utente
12 novembre, 2014
Trama
Andrew Beckett, giovane avvocato, è stato licenziato dallo studio legale presso cui lavora. I suoi colleghi sostengono che non era competente; Andrew afferma di essere stato licenziato perché malato di AIDS. Deciso a difendere la propria reputazione, Andrew assume Joe Miller, un avvocato, perché lo rappresenti nella causa per licenziamento illecito. I due sono divisi da differenze sociali e culturali e Joe è riluttante ad accettare il caso. E non è l'unico: nove legali hanno rifiutato di rappresentare Andrew che è impegnato a difendere la sua reputazione e la sua vita. Joe deve affrontare un genere di lotta diverso, confrontandosi con le proprie paure e i propri pregiudizi sull'omosessualità.
Trailer
Ho scelto questo film nella categoria dramma perché la prima volta che l'ho visto ero un adolescente e ne rimasi fortemente colpita. Ricordo che avevo sentito parlare di AIDS ma sapevo che ai giorni nostri era comunque curabile e non sapevo poi ci fosse stato un tempo dove si pensava che fosse una malattia che potesse colpire soltanto i gay. La lotta di un uomo morente per vedere riconosciuta la verità, l'amore della famiglia e il cambiamento che si trova a vivere l'avvocato affrontando questa esperienza mi hanno lasciato tanto. Tom hanks e denzel Washington poi danno vita a due prove di recitazione spettacolare, io L'oscar l'avrei dato ad exequo ad entrambi. Nel film poi è straordinaria anche la musica, i titoli si aprono con la magnifica streets of philadelpia di Springsteen e in ogni momento del film c'è il giusto sottofondo musicale a scandire i tempi
Scene cult
Utente
7 agosto, 2013
Ragazzi,
Un cataclisma quel che è successo... Messaggi perduti, post incompleti. Ad ogni modo... avevo scritto con costanza tutti i risultati quindi annuncio gli ultimi vincitori.
Iniziamo da DRAMMA
Non passano
Gli ultimi saranno gli ultimi (7 vt) - Melancholia (5 vt) - Million Dollar Baby (1 vt) - C.R.A.Z.Y (1 vt) - Argo (1 vt) - Il bambino dal pigiama a righe (9 vt) - Stand By Me (3 vt) - Bastardi senza gloria (1 vt)
Passano in ordine sparso
L'attimo fuggente - Il cigno nero - E.T. (Il primo 20 vt, gli altri due 17 vt)
Play off
Mommy (15 vt) - Changeling (10 vt) - Philadelphia (10 vt)
@sparso - @smiley e @Teolino dovranno votare chi tra questi tre film vogliono far passare alla fase successiva! ENTRO DOMANI, altrimenti la decisione verrà presa da @cionfy
Concludiamo con RESTO DEL MONDO
Non passano
Mr Chocolat (0 vt) - Il sospetto (6 vt) - Stelle sulla terra (2 vt) - Battle Royale (6 vt) - L'inquilino del terzo piano (5 vt) - La tigre e il dragone (3 vt) - Pokemon (5 vt) - La vita di Adele (5 vt)
Passano
Amelie - La Famiglia Belier - L'Onda (il primo a 15, gli altri due 13)
Play off
Quasi Amici (12 vt) - Carnage (8 vt) - Tutto su mia madre (7 vt)
Chiedo quindi, ENTRO DOMANI, a @xello - @Rio91 e @semota di decidere quale dei tre film far passare. La decisione, altrimenti, verrà presa da @plupe.
Risultati PLAYOFF COMMEDIA e ROMANTICO
Vincono The Notebook @smiley e Sister Act @alessandrino
Situazione film per terzo giudice:
@Delos e @NicksFactor sono sicuri di non avere film nella successiva fase del gioco.
@JonSnow non ha film, ma ne ha uno ai playoff.
@Waves of Music ne ha uno e uno agli attuali playoff.
@Teolino ed @amers ne hanno 2.
@semota, @robyfederer e @xello ne hanno 3 (con rob che potrebbe incrementare)
@Sushi ne ha 4, ma ha un film ai playoff.
@smiley - @alessandrino - @Rio91 e @sparso ne hanno ben 5, ma alessandrino ha ben 2 film ai playoff.
Se anche uno di essi dovesse passare, automaticamente @alessandrino sarà terzo giudice, altrimenti, in caso di parità, conterò:
1- quanti film sono passati diretti e quanti ai playoff (Chi ne ha più dei playoff è fuori)
2- Quanti film hanno avuto ai playoff non passati (chi ne ha avuti di più passa)
3- Chi più primi posti
Utente
7 agosto, 2013
Eccomi qui nuovamente per annunciare l'apertura della terza fase.
Si aprirà appena i playoff saranno conclusi, ma intanto presento i gironi.
ROSSO: Perfetti sconosciuti - Avatar - L'Onda - The Others - The Blues Brothers
BLU: La Morte ti fa bella - Kill Bill Vol 1 - L'attimo fuggente - La Famiglia Belier - Le pagine della nostra vita
GIALLO: Jumanji - Matrix - La dolce vita - Io Prima di te - E.T.
VERDE: Moulin rouge - Up - Edward Mani di Forbice - Il Silenzio degli Innocenti - Quasi Amici
VIOLA: Harry Potter - Shutter Island - Il Mago di OZ- Amami se hai coraggio - The Dreamers
ARANCIONE: Inception - Mrs. Doubtfire - La vita è bella - La città incantata - Amelie
BIANCO: Inside Out - Memento - Sister Act - La La Land - Mommy
NERO: Titanic - Le Iene - Il Diavolo Veste Prada - Fantasia - Il Cigno Nero
Queste sono le categorie, ovviamente estratte in modo casuale. Che ne pensate?
C'è una novità: come fatto in inizio gioco, chi domani risponderà per primo, potrà scegliere in quale categoria esercitare una possibilità, cioè quella di far valere il proprio voto doppio (es. la propria classifica varrà per due, verrà contata due volte). Unico limite è che non si può scegliere, ovviamente, una categoria in cui concorre un proprio film. Ovviamente in questa fase si potranno votare i propri film (metterli in classifica).
Si inizia Martedì con ROSSO e NERO.
Utente
7 agosto, 2013
Utente
7 agosto, 2013
@semota, ti posso dire che io ne ho viste davvero tante a mio gusto... Ovviamente io non posso dire nulla, in quanto super partes, però vedere trattato così un capolavoro come La vita di Adele, non vedere tra i musical Chicago, veder fuori La Sirenetta o tra i film italiani nessuna candidatura per La Pazza Gioia... beh, queste sono anche ingiustizie.
Purtroppo - e per fortuna - la categoria DRAMMA è stata, credo, una delle più complesse. Credo sia proprio una questione di gusto. Non posso farti un esempio, perchè si tratta di un film ancora in gara, ma questo film, stravotato, non l'avrei fatto nemmeno passare a dispetto di altri, non votati, che sono stati esclusi.
Comunque attendo i voti per Playoff e scelte di girone.
I gironi dovranno essere riempite tutte.
@amers @semota @alessandrino @Delos @smiley @Waves of Music @Teolino
@NicksFactor @JonSnow @xello @Sushi @Rio91 @sparso @robyfederer
Utente
7 agosto, 2013
Silvestro per le altre non discuto perchè è una questione di gusti e infatti non ho mai detto niente...ma Million Dollar Baby meritava di più e ne sono fermamente convinta...non discuto il passaggio o meno...ma un solo punto non mi trova per niente d'accordo.
Ora ti voto i playoff Drama...non ho capito le "scelte di girone"
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