Credo ci sia un confine sottile tra protesta e libertà.

A me questo brano ha sempre ispirato la voglia di sentimi libero, ad abbattere tutti i muri che ci circondano, dalle ipocrisie ai pregiudizi. Nel 1980 divenne anche l’inno degli studenti neri in Sudafrica, per combattere la propaganda razziale, prima di essere censurata in quello stato.

Così come un uccello in gabbia ha voglia di spiccare il volo ed essere finalmente libero, la protagonista cerca la sua espressione di libertà nel suo canto, che diviene così il mezzo per parlare di sé stessa e del tema dell’amore.

La prima cosa che viene in mente pensando alla libertà è il volo degli uccelli, che vivono senza barriere, senza confini, al di sopra delle miserie della Terra. Proprio sulla libertà e sui sogni, Coco Chanel disse: "Se sei nato senza ali, non fare mai nulla per impedire loro di crescere".   

Ho votato questa categoria solamente per poter partecipare con questa canzone, magari dalla bellezza discutibile, ma per me molto importante.
Durante il gioco ho fatto alcune scelte personali, andate a buon fine, e altre più "a tavolino" che non mi hanno permesso di ottenere grossi risultati. Ecco, fra tutte questa è la scelta più intima, l'unica che spero veramente venga capita e apprezzata.
Come ho già detto in qualche altra presentazione questo è stato per me un anno particolare. Forse è stato il più bello della mia vita, per persone conosciute ed esperienze fatte. La seconda parte di questo 2019 però mi spaventa o meglio...vorrei evitarla. Iniziare l'università, cambiare compagni di squadra...mi piacerebbe catapultarmi direttamente a fine 2020, dove finalmente ritroverò i miei vecchi compagni che salgono di categoria e la scuola sarà diventata ormai una routine.
Ho vissuto i primi mesi dell'anno con questo peso, con la mente proiettata agli addii e arrivederci di giugno. A tutto ciò aggiungiamo tensioni con professori e alcuni compagni di classe e lotte intestine tra me, me stesso ed io.
Questa canzone è stata di fondamentale importanza, mi ha sollevato e liberato da tutti questi pesi che mi affliggevano.
Inoltre mi ha aiutato molto a cambiare. Nella vita di tutti i giorni, le persone che non sono i miei 5-6 amici più stretti mi vedono silenzioso e apparentemente privo di emozioni. In realtà dentro di me c'è un vulcano in eruzione, no, non è un brufolo, e la lava ha avuto modo di colpire anche alcune pagine del forum. Grazie a questa canzone ho saputo dividere le persone che odiavo da quelle a cui volevo veramente bene, e mi ha permesso di aprimi con quest'ultime e rafforzare i rapporti.
Un problema che mi ha "colpito" al liceo è stato la sessualità. Diciamo che Dio non mi ha dotato della voce più virile che avesse a disposizione, e soprattutto non mi ha fornito della facoltà di pronunciare la r. Unite il fatto che non parlo e otterrete quello che per la gente è il gay perfetto! Ma io non lo sono, e non lo ero, quindi ho passato i primi anni a cercare di scacciare in tutti i modi la suddetta credenza.
Sono una persona molto controversa e che si contraddice ogni due secondi, e questo si rispecchia anche nella sfera amorosa. Ho avuto per quattro anni una cotta, a volte anche molto forte, per una mia compagna di classe. Non capivo tuttavia come mai nel frattempo ne prendessi una anche per ogni ragazzo carino dei corridoi. Cavolo, altre cose da nascondere! In più, si ne ho ancora molte, sono una persona molto selettiva (ma come, hai appena detto che ti innamoravi di chiunque incontrassi!) e che vuole prendersi i suoi tempi, quindi tutto ciò rendeva la cosa ulteriormente complicata, come se ce ne fosse il bisogno.
Insomma, avevo proprio un bel macigno...forse è per questo che non ho mai messo un piede in palestra!
La situa è cambiata appunto a cavallo tra 2018-2019. Non solo sono diventato fisicamente più presentabile e molto più confident ma ho anche iniziato a guardare Drag Race, e li non ho potuto far altro che stannare.
E fu così che scoprii di essere bisessuale (come Katya the taste), di poter essere simpatico ma soprattutto di poter essere me stesso (no, questo non significa aver detto a tutti del mio orientamento sessuale, ma mi ha permesso di poter dire di essere etero senza tecnicamente mentire del tutto).
Questa canzone mi ha aiutato tanto, mi ha dato la forza di poter continare e di essere LIBERO in ciò che sono e ciò che faccio. Penso che senza di lei a quest'ora starei o ricordando con tristezza il mio passato prossimo o affrontando un attacco d'ansia, quindi mica male!
Per non parlare di quanto è stata fondamentale in campo digitale! Non solo mi ha permesso di poter fare ordine tra i mille mille me (a proposito, voi sapete chi vi saluta) ma mi ha anche permesso di arrivare in finale in un gioco, è pazzesco!

A parte gli scherzi, ascoltate questa canzone se vi sentite incatenati da voi stessi, dalla società, se avete bisogno di un aiuto, di una spinta per prendere una scelta. Ascoltate questa canzone se volete sentirvi LIBERI.
E inoltre è super conveniente. Dovevo fare questo percorso interiore e piedi ma si fa molto più in fretta in aereo!

I've come undone, but now
I've pulled myself together
And I'm breaking free to fly
Because it's now or never

P.s. ci ho messo mezz'ora a scrivere questa cosa, quindi votatemi ciao 

Come canzone identificativa della Libertà, dopo una riflessione circa le molteplici declinazioni che a questa parola possono essere associate, ho deciso di lasciare veicolare, in questa sede, questo stato d’animo da una canzone di una artista che ha rappresentato, ormai una ventina di anni fa, il mio primo amore musicale, ossia la cantautrice norvegese Lene Marlin, il cui disco d’esordio, Playing my game, è stato, non a caso, il mio primo album acquistato, a 11 anni.

Dal suddetto album proviene Flown Away, brano ‘essenziale’, delicato, complice il timbro un po’ etereo dell’artista. Quando ero più piccolo prestavo meno attenzione alla lettura dei testi, così come non cercavo di -  o non riuscivo a - cogliere sfumature diverse nell’interpretazione di un cantante. Per cui, quando, qualche anno fa, ho avuto voglia di riscoprire Lene Marlin, alcune canzoni che già conoscevo mi sono apparse in qualche modo diverse da come le avevo lasciate, più ricche e stratificate. Nel caso di Flown Away, credo che la canzone, sotto la sua veste celeste, serena, rarefatta, che mi aveva tanto rapito anni fa, nasconda qualcosa di più incerto. Nella prima parte della canzone troviamo una ‘voce narrante’ immersa entro uno spazio irreale, quasi metafisico: Ho volato troppo in alto con ali prese in prestito, / oltre le nuvole e dove cantano gli angeli / in uno spazio che contiene niente se non me, / sopra tutto è vuoto e giù c’è il mare / Non c’è nulla a parte la luce che si affaccia alla vista. Queste parole, unite alla dolcissima musica, infondono distensione, benessere. In realtà c’è già quel riferimento ad ali ‘prese in prestito’ (borrowed) che mi sembra introdurre una nota fuori posto. Nella seconda strofa sembra che l’artista si trovi al momento decisivo di tutta la propria esistenza: Sono arrivata infine in questo posto / Di fronte c’è il futuro / mentre indietro il passato. Improvvisamente l’idillio, un po’ ex abrupto, sembra interrompersi, la canzone terminare: tra 2.44 e 2.50 regna un silenzio che ai tempi trovavo quasi fastidioso; adesso reputo invece che sia una soluzione interessante, che segna una cesura netta tra le due parti della canzone. Nella seconda parte, infatti, si legge una sorta di ripensamento, che si invera anche nell’interpretazione di Lene, la cui voce si fa prima implorante, poi risoluta, mentre la musica si carica di un accenno quasi triste: è questo il posto giusto dove stare? Vi prego, mie ali, fatemi volare via.

Posto che quella descritta è solo una mia interpretazione della canzone, associo quest’ultima non a una libertà trovata, ma a una in fieri, da realizzarsi ancora compiutamente: la protagonista, che nella prima parte del brano aveva avuto come la sensazione di trovarsi libera (cosa che emerge anche a livello musicale), sciolta da ogni affanno quotidiano, realizza che quella era forse un’illusione, qualcosa che non le appartiene davvero, decisa a tornare indietro e ad affrontare la vita alla ricerca di una libertà più vera e più sua, questa volta non con ali prese in prestito, ma con le proprie (please, my wings, fly me away).

“But you've gotta make your own kind music
Sing your own special song
Make your own kind of music even if nobody else sings along”

Suona la tua musica, canta la tua speciale canzone. Suona la tua musica, anche se nessun altro la canta. 

Un bellissimo inno alla libertà. Un invito a non aver paura di essere se stessi e di seguire il proprio cuore. 

La Sigrid di Raw è quella più intimista, più personale, che mostra quanto di suo ci sia nelle cose che canta, seppur con la costante leggerezza di cui è capace. Il tema della canzone è chiaramente essere sé stessi. Sigrid parla di come spesso possa apparire rude, come possa essere impulsiva, ma questo è perché è libera di vivere nel modo in cui sa fare, ossia senza fingere, senza "mettere su uno show".
Ecco, proprio questo "mettere su uno show" suggerisce un significato secondario per la canzone. Dietro quello che potrebbe sembrare un classico brano a tema amoroso, c'è una critica alla discografia. Un po' come dei piccoli pezzetti di canzone che "non tornano", se si sta parlando di amore.

"I just wanna be pure
You know I'm terrible at putting up a show
That's what you wanted me for?
So I get pissed off when you ask me to be more
[...]
Keeping up appearances
But sometimes, all we need's a little break"

Di base, ciò che Sigrid vuole far sottintendere con il brano è come, per lei, la libertà artistica sia tutto. Magari non è una cantante che si veste come tutte le altre, infatti appare spesso con un look molto poco appariscente. Magari non è una di quelle che tiene il palco in maniera assurda, magari la gente vorrebbe proprio quello da lei. Magari però chi se ne fotte. Tanti cantanti sono imbrigliati in ciò che la discografia e il pubblico vogliono da loro, ed è legittimo, è una scelta. Liberi di essere così, liberi di essere "Raw". Quello che Sigrid cerca di comunicare con il brano, alla fine, è la legittimità delle proprie scelte e delle proprie azioni in ogni ambito, dall'amore alla discografia, tutto contornato da un brano molto semplice e minimal, ma scanzonato e adatto allo stato d'animo che vuole comunicare. Be free, be raw, be kind and vote for me plz.

"Libertà" credo possa declinarsi principalmente in due accezioni: una più "emotiva", legata ad un senso di liberazione, alla voglia di spalancare le braccia al cielo mentre il vento ti scompiglia i capelli. Un'altra, più intima e personale, legata alla propria autoaffermazione, al "sentirsi" liberi, senza vincoli, proiettati al futuro. Stavolta voglio proporre un brano con quest'ultima accezione, più legato alla libertà personale. 

Innanzitutto partirei dall'aspetto melodico: in "Utican" di Novo Amor c'è un climax che percorre tutto il brano, c'è una crescita, c'è un progressivo imporsi di sonorità sempre più decise, che assumono connotati sempre più positivi e meno cupi. A livello testuale il focus del brano è sull'importanza di autoaccettarsi e di autoaffermarsi. Il tema è sulla crescita personale, sull'importanza, a volte, di saper lasciare il passato alle spalle per seguire gli interessi che davvero vogliamo coltivare. C'è l'ovvio timore nel lasciarsi certe cose alle spalle (e forse anche un senso di colpa, spesso ingiustificato, ma che ci spinge a domandarci se quello che facciamo sia davvero opportuno, se "pensare a se stessi" equivalga, e in che misura, all'idea di egoismo etc). Il brano si conclude proprio con Novo Amor che inizia a percorrere la strada per essere felice, inizia a lasciarsi alle spalle il passato e anche i timori su quanto queste scelte siano giuste. Lui stesso ammette che tranciare dei fili con il proprio passato possa essere difficile e causa di ansie e paure, ma spesso è necessario. E mentre canta a voce piena l'orgoglio per aver avuto il coraggio di intraprendere un cambiamento nella propria vita, rivendicando la propria libertà, si volta per un inchino, segno del rispetto nei confronti di ogni elemento che ha definito il suo passato. Dal momento che trovo molto significativo anche il video, il mio consiglio è quello di recuperare il brano dal video ufficiale. 

Per libertà ho scelto uno dei miei brani preferiti e sottovalutati della discografia di Elisa.

"Lisert" è un brano dedicato alla sua terra d'origine, scritta a fine anni '90 e doveva essere la title track del suo secondo album che venne poi intitolato "Asile's world". "Lisert" venne pure esclusa dalla tracklist di suddetto album per poi essere tirata fuori dal cassetto nel 2009 per il CD "Heart". 

Tutte le volte che la ascolto mi immagino di essere sul altopiano del Carso mentre vedo il golfo di Trieste e tutto ciò mi evoca una sensazione di estrema libertà.

E' una concezione di libertà più dedicata all'idea di viaggio e mi riporta ai tempi dell'università e di quando ritornavo a casa. Il mio primo viaggio di ritorno a casa dai miei da studente fuori sede fu così: mano fuori dal finestrino, vento che scompiglia i capelli e gridare

This is the beautiful land where I was born
The nature the colors that I love
The place in this world that I belong
This is the beautiful land where I was born
The nature the lining of my soul
The place where I will always return

Quest'anno una mia cara amica ha avuto la necessità di tornare nel nostro paese d'origine per qualche settimana dopo aver vissuto un anno un pò pesante, con la paura di dover rimanere qua fino a fine anno per motivi suoi personali(il nostro è un paese stupendo da un punto di vista del paesaggio ecc...ma un pò meno per la gente che ci vive -.-), perchè la libertà non sta solo nel andare ma anche nel ritornare in certi luoghi a te cari per poterti ricaricare per poi poter ripartire e spaccare tutto.

 Cherish the wounds and heal every scar
Take this fear that I feel and pull it out kick it out

PS: Già il fatto che una delle popstar più importanti in Italia abbia avuto il coraggio di pubblicare un brano della durata di circa 6 minuti e mezzo mi dà una estrema sensazione di libertà artistica. 

Devo dire che non avevo proprio pensato a canzoni per la Libertà prima dello svelamento dell’ultima categoria, quindi mi sono trovato/a impreparato, anche perché alcune canzoni che mi danno l’idea di libertà le avevo associate anche allo stato d’animo della serenità. Poi però mi è venuta in mente la canzone secondo me ideale per descrivere questa sensazione perché ne raccoglie tutte le sue diverse sfaccettature. Innanzitutto il brano evoca questa corsa tra le colline, con uno sprono ad essere libero e a lasciarsi andare. Un’immagine evocativa della libertà e una delle cose che personalmente mi trasmetto più questo stato d’animo. È un’immagine a me cara perché, abitando in mezzo alle colline, spesso mi trovo a staccare da tutto e a raggiungere un posto per me speciale su una collina, in cui si vede tutto il paesaggio naturale circostante. In quel momento mi sento veramente libero/a, come se non esistessero limiti o costrizioni, come se non esistessero impegni o difficoltà e, più utopisticamente, come se fossi il padrone del mondo. La canzone trasmette esattamente quest’idea: “The kingdom is yours/ The seas the shores/ It's like you've only just arrive”. Tutto il brano è un augurio a vivere liberi che il cantante dedica a sua figlia, ma che si rivolge a chiunque abbia voglia di vivere davvero. Un’esortazione a cogliere tutti gli istanti che la vita ti offre, a vivere tutti i momenti e le occasioni. Oltre all’immagine delle colline si aggiunge quella dell’immergersi nel mare, un’altra forte rappresentazione di questa libertà, che è anche la libertà di andare verso l’ignoto, di lasciarsi andare e vivere tutte le esperienze senza timore. Tutto è il brano è l’esortazione di un padre che vuole lasciare libera sua figlia di vivere le esperienze come meglio crede, che sia una corsa tra i prati o una scelta importante di vita. Anche in questo la canzone mi tocca particolarmente, poiché secondo me Libertà più concretamente significa questo: essere liberi di scegliere, di provare esperienze, di vivere, di esprimersi come meglio si crede: la libertà di essere se stessi. Devo dire che in tutta la mia vita mi sono spesso sentito libero, grazie anche a dei genitori che non mi hanno mai remato contro nelle mie scelte e mi hanno permesso di essere e diventare ciò che sono oggi. La canzone, quindi, non trasmette solo l’idea di libertà in senso idilliaco, quella che tutti abbiamo nel nostro immaginario, evocata da figure come quelle della corsa, del volo, della natura. Sotto queste immagini si nasconde una rappresentazione della libertà in senso molto più terra a terra, un aspetto di questo stato d’animo che riguarda ciascuno di noi e che spesso abbiamo difficoltà a percepire come tale. In fondo la libertà sta anche nell’avere la possibilità di vivere liberamente, senza essere privati di certe opportunità e di certe esperienze. Alla grande potenza evocativa del testo si aggiunge inoltre la melodia: un tema semplice ma soave, grazie all’utilizzo del pianoforte, a cui si aggiunge quel fischio finale che rende ancora più leggera, in diversi sensi, la canzone. Spero che tutte queste componenti possano parlare davvero a tutti e possano restituire a tutti un’immagine di libertà universale, ma comunque diversa e più affine a quella che abita la mente di ciascuno di noi.