CHAMPIONS TRIBE (BLU)

Brian Lake ha 36 anni, viene da Caroline Springs, Victoria ed è un’ex stella del football australiano.

Brian è una leggenda dell’AFL, il campionato di football australiano (che è diverso per regole dal football americano – shout out al giornalista radiofonico di Melbourne D. Z. che in sala stampa all’Eurovision guardava per ORE gli highlights di questo campionato). Prima di ritirarsi nel 2015 ha giocato per dieci stagioni con i Western Bulldogs e per tre con l’Hawthorn F.C., vincendo tre titoli di fila nel 2013, 2014 e 2015 e addirittura la medaglia intitolata a Norm Smith (premio assegnato al miglior giocatore del campionato) nel 2013. Conosciuto per la sua ferocia sul campo e per le capacità difensive, Brian si considera in realtà un “buono” fuori dal campo di gioco: è sposato con tre figli e vuole vincere Australian Survivor per rendere orgogliosa la propria famiglia e poterla aiutare nel futuro prossimo. Ha studiato il gioco prima di partecipare ed è convinto di poter gestire qualsiasi cosa accadrà durante la stagione.

Damien Thomlinson ha 36 anni, viene da Sydney, New South Wales ed è un ex comandante delle forze speciali dell’Esercito.

Damien è il survivor per eccellenza: nel 2009, durante una missione in Afghanistan, il suo veicolo passò sopra una mina messa dai talebani, esplodendo e portandogli via entrambi gli arti inferiori. Dopo un lungo recupero ora cammina su due gambe prostetiche ed è tornato ad essere attivo quanto nella sua vita precedente: ha preso parte a due Invictus Games nel basket in carrozzina, ha recitato nel film di Mel Gibson Hacksaw Ridge e si è quasi qualificato alle Paralimpiadi 2014 nel para-snowboard. Non so cosa aspettarmi da lui nell’ambito di Survivor (anche perché nel suo profilo non si parla minimamente di strategia ma solo di ovvietà motivazionali come “voglio vincere per dimostrare ai miei commilitoni che tutto è possibile) ma la sua partecipazione sarà sicuramente interessante a livello umano, un po’ come quella di Kelly Bruno durante Nicaragua.

Jackqueline “Jackie” Glazier ha 44 anni, viene da Melbourne, Victoria ed è una giocatrice professionista di poker.

Jackie si unisce alla folta schiera di giocatori di poker che hanno provato a cimentarsi nel gioco di Survivor quasi sempre senza grande successo (Jean-Robert Bellande (S15) ottavo, Garrett Adelstein (S28) diciassettesimo, Anna Khait dell’ODIO (S32) tredicesima in America; Adam Parkin (S4) ventitreesimo in Australia). Questa signora di Melbourne però ha almeno una ulteriore freccia al suo arco: vuole tenere nascosta la sua vera professione ai compagni, presentandosi come una campionessa di cubo di Rubik (?) e nascondendo l’aver vinto oltre un milione e mezzo di dollari nei tornei della World Series of Poker. C’è di interessante che è una fan di vecchia data del programma e si è iscritta di sua sponte dopo aver scoperto il tema della stagione alla presentazione dei palinsesti, quindi sa cosa significa mettersi in gioco in un ambito come questo ed è determinata anche a giocare sporco per arrivare più avanti possibile.

Lydia Lassila ha 36 anni, viene da Melbourne, Victoria ed è un’olimpionica di sci freestyle.

Lydia viene da Melbourne, ha due figli e ha partecipato a ben cinque edizioni delle Olimpiadi invernali, vincendo l’oro a Vancouver 2010 e il bronzo a Sochi 2014 nella categoria aerials. In Australia è una vera e propria leggenda, ha vinto premi e riconoscimenti a go-go e addirittura le è stato dedicato un documentario: è dura però immaginare come questa fama possa essere trasportata nel gioco di Survivor, con Lydia che dichiara di voler seguire gli ideali di onestà e sportività rappresentati da Lee Carseldine (secondo classificato di S3) e di essere in gara solo per vivere un’esperienza nuova.

Mathew “Mat” Rogers ha 42 anni, viene da Gold Coast, Queensland ed è un giocatore di rugby.

La storia sportiva di Mat è molto particolare: ha giocato in entrambe le categorie del rugby in Australia, il rugby league (più popolare in Australia) e il rugby union (quello conosciuto in tutto il mondo e con regole più strette). Figlio di un ex giocatore di rugby league, Mat ha giocato dal 1995 al 2001 nei Cronulla-Sutherland Sharks battendo il record di suo padre come marcatore più prolifico della storia del team; nel 2002 è passato al rugby union rappresentando il New South Wales e l’Australia sul piano internazionale, per poi tornare al rugby league nel 2007 per un comeback di scarsa rilevanza. Dopo il ritiro si è occupato principalmente di gestire una charity per i genitori di bambini affetti da autismo basata sulla sua esperienza personale con il primo figlio (un po’ la stessa storia di Luke Toki della scorsa edizione). Crede di poter vincere Survivor grazie ai valori che ha imparato tramite il rugby, ovvero la disciplina, l’anelito alla competizione e la testardaggine; non vuole però compromettere la propria onestà e il suo essere un giocatore di squadra.

Moana Hope ha 30 anni, viene da Melbourne, Victoria ed è una giocatrice di football australiano.

Moana è cresciuta in una famiglia povera di Broadmeadows assieme a tredici fratelli (una dei quali, Lavinia, soffre di una rara malattia neurologica ovvero la sindrome di Moebius) e al padre Gary tragicamente morto per un cancro quando lei aveva 12 anni. Gioca nei North Melbourne Kangaroos ed è una delle giocatrici di football preminenti nella AFLW, la lega di football australiano femminile istituita nel 2017; è inoltre la quota LGBT di questa stagione ed è fidanzata della modella svedese Isabella Carlstrom. Non sa bene cosa aspettarsi da un gioco come Survivor (RECRUIT ALERT) ma è determinata a dare tutto quello che ha e a dimostrare le sue capacità soprattutto fisiche.

Monika Radulovic ha 27 anni, viene da Sydney, New South Wales ed ha vinto Miss Australia nel 2015.

Figlia di genitori bosniaci emigrati in Australia nel 1992 allo scoppio della guerra, Monika è una studentessa di psicologia e modella che nel 2015 si è fatta notare al mondo vincendo il titolo di Miss Australia e classificandosi quarta a Miss Universo dietro a Filippine, Colombia e Stati Uniti (nell’edizione dove ci fu l’errore del conduttore sull’annuncio della vincitrice). Monika non ha esperienze di vita all’aperto ma vuole dimostrare di non essere soltanto la classica bella ma stupida; è molto competitiva (come tutte le pageant queens di successo) e spera di potersi mettere in gioco salvaguardando la sua onestà ma facendo anche di tutto per vincere.

Russell Hantz ha 45 anni, viene da Houston, Texas (USA) ed è il proprietario di una società di raffinazione del petrolio; ha inoltre partecipato a tre edizioni americane di Survivor, Samoa, Heroes vs. Villains e Redemption Island.

Si potrebbe scrivere un capitolo intero sulla storia di Russell Hantz, concorrente del Survivor americano che ha rappresentato uno spartiacque all’interno del gioco con le sue tre partecipazioni al programma. Correva l’anno 2009 quando si presentava ai nastri di partenza di Samoa (S19), trascinando la sua alleanza a 4 delle prime cinque posizioni dopo essere arrivati al merge sotto 8-4 grazie a svariati idol e al favoreggiamento implicito della produzione. La sua sconfitta ai danni di Natalie White, arrivata come conseguenza dell’aver antagonizzato tutta la giuria per 39 giorni, ebbe il risultato di riportare l’interesse all’interno di un format che era sembrato sparare le sue ultime cartucce: passano pochi mesi e Russell è già in gara a Heroes vs. Villains (S20), dove da totale sconosciuto – in quanto gli altri concorrenti non avevano potuto vederlo giocare nella sua stagione – distrugge molte delle leggende del programma (Boston Rob, Tyson Apostol, Coach, J.T.) e si fa trascinare in fondo da Parvati Shallow, l’unica concorrente talmente disperata da essere costretta a prenderlo sotto la propria ala. Malgrado l’essere stato protagonista – con i soliti idol, ma anche qualche errore stupido – per tutta la stagione, al voto finale è chiaro come nessuno degli altri concorrenti lo rispetti veramente ed arriva il secondo flop, con Russell che finisce a zero voti dietro a Sandra Diaz-Twine e alla stessa Parvati. Ma i fan di Survivor lo amano: arrivano due vittorie consecutive dello Sprint Player of the Season e un culto incondizionato (all’inizio abbastanza giustificato, col passare del tempo sempre meno) all’interno della galassia del pubblico di Survivor, sempre più condizionata – e sobillata da Jeff Probst – a pensare che Russell avrebbe dovuto portare a casa ALMENO il titolo di Samoa e che le bitter juries, in realtà una reale conseguenza del gioco, siano il male del mondo e vadano debellate.

Il giochino inizia a scricchiolare con la terza apparizione di Russell, in una stagione costruita apposta per regolare i conti con il rivale di HvV “Boston Rob” Mariano (ma non potendo chiamarla direttamente Rob vs. Russell si deve comunque fare finta di portare in gara altri sedici inutili). Boston Rob vince una stagione DOMINATA dal giorno 1 (col tacito aiuto di buona parte dei concorrenti, alcuni dei quali – Andrea Boehlke – sapranno in seguito raddrizzare la propria legacy, altri – Natalie Tenerelli e Ashley Underwood – molto meno), Russell Hantz esce per terzo e perde pure il primo duello per rientrare in gioco dalla Redemption Island. Uscito con le ossa rotte dalla terza stagione in due anni, il villain texano sparisce dalla circolazione e così pure fanno i suoi fan (anche se l’era degli Hantz nei programmi CBS non mancherà di qualche rigurgito di indipendenza con le partecipazioni del nipote Brandon a Survivor (S23, S26) e del fratello Willie al Big Brother (S14)). A distanza di ben sette anni Russell si rimette ora in gioco in Australia, pronto a dimostrare che solo gli americani sanno giocare a Survivor (LOL), che deve provare al mondo di essere bravo come dicono i suoi fan (LOOOOOOOL) e che lui è ancora il più grande giocatore di Survivor sulla faccia della Terra (LOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL).

Samuel Hinton ha 26 anni, viene da Brisbane, Queensland ed è un astrofisico.

Non solo forza fisica nella tribù dei Champions: Sam, ventiseienne del Queensland, è un promettente astrofisico già insignito del Bok Prize (premio assegnato dalla Società Astronomica d’Australia al miglior studente universitario magistrale). Oltre ad aver pubblicato sedici lavori accademici e ad aver tenuto conferenze in tutto il mondo, Sam è anche un ingegnere robotico e di software, conosce ben 14 linguaggi di programmazione e sta attualmente tenendo un dottorato in filosofia. La sua partecipazione è interessante perché spesso lo slot del “nerd” è rappresentato dal superfan di turno, non da un completo neofita senza un grande background di conoscenza del gioco. Sam sa che la statistica gli gioca contro ma è determinato a fare il possibile per fare bella figura: in caso di vittoria, si comprerebbe una macchina e aiuterebbe finanziariamente famiglia ed amici.

Shane Gould ha 61 anni, viene da Bicheno, Tasmania ed è una leggenda del nuoto australiano.

Sono EMOZIONATISSIMO per la presenza in gioco di Shane, campionessa australiana di nuoto che ancora sedicenne vinse tre ori, un argento e un bronzo alle Olimpiadi di Monaco 1972 – arrivando prima dei 17 anni a detenere tutti i record del mondo dai 100 ai 1500 metri stile libero. Shane oggi ha quattro figli e si divide fra Sydney e la natia Tasmania, dove vive una vita rurale ed alleva cavalli. Malgrado l’età è ancora in ottima forma fisica e ci tiene a dare il suo contributo nelle prove acquatiche e non solo; in più ha svolto un’adeguata ricerca prima di partecipare a Survivor, si è allenata anche fisicamente ed è determinata non solo a far bella figura, ma anche ad arrivare in fondo. Se supera i primi voti (dove sarà presa di mira per via dell’età) la vedo molto avanti.

Sharn Coombes ha 41 anni, viene da Melbourne, Victoria ed è un’avvocato penalista.

Con la sua esperienza nelle corti tribunali australiane, dove è riconosciuta come una degli avvocati più bravi e quotati, Sharn si candida a una facile vittoria se riuscirà a raggiungere la F2 e ad affrontare la giuria di Survivor. Forse la meno conosciuta fra i dodici membri della tribù dei Champions, si propone come una perfetta triple threat all’interno della competizione: è sicuramente intelligente e smaliziata al punto giusto, non trascura la parte sociale del gioco ed ha buone doti anche a livello fisico (triathlon, corsa, ciclismo, pilates). È sposata con quattro figli ed è una grande fan del gioco, pur non avendo mai provato ad iscriversi prima di questa stagione. Per me è sicuramente una dei concorrenti da tenere d’occhio ha le potenzialità per essere una delle sorprese della stagione.

Steve Willis ha 42 anni, viene da Sydney, New South Wales ed è uno specialista nel campo del fitness.

Tolto Russell, più popolare in America che in Australia, “Commando Steve” è sicuramente il personaggio di richiamo di questa stagione: dal 2009 al 2015 è stato il trainer all’interno dell’edizione australiana di The Biggest Loser e si è costruito un nome come uno dei più importanti personal trainer ed esperti di fitness in tutta la nazione. Ha un background militare e si è classificato in quarta posizione nell’edizione 2009 dei CrossFit Games (allora il livello era ad essere buoni 1/10 di quello attuale, ma è pur sempre tanta roba). La sua partecipazione ha fatto alzare qualche sopracciglio perché in Australia è davvero molto popolare e sembra caratterizzarsi anche più di Lydia come il Lee Carseldine di quest’anno ed essere poco disposto a rischiare di giocarsi la faccia, ma sicuramente ha la possibilità di arrivare al merge e poi di fare piazza pulita delle prove immunità individuali.

Nico89Rc ha detto
Ehii dove si possono trovare gli ep ? 
  

http://www3.project-free-tv.ag.....-survivor/

Pupi87 ha detto

Onestamente io sono uno dei rari estimatori di Russell perchè il suo gameplay aggressivo e che si vede mi piace molto (à la Tony di s28 anche) anche se ovviamente è efficace al primo giro ma non rende affatto presentandosi come returning. Però boh spero possa farci vedere altro.

@Pupi87 hitting the nail on its head 

Fra l'altro sarò impopolare, ma a mio parere Tony (per quanto gli voglia bene) è soltanto un Russell che ce l'ha fatta. Super aggressivo nella sua stagione e vittoria meritata, ma senza il super idol (e tutti gli altri) lo avrebbero spedito molto presto in un posto dove non batte il sole e il suo ritorno per Game Changers, seppur iconico, lo ha dimostrato.