Utente
9 settembre, 2013
Magari mi fosse sfuggita, @antal ...semplicemente è finita all'una di notte e sono stato fuori tutto il giorno
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Ci lamentiamo tanto del nostro Festival perchè anno dopo anno risulta sempre più anacronistico nel contesto musicale italiano, ma se confrontato con il Festival da Cançao portoghese Sanremo sembra quasi un programma moderno. Presentatore over 70, ospiti musicali scongelati dal 1945 apposta per l'occasione, canzoni che avrebbero potuto rivaleggiare con Vola Colomba e Grazie dei Fiori, palco e videografica che ricordano immancabilmente gli anni '80 e primi '90...I portoghesi lo considerano esattamente come noi consideriamo Sanremo (da qui il paragone di cui sopra) e qui però sbagliano, perchè era chiaro fin dalle due semifinali che le uniche due canzoni che avessero la minima possibilità di dare un buon risultato al Portogallo erano Outra vez primavera - pezzo world music misto fado della 30enne Yola Dinis - e À espera das canções, ballad eseguita da Simone de Oliveira, classe 1938, rappresentante portoghese nel 1965 e 1969, una delle poche vere QUEENS del panorama musicale internazionale.
Ho passato tutto ieri pomeriggio a leggere i commenti più acidi della storia sul sito della RTP, dove si definiva Simone "una vecchia babbiona" e si criticava Yola perchè troppo antiquata e stereotipica (però non vi lamentavate quando Vania Fernandes arrivava tredicesima con una canzone pressochè identica, eh?). L'unica canzone delle sei finaliste che veniva universalmente esaltata era quella di Leonor Andrade (semifinalista di A Voz de Portugal), proposta decisamente più moderna delle altre ma anche di qualità decisamente più bassa.
Lo show è cominciato alle 22.25 con l'ultima performance dei sei cantanti rimasti in gara. Alla superfinale sarebbero passati i primi due della classifica del pubblico più il preferito della giuria di qualità, che si sarebbero affrontati in un ultimo round 100% televoto. La fine del primo turno di televoto piazzava in prima posizione Leonor Andrade, seconda la paraculissima Um fado em Viena (Una canzone fado a Vienna) di Teresa Radamanto, terza Simone de Oliveira e quarta Yola Dinis. La giuria ha quindi ben pensato di scegliere Gonçalo Tavares e la sua Tu tens uma màgica (probabilmente la canzone più vecchia e noiosa della storia della musica), relegando Simone e Yola ovvero le due REGINE della musica portoghese, la vecchia e la nuova (cit. Game of Thrones) ad un'eliminazione decisamente prematura. Sesto si è piazzato Josè Freitas con un pezzo che era praticamente un incrocio fra Í síðasta skipti dalla NF islandese di quest'anno e Cin cin inteso come la sigla di Colpo grosso.
Logicamente il secondo turno di votazioni non ha regalato sorprese, il pueblo portoghese è stato accontentato e ritroveremo a Vienna la succitata Leonor Andrade, con la canzone Hà um mar que nos separa (C'è un mare che ci separa), scritta e composta da Miguel Gameiro. Al Portogallo tanti auguri di buona permanenza in semifinale.
Il video (dalla finale di iersera):
Utente
9 settembre, 2013
pazzoreality ha detto
Eh, bellissima la Spagna in alcuni punti mi ricorda un po' troppo Loreen, ma niente da dire sulla canzone.
Apro e chiudo una parentesi - si dice Amanecer sia stata rifiutata da Loreen stessa dopo che gli era stata proposta per il suo nuovo disco.
Che orecchio
Utente
7 agosto, 2013
ge_aldrig_upp ha detto
pazzoreality ha detto
Eh, bellissima la Spagna in alcuni punti mi ricorda un po' troppo Loreen, ma niente da dire sulla canzone.Apro e chiudo una parentesi - si dice Amanecer sia stata rifiutata da Loreen stessa dopo che gli era stata proposta per il suo nuovo disco.
Che orecchio
loreen pazza
e la somiglianza in alcuni punti l'avevo notata pure io. la spagna ha una canzone potenzialmente vincitrice, che comunque si piazza sempre bene all'ESC. complimenti a lei quest'anno sta mandando in questi ultimi anni canzoni sempre più forti
Utente
9 settembre, 2013
https://twitter.com/escgo/status/574678138266984448
La Romania ha fatto una NF molto divertente, 12 canzoni scelte fra 81 presentate di cui almeno 3 o 4 sarebbero state improponibili a una qualsiasi sagra di paese. Poi c'è stata Ruslana (vincitrice dell'Eurovision 2004 per l'Ucraina) come interval act, la quale ha cantato tutta la sua discografia per poi lanciare un appello di pace per la sua patria - prontamente censurato dalla regia che ha staccato sui due presentatori della serata. Solo che sul palco Ruslana ha continuato ad urlare il suo messaggio ad un volume molto più alto di quello dei due poveri conduttori, costringendo il regista a staccare nuovamente su di lei, padrona della serata, per lanciare il suo nuovo (in realtà del 2013) singolo Euphoria (dal titolo FANTASIOSISSIMO).
Tra una trashata e l'altra (vi basti sapere che una delle concorrenti era in semi-topless con solo un paio di tassels a forma di...cozze, credo, a coprirle il decollètè, e che durante l'esibizione le è esploso un giro di fuochi artificiali da sotto la gonna) siamo arrivati alla proclamazione del vincitore, scelta comune del televoto (per vincerlo bastavano circa 5000 voti) e della giuria di qualità formata da cinque esperti musicali. Hanno vinto i Voltaj, un gruppo pop-rock di Bucarest attivo da oltre trent'anni, già insignito del Best Romanian Act agli MTV Europe Music Awards 2005. I cinque membri della band, ovvero Călin Goia (voce), Gabi Constantin (chitarra elettrica), Adrian Cristescu (tastiere), Valeriu Ionescu (basso) e Oliver Sterian (batteria), sono anche gli autori di De la capăt (Dall'inizio), brano con cui rappresenteranno la Romania al prossimo Eurovision, in questa versione o più probabilmente con l'edizione inglese dello stesso brano dal titolo All over again.
Il video della finale:
La mia personalissima menzione d'onore va ai CEJ, gruppo svedese formatosi sulle ceneri dei Rednex (sì, quelli che anche voi conoscete per Cotton Eyed Joe), dopo che per un periodo due band diverse avevano condiviso lo stesso nome, anche con una quantità di strascichi legali. Tre dei sei componenti originari, tra cui la QUEEN OF THE WORLD Annika Ljungberg detta Mary Joe, sono tornati insieme sotto il nome di CEJ (acronimo del titolo del loro singolo più famoso) e si sono iscritti alla selezione rumena con il brano modern country We Were In Love, liberamente ispirato ai Lady Antebellum e a Don't let me be lonely dei The Band Perry. Si sono classificati sesti (e ovviamente primi nel mio cuore )
Utente
9 settembre, 2013
La Polonia ha annunciato la sua rappresentante tramite scelta interna. Si tratta di Monika Kuszyńska con la canzone In The Name Of Love, powerballad scritta e composta da ignoti Monika stessa assieme a suo marito Kuba Raczyński. L'unica cosa che si sa al momento è che Monika è invalida permanente, sulla sedia a rotelle dopo un incidente in macchina occorsole nel 2006.
Utente
9 settembre, 2013
Oggi hanno presentato, tramite selezione interna, anche Belgio e Repubblica Ceca.
La Repubblica Ceca torna all'ESC dopo tre partecipazioni senza alcuna qualificazione in finale (l'unica mai finalista fra le nazioni in gara quest'anno, oltre ovviamente all'Australia che però verrà assimilata alle Big 5). Si tratta della nazione di minore successo nella storia dell'Eurovision: i Kàbat arrivarono 28esimi su 28 (con 1 punto) nella semifinale unica del 2007, Tereza Kerndlovà 18esima su 19 (con 9 punti) nella seconda semifinale 2008, addirittura i Gipsy.cz ultimi con il temuto nul points nella prima semifinale 2009.
La canzone con la quale i cechi tenteranno il primo passaggio in finale della loro breve storia eurovisiva si intitola Hope Never Dies e verrà cantata dal 34enne interprete, compositore (anche di questo pezzo) e attore Vàclav Noid Bàrta, in duetto con la vocalist metal di base tedesca Marta Jandovà. Si tratta di una rock ballad che può considerarsi l'incrocio fra Valentine Lost (Islanda 2007) e Let' tmou (Slovacchia 2009): una buona performance e uno staging decente potrebbe garantire alla Repubblica Ceca la loro prima, storica qualificazione.
Anche il Belgio ha sofferto e non poco da quando è cominciata l'era delle semifinali: una finale diretta (gli Xandee nel 2004 erano già finalisti grazie al terzo posto del 2003) e due qualificazioni, equamente divise fra parte vallone e parte fiamminga. Come tutti gli anni dispari toccava alla televisione della Vallonia (RTBF) selezionare il rappresentante del Regno all'Eurovision di Vienna, e fin da novembre i loro piani sono stati chiari: selezione interna del cantante Loïc Nottet, diciottenne di Courcelles già secondo classificato nella terza stagione di The Voice of Belgium. Il brano che Loïc canterà a Vienna si intitola Rhythm Inside, è un pezzo di genere contemporary pop chiaramente ispirato a Royals di Lorde con un cantante che è a tutti gli effetti la sua controparte maschile. La musica del brano è dello stesso Nottet, mentre il testo è stato scritto da Beverly Jo Scott, mentore del ragazzo durante la sua partecipazione a The Voice.
Stanno via via pubblicando i video ufficiali con modifiche e revamp vari... Cipro praticamente identica, la Georgia è migliorata abbastanza, la Bielorussia mi piace ancor più di prima mentre Malta si sono accorti che la tizia non reggeva proprio nel ritornello e n'è uscita una versione che mi piace meno dell'originale - che non mi faceva impazzire -
Heads up all the way
Cause it's too late to be afraid
There's no time to rest
I wanna go and see what's next
Utente
9 settembre, 2013
Ricorre quest'anno il 100° anniversario del genocidio armeno ad opera dell'Impero Ottomano, e il canale televisivo di stato AMPTV ha pensato di estendere la commemorazione all'Eurovision Song Contest mediante la creazione di un progetto innovativo e particolarissimo: un supergruppo vocale di sei cantanti chiamato a sensibilizzare l'Europa intera sul tema del genocidio, giusto perchè un po' di riferimenti politici non potevano mancare all'Eurovision anche quest'anno (e sarebbero pure vietati dal regolamento, ma sappiamo tutti che Jon Ola Sand in questi casi è sempre disposto a chiudere uno e finanche entrambi gli occhi).
Cinque dei sei membri che compongono il progetto Genealogy sono armeni che sono nati o risiedono ognuno in un continente diverso (Europa, Africa, Asia, Oceania ed Americhe) e allo stesso tempo rappresentano i cinque petali del non-ti-scordar-di-me, fiore scelto a simbolo della commemorazione. Il pistillo del fiore è invece rappresentato dal sesto ed ultimo artista, che rappresenta invece l'Armenia stessa.
I sei artisti componenti del progetto Genealogy sono stati presentati, uno alla volta, lungo tutto il mese di febbraio e inizio marzo. Si tratta di Essaï Altounian, cantante residente a Parigi (Europa); Tamar Kaprelian, musicista e cantante di Scottsdale, Arizona, resa celebre dalla sua cover di Apologize degli One Republic (America); Vahe Tilbian, cantante R&B nato in Etiopia (Africa); Stephanie Topalian, stella del pop giapponese nata negli Stati Uniti da genitori armeni (Asia); Mary Jane O'Doherty, cantante d'opera cresciuta in Australia (Oceania). A legare insieme i cinque membri della diaspora sarà una vecchia conoscenza eurovisiva, ovvero Inga Arshakyan - 32enne cantante folk di Yerevan che rappresentò l'Armenia all'Eurovision 2009 assieme alla sua sorella maggiore Anush, arrivando decima.
La canzone è stata presentata oggi, si intitola Don't Deny ed è un tourbillon di tutti i generi che hanno reso celebri i vari cantanti del gruppo. La musica è di Armen Martirosyan (già autore di Apricot Stone, la STORICISSIMA entry armena del 2010 che forse avrebbe dovuto vincere al posto di Lena), mentre il testo è di Inna Mkrtchyan.
Inga ho amato Armenia 2009 e 2010...comunque per quanto riguarda questa canzone al momento non mi fa impazzire ma non è male, e poi mi piace molto il progetto che c'è dietro
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Utente
9 settembre, 2013
Con un giorno di anticipo ha presentato anche Israele, di cui si sapeva da un paio di settimane la scelta del cantante: Nadav Guedj, 16enne (!) nato a Parigi da famiglia israeliana, vincitore del programma di preselezione (solo quest'anno) HaKokhav HaBa. Ora conosciamo anche la canzone, dal titolo Golden Boy, scritta e composta da Doron Marali il cui principale claim to fame è l'aver composto la canzone ufficiale del Tel Aviv Gay Pride 2013. La canzone è un incrocio fra una qualsiasi hit di Justin Timberlake e Zjarr ë ftohtë di Luiz Ejlli (Albania 2006).
Ah, e il ritornello "and before I leave/let me show you Tel Aviv" è già la BEST LINE OF THE YEAR.
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