Ho letto questa mattina un lunghissimo articolo recensione (anche se lo definire più un articolo di critica) in cui la redattrice di un noto sito web si è scagliata a muso duro contro l'operato della Rai e dell'accoppiata Federico Russo - Flavio Insinna in occasione della finale di Eurovision 2016. 

Durante la finale in diretta su Rai 1 è riemersa tutta la provincialità della tv italiana. E' bastata l'anteprima per capire che la cifra del nostro racconto sarebbe stata quella solita, fatta di campanilismo autocompiaciuto, sostanziale disinteresse per il resto dello show, totale autorefenzialità, completa implosione sulla Michielin. La citazione di Totò e Peppino a Milano - con Insinna vestito a mo' di terzo fratello Capone con colbacco perché "a Stoccolma non può fare caldo" - basta ad appiattire l'anteprima sui ritriti luoghi comuni tanto cari alla nostra tv.

[...] Tutto il nostro commento si concentra sul nostro ombelico: il gioco delle parti tra Insinna, chiamato a interpretare 'l'italiano medio', e Federico Russo, nel ruolo invece del 'gggiovane' cosmopolita. Non ci si sposta dalla campagna voti per la Michielin, si trasmettono i videomessaggi per la Michielin, i commenti sulla Michielin, le interviste alla Michielin [...]Tanto l'italiano medio non sa l'inglese, quindi che fa?

La domanda, dunque, sorge spontanea: