Utente
9 settembre, 2013
Prima semifinale in archivio e DAMN. Se volevamo archiviare degnamente il pasticciaccio di tutta l'edizione 2018, questa non poteva essere che la risposta migliore
Pazzeschi i quattro host, pazzesche le sette proposte in gara, pazzeschi gli interval act, pazzesco tutto quanto. Se il buon giorno si vede dal mattino, penso che questa edizione ce la ricorderemo davvero a lungo
(ah, recuperatevi l'interval act a tema Israele con Sarah Dawn Finer che interpreta Netta ed Eric Saade che fa Dana International uno dei momenti migliori degli ultimi 10 anni)
I RISULTATI
FINALE: Mohombi, Wiktoria
ANDRA CHANSEN: Anna Bergendahl, Nano5. Zeana feat. Anis Don Demina
6. High15
7. Arja Saijonmaa
Non ci credevamo molto ma il sondaggio delle prove generali stavolta ci ha preso davvero, e abbastanza a ragione visto e considerato tutto quanto in generale il livello dei primi 4 è stato altissimo, e penso che potremmo trovarli davvero tutti e quattro in finale il 9 marzo.
Mohombi passa il turno con una rielaborazione in chiave moderna della performance con cui Måns Zelmerlöw vinse l'Eurovision nel 2015 (però venduta in modo davvero forte e convincente, nulla da dire davvero) e ce la fa per la terza volta su tre pure Wiktoria, la cui performance vocale impeccabile ed impreziosita da una performance d'effetto (con tanto di velo di pioggia sotto la quale Wiktoria canta per gli ultimi 30") ha conquistato sicuramente i cuori dei telespettatori e la pone come una candidata serissima anche per la vittoria finale. Un passo indietro per Nano, il cui tributo al figlio William non basta per la finale diretta ma conquista un posto al round di ripescaggio - dove troveremo anche la rediviva Anna Bergendahl, forse un po' ostacolata da una canzone e una performance d'effetto ma forse un po' old-fashioned per le fasce di votanti più giovani.
Ci salutano purtroppo Zeana feat. Anis Don Demina (che in altri contesti avrebbero sicuramente meritato un posto fra i 4), la girlband High15 e la quota over rappresentata comunque alla grande dalla bravissima e applauditissima 74enne regina dello schlager Arja Saijonmaa
Utente
2 maggio, 2016
Mamma mia che show
ho adorato il tributo alle vittorie israeliane (complice anche il fatto che sono 4 bei vincitori) ma Eric con il piumaggio di Dana mi ha dato il colpo di grazia dopo le ballerine di Netta
Risultati assolutamente giusti anche se prevedibilissimi e proposte che si sono confermate valide
Anna resta la mia preferita anche se mi è sembrato che il contorno (sfondo a foresta, abito grigio) poco avesse a che fare con la canzone
Mohombi ha l'esibizione più il più efficace e direi che sarebbe il vincitore tipico sullo stile di Robin/Benjiamin ma molto più accessibile... l'esibizione è un po' Heroes un po' Hear them calling ma è molto ben costruita
Bene anche Wictoria nonostante i tentativi di sedurre il microfono mi distraevano e alla fine l'esibizione con i bambini di Nano è stata efficace. piaciuti anche il duetto e Arja
le uniche che non mi sono piaciute le ragazze di High15 più che altro perchè troppo lunga e mi sembrava non finisse mai
Utente
9 settembre, 2013
Melfest,Mohombi,Wiktoria y Nano son trendic topic en España #melfest pic.twitter.com/fg8Bq5HRtg
— PANEM 🍍 (@PanemShepherd) February 2, 2019
We did it again 🙂 Trending 4th in the UK #melfest pic.twitter.com/8DWMPZGtvV
— Dan (@mr_kelsey_) February 17, 2018
MA NE PARLIAMO?
Mamma mia il MERCATO che ci sarebbe, sia in UK che in Spagna, per una selezione nazionale con tutti i crismi e non 'sti inutili Eurovision: You Decide (tra gli scarti della BBC) e Objetivo/Destino/Mira quien va a/Vamos a ganar todo Eurovisión
Utente
9 settembre, 2013
MELODIFESTIVALEN 2019 – DELTÄVLING 2 (Malmö Arena, Malmö)
- Andreas Johnson – Army Of Us
T/M: Andreas Johnson, Jimmy Jansson, Sara Ryan, Andreas “Stone” Johansson, Sebastian Thott
Chance di qualificazione diretta: 47%
Andreas Johnson ha 48 anni, viene da Bjärred ed è un cantautore pop/rock con dieci dischi all’attivo. Il suo principale claim to fame è Glorious, uscita esattamente vent’anni fa (feel old yet?) e diventata in breve una hit internazionale grazie al suo utilizzo in diversi spot promozionali. È stato uno dei primi veri BIG della musica svedese a partecipare al Melodifestivalen, piazzandosi terzo nel 2006 con Sing For Me per poi ritornare fin troppe volte: secondo nel 2007 con A Little Bit Of Love (che avrebbe dovuto vincere), fuori al round di ripescaggio nel 2008 con One Love in duetto con Carola, sesto nel 2010 con la FANTASTICA We Can Work It Out, di nuovo fuori al ripescaggio nel 2012 con Lovelight, addirittura ultimo in semifinale nel 2015 con Living To Die. Ha all’attivo anche una partecipazione da compositore nel 2014, aiutando ad uccidere definitivamente la carriera di YOHIO solo sesto classificato in finale con To The End.
A quasi cinquant'anni Andreas torna al MF per l'ennesima svolta di carriera, andando ad abbracciare un sound più simile a quello di Glorious rispetto a quello delle sue precedenti partecipazioni ma facendosi ispirare anche da Avicii (RIP) e soprattutto dalle ultime release dei Coldplay. É un pop/rock da arena che potrebbe comunque convincere un pubblico che lo ama (malgrado abbia perso molta credibilità rispetto agli anni d'oro) e consentirgli di centrare un posto almeno nei primi 4.
- Malou Prytz – I Do Me
T/M: Isa Tengblad, Elvira Anderfjärd, Fanny Arnesson, Adéle Cechal
Chance di qualificazione diretta: 9%
Malou Trasthe Prytz è nata a Ryd nel DUEMILATRE ed è una totale esordiente nel mondo della musica.
I Do Me è scritta da ISA (MF 2015, 2016) e si sente: si tratta più o meno dello stesso genere musicale, un pop facile facile senza troppe pretese che ricalca un po' tutte le popstar che tirano in America (allora era Taylor Swift, Malou è più una Katy Perry prima maniera). Ci sta e sarebbe proprio il tipo di entry con cui la Svezia dovrebbe partecipare e vincere tutto allo Junior Eurovision, ma al Melodifestivalen credo abbia ben poche chance.
- Oscar Enestad – I Love It
T/M: Emanuel Abrahamsson, Parker James, Oscar Enestad
Chance di qualificazione diretta: 9%
Oscar Enestad ha 21 anni, viene da Stoccolma e come Felix Sandman l’anno scorso è uno dei transfughi della boyband FO&O (già The Fooo Conspiracy) scioltasi inopinatamente dopo il fallimento della loro partecipazione al Melodifestivalen 2017 con Gotta Thing About You. Questa partecipazione segna il suo debutto da artista solista sul palco del Melodifestivalen, ma si è fatto notare l’anno scorso con l’uscita di un paio di singoli.
I Love It è un brano destinato a far discutere, in quanto racconta il rapporto fra Oscar e la sua attuale fidanzata - la 50enne psicologa Cecilia Dahlbom. Si tratta di un brano allegro e spensierato, quasi da discoteca, che parla di quanto Oscar ami questo rapporto malgrado sia osteggiato dai genitori e della famiglia. Alle prove non è piaciuto particolarmente (addirittura sesto su 7 nel sondaggio del venerdì sera) ma i suoi trascorsi nei FO&O, la sua popolarità e uno show tecnologico e coinvolgente potrebbero permettergli di rimanere attaccato al treno per la top5.
- Jan Malmsjö – Leva livet
T/M: Anderz Wrethov, Elin Wrethov, Johan Bejerholm
Chance di qualificazione diretta: 4%
Jan Malmsjö ha 86 anni, viene da Lund ed ha una carriera più che cinquantennale che comprende un po’ tutti i campi dell’arte performativa (canto, teatro, cinema, musical e così via). Ha all’attivo una partecipazione al Melodifestivalen con Hej clown (Ciao, clown) nel 1969 quando si classificò primo a pari merito con Tommy Körberg, ma perse la vittoria e il biglietto per l’Eurovision in uno spareggio. È sposato con l’attrice Marie Göranzon, vista qualche anno fa al Melodifestivalen in quello sketch divertentissimo dove leggeva in modo teatrale il testo di Samba Sambero di Anna Book
Leva livet (Vivi la vita) è un po' la versione riveduta e corretta di Älskar du livet (Tu ami la vita), la canzone con la quale Björn Kjellman a un certo punto era sembrato poter piazzarsi benissimo nel 2006 per poi chiudere nono. Nel ritornello è più a metà fra Roger Pontare e Kalle Moraeus, in un brano comunque degno di competere ma che dubito possa proiettarlo in una posizione migliore del proverbiale settimo posto.
- Vlad Reiser – Nakna i regnet
T/M: Lukas Nathansson, John Hårleman, Vladislav Melesjtjenkov, Chris Enberg
Chance di qualificazione diretta: 16%
Vladislav Melesjtjenkov AKA Vlad Reiser ha 25 anni, è originario della Bielorussia ed è uno YouTuber il cui canale conta oltre 400 000 iscritti. Questa partecipazione al Melodifestivalen marca il suo debutto nel mondo della musica.
Pur arrivando sulla scia di illustri predecessori (in particolare il quartetto "comico" De vet du, fuori al ripescaggio nel 2017) Vlad si presenta sulla scena del Melodifestivalen come cantante e non come YouTuber: la canzone è un po' un rip-off di All The Feels di Renaida, un pop con accenni tropical house con coreografia basica di ballerini. Può starci per un posto nei 4 visto come farà piazza pulita del voto nelle categorie 3-9 e 10-15 anni, ma la sua performance vocale lascia abbastanza a desiderare e non promette particolarmente bene.
- Hanna Ferm & LIAMOO – Hold You
T/M: Jimmy Jansson, Fredrik Sonefors, Hanna Ferm, Liam Pablito Cacatian Thomassen
Chance di qualificazione diretta: 82%
Liam Cacatian Thomassen AKA LIAMOO ha 21 anni, è di origini filippine, ha vinto Idol 2016 e torna al Melodifestivalen dopo il sesto posto raccolto l’edizione passata con Last Breath. A questo giro unisce le forze con Hanna Ferm, 18enne di Pixbo nel Västergötland, seconda classificata ad Idol 2017 dietro a Christoffer Kläfford.
L'ispirazione di questa Hold You è chiaramente Dusk Till Dawn di Zayn e Sia ed è un immaginario che all'interno del MF, con tanto di scenografia con lenzuoli al vento, ci piace e sicuramente è spendibile in chiave qualificazione e perché no vittoria finale. É un brano apparentemente molto forte e d'impatto, le voci di Hanna e Liam si mescolano molto bene e già in prova hanno conquistato i favori del pubblico (quasi il 40% delle preferenze ieri sera fra gli spettatori della prova generale). Al momento sono tornati a guidare la classifica complessiva delle scommesse e credo che la qualificazione alla finale del 9 marzo per loro sia destinata ad essere pura formalità.
- Margaret – Tempo
T/M: Anderz Wrethov, Jimmy Jansson, Laurell Barker, Sebastian von Koenigsegg
Chance di qualificazione diretta: 33%
Małgorzata Jamroży ha 28 anni, è nata a Stargard Szczeciński in Polonia ed è polacca a tutti gli effetti, ma si è stabilita musicalmente in Svezia ormai da qualche anno. Il suo debutto nella scena eurovisiva avviene nel 2016 quando con un team 100% svedese arriva da favoritissima alla selezione polacca con Cool Me Down, classificandosi soltanto seconda per colpa di una performance vocale non all’altezza. Nel 2018 debutta al Melodifestivalen con il chiaro intento di promuovere la sua musica preso il pubblico svedese, classificandosi al settimo posto finale con In My Cabana.
Tempo è sicuramente una proposta interessante e che muoverà parecchi cuori (anche pulsanti), ma ci era stata promessa la nuova Fuego e ci siamo ritrovati con la brutta copia di Bombo (Adelén, seconda classificata al MGP 2013) ed evidentemente questo al pubblico non è andato giù, visto come le quotazioni della cantante polacca siano cadute in picchiata fin dall'uscita dello snippet. Margaret canta bene, o almeno sembra perché sul ritornello è completamente coperta dalle coriste - un posto in Andra non credo glielo levi nessuno, ma al momento attuale credo sia il massimo a cui può ambire (e non le farebbe male, un po' come l'anno passato).
Game Ranking Winner 2017/2018
Game Ranking Winner 2020/2021
Utente
7 agosto, 2013
Utente
9 settembre, 2013
Edizione ridotta del mio recap causa Sanremo show sempre all'altezza delle aspettative, interval act TOP (recuperatevi quello intitolato Välkommen till Mello con Eric e Kodjo) e risultati tra i più incerti e sorprendenti degli ultimi anni
I RISULTATI
FINALE: Hanna Ferm & LIAMOO, Malou Prytz
ANDRA CHANSEN: Andreas Johnson, Vlad Reiser5. Margaret
6. Jan Malmsjö
7. Oscar Enestad
Sorprese su sorprese in questa seconda semifinale del Melodifestivalen: assieme ai quotatissimi LIAMOO e Hanna Ferm accede alla finale del 9 marzo addirittura la 15enne Malou Prytz, che partiva dall'odiata posizione #2 e solo stamattina era accreditata di un misero 9% di chance di qualificazione diretta. All'Andra Chansen troveremo Andreas Johnson (dopo 7 anni) e l'esordiente Vlad Reiser; questo sancisce la sorprendente eliminazione al primo turno di Margaret, una dei candidati più scontati e sponsorizzati a un posto da protagonista in questa edizione del MF.
Oscar Enestad non riesce a seguire le orme di Felix Sandman e si schianta addirittura in ultima posizione, battuto addirittura da un Jan Malmsjö che è riuscito a scordarsi metà del testo della sua Leva Livet.
EDIT: è stato svelato come in realtà Oscar abbia preso oltre 100mila voti più di Jan, ma sia finito dietro per colpa del nuovo sistema di voto che premia chi riesce a far bene in tutte le demografiche
Utente
2 maggio, 2016
Questa settimana avevo controllato molto distrattamente gli spezzoni ma non mi avevano convinto e la semifinale si è rivelata abbastanza debole molto più della prima
alla fine Margaret era la mia preferita ma ha fatto la fine di Krista (cosa che mi aspettavo già l'anno scorso). Liamoo e Hanna mi aspettavo qualcosa di molto più fortem, anche se facilmente superavano le altr
dispiace per Oscar che avrei fatto passare ma credo abbia pagato oltre il nuovo sistema il confronto con Vlad.
Malou non capisco come sia passata
spero qualcosa di meglio nelle prossime settimane altrimenti Hello Mohombi
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Utente
7 agosto, 2013
Utente
9 settembre, 2013
MELODIFESTIVALEN 2019 – DELTÄVLING 3 (Tegera Arena, Leksand)
- The Lovers Of Valdaro – Somebody Wants T/M: Peter Boström, Thomas G:son, Erik Høiby Chances di qualificazione diretta: 5%
The Lovers of Valdaro è il nome d’arte del sodalizio musicale composto da Erik Gabriel Høiby (voce) e Adam Warhester (sintetizzatore). Sono i vincitori del concorso Svensktoppen Nästa di P4, che per il settimo anno consecutivo qualifica un esordiente ad un posto nei 28 anche se mai nessuno di questi è riuscito a centrare un posto almeno in Andra Chansen. Erik è abbastanza attivo nel mondo della musica e ha fatto da backing ai DoReDos, la proposta moldava all’Eurovision 2018 (assieme a Sara Li – già vista al MF 2012 – e a Konstantin Vecherskiy)
Si vede tantissimo che la SVT punta un sacco su questa proposta e sta facendo di tutto per farli almeno entrare nei 4: canzone su ritmi anni ‘80 scritta da due autori di punta come G:son e Boström (lo stesso team di Euphoria di Loreen!), messa in scena decisamente complessa ed “esagerata” per una wildcard e posizione nel running order pressoché perfetta. Il pubblico non sembra aver costruito alcun tipo di hype attorno a questa proposta, ma in una semifinale così aperta è impossibile escluderli dal discorso top4.
- Dolly Style – Habibi
T/M: Jimmy Jansson, Palle Hammarlund, Robert Norberg
Chances di qualificazione diretta: 45%
Le Dolly Style sono un trio di genere pop/bubblegum/eurodance messo assieme nel 2014 dai discografici Emma Nors e Palle Hammarlund sull’onda del successo di YOHIO (secondo al MF 2013 con Heartbreak Hotel e sesto nel 2014 con To The End) ed ispirato alla sottocultura fairy kei/gyaru/lolita. I personaggi che compongono il gruppo sono tre bambole nominate Holly, Polly e Molly e dotate di una loro backstory, anche se le cantanti che le “interpretano” sono cambiate più volte in questi quattro anni e ormai non comprendono più nessuna delle tre con le quali era partito il progetto. Si presentano per la loro prima partecipazione al Melodifestivalen con la formazione originale (Alexandra “Holly” Salomonsson, Caroline “Molly” Magnell ed Emma “Polly” Pucek) e con Hello Hi si qualificano al round di ripescaggio, dove vengono eliminate da Dinah Nah. Fra la loro prima partecipazione e la seconda, avvenuta nel 2016 con Rollercoaster (di nuovo fuori al round di ripescaggio) cambiano due componenti: Caroline Magnell viene sostituita da Mikaela Samuelsson nel ruolo di Molly, mentre Marielle Myhrberg sostituisce Emma Pucek nel ruolo di Polly. Dal 2016 a oggi ci sono ulteriori cambiamenti: l’unica componente originale ed “anima” del gruppo, Alexandra, molla a fine 2018 e viene rimpiazzata come Holly da Vilma Davidson. Vengono cambiate anche altre due Polly: dopo Marielle Myhrberg abbiamo Sarah von Reis (a fine 2016) e Carolina Aronsson (a fine 2018).
La canzone con cui le Dolly Style tornano in gara dopo tre anni si intitola Habibi (Amore mio) ed è scritta fra gli altri da Jimmy Jansson (MF 2002 con i The Poets, 2005 e 2007 da solista), uno che dovrebbe dedicarsi a cose molto più serie piuttosto che allungare la legacy di queste tre. Si tratta di un pezzo bubblegum con accenni tropical house/pseudoetnici, mettendo insieme la musica indiana, i richiami africani nel titolo e nel testo e la hula dance hawaiiana (ribattezzata dal trio Habibi Dance) in un racially insensitive mess che può davvero passare alla storia in negativo. Ovviamente gli svedesi, che normalmente sono sensibilissimi a certi temi, per qualche motivo le adorano e le hanno spinte al PRIMO POSTO del voto farlocco delle prove del venerdì sera. Spero di vederle fuori dai 4, ma temo fortemente che anche quest’anno non sarà così.
- Martin Stenmarck – Låt skiten brinna
T/M: Uno Svenningsson, Tim Larsson, Tobias Lundgren
Chance di qualificazione diretta: 12%
Martin Stenmarck ha 46 anni, viene da Täby ed è un cantante conosciutissimo in Svezia. Ha vinto il Melodifestivalen 2005 con Las Vegas (vittoria all’epoca contestatissima perché la giuria ribaltò il giudizio del pubblico che voleva Håll om mig (Tieniti stretto a me) di Nanne Grönvall) per poi classificarsi 19° all’Eurovision di Kiev. Ha all’attivo tante #1 in patria (le più famose sicuramente Sjumilakliv, 100 år från nu (A cent’anni da adesso) e 1000 nålar (1000 aghi), più altre due partecipazioni al Melodifestivalen nel 2014 con När änglarna går hem (Quando gli angeli tornano a casa) e nel 2016 con Du tar mig tillbaks (Tu ti riprendi me)).
Låt skiten brinna (Che vada tutto al diavolo, ma letteralmente sarebbe Lascia che la m*rda bruci) è una power ballad in svedese nello stile di Uno Svenningsson, che è anche autore del pezzo. Il brano sembra coinvolgente e contemporaneo, almeno più dell’ultima volta che Martin si è presentato al MF – ma in una competizione che ha spesso fagocitato artisti più “adulti” sarebbe già un gran risultato vederlo accedere al secondo turno di voto.
- Lina Hedlund – Victorious
T/M: Melanie Wehbe, Richard Edwards, Dino Medanhodzic, Johanna Jansson
Chance di qualificazione diretta: 13%
Lina Hedlund ha 40 anni e viene da Bollnäs. Ha partecipato al Melodifestivalen per cinque volte in diverse formazioni: nel 2002 con la sorella Hanna ed il brano Big Time Party (classificandosi nona), nel 2003 da solista con Nothing Can Stop Me (eliminata al round di ripescaggio), nel 2009, 2010 e 2014 come membro del gruppo Alcazar, nel quale subentra ad Annika Kjaergaard poco dopo la metà degli anni duemila. Con gli Alcazar raccoglie un quinto posto nel 2009 con la sempiterna Stay The Night e soprattutto sale sul podio nel 2014 con Blame It On The Disco.
Con questa Victorious, scritta fra gli altri dal maltese Richard Edwards e da Johanna “Dotter” Jansson (fatta fuori al primo turno del MF 2018 dopo essere stata presentata universalmente come la next big thing della musica svedese), Lina torna al suo genere d’elezione ovvero il più classico schlager – declinato però in chiave moderna ed apprezzabile anche dal pubblico più giovane. In piena corsa per un posto nei 4.
- Omar Rudberg – Om om och om igen
T/M: Omar Rudberg, Johan Lindbrandt, Robin Stjernberg, Jens Hult
Chance di qualificazione diretta: 30%
Omar Josúe Rudberg ha 20 anni ed è di origine venezuelana. Come Oscar Enestad settimana scorsa e Felix Sandman nel 2018, è salito al successo come membro della boyband FO&O (già The Fooo Conspiracy prima dell’abbandono di una delle “o”), assurta in breve al successo nazionale e non solo e poi distrutta dalla fallimentare partecipazione al Melodifestivalen 2017 (in cui entrarono per vincere ed uscirono undicesimi) con Gotta Thing About You. La partecipazione al MF 2019 rappresenta il suo debutto come solista.
Om om och om igen (Di nuovo, di nuovo e ancora di nuovo) è un pezzo midtempo in svedese/spagnolo fra l’R&B e il reggae, diverso dalla maggior parte delle proposte “latine” che abbiamo visto in questi anni al Melodifestivalen ma venduto benissimo dall’animale da palcoscenico che Omar è. Siamo un po’ già rimasti scottati la settimana scorsa dal settimo posto di Oscar, ma Omar era ben più rappresentativo negli equilibri dei FO&O e penso possa passare il turno (almeno per l’Andra Chansen) senza grossi patemi d’animo.
- Rebecka Karlsson – Who I Am
T/M: Rebecka Karlsson, Anderz Wrethov, Henric Pierroff
Rebecka Karlsson ha 18 anni, viene da Helsingborg e debutta ufficialmente nel mondo della musica dopo essersi classificata seconda ad Idol 2016 dietro Liam Cacatian Thomassen AKA Liamoo. Ha all’attivo anche due partecipazioni a Talang, la versione svedese del franchise Got Talent, nel 2009 e 2014 (fu semifinalista in quest’ultima).
Who I Am è un brano pop ispirato al potere del movimento #MeToo e nobilitato da una coreografia in cui quattro backing dancers interpretano quattro donne forti ed emancipate nelle loro professioni (ballerina, ginnasta, chef e pugile). Sembra la versione “seriosa” di (Åh) När ni tar saken i egna händer di After Dark ed infatti un po’ è così
- Jon Henrik Fjällgren – Norrsken
T/M: Fredrik Kempe, David Kreuger, Niklas Carson Mattsson, Jon Henrik Fjällgren
Chance di qualificazione diretta: 75%
Jon Henrik Fjällgren ha 29 anni, è nato a Cali in Colombia ed è stato adottato da piccolo da una famiglia svedese appartenente al gruppo etnico dei sami, che lo ha cresciuto a Mittådalen nel Norrland dove ha anche lavorato come pastore di renne. È assurto alla notorietà vincendo l’edizione 2014 di Talang (la stessa di Rebecka Karlsson) esibendosi interpretando canzoni tradizionali della cultura sami: per la verità non può essere definito propriamente un cantante, bensì un jojkare, o esecutore dello stile canoro del jojk, sviluppatosi nella cultura sami come un modo di cantare paragonabile allo yodel delle Alpi centrali. Ha partecipato a due edizioni del Melodifestivalen, classificandosi secondo nel 2015 con Jag är fri (Manne Leam Frijje) (Io sono libero) e terzo nel 2017 in featuring con tale Aninia con En värld full av strider (Eatneme gusnie jeenh dåaroeh) (Un mondo pieno di battaglie) e configurandosi come uno degli artisti della nuova generazione con più successo al Melodifestivalen.
In questa partecipazione con il brano Norrsken (Le luci del Nord), Jon Henrik si cimenta col canto oltre che con il jojk e va ad abbracciare sonorità più moderne e più legate allo stile musicale di Axwell e Ingrosso (i due fuoriusciti dagli Swedish House Mafia, nel loro più recente progetto “acustico”), pur mantenendo intatto l’immaginario legato al Nord e alla cultura sami che è tipico della sua proposta musicale. A me pare un po’ una cafonata (anche perché rifare la stessa cosa tre volte di seguito non è esattamente quello che voglio da un artista, ma buttarsi su una versione “gigiona” del proprio genere d’elezione lo trovo ancora peggiore), ma la Svezia gli vuole tanto bene e penso che il suo approdo in finale diretta sia l’unica certezza di questa terza semifinale.
Utente
9 settembre, 2013
xello ha detto
Non c'è "pace" per quella queen di Margaret. NERISSIMO
A me era addirittura arrivata voce che avesse provato (evidentemente senza successo, visto che hanno annunciato il gruppo Tulia ieri pomeriggio) a candidarsi per la Polonia dopo la sua inaspettata eliminazione
Utente
2 maggio, 2016
mi sembra una buona semifinale meglio della seconda sicuramente
The Loverso of Valdaro sono i migliori tra questi e spero vivamente passino
Jon Henrik voglio ascoltarlo meglio ma mi pare la proposta più debole che abbia presentato ma in finale già c'è
gli altri posti se li giocano e Martin è l'unico che escluderei del tutto. Se dovessi azzardare un secondo finalista direi Linda che mi ha ricordato molto Party Voice ma può andare in entrambi i modi. Rebecka pure sono sicuro passi ma non so se in finale o solo al ripescaggio
Gli altri se la giocano, darei meno possibilità alle Dolly Style ma dopo settimana scorsa non so che pensare
comunque fino ad ora l'unico che vedo vincitore è Mohombi
Utente
9 settembre, 2013
BlueBlau ha detto
mi sembra una buona semifinale meglio della seconda sicuramenteThe Loverso of Valdaro sono i migliori tra questi e spero vivamente passino
Jon Henrik voglio ascoltarlo meglio ma mi pare la proposta più debole che abbia presentato ma in finale già c'è
gli altri posti se li giocano e Martin è l'unico che escluderei del tutto. Se dovessi azzardare un secondo finalista direi Linda che mi ha ricordato molto Party Voice ma può andare in entrambi i modi. Rebecka pure sono sicuro passi ma non so se in finale o solo al ripescaggio
Gli altri se la giocano, darei meno possibilità alle Dolly Style ma dopo settimana scorsa non so che pensare
comunque fino ad ora l'unico che vedo vincitore è Mohombi
Io non darei così fuori Stenmarck, è un nome importante e la canzone ha un testo stupendo
Utente
9 settembre, 2013
Arrivo tardissimo ma son qua per commentare brevemente la terza semi del MF show carino (tolto l'inutile tributo a Ted Gärdestad, limitiamo 'ste cose a Sanremo per favore) e risultati ancora una volta sorprendenti, che rispetto agli ultimi anni è un gran bel passo avanti
I RISULTATI
FINALE: Jon Henrik Fjällgren, Lina Hedlund
ANDRA CHANSEN: Martin Stenmarck, Rebecka Karlsson5. Dolly Style
6. Omar Rudberg
7. The Lovers of Valdaro
Se la SVT aveva messo i milioni per propellere la wildcard di Svensktoppen Nästa ovvero i The Lovers of Valdaro (canzone di G:son/Boström, ottima posizione nel running order, staging da fare invidia a Benjamin Ingrosso l'anno passato) questa cosa proprio non si è riflettuta nei risultati, con Erik e Adam che chiudono mestamente in ultima posizione senza nemmeno sfiorare il secondo turno. Con loro ci lascia anche Omar Rudberg (secondo FO&O a floppare in due settimane consecutive, dopo Oscar Enestad settimana scorsa - Felix Sandman è da qualche parte che se la ride) e soprattutto le RIDICOLE Dolly Style, ancora a un passo dalla qualificazione con un pezzo indecente ed ai limiti del nonsense ma finalmente buttate fuori e rispedite a Dollyville (si spera) una volta per tutte.
Assieme a Jon Henrik Fjällgren, la cui qualificazione era più che scontata (ma sta già perdendo terreno in ottica vittoria finale, con la classifica generale delle scommesse ancora dominata da Hanna & LIAMOO) passa il turno abbastanza a sorpresa Lina Hedlund - ma è una sorpresa che ci fa piacere, perché come Jessica Andersson l'anno scorso dimostra che lo schlager e cantanti più "adulti" dei teen idol possono ancora avere il loro perché al Melodifestivalen moderno.
Si qualificano al round di ripescaggio Martin Stenmarck con una canzone sicuramente poco da MF ma che ha sicuramente fatto presa per il suo testo e l'esibizione curata magistralmente, e Rebecka Karlsson che onestamente avrei visto fuori ma evidentemente ha ancora un accenno di fanbase dai suoi trascorsi ad Idol
Utente
9 settembre, 2013
L'ultima preview dell'anno
MELODIFESTIVALEN 2019 - DELTÄVLING 4 (Sparbanken Lidköping Arena, Lidköping)
- Pagan Fury, Stormbringer
T/M: Tobias Gustavsson, Fredrik Thomander, Anders Wikström, Mia Stegmar
Chance di qualificazione diretta: 10%
I Pagan Fury sono un gruppo folk/rock capeggiato dalla cantante Mia “Arven Latour” Stegmar e composto da tre membri ignoti. Non hanno una particolare storia fuori dal MF ma sono nati come prodotto commerciale per propellere un recente DLC del videogioco Crusader Kings II, cosa che ha suscitato grandi polemiche in Svezia dopo il loro annuncio nel cast considerato che è proibito partecipare al MF per fare marketing di qualsiasi tipo di prodotto. Mia ha già partecipato al Melodifestivalen nel 2004 assieme a Tobias Gustavsson (autore della canzone) come parte del gruppo Itchycoo, eliminato al primo round con il brano Super Mega Nova.
Ci si aspettava, se non “tanto”, almeno “qualcosa” di nuovo e particolare da questa Stormbringer – ma alla fine si tratta del solito schlager-rock con un giro di strumenti etnici che abbiamo sentito in un sacco di versioni al Melodifestivalen, soprattutto a cavallo fra questo decennio e lo scorso. Peraltro sul palco ci sarà soltanto Arven assieme a quattro ballerini e due backing vocalist, in una sorta di scenografia legata a un “mondo fantastico” nei toni del grigio e della luce. Saranno contenti gli altri tre membri della band.
- Anton Hagman, Känner dig
T/M: Gusten Dahlqvist, Oliver Forsmark, Anton Hagman, Jakob Hjulström
Chance di qualificazione diretta: 2%
Anton Hagman ha 20 anni, viene da Västerås ed ha debuttato nel mondo della musica partecipando all’edizione 2017 del Melodifestivalen: si è classificato al decimo posto, ma tutti ce lo ricordiamo per essere riuscito ad eliminare Loreen (vincitrice del MF e dell’Eurovision 2012) al round di ripescaggio. La sua carriera è più o meno a un punto fermo dopo il platino raccolto con Kiss You Goodbye.
Sono un po’ arrabbiato con Anton, uno che (non per meriti suoi) ha alle spalle la storiona del LOREEN SLAYER che potrebbe rivendersi per partecipare quando e come vuole fra 5 o anche 10 anni – ma che ha ritenuto opportuno tornare con una versione sciapa del R&B/soul in svedese popolare in questo periodo grazie a Danny Saucedo, con possibilità quasi nulle e sicuramente nullo appeal all’interno della competizione. Peccato.
- Lisa Ajax, Torn
T/M: Lisa Ajax, Isa Molin
Chance di qualificazione diretta: 29%
Lisa Kristina Ajax ha 20 anni e viene da Järfälla. È salita alla popolarità vincendo l’edizione 2014 del talent Idol, cosa che le ha permesso di costruirsi una fanbase che l’ha spinta in finale in entrambe le sue partecipazioni al Melodifestivalen: settima nel 2016 con My Hearts Wants Me Dead, nona nel 2017 con I Don’t Give A. Ha all’attivo un album dal riscontro commerciale modestissimo.
Si dice che Torn sia stata rifiutata addirittura da Loreen, e che si tratti di un pezzo molto forte e che in mano a un’altra cantante potrebbe essere addirittura da vittoria del MF lo si sente al primo ascolto. Lisa è popolare ma non come tre anni fa – nel frattempo è stata discograficamente ferma e i ragazzini che la sostenevano all’epoca si sono buttati su altro. Il brano e l’esibizione hanno sicuramente il suo perché, ma a differenza di Felix Sandman l’anno scorso Lisa paga un po’ il confronto diretto con Wiktoria – già in finale con ballad analoga – e farà molta più fatica a raggiungere la finale del 9 marzo.
- Arvingarna, I Do
T/M: Nanne Grönvall, Mikael Karlsson, Casper Janebrink, Thomas “Plec” Johansson
Chance di qualificazione diretta: 35%
Gli Arvingarna (“eredi” in svedese) sono una dansband di Göteborg attiva dal 1989 e formata dal bassista Casper Janebrink, dal chitarrista Kim Carlsson, dal trombettista Tommy Carlsson e dal tastierista e chitarrista Lars “Lasseman” Larsson: tutti e 4 assolvono inoltre la funzione di cantanti. Hanno all’attivo oltre quindici fra album, raccolte e album di cover natalizie, ma ciò che ci interessa sono le loro quattro precedenti partecipazioni al Melodifestivalen: nel 1993 (vincendo all’esordio con Eloise e classificandosi settimi all’Eurovision di Millstreet), nel 1995 (eliminati al primo round della finale con Bo Diddley), nel 1999 (terzi con Det svär jag på (Lo giuro)) e nel 2002 (fuori in semifinale con Ingenting är storre än vi (Nessuno è più forte di noi)). Tornano in gara per festeggiare i trent’anni di carriera e sull’onda della vittoria del frontman Casper Janebrink all’edizione 2018 di Stjärnornas stjärna.
I Do è un brano in svedese in classica tradizione dansband anni ’80, eseguito però senza strumenti e in formazione analoga a quella con cui gli Arvingarna arrivarono al successo con Eloise (mentre di recente si erano proposti in formazione più classica). Se il successo originale derivava anche da questo porsi come boyband-turned-dansband più che dansband vera e propria, questa performance cerca di catturare lo stesso aspetto 25 anni dopo: è un cambiamento che si vuole far percepire anche nel testo, con quello di Eloise che descriveva il classico amoretto giovanile mentre I Do è un elogio dell’amore “adulto” e della gioia di vivere una volta sopraggiunta la mezza età. Candidati fortissimi a un posto nei 4.
- Bishara, On My Own
T/M: Markus Sepehrmanesh, Benjamin Ingrosso, Robert Habolin
Chance di qualificazione diretta: 51%
Bishara Morad ha 16 anni, viene da Linköping ed è al suo debutto nel mondo della musica dopo aver raggiunto una certa popolarità su Instagram cantando cover di canzoni famose. È stato musicalmente scoperto da Laila Bagge, discografica, ex giudice di Idol ed ex moglie del produttore Anders Bagge.
On My Own è una ballad/midtempo in stile Jackson 5 e decisamente più “adulta” del suo interprete, che sia visivamente che vocalmente dimostra ben meno dei suoi 16 anni. Non è il pezzo della vita e con queste premesse l’effetto “Bravo bravissimo” è sempre dietro l’angolo, ma in Svezia hanno spesso premiato proposte analoghe portate da adolescenti e mi immagino che Bishara sia destinato ad essere in piena corsa per un posto in finale.
- Ann-Louise Hanson, Kärleken finns kvar
T/M: David Lindgren Zacharias, Josefin Glenmark-Breman, Olof “Ollie” Olsen
Chance di qualificazione diretta: 2%
Ann-Louise Hanson ha 74 anni e il record del maggior numero di partecipazioni al Melodifestivalen (con questa 14, spalmate in ben sei decadi) senza peraltro mai vincere o piazzarsi sul podio. Si fa conoscere negli anni sessanta e precisamente nel 1963, quando partecipa al MF con ben due brani – allora si poteva – e viene eliminata al primo round della finale sia con Zum zum zum lilla sommarbi (Bzzz, bzzz, bzzz, piccola ape d’estate) che con Säg varför (Dì perché). Ritorna, un po’ sullo stesso genere, nel 1966 al quarto posto con En ballad om för länge sen (Una ballata di tanto tempo fa), nel 1967 settima con Christina dansar (Cristina sta ballando) e decima con Sjungas till sömns (Cantato fino al sonno), nel 1969 quarta con Svenska flicka (Ragazza svedese). Dal 1973 inizia il periodo della collaborazione con il gruppo vocale Glenmarks, assieme al marito Bruno Glenmark e ai suoi nipoti Anders e Karin: subito un quarto posto con En liten sång som alla andra (Una canzoncina come tutte le altre), poi un ottavo posto nel ’74 con I annorlunda land (In diversi paesi) e un sesto nel ’75 con Lady Antoinette – canzone che prevedeva peraltro anche il featuring di Hadar Kronberg. Poi il ritorno da solista nel 1982, quinta con l’immarcescibile Kärleken lever (L’amore vive) e di nuovo quinta l’anno seguente in duetto con John Ballard su Bara en enda gång (Solo un’ultima volta). Nei 35 anni seguenti Ann-Louise si tiene principalmente lontana dalla scena musicale e si dedica principalmente al teatro e alle tournée estive, con due sconfinamenti nel Melodifestivalen moderno – nel 2002, assieme alla reality TV star Molle Holmberg, fuori al primo turno con l’assurda ma intramontabile Sluta! (Smettila!) e nel 2004 per un’ultima comparsata goliardica con le altre due dive della canzone Siw Malmkvist e Towa Carson, decime classificate in finale con l’iconica C’est la vie (È la vita).
Kärleken finns kvar (L’amore rimane) è dedicata da Ann-Louise all’amica Barbro “Lill-Babs” Svensson, rappresentante svedese all’Eurovision 1961 tragicamente scomparsa nel 2018 per un tumore. Musicalmente è un pezzo country allegro ma allo stesso tempo malinconico, simile a quello portato in gara nel 2018 da Kikki Danielsson. Ci sta all’interno di questa competizione ma credo non abbia speranza di progredire oltre la semifinale.
- John Lundvik, Too Late For Love
T/M: John Lundvik, Anderz Wrethov, Andreas “Stone” Johansson
Chance di qualificazione diretta: 71%
John Lundvik ha 35 anni, è nato a Londra ma viene da Växjö ed ha un background da atleta professionista – addirittura bronzo in staffetta 4x100 ai campionati nazionali svedesi nel 2005. Ha debuttato nel mondo della musica compositore, producendo prima la theme song del matrimonio della principessa Victoria (When You Tell The World You’re Mine) e poi Natural di Anton Ewald, ultima classificata in finale al Melodifestivalen del 2014. Il suo breakthrough vero e proprio è arrivato con la partecipazione al Melodifestivalen 2018 come interprete, classificandosi a sorpresa al terzo posto con la ballatona My Turn.
Con questa Too Late For Love Lundvik alza i BPM e si propone come uno dei candidati principali alla vittoria del titolo. Si tratta di un pezzo midtempo in chiave gospel, ben coreografato e sostenuto da quattro backing potentissime fra cui spicca Loulou Lamotte (Idol 2008, MF 2013 sottotraccia come backing per Behrang Miri in Jalla Dansa Sawa). Lundvik vocalmente è davvero impeccabile e la proposta è molto solida anche se non muoverà particolarmente i cuori degli eurofan. Finale diretta quasi assicurata e grandi possibilità di ripetere il podio del 2018.
Utente
2 maggio, 2016
io sono ancora in lutto per the Lovers of Valdaro
forse la miglior semifinale dopo la prima
molto curioso di sentire Stormbringer e penso che quella di Lisa sarà la mia preferita delle sue; quella di John da quel che ho sentito mi piace pià di My turn nonostante mi ricordi tanto Austria 2018
Utente
9 settembre, 2013
Ce l'abbiamo fatta anche quest'anno quarta semifinale di gran livello e in generale livello musicale dell'edizione più alto da tanti, tanti anni. Son proprio contento che sia questa l'edizione di cui riuscirò a vedere per la prima volta la finale live
Da notare che c'è stato un interval act con un brano inedito registrato per l'occasione da Eric e Sarah ed intitolato Ljuset (Luce), i cui proventi andranno a sostenere Radiohjälpen (la charity ufficiale del MF). Lo potete ascoltare qui
I RISULTATI
FINALE: John Lundvik, Bishara
ANDRA CHANSEN: Arvingarna, Lisa Ajax5. Ann-Louise Hanson
6. Anton Hagman
7. Pagan Fury
John Lundvik ce l'ha fatta: il terzo classificato del 2018 sorprende tutti con una performance STREPITOSA della sua Too Late For Love e si qualifica per la finale del 9 marzo, mettendo un'ipoteca sulla fuga decisiva per il titolo. Assieme a lui passa il turno anche Bishara, per carità bravino e tutto ma il passaggio in finale diretta era decisamente evitabile
Al ripescaggio la ballatona di Lisa Ajax (che con un'altra interprete avrebbe potuto vincere tutto IMHO) e il pezzo dansband degli Arvingarna (Casper Janebrink ). Quinto posto a sorpresa per Ann-Louise Hanson comunque bravissima e tenerissima nel congratularsi con Bishara, mentre vanno fuori al primo turno Anton Hagman e soprattutto i Pagan Fury che floppano MALISSIMO dopo tutte le pantomime di questo inverno
I duelli dell'Andra Chansen sono già fuori ma ne parliamo domani
Utente
7 agosto, 2013
Io sono #TeamJohnLundvik, la canzone è solida, ha un mood e una struttura da evergreen pop classico proveniente dagli States, mi piace perché mi mette il buon umore, è "uplifting". La performance è impeccabile vocalmente e tra l'altro non ha bisogno di artifici scenici. Poi vabbè, già amo la gang delle coriste ciacione!!!
Ma perché improvvisamente la Svezia ha svelato un fetish per il soul? Il genere è presente, in maniera diversa, in tante delle proposte arrivate in finale.
Certo, in ottica "Italia possibile vincitrice dell'ESC" (tanto dopo il 2015 e, soprattutto, il 2017, io non ci credo più fino a quando vedrò qualcuno dei nostri col trofeo in mano), Lundvik sarebbe un ostacolo grosso perché lo vedo tranquillamente svettare nella classifica giurie, con un ampio vantaggio sul secondo
La proposta è proprio il pacchetto perfetto per le giurie eurovisive. E non penso farebbe poi male al televoto, è convincente sotto molti punti di vista, tra l'altro in un'annata in cui fare gli strani e gli eccentrici a ogni costo sembra essere il leitmotiv.
Spero non vinca Jon Henrik FjällgrenMi rendo conto sarebbe una proposta "nuova" e alternativa per la Svezia in ottica Eurovision, ma io alla sua ennesima partecipazione al Melodi su questo filone son stufo dei suoi cliché portati all'estremo. Ci mancava pure la renna!
Utente
9 settembre, 2013
Krishoes ha detto
Ma perché improvvisamente la Svezia ha svelato un fetish per il soul? Il genere è presente, in maniera diversa, in tante delle proposte arrivate in finale.
Quest'anno per me si è visto un vero cambio di rotta, almeno dal punto di vista musicale, rispetto agli ultimi anni. Meno tropical house poraccia, meno joke entries insensate, meno plastica e più anima (tolto il fatto che siamo riusciti ad avere in gara DIVERSE ballate, dopo anni dove si faceva fatica a trovarne una in un cast di 28).
Certo si può fare meglio, anzi per me quello che manca al MF è che ancora troppe proposte suonano come dei meri prodotti commerciali costruiti a tavolino (l'abbiamo visto ieri sera coi Pagan Fury). Però secondo me ha fatto tanto anche il nuovo meccanismo di voto che ha tolto parte del potere dalle mani dei ragazzini e ha permesso di rivalutare anche proposte più "adulte"
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