Utente
7 agosto, 2013
ouro ha detto
https://twitter.com/domeniconaso/status/696742055402405888
Non è l'inferno 2.0.
Me lo sento...
E la bile che sputerò io
Utente
13 marzo, 2014
Teolino ha detto
Impeccabile Lorenzo Fragola vestito come un cameriere da pranzo di matrimonio, ma è sempre ingessato così anche nella vita normale? Un giovane vecchio, una nenia già sentita la sua "Infinite volte".
Cattivissima Barbara Pasqua
Quanti pareri discordanti poi , sono confuso
Utente
2 marzo, 2014
Sanremo, scontro generazionale? (Il punto sulla gara dei venti)
MARINELLA VENEGONI 08/02/2016
SANREMO
La competizione fra generazioni rischia di diventare il leitmotiv nella gara dell’imminente Festival. Il direttore artistico Carlo Conti, furbacchione, avendo puntato nel 40 per cento del cast sui volti dei talent show per catturare la più bella gioventù, riempiendo il resto delle caselle ha scelto da una parte artisti di recenti «Sanremo Giovani», poi pochi outsiders e infine personaggi noti, alcuni con autorevolezza accumulata nella musica d’autore. E qui viene il bello: si dà il caso che il primo recente e fugace ascolto delle canzoni da parte dei media riuniti dallo stesso Conti nella sede Rai di Sanremo, abbia visto i (per forza frettolosi) giudizi pendere dalla parte della generazione più agée. E se ne parla.
Niente è meglio di ciò che ci è già familiare? Siamo destinati a rimanere inchiodati al passato? Non proprio. Finiscono a confronto, in realtà, modi diversi di scrivere e interpretare: non solo una più consumata e consolidata padronanza della scrittura dei testi, che con la pattuglia over 40 si prende una rivincita contro le banalità alle quali ci hanno abituati gli stellini dei talent-show. Incolpevoli, loro. Colpevoli quelli che chiudono le orecchie in nome dell’audience, e per dirla con Ruggeri (che non le manda a dire): «si vede che sono scritti da gente che non ha mai letto libri, che non è interessata alle persone».
Anche la scrittura musicale di un pugno dei concorrenti anziani sanremesi è parsa al primo ascolto più convincente, e così pure l’interpretazione. Perfino Patty Pravo, torna a sfoderare classe nella ballad romantica e non imprevedibile «Cieli immensi», mentre gli Stadio tirano fuori un confronto fra padre e figlia sofferente d’amore («Un giorno ti dirò/che ho rinunciato agli occhi suoi per te»), rock melodico e accorato con la voce di Gaetano Curreri; Ruggeri, come un topo nel formaggio, sfodera sfiziose declinazioni rock cantando il ciclo della vita che ci forgia e condiziona («Siamo il prodotto di gioia e dolore...Figli di sogni segreti perduti nel vento»). E che eleganza i Bluvertigo di Morgan, che nella sua «Semplicemente» canta la vita quotidiana («Acqua che scorre mentre leggo il giornale/Camminare col cane sull’argine del canale») in un’operina in vari movimenti stilistici.
Per fortuna poi, si spariglia perché anche qualche giovane si fa notare. Ha solo 21 anni Rocco Hunt, e omaggia Pino Daniele in funk, cantando le difficoltà del futuro («Tutti dietro le tastiere, e mo’ chi a fà a rivoluzione»); viene da X-Factor Noemi, che con Masini autore canta la curiosa «La borsa di una donna».
Ci sono outsiders assolutamente da riascoltare per capirne la resa. Come Arisa, così misurata nella sua stramba poetica («Ho preso tutto da mia nonna faccio una preghiera a Dio»), o Neffa che si vorrebbe più pimpante nel quasi reggae «Sogni e nostalgia». Irene Fornaciari e Clementino almeno raccontano una storia, ciascuno a modo proprio: lei il «Blu» del mare che perde i migranti, lui fa un rap-romanzo di nostalgie.
Ma è tosto entrare in quel mondo indistinto per l’arte della canzone ma non per la tv, con legioni di seguaci di fede cieca sui social e nei fansclub. Qui si soffre d’amore, e l’addoloratissimo Lorenzo Fragola rischia di vincere. Obbligatorio il riascolto per Annalisa, più in palla dell’anno scorso; gli Zero Assoluto hanno una loro eleganza nell’ineffabilità, sono degli ossimori cantanti; un altro ossimoro è la coppia Giovanni Caccamo/Deborah Iurato, lui tutto sussurri, lei tutta grida. Da qui in poi, i testi diventano fumosi e faticosi. Dolcenera parte bene quasi in gospel e r’n’b, poi si perde per strada. I Dear Jack soffrono in un polpettone amoroso, mentre il loro ex vocalist Alessio Bernabei ha un po’ la canzone di Nek dell’anno scorso, disco con l’allettante ritornello «Noi siamo l’infinito». Francesca Michielin ha un brano da Settimana Enigmistica, Valerio Scanu abbraccia tutti i cliché della canzone sanremese. Ma perché, ancora? E allora ci si ricorda di Elio e Le Storie Tese: la loro canzone di 7 ritornelli in diverso stile, ti fa ridere alle spalle della forma-canzone.
Utente
7 agosto, 2013
Hahahaha ho letto 8 pagine e la conclusione è ... il nulla
Cambiato niente rispetto a prima. Si forse qualche idea in più, ma il tutto probabilmente filtrato da chi è stato più o meno "in palla" durante le prove. Tanto loro (i giornalisti) sono sempre gli stessi. E non posso dimenticare ad esempio che l'Essenziale di Mengoni fosse stato valutato "seconda scelta" e nemmeno considerato tra i "papabili"...
Dai che mancano meno di 24 ore e poi inziamo a dire finalmente la nostra !!!!
Utente
7 agosto, 2013
http://www.spettakolo.it/2016/.....pettakolo/
Ok, la tradizione è stata rispettata anche quest’anno. Arrivato in Riviera totalmente e digiuno dall’ascolto delle canzoni sanremesi, oggi tra le 14,30 e le 18,15 le ho sentite tutte e venti, una dietro l’altra. Prima le dieci che saranno eseguite nel corso della serata inaugurale, poi le altre dieci. In rigoroso ordine alfabetico dei cantanti (che però non corrisponde all’ordine d’uscita in Tv).
Come sono, in sintesi? Non ci si discosta molto dalla media degli ultimi anni. C’è qualche pezzo carino, ma i grandi capolavori annunciati non ci sono. A partire da domani sera potrete giudicare direttamente. Per ora accontentatevi della mia first impression. Che è basata su un unico ascolto, per di più durante le prove, quindi senza abiti di scena e qualche volta con un po’ di emozione in meno rispetto alla serata che va in diretta. Il che in alcuni casi potrebbe essere addirittura un vantaggio. Infatti quando si accende la lucina della telecamera e nelle cuffie scatta il “click” c’è chi va via tranquillo e chi si fa prendere dal panico, stonando terribilmente. Il bello della diretta, direbbe qualcuno…
Comunque bando alle ciance e via coi voti. Riservandomi il diritto di rivederli al rialzo o al ribasso dopo aver riascoltato le canzoni.
Guardando il cielo di Arisa – Un arpeggio di piano introduce questa ballad intensa ed elegante, composta dall’ottimo Giuseppe Anastasi, ex fidanzato, ma ancora autore di fiducia della cantante lucana. Che come sempre canta alla grande. Anche il testo non è banale. Niente cuore/amore ma uno sguardo sull’universo. Voto 7
Semplicemente dei Bluvertigo – Bello vedere sul palco dell’Ariston una band che ha fatto dell’art rock la sua cifra stilistica. Il brano parte lento, poi sfocia in un trascinante pop-rock. Andy sostiene vocalmente Morgan e la sua voce graffiata. Testo ok, a tratti pungente. Meno riuscita la parte musicale. Ma nel complesso ci siamo. Voto 7-
Via da qui di Deborah Iurato e Giovanni Caccamo – Il brano su cui puntano i bookmaker in effetti ha tutte le carte in regola per vincere. La canzone è di Giuliano Sangiorgi, che indubbiamente sa scrivere. La costruzione è piuttosto ruffiana: inizia lui in modo quasi autorale, continua lei buttandosi sul pop, poi ritornello che acchiappa cantato in coppia. Voto 6 e mezzo
Mezzo respiro dei Dear Jack – Anagraficamente sono giovani, musicalmente vecchi. A tratti antichi. Ci si sono messi in quattro per scrivere una canzone che è esattamente come il suo titolo, “mezzo respiro”. Escono dai talent, e non si sono spostati da lì. Io gli staccherei la spina (artisticamente, s’intende!) Voto 3
Blu di Irene Fornaciari – Secondo alcuni il suo stile ricorda il rock anni ’70. Non saprei dire perché, ma a me ha fatto venire in mente certe cose della grande Dalidà (purtroppo non le migliori). Se non altro ha avuto il coraggio di presentare una canzone che affronta un tema di stretta attualità, il dramma dei migranti, con immagini che tutti abbiamo negli occhi, come quel “C’è un bambino sulla spiaggia”. Voto 6
Infinite volte di Lorenzo Fragola – Dicono sia tra i favoriti, ma a me la canzone non convince: è come un coito interrotto. Scimmiottando il buon Venditti che cantava “non c’è sesso senza amore”, Lorenzo dice “non sono mai stato capace a far l’amore senza amore”. Credo possa e debba far meglio. Del resto avendo soltanto vent’anni spazi per crescere ne ha. Voto 5
La borsa di una donna di Noemi – Il tipo di pop che mi piace. Magari un gradino sotto, ma siamo dalle parti di Quello che le donne non dicono. Gran bel testo al femminile (anche se scritto da un uomo) valorizzato dall’interpretazione di Noemi. Che, come sempre, quando sale con la voce regala autentici brividi. Voto 7 e mezzo
Wake up di Rocco Hunt – Lui parla di “turbo-funk”. Musicalmente spazia dai Bisca-99 Posse (ma molto, molto meno cattivo) a Tullio De Piscopo, con un pizzico di Pino Daniele tanto per insaporire il tutto. Forse il brano con cui vinse l’anno scorso tra i giovani, Nu juorno buono, era più forte. Comunque non delude. Voto 6 e mezzo
Il primo amore non si scorda mai di Enrico Ruggeri – La classe non è acqua. Enrico quando vuole sa essere all’altezza della sua fama come autore. Un gran testo basato su un efficace ritmo elettro-pop che sfocia nel rock. Voto 7 e mezzo
Un giorno mi dirai degli Stadio – Ancor prima di cominciare si sono beccati l’endorsement di Vasco Rossi, e scusate se è poco! La canzone è un dialogo tra padre e figlia che magari non lascerà il segno come a suo tempo fece Father and son, ma che non lascia nemmeno indifferenti. Se soltanto Curreri & Co. avessero osato un po’ di più dando a quell’oh oh oh uno sviluppo diverso! Voto 7-
Il diluvio universale di Annalisa – Le proposte musicali di Annalisa sono un po’ come le montagne russe… Questa volta propone una ballata lenta basata sull’elettronica che almeno al primo ascolto non convince del tutto. Forse servono più ascolti Voto 5+
Noi siamo infinito di Alessio Bernabei – Molti si sono chiesti cosa ci faccia tra i “campioni” e dopo aver ascoltato la sua canzone se lo domanderanno con più forza. È in gara con un brano esile, un poppettino facile facile che non lascia niente. Canta “noi siamo infinito”, ma il pezzo è finito prima ancora di cominciare. Voto 3
Quando sono lontano di Clementino – Il palco dell’Ariston non è terreno fertile per l’hip hop, quindi onore a chi ci prova. “O’ guaglione del rap” presenta un brano rap che poi sfocia in una melodia piuttosto scontata. Sicuramente non è una delle sue cose migliori, però almeno il testo ha diversi passaggi non proprio scontati. Voto 6
Ora o mai più (Le cose cambiano) di Dolcenera – Entra in scena e si siede al piano. Accompagnata da due coriste, propone un blues cantato di pancia. È brava e il pezzo ha una certa intensità. Voto 6 e mezzo
Vincere l’odio di Elio e le Storie Tese – Che siano folli non lo scopriamo certo oggi. E per Sanremo hanno sempre studiato qualcosa di particolare. Stavolta concentrano nove diverse canzoni in una, con presa per i fondelli finale per i vincitori dell’anno scorso. C’è da divertirsi, e una volta rivelato cosa hanno in testa come costumi e coreografia ci sarà da divertirsi ancora di più. Una precisazione: Rocco Tanica non salirà sul palco con gli Elii, ma sarà comunque al Festival conducendo i collegamenti dalla sala stampa. Voto 7 e mezzo
Nessun grado di separazione di Francesca Michielin – La ragazza è impegnata in un bel percorso di crescita, ma ancora non è grande abbastanza. Il brano si lascia ascoltare, però non graffia. E a parte il titolo, resta incollato ben poco. Voto 6
Sogni e nostalgia di Neffa – Un testo banalotto innestato su un’innocua marcetta. Qui e là spuntano accenni a Celentano, però senza la sua genialità. E sul finale stona pure. Voto 5
Cieli immensi di Patty Pravo – Il pezzo non è malvagio, una ballata seventies ben costruita da Federico Zampaglione. Il problema è la vocalità, che qui e là arranca. Però lei era, resta e sarà sempre la divina Patty Pravo. Voto 6
Finalmente piove di Valerio Scanu – La canzone l’ha scritta Fabrizio Moro, quindi non è male. Lui canta bene. Ma c’è sempre qualcosa di impalpabile che manca e non convince. Voto 5 e mezzo
Di me e di te degli Zero Assoluto – Un elogio della leggerezza e del linguaggio semplice che caratterizza i social. Un pezzo danzereccio senza infamia e senza lode. Voto 6
Utente
7 agosto, 2013
Direi che quest'ultimo articolo - come la Venegoni e forse altri - si "staccano" dalla massa dividendo di fatto il mondo più "maturo" da quello degli ex talent che vengono messi quasi per definizione molto più in basso. Anche se c'è almeno una eccezione.
Il fatto che Noemi con il suo 7 e mezzo sia messa nel trio di testa a pari merito con Elio e Ruggeri, in effetti è quasi un messaggio. Prima di tutto di "maturità" artistica.
E io che ero un filo preoccupato perchè avevo meno attesa per questo festival rispetto all'anno scorso.. ebbene, OGGI NON RIESCO A PENSARE AD ALTRO. Fossero tutti i festival così.. nessun favorito, pareri discordanti tra i giornalisti che non sanno nemmeno loro chi vincerà, quest'anno lo scegliamo noi di RH il vincitore
Moderatore
7 agosto, 2013
AndreaESC ha detto
E io che ero un filo preoccupato perchè avevo meno attesa per questo festival rispetto all'anno scorso.. ebbene, OGGI NON RIESCO A PENSARE AD ALTRO. Fossero tutti i festival così.. nessun favorito, pareri discordanti tra i giornalisti che non sanno nemmeno loro chi vincerà, quest'anno lo scegliamo noi di RH il vincitore
C'è anche chi non riesce a pensare ad altro e oggi pomeriggio ha un esame
Utente
7 agosto, 2013
latinista93 ha detto
AndreaESC ha detto
E io che ero un filo preoccupato perchè avevo meno attesa per questo festival rispetto all'anno scorso.. ebbene, OGGI NON RIESCO A PENSARE AD ALTRO. Fossero tutti i festival così.. nessun favorito, pareri discordanti tra i giornalisti che non sanno nemmeno loro chi vincerà, quest'anno lo scegliamo noi di RH il vincitoreC'è anche chi non riesce a pensare ad altro e oggi pomeriggio ad un esame
Oggi per me giorno libero e invece di dormire un po' ho concentrato tutti i mille giri che devo fare stamattina, per avere il pomeriggio libero tale da morire d'ansia!!!!
latinista93 ha detto
AndreaESC ha detto
E io che ero un filo preoccupato perchè avevo meno attesa per questo festival rispetto all'anno scorso.. ebbene, OGGI NON RIESCO A PENSARE AD ALTRO. Fossero tutti i festival così.. nessun favorito, pareri discordanti tra i giornalisti che non sanno nemmeno loro chi vincerà, quest'anno lo scegliamo noi di RH il vincitoreC'è anche chi non riesce a pensare ad altro e oggi pomeriggio ad un esame
Pensate a me che fra 10 minuti mi aprono le prevendite del concerto di Beyoncé a San Siro e sarà IL CAOS.
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