Utente
31 ottobre, 2020
Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale su Twitter si è espresso in maniera polemica sul cast di Sanremo, dicendo che, a suo parere, è finita l'era dei Festival con i nomi indie semi-sconosciuti in favore del "ritorno al passato" rappresentato dai vari Articolo 31, Grignani, Modà, Paola e Chiara.
Diamo uno sguardo al cast di quest'anno: come nomi indie abbiamo Ariete, Colapesce-Dimartino, Coma_Cose. In effetti, sono pochini e nessuno di loro è un "semi-sconosciuto": ColaDima e Coma_Cose hanno già fatto un Sanremo, mentre Ariete, nonostante la sua partecipazione ha come scopo un lancio presso il grande pubblico, è già molto nota.
Secondo voi, questa scelta di non inserire semi-sconosciuti nel cast è motivata dal fatto che, magari, non ci fossero brani all'altezza nelle selezioni, oppure Albe ha ragione sul fatto che quell'"indie sentiment" è finito? Che futuro vedete per l'indie a Sanremo? Ci saranno nuovi lanci in stile Stato Sociale, PTN, LRDL, Colapesce-Dimartino e Coma_Cose?
Utente
8 febbraio, 2020
A me spiace che il pubblico adulto sulla quarantina non venga accontentato con nomi della caratura di Carmen Consoli, Cristina Donà, Marina Rei o, come si vociferava, Paola Turci, però è indubbio allo stesso tempo che Paola e Chiara rappresentino una reunion iconica, unica nel suo genere, e una spruzzata di dance anni '90 come non si vedeva da parecchio tempo su quel palco. Allo stesso tempo mancava - credo dai tempi di Frankie hi-nrg - la presenza di un buon esponente hip hop vecchia scuola, con venature nostalgiche e che portasse il genere con la purezza intonsa degli esordi, quindi il nome degli Articolo 31 mi sembra ottimo per questa opportunità di revival. Certo, si spera che la lunga parentesi artistica di J-Ax degli ultimi anni venga accantonata se l'idea è quella di riesumare gli Articolo 31 e non il progetto solista di J-Ax e che dunque non vada a finire in caciara, però finché non ascolto ho buone vibes a tal proposito.
Per me il problema quindi non sono Paola e Chiara o gli Articolo 31, e quindi il concept del ritorno al passato, il problema è inserire una serie di nomi meh (Modà, LDA, Gassmann, i Cugini, Grignani) e al contempo dichiarare che il festival rappresenti l'attualità del mercato musicale: è chiaro che c'è una contraddizione di fondo se tutta una serie di caselle vengono occupate da nomi attualmente scevri di hype o appeal. Quindi sì, Alberto ha per me ragione dal momento in cui Amadeus ha portato nel 2021 una consistente fetta di realtà musicali indie, scommettendo su nomi non scontati, e invece negli ultimi anni ha un po' messo da parte questa scena, non sconfessandola del tutto, ma ridimensionandola notevolmente, arenandosi piuttosto sul proposito di creare cast prettamente televisivi.
Utente
11 agosto, 2021
è giusto che il festival si rinnovi ogni anno con una identità diversa e scongiuri il rischio di autoreplicarsi
inoltre deve anche seguire e captare le tendenze della musica e del mercato, senz'altro non puo trasformarsi in un festival indie tipo concertone del 1 maggio,
e poi c'è da dire che la musica indie era un trend musicale che ha avuto il suo picco 2014-2018 supperggiu' adesso si è molto ridimensionato, quindi sarebbe pure anacronistico voler fare un festival indie oriented nel 2023...sono altri i generi che dominano i gusti e le classifiche
inoltre al contrario non credo che penalizzi il pubblico quarantenne (anche perchè sono piu i quarantenni che ascoltano attivamente Ultimo e Mengoni e per certi versi anche i Modà etc che non Paola Turci e Marina Rei), anzi se l'anno scorso gli assi nella manica scelti erano molto orientati alla generazione zeta (Blanco, Rkomi, Sangiovanni etc) quest'anno mi sembrano invece piu verso la generazione boomer (quarantenni etc) vedasi appunto Ultimo e Mengoni e poi c'è tutta la quota amarcord di quella generazione (Grignani, Paola e Chiara, Anna Oxa, Art.31) e anche la stessa Giorgia.... quindi trovo che strizzi molto pià l'occhio al taget medio dei quarantenni che non come lo scorso anno a quello dei giovanissimi (che pure sappiamo sono i primi fruitori di musica...questo si ripercuoterà negativamente sullo streaming??? vedremo)
Utente
8 febbraio, 2020
Bento ha detto
e poi c'è da dire che la musica indie era un trend musicale che ha avuto il suo picco 2014-2018 supperggiu' adesso si è molto ridimensionato, quindi sarebbe pure anacronistico voler fare un festival indie oriented nel 2023...sono altri i generi che dominano i gusti e le classifiche
Questo però è vero solo in parte: artisti come Franco126, Gazzelle, Calcutta, Frah Quintale, gli stessi Pinguini Tattici Nucleari, Coez, Carl Brave, Brunori Sas, LRDL sono perfettamente inseriti nel panorama musicale odierno e le loro copie le macinano ancora, e questo mi porta a ritenere il genere tutt'altro che anacronistico ad oggi. Ma farei questo discorso di rappresentanza del genere a prescindere dal discorso vendite, che logicamente non è paragonabile ai volumi del pop e della trap.
Utente
4 novembre, 2018
C’è da dire che anche Levante nasce come indie. Se si considera anche lei siamo a 4 rappresentanti. Non mi sembra sia andata male per la quota indie. Per quanto riguarda il futuro credo che la quota verrà rispettata as long as l’indie sarà una realtà discografica di spicco come è oggi.
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